sabato 28 marzo 2020

      NESSUNO   TOCCHI   CAINO        
      no  alla   pena   di    morte          







1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : COLORADO (USA): ABOLITA LA PENA DI MORTE NELLO STATO 2.  NEWS FLASH: CARCERI. NESSUNO TOCCHI CAINO, BENE MATTARELLA SU DETENUTI COME PARTE DELLA COLLETTIVITA’
3.  NEWS FLASH: SIRIA: IL PRESIDENTE ASSAD CONCEDE L’AMNISTIA 4.  NEWS FLASH: GIAPPONE: PRIMA DI ESSERE IMPICCATO, MEMBRO SETTA AUM SHINRIKYO HA ESORTATO ASPIRANTI TERRORISTI A NON ESEGUIRE ATTENTATI 5.  NEWS FLASH: IRAN: 70 PRIGIONIERI POLITICI A TEHERAN E KARAJ PROTESTANO PER LA DIFFUSIONE DEL CORONAVIRUS 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


COLORADO (USA): ABOLITA LA PENA DI MORTE NELLO STATO Il Governatore del Colorado Jared Polis ha ratificato l’abolizione della pena di morte nello Stato.

Polis, 44 anni, bianco, Democratico, ha controfirmato in pubblico la legge (SB 20-100) che era stata approvata il 30 gennaio dal Senato, e il 26 febbraio dalla Camera.
Il Colorado è il 22° stato che ha abolito la pena capitale, ed è il 10° stato a farlo dal 2004.
Contestualmente Polis ha anche commutato le condanne a morte dei 3 uomini nel braccio della morte in altrettanti ergastoli senza condizionale. A beneficiare della commutazione sono Nathan Dunlap, Sir Mario Owens, e Robert Ray, tutti di colore.
Il Colorado, uno stato con 5 milioni di abitanti, da quando ha reintrodotto la pena di morte nel 1975, ha giustiziato una sola persona, Gary Lee Davis nel 1997.
La commutazione non era inclusa nella legge, che si applica ai reati processati dopo il 1° luglio 2020, e non è retroattiva, ma Polis, con una dichiarazione scritta, ha voluto spiegare la ratio della sua decisione. “Le commutazioni sono generalmente concesse a seguito di cambiamenti straordinari negli autori dei reati. Non è per questo che sto commutando queste condanne. Piuttosto, le commutazioni di questi individui spregevoli e colpevoli sono coerenti con l'abolizione della pena di morte nello stato del Colorado e coerenti con il riconoscimento che la pena di morte non può essere, e non è mai stata, amministrata equamente nello stato del Colorado“.
Il governatore ha detto che sa che la sua decisione non sarà popolare tra tutti gli abitanti dello stato. "Mentre capisco che alcune vittime sono d'accordo con la mia decisione e altri non sono d'accordo, spero che questa decisione fornisca loro quella chiarezza e certezza che serve per andare avanti", ha detto.
La decisione di Polis di firmare la legge sulla pena di morte non è stata una sorpresa, più volte in passato si era espresso a favore dell’abolizione.
Contrari alla legge erano stati in Parlamento due democratici, la senatrice Rhonda Fields e il deputato Tom Sullivan. Il figlio della Fields e la sua fidanzata furono uccisi da Ray e Owens. Il figlio di Sullivan è una delle 12 vittime di uno squilibrato, James Holmes, che, il 20 luglio 2012, in un cinema dove si proiettava un film di Batman, travestito da Joker aveva aperto il fuoco sul pubblico. Holmes nel 2015 venne condannato all’ergastolo senza condizionale perché la giuria popolare non aveva raggiunto l’unanimità.
In linea di principio da qui al 1° luglio quando l’abolizione entrerà in vigore, alcuni processi ancora non terminati potrebbero portare ad altre condanne a morte, ma è molto improbabile. L’ultima condanna a morte venne emessa in Colorado nel giugno 2009, ed era quella contro Ray.
Nathan Dunlap, 46 anni, nero, venne condannato a morte il 17 maggio 1996 con l’accusa di aver ucciso, nella notte del 14 dicembre 1993, 4 dipendenti, due dei quali di 17 anni, di un fast-food dal quale era stato da poco licenziato.
Sir Mario Owens e Robert Ray, entrambi 34 anni, neri, erano stati condannati a morte rispettivamente nel 2008 e nel 2010 per complicità nello stesso reato: erano accusati di aver organizzato l’omicidio di Javad Marshall-Fields, che doveva testimoniare contro Ray per un altro omicidio. Nell’agguato del 20 giugno 2005 era rimasta uccisa anche la fidanzata di Marshall-Fields, Vivian Wolfe. Entrambe le vittime avevano 22 anni.


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

CARCERI. NESSUNO TOCCHI CAINO, BENE MATTARELLA SU DETENUTI COME PARTE DELLA COLLETTIVITA’
L’associazione Nessuno tocchi Caino-Spes contra spem apprezza le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha rivolto alle detenute e ai detenuti delle carceri del Nord Est.
Lo ringrazia per aver sottolineato che i detenuti fanno parte delle collettività e per aver richiamato l’attenzione sul fatto che le carceri versano in una situazione difficile per il sovraffollamento e che va rispettata la loro dignità umana.
Gli esponenti dell’associazione Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti si augurano che il Governo ora si faccia interprete di questo alto richiamo ed operi subito nel senso di un’adozione immediata di misure volte a ridurre in maniera significativa il sovraffollamento carcerario che, oltre ad essere già causa primaria di violazioni dei diritti umani fondamentali, rischia di essere anche pericoloso focolaio di contagio non solo per i detenuti ma anche per gli operatori penitenziari e per l’intera collettività.
“Per noi, la principale misura da adottare deve essere quella di una moratoria immediata dell'esecuzione penale volta a ridurre drasticamente i numeri della popolazione carceraria con provvedimenti che potrebbero riguardare ad esempio i casi di detenzione per brevi pene o residui di pena da espiare, senza le attuali preclusioni previste dal decreto, anzi allargando la platea a chi ha un residuo pena inferiore a quattro anni e limitando al massimo la custodia cautelare in carcere.
Moratoria dell’esecuzione penale e provvedimenti come amnistia ed indulto si confermano essere le uniche misure idonee a riportare le carceri e la giustizia nell’alveo dello Stato di Diritto, unica alternativa a tutte le emergenze” hanno concluso gli esponenti di Nessuno tocchi Caino-Spes contra spem.


SIRIA: IL PRESIDENTE ASSAD CONCEDE L’AMNISTIA Il presidente siriano Bashar Assad ha concesso un’amnistia e ha ridotto le condanne per tutti i crimini commessi prima del 22 marzo 2020, offrendo allo stesso tempo l'amnistia ai militari disertori a condizione che si presentino nei prossimi mesi.
Amnistie simili sono state concesse nel Paese in diverse occasioni, l'ultima a settembre dello scorso anno.
Il decreto non dice se la liberazione di prigionieri sia parte di un tentativo di fermare la diffusione del nuovo coronavirus all'interno delle carceri siriane. La Siria è l'unico Paese del Medio Oriente che finora ha riferito di zero casi di coronavirus. Nel Paese dilaniato dalla guerra sono state adottate misure rigorose per impedire la diffusione del virus, inclusa la chiusura di ristoranti e caffè.
Il conflitto in Siria ha ucciso oltre 400.000 persone e sfollato metà della popolazione. L’Opposizione sostiene che decine di migliaia di attivisti antigovernativi siano detenuti nelle carceri di tutto il Paese.
Quest’ultimo decreto concede l'amnistia per diversi crimini che non erano stati inclusi nelle precedenti amnistie.
Tuttavia, il provvedimento non indica esplicitamente a quali reati si riferisca, ma li indica con il numero assegnato loro nel codice penale siriano. Un consigliere del governo, Abdul-Qader Azouz, ha dichiarato che l'amnistia riguarda i crimini commessi dall'inizio della guerra nel 2011, come attività antigovernative online e alcuni atti di terrorismo.
In base al decreto, la pena di morte viene sostituita dall’ergastolo con lavori forzati, mentre i condannati all'ergastolo sconteranno 20 anni con lavori forzati. Verrà dimezzata la pena per i detenuti minorenni.
I prigionieri che soffrono di malattie incurabili e quelli di età superiore ai 70 anni al 22 marzo, saranno liberati.
I disertori dell'esercito all'interno del Paese riceveranno l'amnistia se si arrenderanno entro tre mesi, mentre quelli al di fuori del Paese hanno sei mesi per arrendersi, secondo il decreto.
L'amnistia non include i prigionieri condannati per traffico di armi o spaccio di droga.


GIAPPONE: PRIMA DI ESSERE IMPICCATO, MEMBRO SETTA AUM SHINRIKYO HA ESORTATO ASPIRANTI TERRORISTI A NON ESEGUIRE ATTENTATI Un ex alto membro della setta Aum Shinrikyo ha scritto una lettera in inglese in cui ha esortato gli aspiranti terroristi a non eseguire i loro attacchi pianificati, prima di essere giustiziato nel 2018 per il suo coinvolgimento nell'attacco con gas nervino sarin del 1995 nella metropolitana di Tokyo.
"Voglio che i "futuri terroristi" fermino i loro attacchi di propria volontà prima di diventare “veri terroristi," ha scritto Tomomasa Nakagawa nel braccio della morte, nella lettera fatta avere a Kyodo News dal suo avvocato nel marzo 2020.
"Sono molto sicuro che cadrebbero in una profonda disperazione se vedessero il risultato del loro attentato", dice la lettera, che non ha data o titolo.
Nakagawa ha espresso rimorso per il letale attacco col sarin, dicendo: "Mi sono gradualmente reso conto che il nostro attacco è stato estremamente dannoso per le vittime e le loro famiglie".
"Non è successo nulla di buono dopo l'attacco della metropolitana", ha scritto Nakagawa, che partecipò alla produzione del gas sarin.
Nakagawa ha trasmesso la lettera a Kyodo News attraverso il suo avvocato, prima di essere impiccato insieme al fondatore di Aum Shinrikyo, Shoko Asahara, il cui vero nome era Chizuo Matsumoto, e altri 11 membri del gruppo per l'attacco della metropolitana e altri crimini, incluso l'omicidio dell'avvocato Tsutsumi Sakamoto e della sua famiglia nel 1989 e un attacco col sarin a Matsumoto, nella prefettura di Nagano, nel 1994.
Nakagawa, che è stato il principale medico di Asahara, ha anche implorato i potenziali terroristi di "immaginare cosa accadrà nel mondo post-attacco mentre vivono nel mondo pre-attacco".
"Quello che ho scritto qui è troppo in ritardo per me", dicono le parole finali della lettera.
Mentre era nel braccio della morte, Nakagawa ha contribuito alla realizzazione del Rapporto di Richard Danzig, un ex segretario della Marina degli Stati Uniti, che ha studiato lo sviluppo da parte dell’Aum Shinrikyo di armi biochimiche come il gas sarin.
La lettera era stata pensata per Danzig, tuttavia non è stato possibile raggiungerlo a causa di un disguido, secondo l'avvocato di Nakagawa.
Nakagawa aveva anche incontrato regolarmente Anthony Tu, professore emerito presso la Colorado State University e tossicologo autore di Ricerche riguardanti gli attentati della setta.
Danzig e Tu "hanno condotto interviste con me per prevenire futuro terrorismo", ha scritto Nakagawa nella lettera.
L'attentato nella metropolitana di Tokyo nel marzo 1995, che prese di mira cinque vagoni durante un’ora di punta del mattino, causò la morte di 14 persone e oltre 6.000 feriti.


IRAN: 70 PRIGIONIERI POLITICI A TEHERAN E KARAJ PROTESTANO PER LA DIFFUSIONE DEL CORONAVIRUS Settanta prigionieri politici a Teheran e Karaj stanno protestando per la diffusione del Coronavirus nelle carceri, ha riferito Iran-HRM il 22 marzo 2020.
Quaranta prigionieri politici nel Penitenziario Maggiore di Teheran il 16 marzo hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il rifiuto della magistratura di concedere licenze a prigionieri politici e prigionieri di coscienza dopo la diffusione del Coronavirus nelle carceri.
Tra i detenuti che stanno attuando la protesta ci sono anche diversi arrestati durante le “proteste di novembre” 2019. I prigionieri politici hanno annunciato lo sciopero della fame in una dichiarazione che conteneva la notizia della morte di diversi detenuti in questa prigione a causa della diffusione del Coronavirus. La dichiarazione, tra l’altro, dice: “Noi, prigionieri politici e manifestanti di novembre (2019) abbiamo iniziato uno sciopero della fame perché siamo stati sepolti vivi. Nessuno di noi ha commesso alcun crimine. Il nostro unico crimine era protestare contro la condotta del governo, la corruzione e le condizioni economiche. Abbiamo il diritto di protestare. Il Governo, invece di rispondere alle nostre richieste, ci ha fatto arrestare e torturare. Ora ci hanno seppelliti vivi. Un detenuto è morto di Coronavirus nella cella vicino alla nostra. Le visite (dei parenti e degli avvocati, ndt) sono interrotte, e non possiamo fare nulla. Rimangono in carcere quelli  che hanno protestato contro la condotta del governo, mentre rimangono liberi i corrotti. Siamo imprigionati per aver cercato giustizia. Aver scritto un articolo o aver partecipato a una protesta è il nostro unico crimine. Diversi detenuti sono morti di Coronavirus in questa prigione. Certamente il virus si diffonderà anche nel nostro reparto. Inoltre, alcuni dei manifestanti di novembre 2019 sono stati trasferiti nel Braccio 4, e hanno contratto malattie della pelle. Hanno il corpo è pieno di lividi e si stanno spellando. Queste sono malattie contagiose. A tutti noi è stato negato un processo pubblico, e siamo stati interrogati sotto tortura”. Le prigioni sovraffollate dell'Iran sono a forte rischio di diffusione del Coronavirus.
Anche trenta detenuti della prigione centrale di Karaj hanno iniziato uno sciopero della fame dall'11 marzo in segno di protesta per il rifiuto del regime di fornire un minimo di equipaggiamento igienico e protettivo per contrastare la diffusione del Coronavirus.

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