no alla pena di morte!!!!!!!!
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : NIGERIA: 20 CONDANNE A MORTE COMMUTATE DAL GOVERNATORE DEL LAGOS
2. NEWS FLASH: ARABIA SAUDITA: CORPO
CROCIFISSO ED ESPOSTO IN PUBBLICO DOPO LE 37 ESECUZIONI 3. NEWS FLASH: ARABIA SAUDITA: LIBERATE DUE
INDONESIANE CHE ERANO STATE CONDANNATE A MORTE PER STREGONERIA 4. NEWS FLASH: IRAN: DUE 17ENNI FRUSTATI E
GIUSTIZIATI IN SEGRETO 5. NEWS FLASH:
GEORGIA (USA): GIUSTIZIATO SCOTTY GARNELL MORROW 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : DEVOLVI IL
5X1000 A NESSUNO TOCCHI CAINO
NIGERIA: 20 CONDANNE A MORTE COMMUTATE DAL GOVERNATORE
DEL LAGOS Non meno di 20 condannati a morte nel Lagos si sono salvati dal boia
dal momento che il governo locale ha commutato le loro condanne a morte in
ergastolo, liberando inoltre 14 detenuti che avevano trascorso 20 anni in
prigione, ha riportato This Day il 27 aprile 2019.
Il governo ha dato così seguito alle raccomandazioni del
Consiglio Consultivo sulla Prerogativa della Grazia, che in precedenza aveva
fatto il giro delle carceri per esaminare i casi nel tentativo di
decongestionare le prigioni.
E’ stato il Procuratore Generale e Commissario per la
Giustizia dello Stato, Adeniji Kazeem (SAN) a consegnare alle autorità
carcerarie l'ordine di rilascio dei detenuti, firmato dal Governatore Akinwunmi
Ambode.
Kazeem ha spiegato che la misura è conforme alle
disposizioni costituzionali relative alla istituzione di un Consiglio
Consultivo, che conferiscono al governatore il potere di concedere la grazia
alle persone condannate su segnalazione del Consiglio.
Secondo Kazeem, i detenuti sono stati considerati
meritevoli della prerogativa della grazia dopo un accurato esame dei loro
fascicoli, che ha rivelato come fossero cambiati e pronti per essere
reintegrati nella società.
Kazeem si è congratulato con i detenuti liberati
consigliando loro di comportarsi bene fuori dal carcere.
Inoltre, il presidente del Consiglio Consultivo, il prof.
Oyelowo Oyewo, ha detto che accanto ai poteri conferiti dalla Costituzione,
l'istituzione del Consiglio è servita anche come un modo per de-congestionare
le prigioni.
Si è congratulato con i beneficiari della grazia del
Governatore e li ha esortati a evitare atti che li riportino in prigione.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
ARABIA SAUDITA: CORPO CROCIFISSO ED ESPOSTO IN PUBBLICO
DOPO LE 37 ESECUZIONI Il corpo di un uomo giustiziato è stato crocifisso ed
esposto in pubblico in Arabia Saudita dopo le esecuzioni di 37 persone avvenute
il 23 aprile 2019, hanno riportato i media locali.
I media hanno riportato dichiarazioni secondo cui i
giustiziati avevano "adottato ideologie estremiste e formato cellule
terroristiche allo scopo di diffondere il caos e provocare conflitti
settari".
Le autorità saudite hanno detto che una persona è stata
crocifissa dopo la sua esecuzione, con il Middle East Eye che ha riferito come
il corpo sia stato mostrato in pubblico.
Il responsabile diritti umani dell’Onu ha condannato le
decapitazioni, dicendo che i giustiziati sono per la maggior parte musulmani
della minoranza sciita, inoltre non hanno ricevuto processi equi e almeno tre
erano minorenni all’epoca della condanna.
Il nome della persona che è stata crocifissa non è stato
rivelato dalle autorità.
Due delle persone decapitate erano state arrestate quando
avevano solo 16 e 17 anni.
Il primo dei due giovani era pronto a iniziare una nuova
vita negli Stati Uniti presso la Western Michigan University.
Mujtaba al-Sweikat, allora diciassettenne, era stato
duramente picchiato su tutto il corpo, anche sulla pianta dei piedi, prima di
"confessare" i crimini, incluse le proteste.
Nel 2017, docenti dell'università avevano detto che lo
studente di lingua inglese e di pre-finanza costituiva una "grande
promessa" e avevano chiesto il suo rilascio.
Il secondo dei due giovani, Abdulkarim al-Hawaj, 21 anni,
è stato decapitato in pubblico quattro anni dopo essere stato arrestato nella
Provincia Orientale, a maggioranza sciita, per aver diffuso informazioni sulle
proteste su WhatsApp quando aveva 16 anni.
Reprieve ha dichiarato che al-Hawaj è stato picchiato,
torturato con l'elettricità e incatenato con le mani sopra la sua testa fino
alla "confessione" dei suoi crimini.
Un terzo uomo tra i 37 giustiziati, Munir al-Adam, aveva
appena 23 anni quando fu arrestato a un posto di blocco nell'aprile 2012.
Era stato picchiato sulle piante dei piedi e aveva dovuto
strisciare sulle mani e sulle ginocchia per giorni. All’età di cinque anni
aveva perso l'udito a un orecchio a seguito di un incidente, ma dopo le torture
aveva perso l'udito anche all’altro orecchio, restando totalmente sordo.
Aveva detto a un giudice di aver firmato una confessione
perché era esausto per le torture.
ARABIA SAUDITA: LIBERATE DUE INDONESIANE CHE ERANO STATE
CONDANNATE A MORTE PER STREGONERIA Due lavoratrici domestiche indonesiane che
erano state condannate a morte in Arabia Saudita per stregoneria sono tornate a
casa il 24 aprile 2019, dopo la commutazione delle loro condanne, ha detto il
ministero degli Esteri indonesiano.
Sumartini e Warnah, entrambe con un solo nome, sono
arrivate a Giacarta dopo aver scontato più di 10 anni in una prigione saudita,
ha detto Lalu Muhammad Iqbal, un alto funzionario del ministero, all'Agence
France-Presse.
Le donne erano state condannate a morte da un tribunale
di Riad nel 2009, ma la loro pena era stata ridotta all'inizio del 2019, dopo
anni di negoziati tra Giacarta e Riad.
"Dopo una dura trattativa, l'ambasciata è riuscita a
convincere il governo saudita e le donne sono potute partire per la loro
patria", ha detto all'Afp l'ambasciatore indonesiano in Arabia Saudita,
Agus Maftuh Abegebriel.
Sumartini fu accusata di aver fatto svanire il figlio
diciassettenne della sua datrice di lavoro usando la magia nera, anche se in
seguito fu ritrovato vivo.
Warnah, nel frattempo, era stata accusata di aver fatto
un incantesimo contro la prima moglie del suo datore di lavoro che l'aveva
fatta soffrire di malattie misteriose, secondo quanto riferito dai media
indonesiani.
IRAN: DUE 17ENNI FRUSTATI E GIUSTIZIATI IN SEGRETO Le
autorità iraniane hanno frustato e segretamente giustiziato il 25 aprile 2019
due ragazzi di età inferiore ai 18 anni, ha appreso Amnesty International.
Mehdi Sohrabifar e Amin Sedaghat, due cugini, sono stati
messi a morte nella prigione di Adelabad a Shiraz, nella provincia di Fars, nel
sud dell'Iran. Entrambi erano stati arrestati quando avevano 15 anni e
condannati per accuse di stupro in un processo iniquo.
Secondo le informazioni ricevute da Amnesty
International, gli adolescenti non erano a conoscenza di essere stati
condannati a morte fino a poco prima delle loro esecuzioni e portavano segni
sui loro corpi, a indicare che sono stati fustigati prima dell’esecuzione. Le
loro famiglie e gli avvocati non sono stati informati in anticipo delle
esecuzioni e sono rimasti scioccati nell'apprendere la notizia.
Mehdi Sohrabifar e Amin Sedaghat erano stati tenuti in un
centro di correzione minorile a Shiraz dal 2017. Il 24 aprile, sono stati trasferiti
nella prigione di Adelabad, apparentemente senza conoscerne il motivo. Lo
stesso giorno, le autorità hanno concesso alle loro famiglie di visitare i due
ragazzi, senza però dire che era in preparazione delle esecuzioni.
Il giorno seguente, il 25 aprile, le famiglie hanno
ricevuto improvvisamente una chiamata dall'Organizzazione di Medicina Legale
dell’Iran, un istituto forense statale, che li informava delle esecuzioni e
chiedeva loro di riprendersi i corpi.
GEORGIA (USA): GIUSTIZIATO SCOTTY GARNELL MORROW Scotty
Garnell Morrow, 52 anni, nero, è stato giustiziato il 2 maggio 2019. Era
accusato, ed aveva ammesso, di aver ucciso la fidanzata che lo aveva appena
lasciato, Barbara Ann Young, e un’amica della donna, Tonya Woods, il 29
dicembre 1994.
Aveva anche sparato ad un’altra amica della donna, LaToya
Horne, che è sopravvissuta.
Venne condannato a morte nella Hall County nel 1999. Nel
2011 un giudice statale aveva annullato la condanna a morte per inadeguata
assistenza legale, ma pochi mesi dopo la Corte Suprema di Stato aveva annullato
all’unanimità l’annullamento, sostenendo che stanti i fatti una diversa difesa
non avrebbe influito sull’esito finale. Nel 2018 un giudice federale, messo in
minoranza in un voto collegiale, aveva sostenuto che sarebbe stato opportuno
valutare come possibile circostanza attenuante il fatto che l’imputato, da
giovane, fosse stato stuprato più volte. Morrow è il primo giustiziato di
quest’anno in Georgia, il 73° da quando la Georgia ha ripreso le esecuzioni nel
1983, il 5° dell’anno negli Usa, e il n° 1495 da quando gli Usa hanno ripreso
le esecuzioni nel 1977.
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