giovedì 31 agosto 2017

LE STRADE DI FIRENZE


A Firenze esistono molte strade con nomi assolutamente inusuali che però hanno una logica spiegazione. Vorrei trattare di due strade che portano lo stesso nome ma che vengono contraddistinte dall’aggettivo. VIA DELLA VIGNA VECCHIA e VIA DELLA VIGNA NUOVA.
Perché si chiamano così ?
Via della Vigna Vecchia si trova  tra piazza San Firenze e via Isola delle Stinche.
La strada prende il nome dalla vigna dei monaci della Badia fiorentina.
Via della Vigna Nuova si trova tra Via Tornabuoni e Piazza Goldoni. La strada prende il nome dalla vigna dei monaci di San Pancrazio
LA BADIA FIORENTINA:
 E’ antichissima esisteva in questo luogo la chiesa di Santo Stefano detta "del popolo", che è ricordata già nel 960, quando venne venduta da un privato a Willa di Toscana, madre del marchese Ugo, per costruirvi attorno l'abbazia benedettina detta poi Badia Fiorentina (badia significa abbazia). La primitiva chiesa si trova dove oggi sorge la cappella Pandolfini, a fianco della chiesa principale, ricostruita nel Rinascimento su disegno di Benedetto da Rovezzano.
L'abbazia fu fondata invece nel 978. Ugo, divenuto marchese di Toscana, accrebbe con grande munificenza le donazioni della madre e il suo ricordo è stato perpetuato nei secoli, tanto che ogni 21 dicembre viene ancora celebrata una messa per il nobile benefattore, detto da Dante il Gran barone: sulla sua tomba posto un cuscino di fiori bianchi e rossi (i colori del suo stemma) e celebrata all'altar maggiore una messa solenne di suffragio con la partecipazione di popolo e autorità.
Grazie ad altre ingenti donazioni ed anche ai privilegi concessi da papi e da imperatori, l'abbazia acquistò o ereditò varie proprietà ad essa circostanti, ove aprirono le loro attività cartolai, miniatori, legatori, librai, che connotarono la zona con una produzione legata alla realizzazione di libri e pergamene.
Bonifacio di Canossa insediò come abate della badia il monaco eremita benedettino San Maurilio, che lasciò l'incarico nel 1055 per essere eletto da Guglielmo I d'Inghilterra vescovo di Rouen.
Ugo di toscana è sepolto nella chiesa della Badia ed il suo corpo è posto in un sepolcro opera di MINO DA FIESOLE
LA CHIESA DI SAN PANCRAZIO
La ex chiesa di San Pancrazio (o Brancazio, come la branca di leone sull'insegna di questo sestiere) si trova nell'omonima piazza a Firenze, incastonata su via della Spada, sul retro del Palazzo Rucellai posto in Via Della Vigna Nuova. Oggi ospita il Museo Marino Marini.




E-NEWS SETTEMBRE
31/08/2017



CIAK NOVECENTO
INEDITI D'AUTORE

Domenica 3, 10, 24 settembre ore 20.45

Nell’ambito dell’Estate Fiorentina 2017 l’Associazione Rive Gauche – Arte Cinema propone una rassegna dedicata ad alcuni capolavori del cinema internazionale non distribuiti in Italia. Il ciclo di proiezioni prevede la presentazione dei film in versione originale, con sottotitoli in lingua italiana realizzati in occasione della rassegna.

Dom. 3 settembre, The Brother of another planet - di John Sayles (USA 1984)
Dom. 10 settembre, Dominion:  prequel to the exorcist - di Paul Schrader (USA 2005)
Dom. 24 settembre, The hunter - di  Daniel Nettheim (Aus.lia 2011)
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MUSIC@NOVECENTO
PICCOLA RASSEGNA DI FISARMONICA CLASSICA
 

8, 9 e 16 settembre

A cura di Gruppo Aperto Musica Oggi

A partire dalla seconda metà del Novecento la Fisarmonica ha vissuto un processo di graduale sviluppo che l’ha elevata a rango di strumento d’arte da concerto, affrancandola dal suo contesto popolare di provenienza. GAMO vuole ricordare il grande fisarmonicista Salvatore Di Gesualdo con un ciclo di tre concerti, invitando alcuni di quegli artisti che al meglio potranno testimoniare la sua idea colta di fisarmonica classica da concerto. Scopri di più >


CIAK@NOVECENTO
OROBORUS, IL PIANO SEQUENZA E L'INFINITO
 

Martedì 12 settembre ore 18.30

Al Museo Novecento si inaugura la nuova edizione del Sequence Shot Film Festival con l’incontro dal titolo Oroborus: il piano-sequenza e l’infinito. Il critico cinematografico e autore televisivo Enrico Ghezzi, l’artista dell’immagine digitale Alessandro Bavari e il disegnatore Theo Caneschi affrontano il tema del piano-sequenza e dell’infinito nella loro trasposizione simbolica e filosofica nei vari linguaggi espressivi ed artistici. Scopri di più >


NOVECENTO PRESENTA
INTIMAMENTE KEMP
 

Mercoledì 13 settembre ore 18.00

Incontro di Lindsay Kemp con il pubblico.
Il pass d’ingresso è acquistabile attraverso il crowdfunding su "produzioni dal basso"
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MUSIC@NOVECENTO
MUSICAELETTRONICA.IT PLAY900
 

Venerdì 15 settembre ore 14-23

PLAY900 è un’esperienza sonora esclusiva e individuale pensata per gli spazi del Museo Novecento. La redazione di musicaelettronica.it, blog sulla ricerca musicale ideato da Tempo Reale, ha composto tre diverse playlist da ascoltare muovendosi liberamente negli ambienti del museo attraverso un sistema di cuffie WI-FI. Per l’occasione il Museo sarà visitabile con biglietto ridotto.
Scopri di più >


MOSTRA
VITTORIO GIORGINI ARCHITETTO: UN PROGETTO PER L'ARTE / "QUADRANTE" (1961-1964)

Fino al 1 ottobre 2017

È stata una delle gallerie d’arte più significative della scena fiorentina degli anni ’60: al Museo Novecento sarà possibile visitarne una ricostruzione grazie a questa mostra, allestita all'interno del percorso museale. L’iniziativa, inserita nell’ambito di Secret Florence 2017, fa parte di un più ampio progetto dedicato a riscoprire la figura dell’architetto fiorentino Vittorio Giorgini. Scopri di più >


MOSTRA
YTALIA
Fino al 1 ottobre

La mostra "YTALIA. Energia Pensiero Bellezza" dal Forte di Belvedere ha invaso la città: nelle sale delle esposizioni temporanee del Museo Novecento sono esposte opere di Alighiero Boetti, Gino de Dominics e Mario Merz, tre dei più grandi artisti contemporanei italiani. Scopri di più >



MUSEO NOVECENTO
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mercoledì 30 agosto 2017

GIACOMO LEOPARDI
A Silvia

Silvia, rimembri ancora
Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea
Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
E tu, lieta e pensosa, il limitare
Di gioventù salivi?
Sonavan le quiete
Stanze, e le vie dintorno,
Al tuo perpetuo canto,
Allor che all'opre femminili intenta
Sedevi, assai contenta
Di quel vago avvenir che in mente avevi.
Era il maggio odoroso: e tu solevi
Così menare il giorno.
Io gli studi leggiadri
Talor lasciando e le sudate carte,
Ove il tempo mio primo
E di me si spendea la miglior parte,
D'in su i veroni del paterno ostello
Porgea gli orecchi al suon della tua voce,
Ed alla man veloce
Che percorrea la faticosa tela.
Mirava il ciel sereno,
Le vie dorate e gli orti,
E quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
Lingua mortal non dice
Quel ch'io sentiva in seno.
Che pensieri soavi,
Che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
La vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
Un affetto mi preme
Acerbo e sconsolato,
E tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
Perchè non rendi poi
Quel che prometti allor? perchè di tanto
Inganni i figli tuoi?
Tu pria che l'erbe inaridisse il verno,
Da chiuso morbo combattuta e vinta,
Perivi, o tenerella. E non vedevi
Il fior degli anni tuoi;
Non ti molceva il core
La dolce lode or delle negre chiome,
Or degli sguardi innamorati e schivi;
Nè teco le compagne ai dì festivi
Ragionavan d'amore.
Anche peria fra poco
La speranza mia dolce: agli anni miei
Anche negaro i fati
La giovanezza. Ahi come,
Come passata sei,
Cara compagna dell'età mia nova,
Mia lacrimata speme!
Questo è quel mondo? questi
I diletti, l'amor, l'opre, gli eventi
Onde cotanto ragionammo insieme?
Questa la sorte dell'umane genti?
All'apparir del vero
Tu, misera, cadesti: e con la mano
La fredda morte ed una tomba ignuda
Mostravi di lontano.
CORREGGIO-L'ADORAZIONE DEL BAMBINO-GALLERIA DEGLI UFFIZI FIRENZE


L'Adorazione del Bambino è un dipinto a olio su tela (81x67 cm) di Correggio, databile al 1526 circa.
Il valore dell'opera fu compreso già nel Cinquecento quando venne donata dal Duca di Mantova Francesco I Gonzaga a Cosimo II de' Medici, nel 1617. I Medici infatti vollero esporla nella Tribuna degli Uffizi (6 novembre dello stesso anno), il luogo più prestigioso della Galleria granducale dove si ammiravano i più stimati dipinti.
Non si conosce niente della sua provenienza più antica, né della committenza relativa a questo quadretto chiaramente destinato alla devozione privata. Un'ipotesi, non sostenuta da alcun avallo documentario, vorrebbe tuttavia identificare quest'opera con quella ricordata da Vasari a Reggio Emilia e portata da Genova da Luigi Pallavicino. Agli Uffizi l'opera suscitò l'ammirazione del pittore Johann Zoffany che ne produsse una copia; ne esiste anche una miniata di Giovan Battista Stefaneschi.
La datazione si basa su dati stilistici: il Bottari suggerì il 1524-1526, mettendola in relazione con le opere della cappella del Bono, quali la Deposizione o il Martirio dei quattro santi. Condivide inoltre con la Madonna della Cesta e il Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria del Louvre uno spiccato tono di intimismo.
Questa piccola opera, che rappresenta un soggetto semplicissimo quale l'Adorazione del Bambino da parte della Vergine, permette di verificare la capacità del Correggio di rinnovare la tradizione iconografica puntando sullo studio e sulla rappresentazione dei "moti dell'animo". È infatti il gesto naturalissimo della Vergine con le mani dolcemente dischiuse e l'espressione rapita in contemplazione del piccolo Bambino a rendere tanto fresca e deliziosa questa immagine. L'intimo rapporto tra madre e figlio è valorizzato anche dall'idea di poggiare il piccolo neonato su un lembo del suo mantello.
Sono stati rilevati alcuni possibili significati simbolici relativi alla pianta di fico visibile sulla destra o alla stoffa bianca su cui poggia il Bambino: motivo che potrebbe essere interpretato in termini eucaristici. Più esplicite, tuttavia, sebbene ancora minimizzate, sono le allusioni alla fuga in Egitto per mezzo della sella visibile in primo piano e della palma ondeggiante sullo sfondo. Lo stesso vale per il fico che cresce dalle rovine, e che serve a ricordare come il sacrificio di Cristo abbia redento la prima disobbedienza di Adamo. Le rovine antiche invase dall'erba alludono alla fine del paganesimo.
La scena è inondata da una luce dorata che sullo sfondo compone un luminoso tramonto o, più verosimilmente, un'alba.
Terremoto Centro Italia, minori migranti, bomboniere.
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PERCHÉ ABBIAMO FIRMATO IL CODICE DI CONDOTTA PER LE ONG NEL MEDITERRANEO
A seguito della nostra scelta di firmare il Codice di Condotta proposto dal Ministero dell’Interno alle Ong, ci sono state sottoposte molte domande in merito, per questa ragione abbiamo deciso di esporre qui di seguito i motivi che ci hanno spinto a firmare.
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