FECONDAZIONE, ASSOCIAZIONE L. COSCIONI: CENSIS CONFERMA,
ITALIANI PIU' AVANTI DELLA POLITICA
Dichiarazione di Filomena Gallo, segretario
dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica,
soggetto costituente il Partito radicale.
"La ricerca del Censis e della Fondazione Ibsa
sulla procreazione medicalmente assistita dimostra ancora una volta
come gli italiani siano culturalmente molto più avanti della politica
per quanto riguarda l'accesso a questa tecniche fecondative anche per single
e coppie omosessuali, ma anche sulla gravidanza per altri, cioè sul
cosiddetto 'utero in affitto' che secondo il presidente della Cei
rappresenterebbe una sorta di apocalisse”, a dichiararlo il
segretario dell'Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, che questa
mattina ha preso parte alla presentazione della ricerca 'Diventare
genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma'
“Inoltre - continua Gallo - emerge chiaramente che l'età
delle coppie che cerca di avere un figlio è più alta rispetto al resto
d'Europa e che affidarsi alla sanità pubblica è sempre più difficile
per via dei pochi centri nel sud Italia e di lunghe liste di attesa al
nord, con costi poco sostenibili per le coppie. Tutto ciò indica un
problema di welfare e di assistenza, con palese violazione di diritti
fondamentali in uno stato che dovrebbe rimuovere gli ostacoli al
rispetto dei diritti dei propri cittadini. Questo prevede la
Costituzione".
"A 12 anni dall'entrata in vigore della legge 40
che dovrebbe disciplinare l'applicazione in Italia delle tecniche di
Fecondazione assistita - spiega ancora il segretario dell’Associazione
Coscioni - la situazione nel nostro Paese è certamente cambiata. Alcuni
divieti, infatti, sono stati rimossi a seguito di ben quattro
interventi della Corte Costituzionale. L'assenza totale di
iniziativa politica su questi temi evidenzia però la mancanza di
volontà politica di rendere effettivamente accessibili e applicabili
queste tecniche, sia omologhe che eterologhe. Non viene rispettato,
infatti, il principio di equità nell'accesso alle cure per i pazienti
infertili o sterili, che devono fare i conti con il tempo che passa,
abbassando le possibilità di riuscita, e con costi troppo altri per un
paese in cui il federalismo sanitario è sempre più causa di
disuguaglianze. Mancano, inoltre, campagne informative, mentre la legge
40 vieta ancora l'uso per la ricerca di blastocisti non idonei per una
gravidanza e l'accesso a queste tecniche di fecondazione
assistita per i single e per le coppie dello stesso sesso: divieti
incomprensibili e da rimuovere.
In un paese democratico dovrebbe infatti essere ampliato
l'esercizio di libertà che corrispondono a diritti riconosciuti dalla
Costituzione, che sancisce per tutti i cittadini pari accesso alle
cure.
Negare tutto ciò significa negare l'esistenza di uno
stato di diritto. E' giunto il momento che il Governo dica basta a
strumentalizzazioni e trattative a ribasso sui diritti, e rimetta al
centro la vita reale delle persone", conclude Filomena Gallo.
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