NESSUNO TOCCHI CAINO IN MISSIONE IN AFRICA PER RAFFORZARE
RISOLUZIONE ONU PRO MORATORIA Nessuno tocchi Caino, insieme al Partito
Radicale, Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, è impegnata dal 12
novembre e fino al 21 novembre, in una missione in tre Paesi africani,
Zimbabwe, Comore e Niger, con l’obiettivo di convincere questi Governi a
sostenere e votare a favore della risoluzione pro moratoria al voto
dell'Assemblea Generale dell'Onu e di rafforzare il processo abolizionista
interno.
La delegazione è formata da Sergio D'Elia, Segretario di
Nessuno tocchi Caino, Marco Perduca, Vice presidente del Partito Radicale,
Nonviolento Transnazionale e Transpartito, Marco Maria Freddi di Nessuno tocchi
Caino e sarà raggiunta in Niger da Marco Pannella e Matteo Angioli.
Accompagnata dall’Ambasciatore d’Italia Enrico De
Agostini e dalla responsabile “governance” della UE Paula Vazquez, la
delegazione ha incontrato il 13 novembre ad Harare Christopher H. Mutsvangwa,
vice ministro degli Esteri dello Zimbabwe, del partito Zanu-PF del Presidente
Mugabe.
Il vice-ministro Mutsvangwa, che e’ personalmente
contrario alla pena di morte, ha ricordato come nel 2013 lo Zimbabwe abbia
modificato la propria Costituzione escludendo la pena di morte per le donne, i
cittadini maschi sotto i 21 e oltre i 70 anni e restringendone l’applicazione a
pochi gravissimi reati. A tal proposito, l’Onorevole Mutsvangwa ha condiviso
con la delegazione l’interesse per l’iniziativa di alcuni giuristi dello
Zimbabwe a “sollevare problemi di discriminazione tra sessi che renderebbero la
pena di morte incostituzionale”.
“Un voto favorevole sulla risoluzione”, hanno
sottolineato i Radicali, “sarebbe una conferma della situazione di moratoria di
fatto che permane nel paese da oltre un decennio dove le ultime esecuzioni
risalgono al 2003. Lo Zimbabwe ha quindi tutte le caratteristiche per poter
cambiare la propria posizione alle Nazioni Unite a dicembre”.
Dal 2007 lo Zimbabwe ha sempre votato contro la
risoluzione ONU. Il vice-Ministro degli esteri ha apprezzato “il carattere di
dialogo insito nella promozione di una moratoria, invece che dell’abolizione
tout court, oltre che il connotato trans-regionale dell’iniziativa che al
Palazzo di Vetro e’ sponsorizzata da paesi rappresentativi di tutti
continenti”.
Il vice-Ministro Mutsvanwa ha riconosciuto la necessita’
di corrispondere a questa offerta di dialogo sia a livello nazionale che
regionale, ricordando quanto sia importante riprendere il tema a livello
sub-regionale all’interno della SADC (Comunita’ per lo sviluppo dell’Africa
meridionale).
Il 14 novembre, secondo giorno della missione, è iniziato
con un incontro con il Ministro della giustizia Emmerson Mnangagwa e il suo
staff per discutere di pena di morte a livello nazionale e internazionale.
All’Incontro hanno partecipato Sergio D’Elia, Marco Perduca e Marco Maria
Freddi, l’Ambasciatore d’Italia Enrico De Agostini e la responsabile
“governance” della UE Paula Vazquez.
Il Ministro Emmerson Mnangagwa ha voluto condividere con
la delegazione la sua storia personale di un giovane membro del movimento di
liberazione scampato alla pena di morte per la sua giovane età nel1965. Durante
la sua detenzione Mnangagwa ha dovuto accompagnare alla forca numerosi suoi
compagni e, dopo l’impiccagione, seppellirli nel parco del carcere. Da allora
ha maturato una convinzione abolizionista e si è sempre rifiutato di firmare
condanne a morte durante i due mandati in cui, dal 1988 al 2000 e dall’anno
scorso, è stato responsabile della giustizia dello Zimbabwe.
Il Ministro si è impegnato a discutere la posizione di
voto, da sempre negativa, sulla risoluzione pro-moratoria con il collega degli
esteri, considerato che la posizione di moratoria de facto corrisponde in pieno
al dispositivo del documento che verrà votato a dicembre al Palazzo di Vetro, a
maggior ragione dopo la riforma costituzionale del 2013 che ha fortemente
limitato la previsione della pena di morte.
Nel ribadire la sua contrarietà a firmare ordini di
esecuzione, il Ministro Mnangagwa ha avviato un processo di commutazione della
pena dei 97 condannati a morte nel paese e, proprio nella giornata di ieri, ha
presentato un primo gruppo di dieci casi al Consiglio dei Ministri riuscendo a
farne commutare tre, per gli altri sette a cui il governo ha espresso parere
negativo, il Ministro si è riservato di presentare la proposta di commutazione
in futuro.
Il secondo incontro è avvenuto alla House of Assembly con
il presidente della Camera, Onorevole Jacob Mudenda che ha richiamato la
situazione del suo paese, e in generale africana, che, anche in casi di
omicidio, prevedeva forme di giustizia compensativa, mentre la pena di morte è
un retaggio coloniale. Il Presidente Mudenda ha voluto esser informato degli
sviluppi regionali e continentali, in particolare di quei paesi africani che
hanno una moratoria di fatto.
“Se spetta al governo decidere come votare alle Nazioni
Unite”, ha detto il presidente, “il Parlamento sarà fondamentale per
coinvolgere l’opinione pubblica delle scelte dello Zimbabwe”.
Nel pomeriggio la delegazione incontrerà altri
parlamentari e organizzazioni non-governative.
La missione è parte di un progetto sostenuto dal
Ministero degli Affari Esteri italiano.
(
Nessun commento:
Posta un commento