sabato 15 novembre 2014

NESSUNO TOCCHI CAINO IN MISSIONE IN AFRICA PER RAFFORZARE RISOLUZIONE ONU PRO MORATORIA Nessuno tocchi Caino, insieme al Partito Radicale, Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, è impegnata dal 12 novembre e fino al 21 novembre, in una missione in tre Paesi africani, Zimbabwe, Comore e Niger, con l’obiettivo di convincere questi Governi a sostenere e votare a favore della risoluzione pro moratoria al voto dell'Assemblea Generale dell'Onu e di rafforzare il processo abolizionista interno.

La delegazione è formata da Sergio D'Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, Marco Perduca, Vice presidente del Partito Radicale, Nonviolento Transnazionale e Transpartito, Marco Maria Freddi di Nessuno tocchi Caino e sarà raggiunta in Niger da Marco Pannella e Matteo Angioli.
Accompagnata dall’Ambasciatore d’Italia Enrico De Agostini e dalla responsabile “governance” della UE Paula Vazquez, la delegazione ha incontrato il 13 novembre ad Harare Christopher H. Mutsvangwa, vice ministro degli Esteri dello Zimbabwe, del partito Zanu-PF del Presidente Mugabe.
Il vice-ministro Mutsvangwa, che e’ personalmente contrario alla pena di morte, ha ricordato come nel 2013 lo Zimbabwe abbia modificato la propria Costituzione escludendo la pena di morte per le donne, i cittadini maschi sotto i 21 e oltre i 70 anni e restringendone l’applicazione a pochi gravissimi reati. A tal proposito, l’Onorevole Mutsvangwa ha condiviso con la delegazione l’interesse per l’iniziativa di alcuni giuristi dello Zimbabwe a “sollevare problemi di discriminazione tra sessi che renderebbero la pena di morte incostituzionale”.
“Un voto favorevole sulla risoluzione”, hanno sottolineato i Radicali, “sarebbe una conferma della situazione di moratoria di fatto che permane nel paese da oltre un decennio dove le ultime esecuzioni risalgono al 2003. Lo Zimbabwe ha quindi tutte le caratteristiche per poter cambiare la propria posizione alle Nazioni Unite a dicembre”.
Dal 2007 lo Zimbabwe ha sempre votato contro la risoluzione ONU. Il vice-Ministro degli esteri ha apprezzato “il carattere di dialogo insito nella promozione di una moratoria, invece che dell’abolizione tout court, oltre che il connotato trans-regionale dell’iniziativa che al Palazzo di Vetro e’ sponsorizzata da paesi rappresentativi di tutti continenti”.
Il vice-Ministro Mutsvanwa ha riconosciuto la necessita’ di corrispondere a questa offerta di dialogo sia a livello nazionale che regionale, ricordando quanto sia importante riprendere il tema a livello sub-regionale all’interno della SADC (Comunita’ per lo sviluppo dell’Africa meridionale).
Il 14 novembre, secondo giorno della missione, è iniziato con un incontro con il Ministro della giustizia Emmerson Mnangagwa e il suo staff per discutere di pena di morte a livello nazionale e internazionale. All’Incontro hanno partecipato Sergio D’Elia, Marco Perduca e Marco Maria Freddi, l’Ambasciatore d’Italia Enrico De Agostini e la responsabile “governance” della UE Paula Vazquez.
Il Ministro Emmerson Mnangagwa ha voluto condividere con la delegazione la sua storia personale di un giovane membro del movimento di liberazione scampato alla pena di morte per la sua giovane età nel1965. Durante la sua detenzione Mnangagwa ha dovuto accompagnare alla forca numerosi suoi compagni e, dopo l’impiccagione, seppellirli nel parco del carcere. Da allora ha maturato una convinzione abolizionista e si è sempre rifiutato di firmare condanne a morte durante i due mandati in cui, dal 1988 al 2000 e dall’anno scorso, è stato responsabile della giustizia dello Zimbabwe.
Il Ministro si è impegnato a discutere la posizione di voto, da sempre negativa, sulla risoluzione pro-moratoria con il collega degli esteri, considerato che la posizione di moratoria de facto corrisponde in pieno al dispositivo del documento che verrà votato a dicembre al Palazzo di Vetro, a maggior ragione dopo la riforma costituzionale del 2013 che ha fortemente limitato la previsione della pena di morte.
Nel ribadire la sua contrarietà a firmare ordini di esecuzione, il Ministro Mnangagwa ha avviato un processo di commutazione della pena dei 97 condannati a morte nel paese e, proprio nella giornata di ieri, ha presentato un primo gruppo di dieci casi al Consiglio dei Ministri riuscendo a farne commutare tre, per gli altri sette a cui il governo ha espresso parere negativo, il Ministro si è riservato di presentare la proposta di commutazione in futuro.
Il secondo incontro è avvenuto alla House of Assembly con il presidente della Camera, Onorevole Jacob Mudenda che ha richiamato la situazione del suo paese, e in generale africana, che, anche in casi di omicidio, prevedeva forme di giustizia compensativa, mentre la pena di morte è un retaggio coloniale. Il Presidente Mudenda ha voluto esser informato degli sviluppi regionali e continentali, in particolare di quei paesi africani che hanno una moratoria di fatto.
“Se spetta al governo decidere come votare alle Nazioni Unite”, ha detto il presidente, “il Parlamento sarà fondamentale per coinvolgere l’opinione pubblica delle scelte dello Zimbabwe”.
Nel pomeriggio la delegazione incontrerà altri parlamentari e organizzazioni non-governative.
La missione è parte di un progetto sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri italiano.
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