giovedì 30 marzo 2017

ANTONELLO DA MESSINA-MADONNA COL BAMBINO-GALLERIA DEGLI UFFIZI 

 FIRENZE  

La Madonna col Bambino e angeli reggicorona è un dipinto a olio e oro su tavola (114,8x54,5 cm) di Antonello da Messina, databile al 1470-1475 circa.
La Madonna col Bambino di Antonello venne riscoperta sotto pesanti ridipinture e acquistata, col San Giovanni Evangelista dal museo fiorentino nel 1996. L'altissima qualità della pittura aveva infatti palesato l'opera del grande maestro, collegando le due tavole con quella, di analogo formato, nella Pinacoteca del Castello Sforzesco di Milano e, forse, con le tre cuspidi dei Dottori della Chiesa nel Museo regionale di Palazzo Abatellis a Palermo.
La Madonna col Bambino si trova su un trono intagliato, di gusto catalano, avvolta in un ampio manto blu che ne esalta la plasticità dilatata e tridimensionale. Lo schienale è coperto da un telo bianco e sopra di esso si trova disteso un telo verde in cui si vedono le pieghe come se fosse appena stato steso. Esso, così come i due piccoli angeli che reggono la corona di rose di Maria, è uno stilema che deriva dall'arte fiamminga, della quale Antonello fu il principale mediatore in Italia, influenzando a sua volta altre scuole locali, in particolare quella veneziana. Non a caso nel museo fiorentino le due tavole si trovano esposte nella sala dei Fiamminghi, a confronto con le tavole degli artisti nordici della seconda metà del secolo, come Hans Memling.
La fisionomia di Maria è tipica delle Madonne di Antonello, dal sapore così spiccatamente mediterraneo, mentre il Bambino è ritratto in un gesto naturale di abbracciare la madre, afferrandole il velo e sporgendosi per unire i due volti, secondo uno schema di affettuosa intimità già usato da Donatello.

mercoledì 29 marzo 2017

MICHELANGELO-IL GENIO DELLA VITTORIA-PALAZZO VECCHIO 

 FIRENZE 

Il Genio della Vittoria è una scultura marmorea (h 261 cm) di Michelangelo Buonarroti, databile al 1532-1534 circa e conservata nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze.
Non si sa di preciso quando la statua venne scolpita, ma essa è in genere riferita al progetto per la tomba di Giulio II, destinata a decorare una delle nicchie inferiori di uno degli ultimi progetti, magari quello del 1532 a cui sono riferiti anche i Prigioni della Galleria dell'Accademia. Forse nel monumento era accoppiato, sull'altro lato, a una figura di lottatori simile, di cui esiste un bozzetto a Casa Buonarroti: il cosiddetto Ercole-Sansone.
Con le celebri statue non-finite, la MAGNIFICENZA E BELLEZZA DI ELIA ha infatti in comune una parte della storia nota: rimaste nello studio dell'artista in via Mozza dopo la sua definitiva partenza da Firenze nel 1534, divennero di proprietà di suo nipote Leonardo Buonarroti, il quale provò prima a venderle nel 1544 (senza ottenere però la necessaria autorizzazione), poi, su suggerimento di Daniele da Volterra, a farle collocare sulla tomba di Michelangelo in Santa Croce (1564), ma Giorgio Vasari espresse un parere negativo, suggerendo piuttosto di regalarle al duca Cosimo I de' Medici, come di fatto avvenne quello stesso anno. Se i Prigioni vennero destinati alla Grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli, il Genio finì per decorare il Salone dei Cinquecento, lungo le pareti, mischiato tra le statue delle Fatiche di Ercole di Vincenzo de' Rossi e altre.
Nel 1868, tre anni dopo l'apertura del Museo nazionale del Bargello, la statua venne destinata alle raccolte di statuaria fiorentina che allora si andavano radunando nel museo. Tornò a Palazzo Vecchio solo il 6 novembre 1921, venendo però collocata nella nicchia moderna al centro della parete posteriore della sala, dove era stata ospitata al tempo di Firenze capitale la statua di Girolamo Savonarola, oggi in piazza Savonarola. Solo in anni recenti si è preferito riportarla alla sua collocazione antica lungo la parete destra.
L'assegnazione al progetto della tomba e la datazione si basa su elementi stilistici che legano l'opera ai Prigioni, come la torsione del corpo e l'anatomia vigorosa, le misure compatibili. Inoltre sulla testa ha una corona di foglie di quercia che alluderebbe allo stemma Della Rovere.
La scultura non rappresenta un momento di lotta, essendo un'allegoria, ma rappresenta lo stato del vincitore, che domina lo sconfitto tenendolo sottomesso con agilità, con una gamba che blocca il corpo del sottomesso, ripiegato e incatenato. Il giovane che rappresenta il genio è bello ed elegante, mentre il dominato è vecchio e barbuto, con un fisico flaccido e un'espressione rassegnata. Anche le superfici sono trattate in maniera diversa per esaltare espressivamente il contrasto tra le due figure: il giovane levigato alla perfezione, il vecchio ruvido e incompleto, per lasciare il ricordo della pesante pietra di cui è fatto.
Secondo alcuni studiosi, il Genio avrebbe le fattezze di Tommaso de' Cavalieri, giovane nobile romano conosciuto da Michelangelo a Roma nel 1532, del quale il Buonarroti si sarebbe invaghito e a cui dedicò molte rime amorose; il vecchio, invece, succube del Genio, alluderebbe allo stesso Michelangelo, vinto dalle armi della bellezza di Tommaso.


E-NEWS APRILE
29/03/2017



VISIONI DAL NORD
Mostra temporanea, fino al 21 maggio

Per la prima volta a Firenze le opere della Collezione Kunila, tra le più grandi raccolte private di pittura moderna dell’Europa nordorientale. La città si prepara a scoprire i segreti della tradizione pittorica del Baltico.
Scopri la mostra >
Scopri le visite guidate e le attività per famiglie >


PAGINE D'ARTE
Vittorio Pica e la ricerca della modernità
Mercoledì 5 aprile ore 17.30

Cosmopolita, «amante del raro» e convinto sostenitore degli artisti e dei letterati «d’eccezione », Vittorio Pica è stato una figura centrale del sistema dell’arte in Italia fra Otto e Novecento. Presentazione del libro a cura di Davide Lacagnina, intervengono Michele Dantini e Claudio Pizzorusso. All’incontro saranno presenti gli autori. Scopri di più >


VISIONI DAL NORD
Rassegna di cinema estone 
7, 14, 21, 28 aprile ore 21.00

In occasione della mostra, il museo presenta una rassegna dedicata al cinema estone. La selezione di film e cortometraggi mira ad offrire al pubblico una panoramica diversificata sulla produzione cinematografica estone contemporanea. Scopri di più >


I GRANDI ARTISTI DEL NOVECENTO
Arturo Martini
Domenica 9 aprile ore 15.00


Originario di Treviso, Arturo Martini è una delle figure più influenti della scultura italiana del Novecento. Le sue opere, costruite in forme insieme morbide e compatte, hanno un sapore arcaico mantenendosi lontane, tuttavia, dalla classicità magniloquente recuperata del regime fascista.“Per due anni ho studiato la scultura etrusca, e per cinque l’ho ridata. Io sono il vero etrusco…”. Scopri di più >


NOVECENTO PRESENTA
Opportunità europee per promuovere il patrimonio culturale, la cittadinanza europea e l’integrazione sociale
Martedì 18 aprile ore 14.30

Il convegno mira a illustrare l’Azione UE “Marchio del Patrimonio Europeo” e i Bandi del Programma “Europa per i Cittadini”. L’Azione “Marchio del Patrimonio Europeo” è un’iniziativa UE volta a selezionare siti che abbiano giocato un ruolo cruciale nella cultura e nella storia europea, caratterizzati da un forte valore simbolico, che vada al di là dei confini nazionali. Scopri di più >


VISIONI DAL NORD
Jaan Toomik. Lecture di Eero Epner.
Mercoledì 26 aprile ore 17.30

Jaan Toomik (nato nel 1961) è fra gli artisti estoni più noti a livello internazionale. Da sempre impegnato nei campi della pittura, della video-arte e della performance, negli ultimi anni ha iniziato a dedicarsi anche alla regia cinematografica. La lecture indagherà la forza espressiva sottesa ai suoi lavori, le cui origini possono essere rintracciate negli strati più nascosti della psicologia umana Scopri di più >


VISIONI DAL NORD
Visite guidate con il curatore
Giovedì 27 aprile ore 12.00

Visita guidata del curatore della mostra Eero Epner in lingua inglese.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti con biglietto ingresso mostra. L’ingresso non prevede l’accesso al percorso museale. Prenota >



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