Termine usato per designare tendenze o movimenti politici sviluppatisi in differenti aree e contesti nel corso del 20° secolo. Tali movimenti presentano alcuni tratti comuni, almeno in parte riconducibili a una rappresentazione idealizzata del ‘popolo’ e a un’esaltazione di quest’ultimo, come portatore di istanze e valori positivi (prevalentemente tradizionali), in contrasto con i difetti e la corruzione delle élite. Tra questi tratti comuni hanno spesso assunto particolare rilievo politico la tendenza a svalutare forme e procedure della democrazia rappresentativa, privilegiando modalità di tipo plebiscitario, e la contrapposizione di nuovi leader carismatici a partiti ed esponenti del ceto politico tradizionale. P. russo Movimento rivoluzionario sviluppatosi in
Questa idea venne ripresa e rielaborata in seguito sia dagli anarchici sia da P.N. Tkačëv. Alla fine del decennio l’influenza combinata delle idee di P.L. Lavrov sulla necessità dell’attività propagandistica fra le masse, e della teoria di M.A. Bakunin sull’istinto rivoluzionario di queste ultime, ricondusse l’attenzione dei populisti al popolo come protagonista dell’azione rivoluzionaria. Ne conseguì, nella primavera del 1874, lo spostamento di giovani rivoluzionari dalle città ai villaggi (quella che fu chiamata l’andata al popolo), con l’obiettivo di mobilitare le masse contadine attraverso la propaganda. La mancata risposta di queste ultime evidenziò la necessità di un’organizzazione centralizzata: nacque così la seconda Zemlja i volja (1876). Alcuni esponenti di questa individuarono il terrorismo quale unico strumento idoneo alla lotta contro l’apparato dello Stato, necessaria premessa alla lotta sociale nelle campagne. Il dibattito intorno a questa posizione portò nel 1879 alla scissione in due gruppi: la


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