NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : IRAN: NESSUNO TOCCHI CAINO, L’EUROPA DEI DIRITTI UMANI NON E’ RAPPRESENTATA
DALLA MOGHERINI A THERAN 2. NEWS FLASH:
IRAN: IMPICCATO GIOVANE CHE ERA STATO ARRESTATO A 15 ANNI 3. NEWS FLASH: SOMALIA: CONDANNE CONFERMATE PER
L’OMICIDIO DEL RELIGIOSO 4. NEWS FLASH:
ISRAELE: KNESSET DISCUTERÀ PENA DI MORTE PER I TERRORISTI 5. NEWS FLASH: SOUTH CAROLINA (USA): KENNETH
SIMMONS NON POTRÀ ESSERE CONDANNATO A MORTE 6.
I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
IRAN: NESSUNO TOCCHI CAINO, L’EUROPA DEI DIRITTI UMANI
NON E’ RAPPRESENTATA DALLA MOGHERINI A THERAN
5 agosto 2017: Nessuno tocchi Caino ricorda che sotto la
Presidenza del “moderato” Rouhani si sono compiute oltre 3.000 esecuzioni, e se
nel 2016 la macchina della morte sembrava aver rallentato il ritmo con 530
esecuzioni rispetto le 970 del 2015, in questi primi sei mesi del 2017 ha
accelerato la ripresa con almeno 340 persone salite sulla forca a cui si
aggiungono le oltre 100 del mese di luglio.
Ma non c’è solo la pena di morte in Iran, perché la
condizione delle donne pone questo Paese al 139° posto, su 144, nella graduatoria
del Global Gender Gap Index e grave è anche la persecuzione di minoranza
etniche e religiose.
Rouhani è una faccia della stessa medaglia, quella di un
regime totalitario, misogino e sanguinario, lo stesso che nel 1988 compì un
massacro di 30mila oppositori politici ed i cui responsabili diretti, come il
Ministro della Giustizia Mostafa Pour-Mohammadi, hanno continuato a rivestire
ruoli istituzionali di prim’ordine.
“L’Europa che Federica Mogherini rappresenta oggi a
Theran, non è la nostra,” hanno dichiarato Sergio D’Elia ed Elisabetta
Zamparutti, rispettivamente Segretario e Tesoriere dell’associazione radicale “
cioè quella fondata sullo Stato di Diritto e i Diritti Umani. L’Europa che la
Mogherini rappresenta oggi è quella accondiscendete nei confronti di un regime
che continua ad essere considerato parte della soluzione dei problemi dell’area
del Medio Oriente essendo invece il problema principale.”
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
IRAN: IMPICCATO GIOVANE CHE ERA STATO ARRESTATO A 15 ANNI
10 agosto 2017: Il regime dei mullah ha ancora una volta
giustiziato un adolescente. Si tratta di Alireza Tajiki, un giovane che era
stato arrestato all'età di 15 anni per omicidio e sodomia e aveva trascorso sei
anni nella prigione di Adelabad a Shiraz, Iran meridionale.
Questa impiccagione è avvenuta nonostante i ripetuti
appelli dei gruppi per i diritti umani e di istituzioni internazionali.
Alireza Tajiki era stato messo in isolamento sei anni fa,
dopo essere stato arrestato, ed era stato torturato per ottenere una
confessione forzata nonostante fosse un adolescente.
Il suo caso era pieno di aspetti oscuri e la sua famiglia
aveva ripetutamente chiesto un nuovo processo senza ottenere alcuna risposta
dalle autorità.
Secondo i funzionari del regime, 5300 prigionieri, la
maggior parte dei quali hanno tra i 20 e i 30 anni, sono stati condannati a
morte.
SOMALIA: CONDANNE CONFERMATE PER L’OMICIDIO DEL RELIGIOSO
6 agosto 2017: L'Alta Corte militare somala ha confermato
una condanna a morte e due all’ergastolo di tre membri di al-Shabaab
riconosciuti colpevoli di aver ucciso con armi da fuoco un famoso religioso
nella città meridionale di Baidoa lo scorso giugno, riferisce Garowe Online.
La Corte ha confermato una precedente sentenza che ha
dichiarato colpevoli Mohamed Aden Ali "Borow", Samow Ali Aden e
Hassan Abdullahi Ibrahim, per aver ucciso Sheikh Aden Madeer in una moschea di
Baidoa durante il mese santo di Ramadan.
Il Colonnello Liban Ali Yarow, presidente dell'Alto
Tribunale Militare, ha annunciato il verdetto.
"Dopo aver ascoltato i ricorrenti e il pubblico
ministero, concordo col tribunale di primo grado secondo cui questi tre uomini
sono colpevoli dell’omicidio di Sheikh Madeer, commesso nel mese di
giugno", ha dichiarato il giudice dell’Alta Corte militare.
Secondo una dichiarazione rilasciata dalla Corte, Barow è
stato condannato a morte, mentre gli altri due complici sono stati condannati
all’ergastolo per coinvolgimento nell'assassinio.
La Corte di primo grado aveva giudicato i membri di
al-Shabaab colpevoli in giugno, ma gli imputati avevano impugnato la sentenza.
La pena di morte contro il condannato Barow sarà eseguita presto, ha detto il
giudice.
ISRAELE: KNESSET DISCUTERÀ PENA DI MORTE PER I TERRORISTI
2 agosto 2017: Un disegno di legge che propone un
emendamento alla Legge Penale e alla Legge contro il Terrorismo, consentendo al
tribunale di condannare a morte terroristi che uccidono civili innocenti, sarà
presto aggiunto all'agenda della Knesset da MK Nava Boker (Likud), ha riportato
Israel Hayom.
Il disegno di legge propone l'aggiunta di due nuovi
articoli al codice penale, il primo dei quali, 99 (a), stabilisce che "una
persona che ha commesso atti di uccisione intenzionale per aiutare
un'organizzazione terroristica o un nemico durante le ostilità condotte contro
Israele, a seguito di un appello di un'organizzazione terroristica o di uno
Stato nemico, sia che l'ordine di eseguire l'operazione sia stato dato a lui personalmente
sia che abbia risposto ad un appello generale e non specifico per intraprendere
azioni violente senza identificazione con obiettivi del nemico o di
organizzazione terroristica - sarà condannato a morte o all’ergastolo".
Allo stesso modo, gli articoli modificati che finora
hanno imposto solo la carcerazione a vita per atti di tradimento e/o
terrorismo, prevederanno ora la pena di morte come prima opzione per un
giudice.
Le note esplicative che accompagnano il disegno di legge
affermano che "c'è una necessità legislativa, sociale e pubblica di pena
deterrente che contribuirà alla sicurezza sociale e al principio della
protezione dello Stato e dei cittadini eliminando gli attacchi
terroristici".
Lo sponsor del ddl, il vice presidente della Knesset, MK
Nava Boker, ha dichiarato di aver deciso di presentare il disegno di legge
perché "gli assassini della famiglia Fogel di Itamar ora vivono in un
albergo a quattro stelle in una prigione israeliana".
Il massacro di Itamar dell'11 marzo 2011 è stato un attacco
terroristico contro l'insediamento israeliano di Itamar in Giudea e Samaria, in
cui cinque membri della famiglia Fogel furono uccisi nei loro letti.
"Non ho dubbi che la pena di morte per i terroristi,
insieme ad altri mezzi, costituisca una reale deterrenza e aiuti a sradicare il
terrorismo in Israele", ha dichiarato MK Boker, aggiungendo che "è
giunto il momento di porre fine alla nostra umiliazione davanti al terrore e ai
nostri nemici. È importante che la famiglia di un terrorista che invia il figlio
a uccidere saprà che riceverà la peggiore punizione di tutte e non passerà
alcuni anni in un albergo a quattro stelle in una prigione israeliana e poi
sarà rilasciato con un accordo di scambio per tornare a uccidere civili
innocenti".
A seguito dell'ultimo massacro di tre membri della stessa
famiglia a Halamish, sia il primo ministro Benjamin Netanyahu che il ministro
della Difesa Avigdor Liberman si sono detti favorevoli all'esecuzione del
terrorista Omar al-'Abd del vicino villaggio di Qubar, che ha commesso gli
omicidi.
SOUTH CAROLINA (USA): KENNETH SIMMONS NON POTRÀ ESSERE
CONDANNATO A MORTE
25 luglio 2017: La Pubblica accusa rinuncia a contestare
l’annullamento del verdetto di colpevolezza di Kenneth Simmons, e si prepara
per un nuovo processo, che però non potrà portare ad una condanna a morte.
Simmons, oggi 60 anni, nero, venne condannato a morte il 2 marzo 1999 nella
Dorchester County con l’accusa di aver violentato ed ucciso, il 1° settembre
1996, una donna di 87 anni, Lily Bell Boyd.
La condanna a morte venne commutata in ergastolo nel 2014
dopo che la Corte Suprema di Stato ne riconobbe il ritardo mentale. Il 7
giugno, con una sentenza che la stessa corte suprema di stato ha definito
“azione straordinaria, riservata al più raro dei casi”, la Corte ha
riconosciuta all’imputato il diritto di “tornare indietro” nella sequenza dei
ricorsi. Infatti per legge, il ricorso sulle condizioni mentali può essere
fatto solo dopo aver concluso i ricorsi sulle prove.
Simmons ha avuto il parere positivo sia del giudice
Doyet A. Early III che, come abbiamo visto della Corte Suprema di Stato, per
contestare la prova del Dna usata originariamente nel processo, e la rilevanza
della sua confessione. Secondo il giudice Early, durante il primo processo le
informazioni fornite alla giuria popolare su come valutare i risultati dei test
del Dna sono state “confuse, fuorvianti e inaccurate”, e le circostanze di come
la confessione fosse stata ottenuta da un uomo con severi problemi mentali
tenuto a lungo sotto pressione dalla polizia sono state ampiamente
sottovalutate. Inizialmente la pubblica accusa aveva chiesto allo stesso
giudice Early di rivedere la sua posizione, ma due giorni fa, il 23 luglio,
Early ha confermato l’annullamento del verdetto di colpevolezza, ed oggi la
pubblica accusa ha annunciato che tenterà la ripetizione del processo, seppure
non potendo più chiedere la pena di morte. Il caso è stato seguito dagli
avvocati di The Innocence Network che si
sono coordinati con gruppi per i diritti delle persone con disabilità,
interessati al tema della facilità con cui persone con disabilità mentali
possono essere indotte a false confessioni.
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