sabato 23 febbraio 2019

        NESSUNO     TOCCHI      CAINO            
    no    alla    pena      di      morte                    



1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : EGITTO: 15 ESECUZIONI (FINORA) NEL MESE DI FEBBRAIO 2.  NEWS FLASH: YEMEN: DUE GIUSTIZIATI IN PUBBLICO PER L’OMICIDIO E STUPRO DI UN BAMBINO 3.  NEWS FLASH: MYANMAR: DUE CONDANNATI A MORTE PER L’OMICIDIO DI UN CONSIGLIERE DI AUNG SAN SUU KYI 4.  NEWS FLASH: TAIWAN: CONDANNA CAPITALE CONFERMATA 5.  NEWS FLASH: GAZA: CONDANNA CAPITALE PER OMICIDIO 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


EGITTO: 15 ESECUZIONI (FINORA) NEL MESE DI FEBBRAIO
15 persone sono state finora giustiziate in Egitto nel solo mese di febbraio (il 7, 13 e 20 febbraio) dopo essere state condannate a morte per crimini di terrorismo.

Erano state tutte processate in tribunali civili e le loro condanne a morte definitive erano state emesse dalla Corte di Cassazione.
Nell’ambito del progetto Contenere la pena di morte in tempo di “guerra al terrorismo” in Egitto, Somalia e Tunisia, Nessuno tocchi Caino e l’Organizzazione Araba per i Diritti Umani (AOHR) quantificano in 62 le persone giustiziate in Egitto nel 2018.
Di queste 62, 47 sono state messe a morte da tribunali civili, le restanti 15 da tribunali militari (12 per terrorismo e 3 per reato di stupro in un ospedale militare).
Sempre nel 2018, 60 persone hanno ricevuto condanne a morte definitive in 14 casi, 12 dei quali trattati dalla Corte di Cassazione civile e gli altri 2 dalla Corte di Cassazione militare.


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

YEMEN: DUE GIUSTIZIATI IN PUBBLICO PER L’OMICIDIO E STUPRO DI UN BAMBINO Lo Yemen ha giustiziato in pubblico il 7 febbraio 2019 due uomini per aver rapito, stuprato e ucciso un bambino di 12 anni.
Wadah Refat, 28 anni, e Mohamed Khaled, 31 anni, erano stati condannati per aver violentato e ucciso un bambino di nome Mohamed Saad, lo scorso maggio.
Centinaia di persone si sono radunate nella città portuale di Aden per assistere all’esecuzione, avvenuta con armi da fuoco.
Il bambino aveva giocato accanto a una casa dove viveva uno di loro, quando la coppia lo aveva trascinato in casa e violentato.
"Dopo lo stupro, non riuscivano a mettere a tacere le grida del ragazzo, che chiedeva aiuto, così uno di loro ha afferrato un coltello e gli ha tagliato la gola", è scritto nei documenti giudiziari visionati da El Mundo.
Anche una donna di 33 anni è stata condannata a morte per aver aiutato Refat e Khaled a smembrare il corpo della vittima.
L’esecuzione della donna è stata posticipata dal momento che è incinta.


MYANMAR: DUE CONDANNATI A MORTE PER L’OMICIDIO DI UN CONSIGLIERE DI AUNG SAN SUU KYI Un tribunale del Myanmar il 15 febbraio 2019 ha condannato a morte due uomini per l'omicidio di un importante avvocato musulmano che è stato uno stretto consigliere della leader del Paese, Aung San Suu Kyi.
La corte ha giudicato il sicario, Kyi Lin, colpevole di omicidio premeditato e possesso illegale di armi in relazione all’uccisione del 29 gennaio 2017 di Ko Ni, in pieno giorno, all'aeroporto di Yangon.
Un complice, Aung Win Zaw, coinvolto nella pianificazione dell'omicidio, è stato anche lui condannato a morte, e altri due uomini coinvolti nel crimine hanno ricevuto pene detentive.
Un quinto imputato, sospettato di essere la mente del crimine, resta latitante.


TAIWAN: CONDANNA CAPITALE CONFERMATA
L'Alta Corte di Taiwan il 20 febbraio 2019 ha confermato la condanna a morte di un uomo che uccise diverse persone tramite un incendio.
Weng Jen-hsien, 53 anni, era stato condannato due volte in precedenza per aver ucciso sei persone, compresi i suoi genitori e tre parenti.
Weng non ha mostrato alcun rimorso per il suo crimine e non c'è alcuna possibilità di riabilitazione, ha detto la Corte.
L’uomo acquistò 20 litri di benzina, che mise in bottiglie e contenitori di plastica, e attese un giorno fino alla vigilia del Capodanno lunare, il 7 febbraio 2016, quando le vittime avevano programmato un incontro di famiglia.
Weng entrò in casa, inzuppò i suoi familiari di benzina e li diede alle fiamme.
Weng ha detto di aver voluto uccidere tutta la sua famiglia, perché credeva che, essendo il più giovane dei sette fratelli, i suoi genitori lo avessero trascurato, e che fin dall'infanzia avesse dovuto fare la maggior parte del lavoro nella fattoria di proprietà della famiglia nel distretto Longtan di Taoyuan.


GAZA: CONDANNA CAPITALE PER OMICIDIO
Il Tribunale di primo grado di Khan Younis, nella Striscia di Gaza, il 29 gennaio 2019 ha imposto una condanna a morte nei confronti di un uomo identificato come (Y/A ').
L’uomo è stato riconosciuto colpevole dell’omicidio volontario di Mahasen Awad Abu Shlouf. L’omicidio è stato commesso il 19 gennaio 2016.

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