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Avevo
immaginato di scrivervi tutta un’altra E-News.
Pensavo di raccontarvi l'entusiasmo di questo fine settimana. Ho girato molto in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte per presentare il libro “Un’altra strada”. E ho trovato un’accoglienza superiore alle più rosee aspettative. Ovunque centinaia di persone, voglia di non mollare, desiderio di discutere. Le foto di questi giorni parlano chiaro: un calore persino inatteso, a cominciare dalla Sala Rossa di Firenze dove eravamo in 1.500. Ma anche da Roma, Sasso Marconi, San Lazzaro di Savena, Este, Mestre, Erbusco, Treviglio, Cernusco sul Naviglio, Milano. E poi la trasmissione da Fazio, i risultati su Amazon, le ospitate alla radio. Poi ieri sera mentre firmavo copie a Nichelino, in un centro anziani della periferia di Torino (perché questo tour serve anche per ritornare in mezzo alla gente di tutti i giorni), la notizia più assurda che potessi ricevere, una notizia che gela il sangue: i miei genitori ai domiciliari. Ho reagito con questo post. Mentre ringrazio le migliaia di persone che mi stanno scrivendo per dare solidarietà (grazie!) ribadisco tre concetti molto semplici.
A
questo punto c’è solo una cosa da fare. Mantenere la calma. Sapere che il
tempo farà giustizia di tutte le bugie. Avere lucidità e pazienza.
Anche se in tanti cercano parole di
consolazione, io conosco la verità che nessuno vuole dire: se non avessi
fatto politica, oggi i miei genitori non subirebbero questo. Lo sanno anche i
sassi. Se loro sono in questa situazione umiliante è colpa del mio impegno
politico di questi anni. Tutti noi siamo figli. E sappiamo che è doloroso far
soffrire la tua mamma, il tuo babbo. Ti capita di farli soffrire quando la
pagella non è quella che pensavano, quando torni troppo tardi dalla
discoteca, quando salti scuola, quando fai una stupidata adolescenziale. È
capitato a tutti noi, è capitato a me. Non avrei mai pensato, però, di farli
soffrire così. Per colpa del mio impegno civile. E mi piacerebbe dire:
prendetevela con me. Non con la mia famiglia.
E tuttavia concepisco la politica non come figlia di un’ambizione personale, ma come un dovere civile. Dunque: non mollo di uno solo centimetro. Anzi. Mi scuso con gli amici di Torino che mi hanno aspettato ieri. Ho dovuto per ovvi motivi interrompere il tour di presentazione. Ripartiremo allora proprio da Torino: appuntamento per venerdì 22 febbraio alle 18. Ho chiesto di prenotare una sala grande il doppio di quella che avevamo fissato ieri. Perché deve essere chiaro anche plasticamente che io non mollo. Che noi non molliamo. Ci vediamo venerdì 22 febbraio alle 18 a Torino e alle 21.30 a Genova. Presentiamo "Un’Altra Strada". Se qualcuno pensa di fermarmi, non mi conosce. Non ci conosce. Matteo PS Inutile dire che la vicenda dei miei genitori ha totalmente oscurato tutto ciò che è accaduto ieri nel mondo della politica. Basta leggere i quotidiani di oggi per rendersene conto. Un capolavoro mediatico, tanto di cappello. |
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martedì 19 febbraio 2019
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