NO ALLA PENA DI MORTE
. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : ARABIA SAUDITA: DIECI PRIGIONIERI GIUSTIZIATI 2. NEWS FLASH: VIETNAM: I FUNZIONARI CORROTTI
EVITANO LA PENA DI MORTE SE RESTITUISCONO I SOLDI RUBATI 3. NEWS FLASH: GIAPPONE: IMPICCATI DUE
PRIGIONIERI DEL BRACCIO DELLA MORTE 4.
NEWS FLASH: SINGAPORE: MALESE IMPICCATO PER TRAFFICO DI DROGA 5. NEWS FLASH: USA: IL NUMERO DI PERSONE UCCISE
DALLA POLIZIA SI MANTIENE COSTANTE 6. I
SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
ARABIA SAUDITA: DIECI PRIGIONIERI GIUSTIZIATI
I primi sei prigionieri sono stati giustiziati il 10
luglio 2017 dopo essere stati riconosciuti colpevoli di omicidio e traffico di
droga, hanno reso noto fonti ufficiali saudite.
Si tratta del più alto numero di detenuti giustiziati in
un solo giorno nel Regno dall’inizio dell’anno.
Un cittadino pakistano è stato giustiziato per traffico
di droga mentre cinque sauditi erano stati condannati a morte per omicidio, ha
precisato il Ministero degli Interni di Riad.
L’11 luglio le autorità saudite hanno giustiziato quattro
uomini condannati da un tribunale segreto anti-terrorismo, compreso almeno un
uomo condannato per accuse legate alle proteste. Si tratta della prima
esecuzione effettuata da un tribunale anti-terrorismo dall’esecuzione di massa
nel gennaio 2016, in cui furono uccisi diversi manifestanti condannati dal
tribunale.
In un comunicato le autorità saudite hanno detto di aver
giustiziato quattro "terroristi" della Provincia Orientale del paese.
Secondo l'organizzazione internazionale per i diritti
umani Reprieve, almeno uno degli uomini giustiziati oggi era stato condannato a
morte per aver protestato. L'uomo sarebbe stato torturato affinché firmasse
una"confessione", sulla cui base era stata emessa la condanna
capitale.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
VIETNAM: I FUNZIONARI CORROTTI EVITANO LA PENA DI MORTE
SE RESTITUISCONO I SOLDI RUBATI
13 luglio 2017: Emendamenti al codice penale del Vietnam,
che entreranno in vigore nel gennaio 2018, consentono a coloro che sono stati
dichiarati colpevoli di corruzione la possibilità di sfuggire alla pena di
morte se restituiscono il 75% dei loro introiti.
Chi viene condannato a morte per corruzione o ricezione
di tangenti può ricevere la commutazione in ergastolo se collabora con le
autorità durante l'inchiesta e restituisce volontariamente almeno il 75% dei
guadagni illegali, hanno dichiarato i funzionari in una conferenza stampa
presso l’Ufficio del Presidente il 12 luglio.
Il Codice Penale 2015 sarebbe dovuto entrare in vigore
nel luglio 2016, ma è stato messo da parte a causa di diversi errori.
L'Assemblea Nazionale del Vietnam ha approvato la legge riveduta il mese
scorso.
La clausola era una delle parti controverse del nuovo
codice. Alcuni legislatori hanno sostenuto che avrebbe indebolito la lotta
contro la corruzione, che il governo vietnamita ha stabilito come una delle sue
priorità.
Secondo il codice penale 1999, la pena capitale poteva
colpire coloro che avevano abusato del loro potere per intascare VND 500
milioni (22.000 dollari Usa) o percepire tangenti di almeno VND 300 milioni. I
lavoratori vietnamiti hanno guadagnato lo scorso anno una media di $ 2.200.
La nuova legge risparmia la condanna a morte ai maggiori
di 75 anni d’età, così come a coloro riconosciuti colpevoli di rapina e di aver
vandalizzato attrezzature e opere significative per la sicurezza nazionale, di
essersi opposti all’ordine, arresi al nemico, per il possesso e traffico di
droga e la produzione e il commercio di cibo contraffatto. Il che porterà il
numero di reati capitali in Vietnam da 22 a 15.
GIAPPONE: IMPICCATI DUE PRIGIONIERI DEL BRACCIO DELLA
MORTE
13 luglio 2017: Il ministero della giustizia del Giappone
ha annunciato l'esecuzione di due prigionieri del braccio della morte, ha
riportato il Sankei Shimbun.
Secondo il ministero, Masakatsu Nishikawa, 61 anni, che
aveva ucciso quattro donne manager di club di hostess nel 1991, e Koichi
Sumita, 34, sono stati entrambi impiccati. Il ministro della Giustizia
Katsutoshi Kaneda ha ordinato le esecuzioni.
Tra il 13 e il 28 dicembre 1991, Nishikawa uccise le
quattro donne - Kyo Harada (55), Noriko Murakami (51), entrambe di Kyoto,
Kumiko Masaki (45), della Prefettura di Hyogo, e Fumiko Takahashi (55) della
prefettura di Shimane – strangolandole e pugnalandole. Inoltre avrebbe derubato
le vittime di più di 200.000 yen in contanti.
Il mese successivo, Nishikawa tentò di strangolare Ayame
Katsura, una lettrice di rakugo di 37 anni, nella sua residenza a Osaka.
Il 30 settembre 2011 Sumita stuprò Misa Kato, 27 anni,
all'interno di un magazzino di un'azienda in cui era occupata. Poi la pugnalò
circa 10 volte. Sumita, che aveva lavorato in precedenza con Kato, poi guidò un
veicolo contenente il cadavere fino ad un garage nel quartiere Sumiyoshi di
Osaka dove il corpo fu smembrato e scaricato in un sito di immondizia e in un fiume.
Ci sono state complessivamente 19 esecuzioni sotto
l'amministrazione del primo ministro Shinzo Abe, entrato in carica nel dicembre
del 2012.
L’ultima esecuzione risaliva al mese di novembre dello
scorso anno, quando Kenichi Tajiri è stato impiccato per aver ucciso due donne
nella prefettura di Kumamoto.
SINGAPORE: MALESE IMPICCATO PER TRAFFICO DI DROGA
14 luglio 2017: Singapore ha giustiziato un trafficante
di droga malese, malgrado una richiesta di clemenza delle Nazioni Unite e le
preoccupazioni espresse dai gruppi per i diritti sulle mancanze nel suo
processo.
Prabagaran Srivijayan era stato arrestato nel 2012 dopo
che 22,24 g di eroina erano stati trovati nell'auto che guidava, quando era
stato fermato a un posto di blocco mentre si recava a Singapore.
Era stato condannato a morte due anni dopo, dopo essere
stato riconosciuto colpevole di traffico di droga. Il 29enne è stato impiccato
in carcere, ha reso noto l'Ufficio Centrale Narcotici della città-stato.
L'Ufficio ha detto che la quantità di droga di cui era in
possesso "è sufficiente per alimentare la dipendenza di circa 265
consumatori per una settimana".
Aveva proclamato la sua innocenza e aveva lanciato
appelli sia a Singapore che nel suo paese d'origine, tra cui una richiesta alla
Corte d'Appello della Malesia affinché portasse la vicina città-stato davanti
alla Corte Internazionale della Giustizia dell'Aia.
I suoi appelli a Singapore, tra cui uno al tribunale del
13 luglio e un appello al Presidente, sono stati tutti respinti.
Anche L’Ufficio per il Southeast Asia delle Nazioni Unite
aveva chiesto questa settimana a Singapore di non procedere con l’esecuzione.
USA: IL NUMERO DI PERSONE UCCISE DALLA POLIZIA SI
MANTIENE COSTANTE
1 luglio 2017: A metà anno, le persone uccise dalla
polizia sono 492.
La cifra aggiornata al 30 giugno è in linea con il totale
di 963 persone uccise nel 2016, e le 991 uccise nel 2015. Lo scrive il
Washington Post, che appunto dal 2015 coordina un progetto che, attraverso una
rassegna stampa capillare, tiene il conto di queste morti.
“Fatal Force” ha preso le mosse dopo il famoso caso di
Michael Brown, un ragazzo di colore disarmato ucciso a Ferguson, nel Missouri,
il 9 agosto 2014. La vicenda provocò disordini, e alla dichiarazione, per
diversi giorni, dello stato di emergenza e del coprifuoco. Metà delle persone
uccise è bianca, un quarto nera. La percentuale di maschi neri uccisi risulta
particolarmente sproporzionata rispetto al fatto che i neri costituiscono solo
il 6% della popolazione Usa.
Un quarto di tutte le persone uccise aveva problemi di
malattia mentale. Il database del Washington Post indica dati sommari su ogni
caso. In un quarto dei casi il WP è riuscita ad identificare i nomi degli
agenti coinvolti. WP cerca di identificare se le persone uccise fossero armate
o meno. Al 30 giugno, le persone sicuramente disarmate uccise erano 27. Nello
stesso semestre del 2016 erano state 34, e nel 2015 50. Il Dipartimento di
Polizia con più vittime è quello di Los Angeles: dal gennaio 2015 ad oggi ha
ucciso 47 persone.
Funzionari del dipartimento sostengono che le cose ora
stanno migliorando, con più addestramento, più attenzione alla prevenzione, e
regole di ingaggio depotenziate. Anche il FBI tiene da anni un conteggio delle
vittime della polizia, che vengono definiti “omicidi giustificati”. Le cifre
sono circa la metà di quelle riportate dal Washington Post.
Nell’ottobre 2016 James B. Comey, il direttore del FBI in
seguito licenziato da Trump, aveva dichiarato che i dati della sua agenzia,
paragonati a quelli di Washington Post e Guardian, erano “imbarazzanti e
ridicoli”, e che l’Agenzia si impegnava a migliorarli. A parziale
giustificazione ha spiegato che le polizie partecipano a titolo volontario alla
raccolta di dati, e che mentre per le altre fattispecie i dati delle varie
polizie risultano molto attendibili, evidentemente per questo aspetto c’è una
certa renitenza.
Un progetto simile a quello del WP è condotto anche dalla
testata The Guardian. Le cifre del progetto “The Counted” sono leggermente più
alte, ad esempio le vittime censite nel 2016 sono 1093, e 1145 nel 2015.
Washington Post segnala che anche il numero degli agenti
uccisi in servizio è sostanzialmente stabile nel corso degli ultimi anni:
Riportando i dati del FBI, sarebbero 21 gli agenti uccisi in servizio nel primo
semestre dell’anno, 2 in meno rispetto allo stesso periodo del 2016.
Nell’intero 2016 gli agenti uccisi in servizio sono stati 66, compresi due casi
di incidente in cui gli agenti sono stati uccisi per sbaglio da colleghi. Gli
agenti uccisi erano stati 41 nel 2015 (e 45 a seguito di incidenti). Nel
complesso gli agenti di polizia negli Usa sono circa 900.000.
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