sabato 12 maggio 2018



              nessuno     tocchi     CAINO               
      NO    ALLA    PENA    DI    MORTE  


1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : SUDAN: AL-BASHIR GRAZIA CINQUE RIBELLI CONDANNATI A MORTE 2.  NEWS FLASH: UTTARAKHAND (INDIA): PER L’ALTA CORTE LA DETENZIONE IN ISOLAMENTO E’ INCOSTITUZIONALE 3.  NEWS FLASH: YEMEN: 17 CONDANNATI A MORTE E 87 A VARIE PENE DETENTIVE 4.  NEWS FLASH: SOMALIA: LAPIDATA DAGLI AL-SHABAB 5.  NEWS FLASH: GEORGIA (USA): ROBERT EARL BUTTS GIUSTIZIATO 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


SUDAN: AL-BASHIR GRAZIA CINQUE RIBELLI CONDANNATI A MORTE
10 maggio 2018: Il presidente del Sudan, Omer al-Bashir, ha graziato cinque membri del ribelle Movimento per la Giustizia e l’Uguaglianza (JEM) che erano stati condannati a morte dai tribunali militari.

Il decreto presidenziale include Ibrahim Abdel-Rahman Saffi al-Nur, Yahia Abbaker Musa al-Nur, Ibrahim Ali al-Rashid Abdel-Gadir, Mohamed Ibrahim al-Doma e Azrag Daldoom Adam Haroun.
Fatta eccezione per Yahia Abbaker Musa al-Nur, che è stato arrestato con Ibrahim al-Maz nello stato del Darfur Occidentale nel gennaio 2011, tutti gli altri hanno preso parte all'attacco alla capitale sudanese nel maggio 2008.
La decisione di cancellare la pena di morte è stata presa in risposta a un appello dei partiti per il dialogo nazionale e per promuovere l'atmosfera di riconciliazione nazionale, recita il decreto.
Il membro della leadership del JEM Mohamed Zakaria, che è anche il portavoce del Fronte Rivoluzionario Sudanese guidato da Minni Minnawi, ha accolto con favore l'amnistia presidenziale e ha invitato a rilasciare i restanti prigionieri di guerra.
"È un passo positivo senza dubbio", ha detto Zakaria.
Tuttavia, ha aggiunto che i membri del JEM detenuti dopo l'operazione di Goz Dango nell'aprile 2015 sono ancora in prigione.

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

UTTARAKHAND (INDIA): PER L’ALTA CORTE LA DETENZIONE IN ISOLAMENTO E’ INCOSTITUZIONALE
27 aprile 2018: L'Alta corte dello Uttarakhand ha dichiarato incostituzionale la pratica della detenzione in isolamento.
Pur mantenendo la pena capitale pronunciata contro due imputati dalla corte inferiore, il panel dei giudici Rajiv Sharma e Alok Singh ha dichiarato che le Regole minime standard delle Nazioni Unite per il trattamento dei detenuti stabiliscono che l'isolamento può essere utilizzato solo in casi eccezionali come ultima risorsa.
Non deve essere imposto in virtù della condanna di un detenuto, ha detto il panel.
La Corte ha inoltre affermato che la pratica non solo comporta punizioni aggiuntive, ma equivale anche a tortura e viola i diritti umani fondamentali.
Il panel ha fatto le osservazioni confermando la pena capitale per i due condannati in un caso relativo alla stupro di gruppo e all'omicidio di una donna di 55 anni.
Il panel ha osservato che il manuale della prigione dell’Uttar Pradesh stabilisce che il direttore non deve consentire a nessuna persona di comunicare con i condannati a morte, eccetto le autorità prescritte e che il detenuto deve essere recluso per 23 ore al giorno. Tutto questo è contrario alle Regole Nelson Mandela. Non c'è alcun motivo scientifico per cui il detenuto condannato a morte debba essere tenuto in isolamento.
Provoca immenso dolore, sofferenza e angoscia al condannato. È una violazione degli articoli 20, paragrafo 2 e 21 della Costituzione indiana, ha affermato la Corte.
Un uomo, anche condannato a morte, ha certi privilegi e diritti che non gli possono essere negati a causa della mentalità coloniale. Le disposizioni del manuale della prigione U.P. sono anarchiche, crudeli e insensibili, ha aggiunto la Corte.

YEMEN: 17 CONDANNATI A MORTE E 87 A VARIE PENE DETENTIVE
8 maggio 2018: La Corte Penale Specializzata di Primo grado di Sanaa, nello Yemen, ha condannato alla pena capitale 17 imputati e a varie pene detentive altri 87 imputati, in diversi casi. La Corte, nella sessione presieduta dal giudice Mohammed Mufleh, ha riconosciuto gli imputati colpevoli di diversi crimini, compresi omicidio, saccheggio, banditismo a partecipazione a gruppi legati ad Al-Qaeda nel periodo 2011-2017.

SOMALIA: LAPIDATA DAGLI AL-SHABAB
9 maggio 2018: Il gruppo estremista somalo degli al-Shabab ha affermato di aver lapidato una donna accusata di aver sposato 11 uomini.
La radio del gruppo legato ad al-Qaida, Andalus, ha riferito che la lapidazione è avvenuta dopo che una corte ad hoc di al-Shabab ha riconosciuto la donna colpevole, nella città di Sablale, nella regione di Lower Shabelle.
In base alla notizia, uomini mascherati hanno lapidato la trentenne Shukri Abdullahi Warsame in una piazza pubblica.
Un autoproclamato giudice ha detto che la donna aveva confessato di aver segretamente sposato 11 uomini di fila senza chiedere il divorzio.

GEORGIA (USA): ROBERT EARL BUTTS GIUSTIZIATO
4 maggio 2018: Robert Earl Butts (40 anni, nero) è stato giustiziato.
È stato dichiarato morto alle 21.58, dopo una iniezione letale di pentobarbital proveniente da un laboratorio artigianale, senza che apparentemente l’esecuzione abbia presentato problemi.
Butts ha rifiutato il sedativo.
Era stato condannato a morte nella Baldwin County il 21 novembre 1998 con l’accusa di aver rapinato e ucciso, nel parcheggio di un supermercato, il 28 marzo 1996, Donovan Corey Parks, 24, un agente di custodia fuori servizio. Il coimputato Marion Wilson, 41 anni, nero, è stato anche lui condannato a morte in un processo separato il 7 novembre 1997, ma il suo caso ha ancora dei ricorsi pendenti.
I difensori di Butts fino all’ultimo hanno insistito sulla giovane età dell’imputato, che all’epoca dell’omicidio aveva 18 anni, ma le cui condizioni mentali avrebbero dovuto farlo processare come minorenne. Insistevano inoltre sul fatto che non fosse stato Butts a sparare, ma Wilson.
Butts diventa il 2° giustiziato di quest’anno in Georgia, il 72° da quando lo stato ha ripreso le esecuzioni nel 1983, il 10° giustiziato di quest’anno negli Usa, e il n° 1475 da quando gli Usa hanno ripreso le esecuzioni nel 1977.

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