PALAZZO PANCIATICHI-VIA CAVOUR
FIRENZE
Palazzo Panciatichi si trova a Firenze, in via Cavour 2, all'angolo con via dei Pucci.
Edificato a partire dal 1445-1446 da Agnolo di Ghezzo Della Casa, antenato del più conosciuto Giovanni Della Casa (l'autore del celebre Galateo), il palazzo venne terminato probabilmente prima che venisse costruito frontalmente il Palazzo Medici Riccardi (la data di inizio dei lavori a Palazzo Medici è infatti controversa).
Fu acquistato da Clarice Capponi e da questa ceduta al casato pistoiese dei Panciatichi nel 1621. Nel 1674 il cardinale Bandino Panciatichi chiese un progetto per rifare il palazzo a Carlo Rainaldi, ma non fu messo in opera. Fu invece realizzato vent'anni dopo il progetto di Francesco Fontana (architetto romano, figlio del più celebre Carlo) e del fiorentino Antonio Maria Ferri, portato a termine tra il 1692 e il 1697. Agli inizi del Settecento il palazzo passò a Niccolò Panciatichi, nipote del cardinale e accademico della Crusca, che ne ingrandì ulteriormente la biblioteca tramite il fidato Abate Anton Maria Biscioni, erudito e bibliofilo. Nel 1740 il palazzo passò al fratello minore di Niccolò, Bandino, che fece sistemare un nuovo appartamento dal 1741 per il fratello minore, il cavaliere di Malta e ambasciatore Giovanni Gualberto Panciatichi. In quell'occasione vennero create le due loggette coperte sulla sommità del palazzo. A metà del Settecento vi lavorò il quadraturista Vincenzo Torrigiani, che affrescò una scomparsa stanza "a sughi d'erbe", un decorazione allora in voga che riproduceva le tinte degli arazzi tramite tinture vegetali.
Bandino fece ingrandire il palazzo all'architetto Giulio Mannaioni anche su via Ricasoli, dal 1742 al 1747, per realizzare nuove stanze di servizio e appartamenti da affittare a nobiluomini di passaggio a Firenze. La grande sala della Gerusalemme liberata, magnificamente affrescata, fu fatta probabilmente realizzare dal figlio di Bandino, Niccolò, botanico e accademico dei Georgofili. Ormai imparentatisi con gli Ximense d'Aragona, i Panciatichi si trasferirono a metà dell'Ottocento nel Palazzo Panciatichi-Ximenes, dando a questo palazzo una funzione più di rappresentanza che di abitazione. In quegli anni venne aperto nel palazzo il Casino dei Risorti, punto di ritrovo della borghesia fiorentina.
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