FULCANELLI
Fulcanelli (... – ...) è lo pseudonimo di un autore di libri di alchimia del XX secolo, la cui identità non è mai stata resa nota.
Lo pseudonimo utilizzato è formato dall'unione delle parole Vulcano ed Helio, due elementi che rimandano ai fuochi alchemici. Si è supposto potesse trattarsi di Jean Julien Champagne, o René Adolphe Schwaller de Lubicz, o Camille Flammarion, o Pierre Dujol o Jules Violle, medico francese. Eugène Canseliet (nato nel 1899) si è sempre dichiarato discepolo di Fulcanelli, che parlò sempre attraverso Canseliet, che a sua volta curò le prefazioni dei suoi libri.
Fulcanelli scrisse Il mistero delle cattedrali nel 1926 e Le dimore filosofali nel 1931, che trattano dei simboli alchemici presenti nelle architetture delle antiche cattedrali gotiche, per quanto riguarda il primo volume, e di quelle di altre costruzioni, nel secondo. Canseliet afferma che Fulcanelli scrisse anche un terzo libro, Finis Gloriae Mundi, che fu consegnato al Canseliet per la pubblicazione ma poi ritirato in un secondo tempo. Il titolo di quest'ultimo libro fa riferimento ad un dipinto di Juan de Valdés Leal conservato presso la chiesa della Santa Caritad a Siviglia e denominato proprio Finis Gloriae Mundi. Due sono le versioni di questo misterioso trattato, comunque affatto incompatibili e di dubbia provenienza. Una apparve già nel 1988 sulla "Tourbe des Philosophes" e l'altra affidata a Jacques d'Ares "via internet".
L'edizione italiana de Finis Gloriae Mundi, tradotta dal saggista Moreno Neri con il contributo di V.B., riporta nella prefazione il testo originale dell'email ricevuta da Jacques d'Ares indicando le motivazioni che hanno portato l'ignoto autore alla scelta del destinatario; altresì la traduzione in italiano è molto accurata ed in alcuni casi è considerata più esplicativa del testo originale in francese, indubbiamente fondendosi senza soluzione di continuità ai primi due volumi. Il filo conduttore alchemico de Finis Gloriae Mundi è la cosiddetta via breve (ars brevis) e più volte vengono riprese nozioni alchemiche già trattate precedentemente ne Il mistero delle cattedrali o Le dimore filosofali in merito alla ars longa. Gli studiosi di alchimia sono comunque concordi nell'affermare che non sia possibile accertare la provenienza di Finis Gloriae Mundi prima di aver accertato chi sia l'autore (o gli autori) che si celano dietro lo pseudonimo di Fulcanelli.
Filosofo perché amante della saggezza e quindi, istruito delle segrete operazioni della Natura, ne imitò i procedimenti.[senza fonte] Va detto che il nome di filosofo in passato veniva dato a coloro che erano veramente istruiti dei procedimenti della Grande Opera (si veda Antoine-Joseph Pernety, Dictionnaire Mytho-Ermetique. Parigi 1758). "La vostra preoccupazione sia quella di capire la Pietra dei Filosofi, e nel contempo otterrete il fondamento della vostra salute, il deposito delle ricchezze, la nozione della vera sapienza naturale e la conoscenza certa della natura" traduzione di Paolo Lucarelli da "Lux Obnubilata Suaptè Natura Refulgens, cera de Lapide OPhiklosophico Theorica, metro italico descripta, et ab auctore Innominato Commenti gratia ampliata. Venetiis MDCLXVI, apud Alexandrum Zatta, Superiorum Permissu & Privil. Proemium"
Le opere di Fulcanelli furono considerate straordinarie perché "quale alchimista operativo nel senso più antico del termine ricostruiva, partendo dal simbolismo ermetico, i punti principali della Grande Opera illustrandone i principi teorici e la prassi sperimentale con un dettaglio e una precisione mai visti prima" (Paolo Lucarelli, in: La tradizione alchemica del XX secolo, Zenit Studi). Quel che Lucarelli vuol dire è che l'enorme importanza di Fulcanelli quale alchimista del XX secolo è il suo ritorno all'antica maniera di praticare l'alchimia, sia nello stile che nella vita pratica. Fulcanelli, al contrario degli alchimisti succedutisi a partire dal Seicento che considerarono largamente (e in qualche caso esclusivamente) la branca spirituale alchemica, recuperò e rinobilitò il lavoro manuale in laboratorio, visto come procedimento fondamentale per considerarsi un seguace della Grande Opera.
La fama di Fulcanelli ha raggiunto ogni continente e i suoi libri sono stati venduti in milioni di copie. Sicuramente l'alone di mistero che avvolge questa figura del secolo scorso ha contribuito a fomentare l'interesse verso il filosofo. Le ipotesi più accreditate vedono i due collaboratori, il pittore Champagne e il discepolo Canseliet, dietro l'identità dell'alchimista, entrambi hanno sempre negato con fermezza. Un'altra versione vede Canseliet come ladro degli appunti del contemporaneo Schwaller de Lubicz, riorganizzati e pubblicati sotto falso nome. Entrambe le versioni sono in realtà improbabili, secondo lo studioso d'alchimia Cortesi, il quale non vede in queste tre figure la stessa conoscenza e lo stesso stile riscontrabili nelle opere del Fulcanelli e che non possono essere quindi scopiazzature del lavoro di de Lubicz o opera di un giovane iniziato come Canseliet. Un'improbabile ipotesi vede nell'identità Fulcanelli il famoso alchimista rinascimentale Nicolas Flamel, il quale dopo aver dedicato anni di studi sull'Elisir di lunga vita si crede sia giunto alla conclusione ed ora arrivato fino al secolo scorso con il nome appunto di Fulcanelli.
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