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Viva!
Enews 669, mercoledì 25 novembre
2020
Mentre
finalmente il contagio
inizia a rallentare, trovo doveroso esprimere tre concetti semplici.
1. Ci
salverà il VACCINO.
Ma sul vaccino non si
possono fare gli stessi errori compiuti su tamponi e banchi a rotelle.
Per questo, a mio avviso, bisogna
chiamare e coinvolgere l’ESERCITO
nella distribuzione e
nella logistica come fanno altri paesi nostri alleati.
2. Prima
di discutere del cenone o delle vacanze di Natale, bisogna riaprire le SCUOLE. Una
generazione di italiani ha perso un anno rispetto ai tedeschi e francesi. La
didattica a distanza non basta. E, se c’è un problema di
trasporto pubblico, si coinvolgano subito i privati. Tenere le scuole chiuse è un errore tragico di prospettiva.
3.
Bisogna spendere subito i
soldi europei. Altrimenti questi 200 miliardi dovremo
restituirli e verranno spesi dagli ungheresi o dai polacchi. Niente contro
ungheresi e polacchi, sia chiaro. Ma i soldi che servono a far ripartire l’Italia
vanno spesi bene
e vanno spesi subito.
Su questi temi ho parlato a lungo in
due interviste:
A) ieri
sera al Tg2 Post;
B)
domenica pomeriggio a "Mezz’ora in più".
Ho, inoltre, scritto un articolo sulla
vittoria di Joe Biden e gli spazi politici che apre nel fronte
democratico e liberale. Qui trovate il video della mia deposizione in commissione di inchiesta sul caso
Regeni (guardate il mio intervento, non fidatevi delle sintesi
frettolose di chi neanche l’ha sentito).
E, rispetto alla vicenda
di Open, per noi valgono gli articoli della Costituzione, non
gli articoli scandalistici. Credete
nella giustizia, amici, credeteci sempre.
Pensierino della sera.
Oggi è una giornata
importante. Le storie di violenza
sulle donne continuano purtroppo a essere quotidiane. E le
violenze sono tante, non solo quelle fisiche. Lo abbiamo visto anche nelle
scorse settimane, anche oggi stesso. Così come drammatici continuano a essere i numeri sul femminicidio.
È una battaglia
culturale, sociale, politica che ci riguarda tutti, primi fra
tutti noi uomini. E che deve vederci tutti
in prima linea. Imparando innanzitutto ad ascoltare le
parole giuste, le loro. Di quelle donne che di queste
violenze sono state e sono vittime. Parole
di dolore, ma anche di forza e di coraggio. Questi mesi, mentre
siamo costretti a casa, per molte donne sono stati difficilissimi e drammatici,
perché la casa spesso è tutt'altro
che un luogo sicuro. Ed è anche per questo che nessuna deve mai
sentirsi sola: #liberapuoi.
Un sorriso,
P.S.
Da
mesi, evidenzio la
necessità di preoccuparsi dei non garantiti, di quelli cioè cui il Covid sta portando via tutto.
L’idea che i dipendenti statali annuncino uno sciopero il 9 dicembre, casualmente il
giorno dopo l’Immacolata per allungare il ponte, sinceramente mi dispiace e mi
fa male. La libertà del
diritto di sciopero è sacra, ma annunciare uno sciopero nel
giorno in cui si allunga un ponte fa
male innanzitutto alla credibilità di chi proclama quello
stesso sciopero. Io almeno la penso così…
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