POTPOURRI di guido michi
Era il 15 febbraio del 2012 la Enrica Lexie navigava nelle acque al largo dello stato Indiano del KERALA
che avvenne il fattaccio e cioè due soldati italiani imbarcati sulla nave per
contrastare la pirateria che dilagava in modo particolare nelle acque di fronte
alla Somalia sono stati fermati dalle autorità indiane con l’accusa di aver
sparato ad una imbarcazione di nome St. Antony uccidendo due pescatori che vi erano imbarcati perché ritenuti pirati. Ad
oltre 3 anni dai tragici avvenimenti ancora non siamo arrivati a nessun tipo di
conclusione. La magistratura indiana pur sicura della colpevolezza dei due marò
non è stata in grado di iniziare uno straccio di processo. Molte ambiguità sia
da parte italiana che da parte indiana non permettono di affrontare la delicata
questione con la dovuta serenità. In tutto questo caos si inseriscono rigurgiti
fascistoidi da parte di certi italiani che vogliono far credere che Salvatore
Girone e Massimiliano Latorre così si chiamano i due militari italici siano degli eroi, dei martiri
dell’ingiustizia degli indiani mentre in realtà sono solo dei presunti
assassini di Ajesh Pinky (25 anni)
e Selestian Valentine (45 anni) che si
trovavano imbarcati sul peschereccio creduto una imbarcazione di pirati somali.
Alcuni geni vorrebbero addirittura invitare a non andare in vacanza in quello
splendido paese che è l’INDIA. Io al contrario invito per chi lo può permettere
visitate queste meraviglie, ove in gran parte è nata anche la nostra cultura. BOMBAY
con la sua porta dell’india, soggiornate almeno una notte nello splendito Hotel
TAJ MAHAL ove si può respirare le magie incantate dei racconti
KIPLING……………scusate queste divagazioni di uno che è affetto dal mal d’INDIA………
A infilare i
due fucilieri nel tunnel della giustizia indiana è stata innanzitutto la
decisione di fare entrare in un porto indiano la Enrica Lexie ……… Una parte delle responsabilità
va fatta risalire anche al decreto legge del 12 luglio 2011 che ha aperto la
strada all'imbarco dei militari sulle navi civili battenti bandiera italiana e
alla convenzione dell'11 ottobre dello stesso anno tra il ministero della
Difesa ( ministro dell’epoca era IGNAZIO LA RUSSA) e la Confederazione italiana armatori
(Confitarma). È nell'articolo 5 del decreto legge e nei sette articoli che compongono l'accordo tra militari e armatori che si
aprono le prime falle in cui sono scivolati prima i due marò.
«La prima ambiguità - spiega una fonte diplomatica -
va fatta risalire alla creazione di una situazione in cui dei militari,
impegnati per conto del proprio Paese in una missione internazionale, si
trovano in servizio a bordo di un'imbarcazione di proprietà di un armatore che
paga il ministero della Difesa per la protezione
che riceve. Equiparando di fatto i militari a contractor privati».
Ora cerchiamo
di elencare le ambiguità e i punti oscuri di tutta la faccenda:
-
la Enrica Lexie sembra che
navigasse tra le coste sud occidentali dell’India e l’arcipelago indiano delle
LACCADIVE, se ciò dovesse essere vero essa si trovava in acque di pertinenza
della repubblica federale dell’INDIA. La giurisdizione spetterebbe allo stato
indiano venendo così a cadere la tesi italiana che vorrebbe la nave in acque
internazionali e pertanto sotto la giurisdizione del nostro paese.
-
Il governo presieduto dal Prof.
MARIO MONTI in carica al momento dei fatti in questione risarcì in modo molto
ma molto generoso le famiglie delle due vittime e ciò avvenne nell’immediatezza
dell’accaduto. Questo stava a significare un riconoscimento delle
responsabilità dei nostri due militari ??? Forse si o forse fu un grossolano
errore di valutazione???
-
Le autorità indiane invitarono
la nave a cambiare rotta e a dirigersi verso il porto del Kerala (INDIA) di
KOCHI, prevalse la decisione dell’armatore della nave che acconsentì accettando
le richieste degli indiani. Forse si era a conoscenza di fatti non propriamente
regolari ??????? Mah !!!!! Anche questo è un bel mistero.
-
Sulla Enrica Lexie erano
imbarcati 6 marò, perchè si sono individuati proprio in Salvatore Girone e Massimiliano Latorre i responsabili dell’uccisione dei
due pescatori indiani ????? Che cosa ha spinto le autorità indiane a puntare il
dito proprio su loro ????? Forse sono
state le prove balistiche effettuate sulle armi in dotazione ??????
La narrazione da parte dei media italiani
dell’incidente diplomatico tra Italia e India è stata parziale e unilaterale,
piegata a una ricostruzione dei fatti distante non solo dalla realtà ma, a
tratti, anche dalla verosimiglianza.
Da un
articolo pubblicato su China
Files si può ricostruito il caso Enrica Lexie sfatando una serie di
fandonie che una parte consistente dell’opinione pubblica italiana reputa
verità assolute, prove della malafede indiana e tasselli del complotto indiano.
Riprendo da lì il sunto dei fatti.
E’ il 15 febbraio 2012 e la petroliera italiana Enrica Lexie viaggia al
largo della costa del Kerala, India sud occidentale, in rotta verso l’Egitto. A
bordo ci sono 34 persone, tra cui sei marò del Reggimento San Marco col compito
di proteggere l’imbarcazione dagli assalti dei pirati, un rischio concreto
lungo la rotta che passa per le acque della Somalia. Poco lontano, il
peschereccio indiano St. Antony trasporta 11 persone.
Intorno alle 16:30 locali si verifica l’incidente: l’Enrica Lexie è convinta di essere sotto un attacco pirata, i marò sparano contro la St. Antony ed uccidono Ajesh Pinky (25 anni) e Selestian Valentine (45 anni), due membri dell’equipaggio.
La St. Antony riporta l’incidente alla guardia costiera del distretto di Kollam che subito contatta via radio l’Enrica Lexie, chiedendo se fosse stata coinvolta in un attacco pirata. Dall’Enrica Lexie confermano e viene chiesto loro di attraccare al porto di Kochi.
Intorno alle 16:30 locali si verifica l’incidente: l’Enrica Lexie è convinta di essere sotto un attacco pirata, i marò sparano contro la St. Antony ed uccidono Ajesh Pinky (25 anni) e Selestian Valentine (45 anni), due membri dell’equipaggio.
La St. Antony riporta l’incidente alla guardia costiera del distretto di Kollam che subito contatta via radio l’Enrica Lexie, chiedendo se fosse stata coinvolta in un attacco pirata. Dall’Enrica Lexie confermano e viene chiesto loro di attraccare al porto di Kochi.
La Marina Italiana ordina ad Umberto Vitelli, capitano della Enrica Lexie, di non dirigersi verso il porto e di non far scendere a terra i militari italiani. Il capitano – che è un civile e risponde agli ordini dell’armatore, non dell’Esercito – asseconda invece le richieste delle autorità indiane.
La notte del 15 febbraio, sui corpi delle due vittime viene effettuata l’autopsia. Il 17 mattina vengono entrambi sepolti.
Il 19 febbraio Massimiliano Latorre e Salvatore Girone vengono arrestati con l’accusa di omicidio. La Corte di Kollam dispone che i due militari siano tenuti in custodia presso una guesthouse della CISF (Central Industrial Security Force)
il corpo di polizia indiano dedito alla protezione di infrastrutture
industriali e potenziali obiettivi terroristici) invece che in un normale
centro di detenzione.
Questi i fatti
nudi e crudi. Da quel momento è partita una vergognosa campagna agiografica
fascistoide.
Ora il caso riguardante Salvatore
Girone e Massimiliano Latorre è approdato al Tribunale internazionale sul
diritto del mare di Amburgo, ove si spera trovi una logica equa soluzione.











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