15enne somalo muore sulla nave. Aveva subito percosse e torture in Libia
Un ragazzo somalo di quindici anni, e non quattordici come era stato riferito in un primo momento, è morto la notte scorsa sulla nave Dignity di Medici Senza Frontiere ad Augusta (Siracusa) a causa delle percosse e dei maltrattamenti subiti in Libia prima di morire. Lo hanno riferito i connazionali che hanno viaggiato con lui parlando con Medici senza frontiere. Erano 302 i migranti a bordo della nave di Msf.
Un ragazzo somalo di quindici anni, e non quattordici come era stato riferito in un primo momento, è morto la notte scorsa sulla nave Dignity di Medici Senza Frontiere ad Augusta (Siracusa) a causa delle percosse e dei maltrattamenti subiti in Libia prima di morire. Lo hanno riferito i connazionali che hanno viaggiato con lui parlando con Medici senza frontiere. Erano 302 i migranti a bordo della nave di Msf.
"Il minore di origine Somala, viaggiava da solo, e quando è arrivato a bordo era in condizioni critiche con difficoltà di movimento. Era evidente per il team medico che presentava malattie croniche - spiegano da Msf - Le persone che viaggiavano con lui hanno riferito che era stato ripetutamente e brutalmente picchiato in Libia, tre settimane prima. Da quel momento la sua salute era peggiorata e senza nessun tipo di cure è stato costretto a continuare ad un pesante lavoro fisico, spesso senza cibo e acqua".
Dopo essere stato accolto nella clinica di bordo, ha risposto bene ai farmaci e alle cure mediche e la sua condizione è migliorata notevolmente nelle prime 24 ore. "Tragicamente e inaspettatamente, prima dell'arrivo della Dignity I in Italia, è deceduto all'improvviso per arresto cardiaco, nonostante gli inutili sforzi di salvare la sua vita.
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