sabato 29 novembre 2014

CONTRO LA PENA DI MORTE
NESSUNO TOCCHI CAINO

1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : ONU: VOTO PRO MORATORIA ULTERIORE PASSO VERSO L’ABOLIZIONE 2.  NEWS FLASH: NIGER: DELEGAZIONE DI RADICALI VISITA LE CARCERI DI NIAMEY E DI KOLLO 3.  NEWS FLASH: IRAN: SETTE PRIGIONIERI IMPICCATI, DI CUI DUE IN PUBBLICO 4.  NEWS FLASH: PUERTO RICO: GOVERNATORE CONTRARIO ALLA REINTRODUZIONE DELLA PENA DI MORTE 5.  NEWS FLASH: SOMALIA: SOLDATO FUCILATO PER OMICIDIO NEL JUBALAND 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


ONU: VOTO PRO MORATORIA ULTERIORE PASSO VERSO L’ABOLIZIONE
22 novembre 2014: Il Terzo Comitato sui Diritti Umani dell’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato la quinta Risoluzione per la moratoria Universale delle esecuzioni capitali con il numero record di 114 voti a favore e il più basso dei voti contrari, 36, mentre gli astenuti (34) e assenti (9) al momento del voto sono stati 43.

I voti a favore sono stati 3 in più del 2012 e i contrari 5 in meno. Degno di nota è in particolare il voto per la prima volta a favore del Niger, frutto di una missione nel Paese di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale guidata da Marco Pannella che si è svolta dal 19 al 21 novembre.
Insieme al Niger hanno per la prima volta votato a favore anche Eritrea, Figi e Suriname.
Come ulteriore fatto positivo è da segnalare anche il passaggio dal voto contrario all’astensione di Bahrein, Myanmar e Uganda.
Dopo il voto al Terzo Comitato, si attende ora per metà dicembre il passaggio della Risoluzione in plenaria, dove Nessuno tocchi Caino stima potranno aggiungersi altri voti a favore.
“Questo voto, il quinto in sette anni dell’Assemblea Generale ONU, segna un ulteriore passo verso l’abolizione della pena di morte, processo ormai irreversibile a livello mondiale, determinato dalla scelta dialogica e creativa di Nessuno tocchi Caino e del Partito Radicale di proporre - sin dall’inizio e da soli - la moratoria delle esecuzioni come passaggio chiave per giungere all’abolizione,” ha dichiarato il Segretario di Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia. (Fonti: Nessuno tocchi Caino, 22/11/2014) Per saperne di piu' : http://www.nessunotocchicaino.it/

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

NIGER: DELEGAZIONE DI RADICALI VISITA LE CARCERI DI NIAMEY E DI KOLLO
21 novembre 2014: La delegazione del Partito Radicale e di Nessuno Tocchi Caino che si trovava in Niger per incontri istituzionali relativi alla risoluzione ONU per la Moratoria delle esecuzioni capitali ha anche potuto visitare due istituti penitenziari del paese, quello di Niamey e quello di Kollo a 30 chilometri dalla capitale.
Il carcere di Niamey è strutturato in una sezione maschile, una femminile e una minorile. Mentre le 46 donne e i 27 minorenni sono ospitati in settori che a norma di legge ne possono contenere 45 e 60 e che strutturalmente non presentano gravi carenze dal punto di vista architettonico o igienico-sanitario, i 1.114 uomini sono ammassati in locali malsani che ne dovrebbero ospitare 350.
La delegazione, composta da Marco Pannella, Sergio D'Elia, Marco Perduca, Matteo Angioli, Marco Maria Freddi e Stefano Marrella – che per Radio Radicale ha documentato le ore passate in carcere là dove è stato consentito - si è intrattenuta coi detenuti maschi nelle camerate e, brevemente, anche negli spazi all'aperto che, data la sovrappopolazione, sono utilizzati come giacigli permanentemente di fortuna.
La delegazione ha potuto constatare che la sezione maschile versa in preoccupanti condizioni igienico-sanitarie con celle sovraffollatissime che hanno delle minuscole finestre che non consentono la benché minima areazione. Gli spazi all'aria aperta ricordano un suk dove però non esiste praticamente alcuna separazione tra la parte dove è possibile camminare per andare al bagno o alle docce e la zona dove si dorme o si mangia. I giacigli sono riparati da teli o stuoie appesi a fili cadenti. Per ovviare all'eccessivo sovraffollamento, alle volte si è arrivati ad avere oltre 1.500 detenuti, le autorità penitenziarie attuano degli sfollamenti che comunque non riescono mai a ridurre significativamente i trattamenti disumani e degradanti a cui sono sottoposto i detenuti. Come un po' dappertutto nel mondo, anche in Niger l'amministrazione della giustizia ha tempi lungi, infatti, dei 1.114 presenti, solo 411 avevano una sentenza definitiva. Al momento della visita c'erano 55 stranieri
  provenienti dai paesi limitrofi. Nessuno dei detenuti maschi lavora o va a scuola. Anche la moschea risente del drammatico sovraffollamento.
Migliore invece la situazione, anche dal punto di vista delle celle, nella sezione femminile e in quella minorile dove non esistono problemi di sovrappopolazione e dove la quasi totalità dei ristretti lavora in atelier di maglieria, falegnameria, taglio e cucito e coloratura batik. Nel reparto minorenni, al momento della visita, erano presenti 27 ragazzi in parte al lavoro e in parte a scuola. Nel parlare coi ragazzini è emerso che in molti casi la convalida dell'arresto è avvenuta senza che l'accusato fosse assistito da un avvocato. Parlando con alcuni dei più giovani si è inoltre scoperto che uno dei presenti aveva 12 anni - un'età per cui in Niger non si può stare i carcere. Il caso del ragazzo è stato immediatamente segnalato alle autorità presenti e ai rappresentanti delle Nazioni Unite che nel frattempo si erano uniti alla delegazione Radicale.
La visita al carcere di Kollo ha presentato una situazione radicalmente diversa rispetto a quella dell'istituto penitenziario della capitale. Il complesso è organizzato in quattro parti: una femminile dove erano presenti 24 donne in una struttura piuttosto angusta ma comunque discretamente tenuta, e la parte maschile divisa tra definitivi, giudiziario e "funzionari".
Costruito nel 1987 per ospitare circa 1,500 detenuti, al momento della visita della delegazione Radicale il carcere di Kollo conteneva 283 persone: 161 condannati, di cui quattro donne e due minorenni; 124 in attesa di sentenza definitiva, di cui 20 donne e 1 minorenne; 39 i detenuti stranieri proveniente da Burkina Faso, Costa d'Avorio, Nigeria e Benin. I settori detentivi maschili hanno tutti una zona preghiera centrale gestita da un detenuto che funge da imam. Le celle vanno da un minimo di quattro a un massimo di otto posti letto e sono aperte dalle 630 del mattino fino alle 19 della sera. Il resto della giornata viene passata all'aperto dove viene anche servito un pasto unico quotidiano - il resto dell'alimentazione viene garantito da cibo fornito dai famigliari. Recentemente è stato ampliato un orto antistante al carcere dove sei detenuti coltivano verdure eventualmente utilizzate per i pasti. La zona cosiddetta "funzionari" ospita una trentina di persone incolpate, o c  ondannate, di reati contro la pubblica amministrazione - questo settore è separato dagli altri ed è organizzato come una piccola comunità. In Niger non esiste la polizia penitenziaria e le carceri sono guardate da militari; il personale medico a Niamey era civile, a Kollo in divisa.
Grazie alla presenza di funzionari del Ministero della Giustizia la delegazione ha potuto interagire con gli ospiti, che non tutti capivano il francese; nella sezione dei condannati Marco Pannella ha tenuto un discorso - la Direttrice dell’Amministrazione Penitenziaria l’ha tradotto nel dialetto locale - il cui video è disponibile sul sito www.radioradicale.it Per saperne di piu' : www.radioradicale.it

IRAN: SETTE PRIGIONIERI IMPICCATI, DI CUI DUE IN PUBBLICO
26 novembre 2014: sette detenuti sono stati impiccati in Iran, in due diverse città.
I primi due uomini sono stati impiccati in pubblico a Mashhad, per “azioni dannose”. I due, identificati come Ali M e Ali Q, sono stati giustiziati alle 9.30 di mattina nel distretto Ghasem Abbad della città.
Gli altri cinque prigionieri sono stati giustiziati nel carcere Gohardasht di Karaj.
Facevano parte di un gruppo di nove detenuti che il 25 novembre erano stati posti in isolamento.
Gli altri quattro sono stati fatti rientrare nelle loro celle, dopo il rinvio della loro impiccagione.
Sono più di 1.000 le persone messe a morte in Iran sotto la presidenza di Hassan Rouhani, il leader cosiddetto “moderato” salito al potere 18 mesi fa.
(Fonti: NCRI, 27/11/2014)
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PUERTO RICO: GOVERNATORE CONTRARIO ALLA REINTRODUZIONE DELLA PENA DI MORTE
24 novembre 2014: il governatore di Puerto Rico Alejandro Garcia Padilla ha dichiarato che la pena di morte è una "aberrazione sociale" e si è detto contrario all'uso della pena capitale sull'Isola, dove è proibita da decenni.
"La pena di morte è una aberrazione sociale che dovrebbe essere sradicata dall'umanità," ha detto Garcia Padilla in risposta alle richieste di reintroduzione della pena capitale a seguito della strage, avvenuta una settimana fa, di una famiglia di quattro persone nella loro abitazione, nel quartiere di Guaynabo, alla periferia di San Juan.
Garcia Padilla ha sottolineato che con l'uso della pena di morte si corre il rischio di "giustiziare innocenti".
Puerto Rico ha praticato l'ultima esecuzione nel 1926 e nel 1929 ha abolito la pena di morte, una decisione ratificata dalla Costituzione dell'Isola nel 1952 in base alla quale, nonostante la pena capitale sia legale negli Stati Uniti, non può essere utilizzata sull'Isola, che fa parte del commonwealth USA.
(Fonti: EFE, 24/11/2014)
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SOMALIA: SOLDATO FUCILATO PER OMICIDIO NEL JUBALAND
22 novembre 2014: il Tribunale militare del Jubaland, regione autonoma nel sud della Somalia, ha giustiziato un soldato condannato per l'uccisione di un bambino di 9 anni, avvenuta nella città portuale di Kismayo, ha riportato il Garowe Online.
L’omicida - Abdirashid Abdi – è stato fucilato alla presenza del procuratore generale Hassan Ishaq Yarow.
Rivolgendosi ai giornalisti giunti sul luogo dell'esecuzione, Yarow ha detto che i soldati che deliberatamente uccidono civili dovranno affrontare la pena di morte.
La condanna a morte e l'esecuzione sono le prime da quando, la scorsa settimana, si è avviato nel Jubaland il nuovo corso militare.
Nel frattempo, il presidente del Jubaland, Sheikh Ahmed Mohamed Islam (Madobe), su invito ufficiale si è recato in aereo a Dubai attraverso la capitale del Kenya Nairobi.
Le forze armate del Jubaland stanno combattendo i ribelli islamisti nell’entroterra, lungo il fiume Juba.
Il Governo Federale Somalo ha riconosciuto il Jubaland nell’agosto del 2013. (Fonti: Garowe Online, 23/11/2014) Per saperne di piu' :

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I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA


ROMA: INVITO ALLA PRESENTAZIONE IN CAMPIDOGLIO DEL RAPPORTO DI NTC
28 novembre 2014: l’Associazione Nessuno tocchi Caino, in occasione dell’imminente voto in Assemblea Generale delle Nazioni Unite e dell’adesione del Comune di Roma alla campagna “Le Città, le Province e le Regioni italiane per abolire la pena di morte dalla storia dell’umanità”, invita a partecipare alla presentazione del Rapporto 2014 di Nessuno tocchi Caino che si svolgerà venerdì 5 dicembre presso la Sala della Piccola Protomoteca, Piazza del Campidoglio, dalle ore 10.30 alle 12.30.
Interverranno:               
Furio Colombo, giornalista e politico
Sergio D’Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino e curatore del Rapporto 2014.
Gianluca Peciola, capogruppo al Comune di Roma di Sinistra Ecologia e Libertà.
Iaia Shulamit Vantaggiato, scrittrice e giornalista Elisabetta Zamparutti, tesoriere di Nessuno tocchi Caino


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