mercoledì 17 dicembre 2014



TRE OSTACOLI E QUATTRO DEMONI (SANSHO SHIMA)
San = tre. Sho = ostacoli. Shi = quattro. Ma = demoni. Possono distruggere la fede nel Buddismo
o, al contrario, aiutarla a svilupparsi. Dipende soltanto dall’atteggiamento con cui vengono
affrontati.
Non c’è pratica senza demone
Il Buddismo suddivide in categorie le difficoltà e i problemi che si possono incontrare lungo la
pratica buddista. Nichiren Daishonin scrive in una lettera ai fratelli Ikegami, il cui padre ne
contrastava apertamente la fede: «Quando la pratica progredisce e aumenta la conoscenza, i tre
ostacoli e i quattro demoni emergono facendo a gara per interferire. Non dovete farvi influenzare
né spaventare da loro. Se vi fate influenzare, sarete trascinati nei cattivi sentieri. Se vi fate
spaventare, vi sarà impedito di praticare il vero Buddismo» (SND, 4, 119). E passa poi a elencare
dettagliatamente i tre ostacoli e quattro demoni.
Gli ostacoli sono impedimenti alla pratica buddista che sembrano provenire dall’esterno e che
suscitano pensieri e sentimenti negativi nei confronti di noi stessi e della nostra pratica buddista.
Essi sono: 1) bonno-sho, l’ostacolo dei desideri terreni: sono gli ostacoli che hanno origine dai tre
veleni presenti nella nostra vita, cioè avidità, collera e stupidità; 2) go-sho, ostacoli dovuti al
karma negativo creato nel passato. Nichiren Daishonin afferma che si manifestano come «ostacoli
posti dalla propria moglie o dai figli», vale a dire opposizione da nostri pari o da chi è soggetto alla
nostra autorità; 3) ho-sho, ostacoli causati dalle retribuzioni per azioni compiute nei tre cattivi
sentieri che si manifestano con «impedimenti causati dal proprio sovrano o dai genitori». In altre
parole da un’autorità superiore.
I quattro demoni si differenziano dagli ostacoli per la loro natura più interiore, sono le nostre
funzioni negative all’opera per impedirci di manifestare la natura di Budda. Per esempio la sfiducia
in se stessi o l’incredulità che ci fanno mettere in dubbio l’esistenza della Buddità in noi e negli
altri. Nel dettaglio: 1) on-ma, il demone delle cinque componenti; un ostacolo interno determinato
dalle nostre funzioni fisiche o mentali; 2) bonno-ma, il demone dei desideri terreni che sorgono dai
tre veleni; 3) shi-ma, il demone della morte. Si riferisce sia alla propria morte, che impedisce di
continuare la pratica buddista, sia alla morte improvvisa di un praticante che suscita dubbi nei
compagni di fede; 4) tenji-ma, il demone del sesto cielo, il più potente, che tende a manifestarsi
quando si è già sviluppata la capacità di superare gli altri o quando ci si trova in un momento
cruciale della pratica buddista. Prende possesso di chi gode di una posizione di potere per indurre il
credente ad abbandonare la fede. Non bisogna mai dimenticare che è la manifestazione
dell’oscurità fondamentale della vita, l’ignoranza della propria natura di Budda, e in quanto tale
esiste in ognuno di noi.
Non c’è demone che tenga
Gli ostacoli e i demoni non sono una cosa negativa, anzi, sono la prova che ci stiamo sforzando di
praticare e propagare correttamente il Buddismo. «La dottrina di ichinen sanzen (tremila mondi in
un singolo istante di vita) rivelata nel quinto volume del Maka shikan è particolarmente profonda.
Se la propagate, i demoni sorgeranno certamente. Se così non fosse, non ci sarebbe modo di sapere
che questo è il vero insegnamento» (SND, 4, 119). Riferito a noi, il manifestarsi di ostacoli e demoni
è una dimostrazione dei nostri progressi, come la resistenza dell’aria che incontra un aereo che
cerca di decollare. Dunque ci sarebbe quasi da rallegrarsene: «…quando un comune mortale
consegue la Buddità. In quel momento i tre ostacoli e i quattro demoni invariabilmente
appariranno: il saggio si rallegrerà mentre lo stupido indietreggerà» (SND, 4, 128). Dipende da noi
permettere a ostacoli e demoni di fermare la nostra ricerca dell’Illuminazione, dipende dalla forza
della fede. Solo rafforzando la fede è possibile sconfiggere ostacoli e demoni e a loro volta essi
sono un’insostituibile occasione per approfondire la pratica buddista. Anche il malvagio e temibile
Demone del Sesto cielo, il demone del potere, il desiderio di schiacciare gli altri, di usare le
persone come mezzi e non come fini, che tanto spadroneggia nel mondo attuale, può essere
sconfitto con una forte fede.
E l’ha dimostrato con il suo esempio Nichiren Daishonin che, incessantemente attaccato dalle
autorità del suo tempo, esiliato, aggredito e condannato a morte ha trasformato ognuna delle
persecuzioni di cui è stato oggetto in occasioni per rafforzare e approfondire la fede propria e dei
suoi discepoli. Verrebbe da dire: però lui era il Budda dell’Ultimo giorno della Legge! Ma Nichiren
Daishonin era una persona comune e la grandezza del suo insegnamento sta proprio nell’aver

rivelato l’immenso potere che esiste nelle persone comuni. In qualsiasi persona comune.

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