di
Matteo Mainardi
Ad
un anno dalla scomparsa di Max Fanelli, attivista per il diritto
all’autodeterminazione nel fine vita, il Parlamento tace non solo sulla
proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione
dell’eutanasia, ma anche sul testamento biologico.
Seppur
nella prima settimana di luglio i capigruppo in Senato avessero
calendarizzato la discussione di quest’ultima legge per il giorno 25
luglio, la promessa è stata subita tradita. L’ordine del giorno della
seduta di martedì prossimo reca infatti la discussione delle mozioni in
materia di agricoltura e la conversione in legge del cosiddetto
“Decreto Sud”. Sparita
dunque la discussione sul testamento biologico con la
complicità del più assoluto silenzio dei media.
La
legge rimane dunque ancora ostaggio
della Commissione Igiene e Sanità dove dalla prossima
settimana inizierà l’esame degli emendamenti dopo una sospensione di
quasi un mese.
Il
mancato recepimento della discussione nell’ordine del giorno dell’Aula
per il 25 luglio, ne comporta lo slittamento della trattazione. Fonti
interne a Palazzo Madama parlano di uno scivolamento a settembre,
quindi in periodo pre-elettorale e in mezzo alla legge finanziaria.
Altri prospettano addirittura uno spostamento a gennaio. Voci a parte,
l’obiettivo sembra sempre più chiaro: far saltare la legge sul
testamento biologico anche in questa legislatura.
Mentre
un Parlamento assente evita un dibattito atteso ormai da troppi anni,
per la morte di Dj Fabo la procura di Milano ha formalizzato la
richiesta di rinvio a giudizio per Marco
Cappato. L’Associazione Luca Coscioni
continua invece la propria iniziativa politica attraverso la
sollecitazione di ogni singolo parlamentare.
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