bufale, bufale........soltanto bufale
sugli immigrati
fotomontaggio che circola su facebook
sugli immigrati
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Negli ultimi mesi diverse testate avevano provato a sfatare alcune credenze e falsi miti sull'immigrazione. Ad esempio, facendo chiarezza sui numeri, era stato distrutto lo spauracchio " invasione," era stata smontata la bufala dei 30 euro al giorno ricevuti da ogni migrante—che, tanto per ricordarlo, è la cifra che va alle strutture di accoglienza, mentre ogni ospite riceve il lusso di 2,5 euro—o la storia delle case popolari e i vantaggi per gli stranieri a scapito degli italiani.
Dal momento che non c'è nulla di più eterno di una bufala, specialmente se razzista, queste convinzioni continuano a circolare indisturbate nonostante i sempre più numerosi articoli e precisazioni. Abbiamo quindi deciso di raccoglierne qualcuna tra quelle più diffuse in questo momento.
Al di là dei casi di chi scambia un gruppo di turisti per profughi e lancia l'allarme, una parte della popolazione è fermamente convinta che a chi sbarca sulle nostre coste venga offerta una vacanza all-inclusive nelle strutture più esclusive del paese.
Effettivamente in Italia ci sono alberghi che ospitano migranti, la maggior parte delle volte in attesa che la richiesta d'asilo sia valutata. Diversa stampa ed esponenti politici non si sono fatti sfuggire l'occasione di costruire sopra questa circostanza storie secondo cui chi arriva non solo viene messo in hotel di lusso, ma se ne lamenta pure.
A maggio sono usciti vari articoli che raccontavano di una protesta di migranti assegnati a un hotel di Campiglia, in provincia di Livorno. Secondo quanto scritto inizialmente su alcuni siti e quotidiani, la struttura non sarebbe stata di loro gradimento perché sprovvista di wi-fi e tv, e non abbastanza vicina al mare. I migranti sarebbero dunque stati spostati in una nuova destinazione "un hotel dotato di più comfort," "con piscina, wifi nelle camere e televisione."
La notizia ha fatto il consueto giro del web fino alla precisazione della Questura, che ha chiarito che le lamentele non c'entravano nulla con le comodità, ma erano legate solo a motivi religiosi: "Per evitare di creare anche conflitti etnici sono stati trasferiti in quattro miniappartamenti di una struttura ricettiva a 100 metri di distanza."
Un giornalista è andato dopo qualche giorno a trovare i migranti nella nuova struttura. L'articolo lascia intendere che facciano la bella vita e che si lamentino ancora, nonostante uno dei ragazzi intervistati racconti che si annoiano perché vivono lo stesso giorno da un anno e mezzo: "Chiediamo solo che ci diano i documenti che abbiamo chiesto per poter essere liberi di realizzare i nostri sogni in Italia. Qui, lontani dal centro del paese, siamo in trappola." L'articolo prosegue obiettando che "i 13 africani potrebbero spostarsi dall'hotel; nessuno li trattiene o li osserva a vista," salvo poi precisare che possono allontanarsi per tre giorni, dopo i quali il loro status di richiedenti asilo decade
Una delle bufale più longeve riguarda i migranti che buttano via i pasti serviti nei centri accoglienza. Era una storia creata ad hoc dai soliti siti con una foto a caso di cibo ancora imballato posizionato accanto ai cassonetti, corredata da didascalie sul luogo—la prima riguardante il centro di accoglienza di Trapani.
La notizia è girata parecchio su internet—tanto che l'articolo originale vanta 10 mila like su Facebook—anche dopo che diversi siti avevano verificato che in tutti i casi si trattava di una bufala (ad esempio sottolineando il fatto che i pasti ritratti erano già scaduti).
In questi giorni, invece, si sente spesso parlare di migranti che si lamentano per il cibo servito. Lo scorso giungo a Valledoria, vicino Sassari, 88 ospiti di un'ex casa di riposo hanno manifestato rifiutando i pasti e dormendo all'esterno dell'edificio. Molti giornali hanno subito parlato di protesta dei migranti per il cibo " non di loro gradimento": "una situazione che ha del paradossale e che, nell'assurdità dei suoi contorni, delinea l'altra faccia dell'immigrazione: quella che certamente non rimanda a immagini di disperazione."
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