no alla pena di morte...........
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : AFGHANISTAN: GIUSTIZIATI 6 TERRORISTI 2. NEWS FLASH: BIELORUSSIA: GIUSTIZIATO
NONOSTANTE IL RICORSO AL COMITATO DIRITTI UMANI DELL’ONU 3. NEWS FLASH: USA: PROCURA FEDERALE NON
CHIEDERÀ CONDANNA A MORTE PER AHMED ABU KHATTALA 4. NEWS FLASH: BANGLADESH: IMPICCATO MATIUR
RAHMAN NIZAMI 5. NEWS FLASH: TAIWAN:
FUCILATO IL KILLER DELLA METROPOLITANA 6.
I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
AFGHANISTAN: GIUSTIZIATI 6 TERRORISTI
8 maggio 2016: sei terroristi condannati a morte per il
loro coinvolgimento in attività sovversive sono stati giustiziati nella
prigione di Pul-e-Charkhi di Kabul, ha reso noto la Presidenza della Repubblica
con un comunicato, secondo il quale il Presidente Mohammad Ashraf Ghani ha
firmato gli ordini di esecuzione a seguito di ripetute richieste da parte delle
famiglie di vittime di attentati terroristici.
L'esecuzione dei sei militanti ha fatto seguito alla
richiesta del Presidente Ghani di avere un elenco di terroristi condannati a
morte dopo l’attacco mortale di aprile alla unità di protezione VIP della
capitale Kabul che aveva provocato la morte di almeno 64 persone e il ferimento
di altre 347. I talebani avevano rivendicato la responsabilità dell’attacco.
Secondo una fonte, i terroristi giustiziati erano nel
braccio della morte per diversi attentati, tra cui l'attacco al supermercato
Finest di Kabul nel 2010, l'assassinio nel 2011 di Berhanuddin Rabbani, capo
del Consiglio per la Pace, un attacco a Qargha nel 2012, l'assassinio nel 2009
di Abdullah Laghmani, vice capo della Direzione nazionale della sicurezza
(NDS), un attacco contro un ospedale militare nel 2011 e un attentato
dinamitardo a Paktia nel 2009.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
BIELORUSSIA: GIUSTIZIATO NONOSTANTE IL RICORSO AL
COMITATO DIRITTI UMANI DELL’ONU
6 maggio 2016: un detenuto di 22 anni, Siarhei Ivanou, è
stato giustiziato lo scorso 18 aprile, secondo un altro detenuto, Siarhei
Khmialeuski, che come riferito ha condiviso una cella con Ivanou nel braccio
della morte nel carcere di Minsk.
Khmialeuski ha riferito dell’esecuzione di Ivanou il 6
maggio durante l’udienza del suo appello davanti alla Corte Suprema. Secondo
Andrei Paluda, coordinatore della campagna "Difensori dei diritti umani
contro la pena di morte in Bielorussia", i parenti di Ivanou hanno
confermato la sua morte, che gli è stata notificata all'inizio di maggio.
Ivanou era stato condannato a morte nel marzo 2015 dal
Tribunale distrettuale di Rechytsa con l'accusa di aver ucciso e violentato una
ragazza di 19 anni, nel mese di agosto 2013. In una dichiarazione rilasciata il
7 maggio, l'Unione europea ha detto che l'esecuzione di Siarhei Ivanou era
"particolarmente preoccupante" in considerazione del fatto che era in
corso un suo ricorso al Comitato Diritti Umani delle Nazioni Unite.
(Fonti: RFE/RL, 07/05/2016; BelaPAN e Nessuno tocchi
Caino, 08/05/2016) Per saperne di piu' :
USA: PROCURA FEDERALE NON CHIEDERÀ CONDANNA A MORTE PER
AHMED ABU KHATTALA
10 maggio 2016: la pubblica accusa federale non chiederà
la pena di morte per Ahmed Abu Khattala, accusato di aver ucciso 4 cittadini
statunitensi durante l’attacco terroristico contro l’Ambasciata degli Stati
Uniti in Libia del 2012.
L’annuncio è stato fatto dal Department of Justice, il
ministero della giustizia con sede a Washington, e tradizionalmente le
decisioni di questa importanza vengono concordate con il capo del governo, che
negli Stati Uniti è il Presidente della Repubblica.
Barak Obama nel corso della sua presidenza ha più volte
annunciato ma poi rinviato un esame complessivo del sistema giudiziario, del
sovraffollamento carcerario, delle pene troppo alte per reati non violenti, e
della pena di morte. La decisione di non chiedere la pena di morte per Khattala
viene ad un anno di distanza da quando, nel maggio scorso, la procura federale
chiese (e ottenne) la condanna a morte per un altro caso di terrorismo, quello
del giovane ceceno Dzhokhar Tsarnaev condannato per la strage della Maratona di
Boston del 2013.
Nel comunicare la propria intenzione, la procura federale
non ha messo in rilievo particolari input politici, rispondendo ai giornalisti,
membri dello staff hanno parlato piuttosto della più volte riscontrata
difficoltà ad ottenere una condanna a morte da una giuria popolare di
Washington (dove si terrà il processo), a cui andrà aggiunta la difficoltà a
far testimoniare quei cittadini libici che hanno permesso le indagini, ma che
non è detto siano disposti oggi a mettersi in evidenza, considerate le
particolari condizioni di instabilità politica della Libia.
Risale a pochi mesi fa, a novembre, la prima richiesta di
pena di morte da parte della nuova Procuratrice Generale, Loretta E. Lynch, che
nelle udienze di conferma davanti al Senato nell’aprile 2015 aveva definito la
pena di morte “una punizione efficace”. La Lynch ha disposto che la procura
federale chieda la pena di morte nei confronti di Noe Aranda-Soto, un immigrato
illegale che in Texas è accusato di traffico di esseri umani e della morte di
due immigrati clandestini a seguito di un incidente automobilistico.
Nel caso del libico Abu Khattala non è stata fissata la
data del processo, che sarà presieduto dal giudice Christopher R. Cooper. Abu
Khattala è accusato di aver comandato il gruppo di estremisti islamici
denominato Ansar al-Sharia che tra l’11 e il 12 settembre 2012 ha attaccato
l’ambasciata degli Stati Uniti a Bengasi, uccidendo l’ambasciatore J.
Christopher Stevens e altri 3 cittadini statunitensi.
Abu Khattala è stato catturato in Libia con una
operazione delle forze speciali nel maggio 2004.
BANGLADESH: IMPICCATO MATIUR RAHMAN NIZAMI
10 maggio 2016: il capo del partito Jamaat-e-Islami,
Matiur Rahman Nizami, è stato impiccato all'interno della prigione centrale di
Dhaka dopo essere stato giudicato colpevole di genocidio dal Tribunale per i
Crimini Internazionali.
Nizami, 73 anni, era stato condannato per crimini tra cui
l'uccisione di oltre 450 persone nel suo villaggio nel distretto di Pabna
durante la Guerra di Liberazione del 1971.
Si era rifiutato di chiedere la grazia al presidente Md
Abdul Hamid, dopo il rifiuto della sua petizione per la revisione della
condanna a morte da parte della Divisione d'Appello della Corte Suprema.
Nizami era la figura più autorevole nel Bangladesh
Jamaat-e-Islami, un partito islamista.
Dopo la conferma della morte da parte del medico legale,
il corpo del giustiziato è stato formalmente consegnato ai familiari per la
sepoltura nella sua casa del villaggio Manmathpur di Pabna.
Il medico legale del distretto di Dhaka, Abdul Malek
Mridha, era presente all'interno del carcere insieme con il Vice Commissario
Mohammad Salahuddin ed altri funzionari durante l'esecuzione di Nizami.
L’Imam della Moscea della Prigione Centrale di Dhaka,
Monir Hossain, ha letto la 'tauba' a Nizami dopo che quest’ultimo ha completato
la sua abluzione.
In precedenza, 22 membri della famiglia di Nizami lo
avevano incontrato per l'ultima volta nella sua cella.
Una delegazione di alti funzionari si è recata nella
cella di Nizami all'interno del Carcere Centrale di Dhaka e gli ha chiesto se
volesse chiedere clemenza al presidente, tuttavia Nizami ha risposto che non
avrebbe chiesto la grazia presidenziale.
Le autorità del carcere hanno allora iniziato ad attuare
tutti i preparativi necessari per effettuare l'esecuzione. Il traffico di tutti
i veicoli sulla strada di fronte al carcere è stato fermato.
Il boia Raju, insieme a diversi altri boia, sono stati
chiamati dalle autorità della prigione centrale per effettuare l'impiccagione
di Nizami.
Le autorità della prigione tenevano pronte quattro
ambulanze per trasportare il corpo di Nizami fino al suo villaggio, nel
distretto di Pabna.
Ex ministro nel governo di coalizione dell’ex premier
Khaleda Zia, Nizami era in carcere dal 2010, quando è stato arrestato per
essere processato per crimini di guerra.
Era stato condannato a morte nell’ottobre 2014 dopo
essere stato accusato di "responsabilità superiori" come capo delle
milizie Al-Badr nel 1971.
E' stato in particolare riconosciuto colpevole degli
omicidi sistematici di oltre 450 persone del suo villaggio. Con Nizami, sono
cinque i politici finora impiccati per crimini di guerra dal 2010. Gli altri
quattro sono Abdul Kader Molla, il leader del BNP Salahuddin Quader Chowdhury,
e i leader del Jamaat Ali Ahsan Mohammad Mojaheed e Kamaruzzaman.
TAIWAN: FUCILATO IL KILLER DELLA METROPOLITANA
10 maggio 2016: Taiwan ha giustiziato un ex studente di
college che uccise con un coltello quattro persone scelte a caso, su una
metropolitana due anni fa.
Poco prima delle 21:00 ora locale, un plotone di
esecuzione ha sparato tre volte a Cheng Chieh, 23 anni, che era stato
anestetizzato, in un carcere fuori Taipei, ha detto ai giornalisti il vice
ministro della Giustizia Chen Ming-Tang.
"La morte era l'unico modo per dimostrare
pubblicamente che giustizia è stata fatta e per alleviare il dolore delle famiglie
delle vittime", ha aggiunto il Viceministro.
Cheng era stato condannato a morte l'anno scorso per aver
ucciso quattro persone e ferite altre 22, nel primo attacco mortale sulla
metropolitana della capitale dalla sua apertura nel 1996.
La sua esecuzione ha sorpreso molti dal momento che è
stata effettuata meno di tre settimane dopo la conferma della condanna a morte
da parte della Corte Suprema, nonostante gli ultimi tentativi dei gruppi per i
diritti umani.
Tra le vittime dell'attentato del maggio 2014 figura un
uomo di nome Hsieh Ching-yun. Sua madre si è detta "contenta" per
l’esecuzione di Cheng.
"Perdere mio figlio è un dolore che durerà per
sempre, per il resto della mia vita", ha detto al network via cavo TVBS.
I pubblici ministeri avevano chiesto per Cheng la pena di
morte, sostenendo che le valutazioni psicologiche avessero dimostrato l’assenza
di disturbo mentale quando ha commesso il crimine.
Cheng, che si era dichiarato colpevole per le accuse, fu
espulso dalla sua università dopo l'attacco ed è stato descritto dai magistrati
come "anti-sociale, narcisistico, immaturo e pessimista".
I genitori di Cheng avevano chiesto per lui la condanna a
morte, giudicando le azioni del figlio "imperdonabili".
Attualmente ci sono 42 prigionieri nel braccio della
morte a Taiwan, in attesa di essere giustiziati mediante fucilazione.
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