no alla pena di morte........................
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : ARABIA SAUDITA: GIORDANO GIUSTIZIATO PER TRAFFICO DI DROGA 2. NEWS FLASH: BANGLADESH: CORTE SUPREMA
CONFERMA CONDANNA CAPITALE DEL LEADER ISLAMISTA NIZAMI 3. NEWS FLASH: MAROCCO: DUE CONDANNE CAPITALI
PER L’OMICIDIO E STUPRO DI UNA BAMBINA 4.
NEWS FLASH: NIGERIA: CONDANNA ALL’IMPICCAGIONE PER TRE SEQUESTRATORI 5. NEWS FLASH: SOMALIA: CINQUE CONDANNE CAPITALI
PER L’ATTACCO DI BAIDOA 6. I SUGGERIMENTI
DELLA SETTIMANA :
ARABIA SAUDITA: GIORDANO GIUSTIZIATO PER TRAFFICO DI
DROGA
5 maggio 2016: un cittadino giordano è stato giustiziato
in Arabia Saudita per traffico di droghe, nella 91esima esecuzione nel Paese da
inizio anno.
Si tratta di Maher Al-Ghurabli, che è stato messo a morte
nella città nord-occidentale di Tabuk, vicino al confine con la Giordania, ha
reso noto con un comunicato il Ministero degli Interni saudita.
Il giordano era stato condannato a morte per aver
introdotto in Arabia Saudita pillole di anfetamine.
Le 91 esecuzioni praticate finora quest'anno comprendono
le 47 per "terrorismo" effettuate in un solo giorno, il 2 gennaio.
Ad Amnesty International risulta che l'Arabia Saudita
abbia il terzo più alto numero di esecuzioni nello scorso anno, almeno 158.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
BANGLADESH: CORTE SUPREMA CONFERMA CONDANNA CAPITALE DEL
LEADER ISLAMISTA NIZAMI
5 maggio 2016: la Corte Suprema del Bangladesh ha
confermato la condanna a morte del leader islamista Motiur Rahman Nizami per
crimini di guerra, aprendo la strada alla sua esecuzione nel giro di pochi
giorni.
Nizami, capo del più grande partito islamista del
Bangladesh, il Jamaat-e-Islami, è stato condannato per omicidio, stupro e per
aver orchestrato l'uccisione di intellettuali nel 1971, durante la lotta per
l'indipendenza del Paese.
"Siamo soddisfatti. Ora non c'è impedimento alla sua
esecuzione, a meno che non chieda la grazia al Presidente e quest’ultimo lo
perdoni", ha dichiarato il procuratore generale Mahbubey Alam alla AFP
dopo che la Corte Suprema ha respinto il ricorso finale di Nizami.
In Bangladesh non è mai stata concessa la grazia ad un
criminale di guerra, per cui il 73enne Nizami potrebbe essere impiccato entro
pochi giorni.
Nizami è arrivato al vertice del Jamaat nel 2000 ed è
stato un ministro del governo filo islamista nel periodo 2001-2006.
Per i pubblici ministeri è responsabile della creazione
di Al-Badr, una milizia filo-pakistana che uccise importanti scrittori, medici
e giornalisti durante il conflitto del 1971.
I loro corpi furono trovati bendati e con le mani legate,
gettati in una palude alla periferia della capitale.
I procuratori hanno sostenuto che Nizami abbia ordinato
le uccisioni, finalizzate a “paralizzare intellettualmente" la nazione
nascente.
E' stato condannato nel mese di ottobre 2014 dal
Tribunale per i Crimini Internazionali, che è stato istituito nel 2010 dal
governo del primo ministro Sheikh Hasina ed ha condannato più di una dozzina di
leader dell'opposizione per crimini di guerra.
I gruppi per i diritti sostengono che i processi non
rispondano agli standard globali e che manchino di supervisione internazionale.
MAROCCO: DUE CONDANNE CAPITALI PER L’OMICIDIO E STUPRO DI
UNA BAMBINA
4 maggio 2016: due marocchini sono stati condannati a
morte da un tribunale di El Jadida (200 km a sud di Rabat) per aver rapito,
violentato e ucciso una bambina di 7 anni, ha riferito il sito web locale
eljadidanews.com.
I crimini avrebbero avuto luogo alla fine dell'anno
scorso, quando la vittima, identificata come Zineb, scomparve dalla casa di suo
nonno nel villaggio di Douar Lachab, dove viveva con la madre, separata dal
marito. Il suo corpo fu ritrovato giorni dopo in un pozzo, con segni di
violenza sessuale.
Il quotidiano Al Massae ha riportato che uno dei
condannati a morte è il fratellastro della bambina morta.
Anche se nessun prigioniero è stato giustiziato in
Marocco dal 1993, la pena di morte resta in vigore nel Paese, e negli ultimi
anni è stata riservata ai casi di terrorismo o di reati contro i bambini.
Attualmente sono circa 120 i prigionieri del braccio
della morte marocchino.
NIGERIA: CONDANNA ALL’IMPICCAGIONE PER TRE SEQUESTRATORI
2 maggio 2016: un’alta corte dello Stato del Delta,
riunitasi a Effurun, ha condannato all’impiccagione tre persone - Augustin
Akpojivi, Dawel James e Collins Enye - per sequestro di persona.
La Corte, che ha ritenuto i tre colpevoli anche di
possesso illegale di armi da fuoco e di appropriazione mediante minaccia e
furto, li ha condannati anche a 20 anni di carcere ai lavori forzati.
Durante il processo, la pubblica accusa ha sostenuto che
Dawel James, di professione autista, cospirò con Augustin Akpojivi (29 anni),
anche lui autista, Collins Enye (23 anni), un fattorino munito di moto, e altri
ancora in contumacia, al fine di rapire il loro datore di lavoro, un certo
Rufus Uzoma Allwell della Compagnia di Raffinazione Petrochimica di Warri
(WRPC), armati di pistole, ottenendo poi 2 milioni di naira per la sua
liberazione.
Dawel James, che era l'autista della vittima, avrebbe
ideato il crimine ricevendo una consistente parte della somma pagata dal
fratello del sequestrato.
SOMALIA: CINQUE CONDANNE CAPITALI PER L’ATTACCO DI BAIDOA
30 aprile 2016: il tribunale militare somalo ha
condannato a morte cinque persone per il ruolo svolto in un attacco a Baidoa
nello scorso febbraio.
Secondo il presidente del tribunale Liban Abdi Yarrow
quattro degli uomini sono stati giudicati colpevoli per il loro coinvolgimento
nell’attacco che provocò la morte di oltre 30 persone e il ferimento di molte
altre, il 28 febbraio.
La quinta persona è stata riconosciuta colpevole per aver
ucciso un civile.
Il gruppo armato di Al Shabaab ha rivendicato la
responsabilità per la doppia esplosione che colpì la città somala sud
occidentale.
Nonostante le critiche dei gruppi per i diritti umani il
tribunale militare somalo continua con le esecuzioni di membri di Al-Shabaab
riconosciuti colpevoli di attacchi contro obiettivi governativi.

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