BEATO ANGELICO - Crocifissione con i santi - MUSEO DI SAN MARCO - firenze
La Crocifissione con i santi è un affresco di Beato Angelico conservato nella ex-sala capitolare del convento di San Marco (oggi Museo nazionale) a Firenze. L'opera occupa una grande lunetta sulla parte superiore della parete nord (ben 550x950 cm) e risale al 1441-1442.
Storia
L'Angelico si dedicò alla decorazione di San Marco su incarico di Cosimo de' Medici, tra il 1438 e il 1445, anno della sua partenza per Roma, per poi tornarvi negli anni 1450, quando completò alcuni affreschi e si dedicò alla stesura di codici miniati per il convento stesso.
La Crocifissione della sala capitolare rappresenta l'unico caposaldo nella datazione del ciclo decorativo, poiché l'Angelico vi stava sicuramente lavorando nel 1441-1442. Da un atto notarile datato 22 agosto 1441 si apprende infatti che a quella data il Capitolo, a cui partecipava anche l'Angelico, si riuniva nella nuova sagrestia perché la sala non era ancora pronta; da un documento del 25 agosto 1442 si legge poi che le riunioni del Capitolo avevano già ottenuto la loro sede definitiva.
La critica è concorde nel ritenere l'opera in massima parte autografa, con collaborazioni limitate e sotto la direzione del maestro, tranne qualche isolata ipotesi che vorrebbe l'opera lasciata incompiuta dal maestro in partenza per Roma nel 1455 e terminata da collaboratori.
Risale al Vasari la notizia secondo cui l'Angelico nel dipingere quest'opera si commoveva fino alle lacrime; lo storico aretino, che descrisse minutamente l'affresco, scrisse anche che nel san Cosma l'Angelico ritrasse il suo amico Nanni di Banco.
Verso la fine del XV secolo la testa del beato Cavalcanti nella genealogia domenicana venne sostituita con quella di Antonino Pierozzi, arcivescovo fiorentino e poi santo che visse proprio a San Marco contemporaneamente all'Angelico.
Dal 2011 al 2014 sono state effettuate indagini scientifiche, nuove ricerche su documentazioni fotografiche e grafiche e l'intervento diretto sull'affresco, data la potenziale gravità della ripresa della solfatazione. L'intervento attuale si è mosso facendo ricorso a nuovi materiali e nuove tecniche ma secondo un atteggiamento metodologico che non rinnega affatto i principi dell'intervento del 1968/1974.
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