TRE OSTACOLI E
QUATTRO DEMONI (SANSHO SHIMA)
San
= tre. Sho = ostacoli. Shi = quattro. Ma =
demoni. Possono distruggere la fede nel Buddismo
o, al
contrario, aiutarla a svilupparsi. Dipende soltanto dall’atteggiamento con cui
vengono
affrontati.
Non c’è pratica
senza demone
Il Buddismo
suddivide in categorie le difficoltà e i problemi che si possono incontrare
lungo la
pratica
buddista. Nichiren Daishonin scrive in una lettera ai fratelli Ikegami, il cui
padre ne
contrastava
apertamente la fede: «Quando la pratica progredisce e aumenta la conoscenza, i
tre
ostacoli e i
quattro demoni emergono facendo a gara per interferire. Non dovete farvi
influenzare
né spaventare
da loro. Se vi fate influenzare, sarete trascinati nei cattivi sentieri. Se vi
fate
spaventare, vi
sarà impedito di praticare il vero Buddismo» (SND, 4, 119). E passa poi a
elencare
dettagliatamente
i tre ostacoli e quattro demoni.
Gli ostacoli
sono impedimenti alla pratica buddista che sembrano provenire dall’esterno e
che
suscitano
pensieri e sentimenti negativi nei confronti di noi stessi e della nostra
pratica buddista.
Essi sono: 1) bonno-sho,
l’ostacolo dei desideri terreni: sono gli ostacoli che hanno origine dai tre
veleni
presenti nella nostra vita, cioè avidità, collera e stupidità; 2) go-sho,
ostacoli dovuti al
karma negativo
creato nel passato. Nichiren Daishonin afferma che si manifestano come
«ostacoli
posti dalla
propria moglie o dai figli», vale a dire opposizione da nostri pari o da chi è
soggetto alla
nostra
autorità; 3) ho-sho, ostacoli causati dalle retribuzioni per azioni
compiute nei tre cattivi
sentieri che
si manifestano con «impedimenti causati dal proprio sovrano o dai genitori». In
altre
parole da
un’autorità superiore.
I quattro
demoni si differenziano dagli ostacoli per la loro natura più interiore, sono
le nostre
funzioni
negative all’opera per impedirci di manifestare la natura di Budda. Per esempio
la sfiducia
in se stessi o
l’incredulità che ci fanno mettere in dubbio l’esistenza della Buddità in noi e
negli
altri. Nel
dettaglio: 1) on-ma, il demone delle cinque componenti; un ostacolo
interno determinato
dalle nostre
funzioni fisiche o mentali; 2) bonno-ma, il demone dei desideri terreni
che sorgono dai
tre veleni; 3)
shi-ma, il demone della morte. Si riferisce sia alla propria morte, che
impedisce di
continuare la
pratica buddista, sia alla morte improvvisa di un praticante che suscita dubbi
nei
compagni di
fede; 4) tenji-ma, il demone del sesto cielo, il più potente, che tende
a manifestarsi
quando si è
già sviluppata la capacità di superare gli altri o quando ci si trova in un
momento
cruciale della
pratica buddista. Prende possesso di chi gode di una posizione di potere per
indurre il
credente ad
abbandonare la fede. Non bisogna mai dimenticare che è la manifestazione
dell’oscurità
fondamentale della vita, l’ignoranza della propria natura di Budda, e in quanto
tale
esiste in
ognuno di noi.
Non c’è demone
che tenga
Gli ostacoli e
i demoni non sono una cosa negativa, anzi, sono la prova che ci stiamo
sforzando di
praticare e
propagare correttamente il Buddismo. «La dottrina di ichinen sanzen (tremila
mondi in
un singolo
istante di vita) rivelata nel quinto volume del Maka shikan è
particolarmente profonda.
Se la
propagate, i demoni sorgeranno certamente. Se così non fosse, non ci sarebbe
modo di sapere
che questo è
il vero insegnamento» (SND, 4, 119). Riferito a noi, il manifestarsi di
ostacoli e demoni
è una
dimostrazione dei nostri progressi, come la resistenza dell’aria che incontra
un aereo che
cerca di
decollare. Dunque ci sarebbe quasi da rallegrarsene: «…quando un comune mortale
consegue la Buddità. In quel momento i tre
ostacoli e i quattro demoni invariabilmente
appariranno:
il saggio si rallegrerà mentre lo stupido indietreggerà» (SND, 4, 128). Dipende
da noi
permettere a
ostacoli e demoni di fermare la nostra ricerca dell’Illuminazione, dipende
dalla forza
della fede.
Solo rafforzando la fede è possibile sconfiggere ostacoli e demoni e a loro
volta essi
sono un’insostituibile
occasione per approfondire la pratica buddista. Anche il malvagio e temibile
Demone del
Sesto cielo, il demone del potere, il desiderio di schiacciare gli altri, di
usare le
persone come
mezzi e non come fini, che tanto spadroneggia nel mondo attuale, può essere
sconfitto con
una forte fede.
E l’ha
dimostrato con il suo esempio Nichiren Daishonin che, incessantemente attaccato
dalle
autorità del
suo tempo, esiliato, aggredito e condannato a morte ha trasformato ognuna delle
persecuzioni
di cui è stato oggetto in occasioni per rafforzare e approfondire la fede
propria e dei
suoi
discepoli. Verrebbe da dire: però lui era il Budda dell’Ultimo giorno della
Legge! Ma Nichiren
Daishonin era
una persona comune e la grandezza del suo insegnamento sta proprio nell’aver
rivelato l’immenso potere che esiste nelle
persone comuni. In qualsiasi persona comune.
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