Un anno fa lo Stato
islamico conquistava diverse regioni dell’Iraq. Da allora, la popolazione
civile è caduta in una spirale mortale di violenza settaria.
Sono indicibili le sofferenze
che i nostri ricercatori hanno ascoltato.
"C'erano
corpi ovunque… Alcuni alla discarica, altri in un campo. Non posso
dimenticare quello che ho visto: crani spappolati, corpi in posizione
contorta, pozze di sangue. Anche i bambini hanno visto tutto questo. I loro
pianti mi risuonano ancora nelle orecchie…" .
È inimmaginabile il dolore
di Nadia, che ha perso figlio, marito e cognato.
In questo terribile anno, siamo
stati in Iraq per raccogliere le testimonianze dei
sopravvissuti, intervistare padri e madri di chi è stato ucciso e delle
donne e bambine rapite, stuprate e ridotte in schiavitù sessuale.
Abbiamo raccolto le
prove di crimini efferati dello Stato islamico e della brutale risposta
delle forze governative e delle milizie sciite sostenute dal governo; li
abbiamo denunciati in rapporti e in una nuova mappa interattiva.
Ascoltiamo le
sofferenze di uomini e donne.
Raccogliamo le prove delle violazioni commesse.
Denunciamo queste violenze, che devono essere fermate.
È il tuo sostegno che ci
permette di svolgere missioni, di denunciare.
Ed è solo grazie a te che possiamo fermare queste violenze.
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