ERMETE TRISMEGISTO
IL TRE VOLTE GRANDISSIMO
Premessa
Nel dizionario filosofico Treccani si legge su Ermete Trismegisto: "Mitico autore dei testi che costituiscono il Corpus hermeticum (o Hermetica) composti durante la tarda grecità alessandrina. L’identificazione con Thoth, il dio egizio dell’astrologia e della scienza, inventore della scrittura, aveva portato all’estensione al dio greco degli attributi della divinità egiziana, facendone un antichissimo e favoloso saggio, in greco Ερμeς τρισμeγιστος (propr. «E. tre volte grandissimo», o μeγας καi μeγαs («grande e grande»)".
Nel dizionario filosofico Treccani si legge su Ermete Trismegisto: "Mitico autore dei testi che costituiscono il Corpus hermeticum (o Hermetica) composti durante la tarda grecità alessandrina. L’identificazione con Thoth, il dio egizio dell’astrologia e della scienza, inventore della scrittura, aveva portato all’estensione al dio greco degli attributi della divinità egiziana, facendone un antichissimo e favoloso saggio, in greco Ερμeς τρισμeγιστος (propr. «E. tre volte grandissimo», o μeγας καi μeγαs («grande e grande»)".
Nell'Enciclopedia Garzanti di Filosofia, si legge:"Ermete Trismegisto o Trimegisto, nome dell'autore leggendario cui la cultura antica, medievale e rinascimentale attribuì la paternità di una serie di scritti, in lingua greca e di contenuto filosofico-religioso, noti come “scritti ermetici”. La mitica figura di Ermete Trismegisto (il tre volte grande), nacque dall'identificazione compiuta dalla cultura greco-latina del dio Ermete (Ermes) o Mercurio, messaggero degli dei e guida delle anime dei morti, con il dio egiziano Thoth, scriba degli dei e depositario della sapienza divina che in tempi antichissimi avrebbe appunto rivelato negli scritti attribuitigli. L'opera di questa antichissima figura, accreditata da autorità quali Cicerone, Lattanzio, Agostino, sarebbe consistita nell'insegnare agli egiziani l'uso della scrittura e delle leggi e nel rivelare nei suoi scritti l'originaria sapienza divina attraverso la filosofia ermetica".
In Wikipedia si legge che "Ermete Trismegisto (dal greco antico Eρμeς Τρισμέγιστος, in latino Mercurius ter Maximus) è un personaggio leggendario dell'età ellenistica, venerato come maestro di sapienza e ritenuto l'autore del Corpus hermeticum. A lui è attribuita la fondazione di quella corrente filosofica nota come ermetismo".
Pagine straordinarie sulla vita di Ermete Trismegisto sono state scritte da E.Shurè nella famosa opera "I Grandi Iniziati".
Secondo il pensiero tradizionale (Marsilio Ficino ad esempio) Trismegisto era detto tale, cioè tre volte grande perché era grandissimo filosofo, grandissimo sacerdote e grandissimo re;e lo era effettivamente in una epoca in cui i ruoli potevano coincidere. Egli era "Hermes Triplex", re, filosofo e profeta.
Marsilio Ficino scrisse di Ermete "Egli è detto il primo degli autori di teologia; gli successe Orfeo, secondo fra i teologi dell' antichità: Aglaofemo ch'era stato iniziato all'insegnamento sacro di Orfeo, ebbe come successore in teologia Pitagora, di cui fu discepolo Filolao, il maestro del nostro divino Platone. Vi è quindi una prisca theologia ... che ha la sua origine in Mercurio e culmina nel divino Platone ".
Diodoro nella sua Biblioteca Storica (libro I, 15-16) scrive: "Tra tutti Osiride teneva nel più alto grado di considerazione Ermes, perché fornito di naturale sagacia nell'introdurre innovazioni capaci di migliorare la vita associata. Secondo la tradizione, infatti sono opera di Ermes l'articolazione del linguaggio comune, la denominazione di molti oggetti fino ad allora privi di nome, la scoperta dell'alfabeto e l'organizzazione dei rituali pertinenti agli onori e ai sacrifici divini. Egli fu il primo ad osservare l'ordinata disposizione degli astri e l'armonia dei suoni musicali secondo la loro natura; fu l'inventore della palestra e rivolse le sue cure allo sviluppo ritmico del corpo umano. Inventò anche la lira con tre corde fatte di nervi, imitando le stagioni dell'anno: adottò infatti tre toni, acuto, grave, medio, in sintonia rispettivamente con estate, inverno, primavera. Anche i Greci furono da lui educati nell'arte dell'esposizione e dell'interpretazione, vale a dire l'arte dell'ermeneutica, e per questa ragione gli hanno dato appunto il nome di Ermes. In generale Osiride ebbe in lui il suo scriba e sacerdote: a lui comunicava ogni questione e ricorreva al suo consiglio nella stragrande maggioranza dei casi. Invece di Atena, come credono i Greci, sarebbe stato Ermes a scoprire la pianta dell'ulivo."
Anche Platone menziona Thoth:
- "Ho sentito dire che Naukratis, in Egitto, era sede di uno degli antichi dei di quel paese, quello il cui uccello sacro è l'ibis e che si chiama Theuth. Fu lui a inventare i numeri, l'aritmetica, la geometria e l'astronomia, e anche il gioco delle pedine e quello dei dadi, ma soprattutto la scrittura. (Fedro 274c-275b);
- "Poiché un dio o un uomo divino si rese conto che la voce è infinitamente molteplice (in Egitto vi è una leggenda che narra che questi fu Theuth)... "(Filebo, 18b).
Uno dei testi attribuito dalla tradizione ad Ermete Trismegisto il grande sacerdote che portò la scienza iniziatica nell'antico Egitto, è la Tavola di Smeraldo, comparso nel medioevo.
Ad Ermete vengono attribuiti anche altri testi eterogenei denominati 'scritti ermetici' estremamente apprezzati nel Rinascimento non appena vennero tradotti da Marsilio Ficino al quale erano stati consegnati dal monaco Leonardo di Macedonia (alla corte di Cosimo de' Medici). Tra queste opere si segnala il famoso Pimandro (De Potestate et Sapientia Dei) tradotto da Ficino. L'influenza degli scritti ermetici sul pensiero filosofico e la ricerca alchemica è stata grande (Giordano Bruno, Lattanzio....).
Gli scritti ermetici erano stati compilati in età ellenistica dagli Alessandrini, probabilmente attingendo dal corpo degli antichi sacri testi egizi. Si sostiene altresì che lo stesso Mosè attinse una parte del suo sapere dagli scritti di Ermete Trismegisto.
"Con il termine ermetismo si usa denotare una forma di pensiero filosofico e tecnico-operativo caratterizzato da una spiccata sensibilità religiosa che affonda le sue origini nell’antico Egitto e che, a contatto con la civiltà greca classica, apre la strada ad una riflessione che darà origine ad una vasta produzione di carattere filosofico e teologico, che investirà anche l’astrologia, l’alchimia e la magia. Alla figura di Ermete Trismegisto e ad altri personaggi mitici con cui egli viene talvolta identificato, come Germa Babiloniensis, Enoch, o ancora a suoi discepoli, come Aristoteles, Belenus, Flaccus Africus, Harpocration, Thoz Graecus, Thabit vengono attribuiti scritti che saranno poi classificati nel Corpus Hermeticum" (Università di Siena - Facoltà di lettere e filosofia- Manuale di Filosofia Medievale on-line).
L'enciclopedia telematica "Riflessioni.it" pone in evidenza sotto la voce "Ermetismo" che "Secondo i principi dell’Ermetismo, tutte le cose derivano da una Causa Prima o Unica Virtù, che si differenzia in miriadi di forme, che rappresentano la manifestazione, nell’Universo visibile, della capacità plastica di una materia eterea, primordiale, eterna, dalla quale scaturiscono gli elementi e che gli antichi iniziati appellarono Etere, sostanza astrale o Quintessenza. Tutto nell’Universo può essere ricondotto all’unità perché, oltre la molteplicità delle forme visibili, non vi e’ che un Unico Principio, in grado di differenziarsi all’infinito e di riassorbirsi, riconvertendosi in pura essenza e potenzialità. Nelle migliaia di mondi che animano lo spazio infinito, nelle forme armoniose della Natura, come nel corpo dell’uomo, si ripete costantemente la stessa legge, che e’ legge unitaria perché sottesa dall’esplicazione di una Forza Unica e intelligente, eternamente in azione in quanto al di là di ogni umano concetto di relativo e temporale. La strada che porta alla comprensione dell’essenza dell’uomo passa dunque attraverso l’unitarietà dei fenomeni naturali e, quindi, della sublimazione del molteplice nell’unità sintetica dell’Unica Virtù.
Nei tempi antichi esisteva una comprensione delle leggi naturali molto più grande di quella odierna. Gli dei dell’antico Egitto o dell’Olimpo Greco-Romano non furono che figure simboliche, rappresentanti forze naturali colte in varie fasi del processo di creazione e dissoluzione delle forme visibili, le cui epopee o cicli epici celavano la spiegazione di fenomeni complessi, di segreti non altrimenti raffigurabili per menti semplici e poco avvezze ad elaborazioni astratte, ma straordinariamente sensibili alle suggestioni di immagini antropomorfe che riproducevano, in chiave misterica, le gesta di eroi e dei umanizzati.
Il Cristianesimo distrusse gran parte dei tesori della tradizione pagana, segnando come eresiache le antiche dottrine sacerdotali e trasformando l’uomo, re della terra, nel suddito..., sovvertendo gli antichi valori della vita e sostituendo, all’ideale sublime dell’uomo divinizzato e dominatore della Natura, la concezione di un Dio assurdo che, in cambio di un’ipotetica felicità in una dimensione eterna, pretendeva un’esistenza di rinunce, di sofferenze e di dolore."
Nei tempi antichi esisteva una comprensione delle leggi naturali molto più grande di quella odierna. Gli dei dell’antico Egitto o dell’Olimpo Greco-Romano non furono che figure simboliche, rappresentanti forze naturali colte in varie fasi del processo di creazione e dissoluzione delle forme visibili, le cui epopee o cicli epici celavano la spiegazione di fenomeni complessi, di segreti non altrimenti raffigurabili per menti semplici e poco avvezze ad elaborazioni astratte, ma straordinariamente sensibili alle suggestioni di immagini antropomorfe che riproducevano, in chiave misterica, le gesta di eroi e dei umanizzati.
Il Cristianesimo distrusse gran parte dei tesori della tradizione pagana, segnando come eresiache le antiche dottrine sacerdotali e trasformando l’uomo, re della terra, nel suddito..., sovvertendo gli antichi valori della vita e sostituendo, all’ideale sublime dell’uomo divinizzato e dominatore della Natura, la concezione di un Dio assurdo che, in cambio di un’ipotetica felicità in una dimensione eterna, pretendeva un’esistenza di rinunce, di sofferenze e di dolore."
Scrive Citati sulle pagine del Corriere della Sera che "Siamo abituati a credere che la filosofia occidentale dipenda da alcuni grandi pensatori: Platone, Aristotele, Cartesio, Spinoza, Kant, Hegel. E dimentichiamo l'enorme influenza esercitata da una filosofia apparentemente minore, quella ermetica"(Ermetismo, l'eterna rivelazione Il sommo Trismegisto, il dio che non smette mai di creare il mondo, 26 ottobhre 2011).
Nelle opere di O.M.Aïvanhov si legge anche che l'appellativo si ricollegava alla raggiunta autorità spirituale di Ermete nei tre piani (di qui "tre volte grande"): piano mentale, psichico e fisico. Numerosi commenti Aïvanhov ha dedicato ( vedi nota in fondo a questa pagina) alla tavola di smeraldo ed in particolare alle seguenti frasi:
- "Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso";
- "È la forza forte di ogni forza: perché vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida".
Il Corpus Hermeticum è un insieme di 18 trattati:
• I - Discorso di Ermete Trismegisto: Pimandro
• II - Senza titolo
• III - Discorso sacro di Ermete
• IV - Discorso di Ermete a Tat: sul cratere o monade
• V - Discorso di Ermete al figlio Tat: Dio è allo stesso tempo invisibile e il più visibile
• VI - Il Bene esiste solo in Dio e in nessun altro luogo
• VII - Il male maggiore fra gli uomini è l'ignoranza di Dio
• VIII - Niente di ciò che è perisce, bensì sbagliamo a ritenere che i cambiambiamenti siano distruzione e morte
• IX - L'intellezione e la sensazione
• X - Discorso di Ermete Trismegisto: la chiave
• XI - L'intelletto a Ermete
• XII - Ermete Trismegisto a Tat sull'intelletto comune
• XIII - Ermete Trismegisto al figlio Tat: discorso segreto sulla montagna, relativo alla rigenerazione e alla regola del silenzio
• XIV - Lettera di Ermete Trismegiso ad Asclepio: sii saggio
• XV - Mancante.
• XVI - Asclepio al re Ammone: definizioni
• XVII - Senza titolo
• XVIII - Gli impedimenti all'anima prodotti dalle affezioni del corpo
• I - Discorso di Ermete Trismegisto: Pimandro
• II - Senza titolo
• III - Discorso sacro di Ermete
• IV - Discorso di Ermete a Tat: sul cratere o monade
• V - Discorso di Ermete al figlio Tat: Dio è allo stesso tempo invisibile e il più visibile
• VI - Il Bene esiste solo in Dio e in nessun altro luogo
• VII - Il male maggiore fra gli uomini è l'ignoranza di Dio
• VIII - Niente di ciò che è perisce, bensì sbagliamo a ritenere che i cambiambiamenti siano distruzione e morte
• IX - L'intellezione e la sensazione
• X - Discorso di Ermete Trismegisto: la chiave
• XI - L'intelletto a Ermete
• XII - Ermete Trismegisto a Tat sull'intelletto comune
• XIII - Ermete Trismegisto al figlio Tat: discorso segreto sulla montagna, relativo alla rigenerazione e alla regola del silenzio
• XIV - Lettera di Ermete Trismegiso ad Asclepio: sii saggio
• XV - Mancante.
• XVI - Asclepio al re Ammone: definizioni
• XVII - Senza titolo
• XVIII - Gli impedimenti all'anima prodotti dalle affezioni del corpo
Poi bisogna aggiungere, tra gli altri, gli estratti di Stobeo: Kore Kosmu, ecc.
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