no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : COLORADO (USA): ABOLITA LA PENA DI MORTE NELLO STATO 2. NEWS FLASH: CARCERI. NESSUNO TOCCHI CAINO,
BENE MATTARELLA SU DETENUTI COME PARTE DELLA COLLETTIVITA’
3. NEWS FLASH:
SIRIA: IL PRESIDENTE ASSAD CONCEDE L’AMNISTIA 4. NEWS FLASH: GIAPPONE: PRIMA DI ESSERE
IMPICCATO, MEMBRO SETTA AUM SHINRIKYO HA ESORTATO ASPIRANTI TERRORISTI A NON
ESEGUIRE ATTENTATI 5. NEWS FLASH: IRAN:
70 PRIGIONIERI POLITICI A TEHERAN E KARAJ PROTESTANO PER LA DIFFUSIONE DEL
CORONAVIRUS 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA
:
COLORADO (USA): ABOLITA LA PENA DI MORTE NELLO STATO Il
Governatore del Colorado Jared Polis ha ratificato l’abolizione della pena di
morte nello Stato.
Polis, 44 anni, bianco, Democratico, ha controfirmato in
pubblico la legge (SB 20-100) che era stata approvata il 30 gennaio dal Senato,
e il 26 febbraio dalla Camera.
Il Colorado è il 22° stato che ha abolito la pena
capitale, ed è il 10° stato a farlo dal 2004.
Contestualmente Polis ha anche commutato le condanne a
morte dei 3 uomini nel braccio della morte in altrettanti ergastoli senza
condizionale. A beneficiare della commutazione sono Nathan Dunlap, Sir Mario
Owens, e Robert Ray, tutti di colore.
Il Colorado, uno stato con 5 milioni di abitanti, da
quando ha reintrodotto la pena di morte nel 1975, ha giustiziato una sola
persona, Gary Lee Davis nel 1997.
La commutazione non era inclusa nella legge, che si
applica ai reati processati dopo il 1° luglio 2020, e non è retroattiva, ma
Polis, con una dichiarazione scritta, ha voluto spiegare la ratio della sua
decisione. “Le commutazioni sono generalmente concesse a seguito di cambiamenti
straordinari negli autori dei reati. Non è per questo che sto commutando queste
condanne. Piuttosto, le commutazioni di questi individui spregevoli e colpevoli
sono coerenti con l'abolizione della pena di morte nello stato del Colorado e coerenti
con il riconoscimento che la pena di morte non può essere, e non è mai stata,
amministrata equamente nello stato del Colorado“.
Il governatore ha detto che sa che la sua decisione non
sarà popolare tra tutti gli abitanti dello stato. "Mentre capisco che
alcune vittime sono d'accordo con la mia decisione e altri non sono d'accordo,
spero che questa decisione fornisca loro quella chiarezza e certezza che serve
per andare avanti", ha detto.
La decisione di Polis di firmare la legge sulla pena di
morte non è stata una sorpresa, più volte in passato si era espresso a favore
dell’abolizione.
Contrari alla legge erano stati in Parlamento due
democratici, la senatrice Rhonda Fields e il deputato Tom Sullivan. Il figlio
della Fields e la sua fidanzata furono uccisi da Ray e Owens. Il figlio di
Sullivan è una delle 12 vittime di uno squilibrato, James Holmes, che, il 20
luglio 2012, in un cinema dove si proiettava un film di Batman, travestito da
Joker aveva aperto il fuoco sul pubblico. Holmes nel 2015 venne condannato
all’ergastolo senza condizionale perché la giuria popolare non aveva raggiunto
l’unanimità.
In linea di principio da qui al 1° luglio quando
l’abolizione entrerà in vigore, alcuni processi ancora non terminati potrebbero
portare ad altre condanne a morte, ma è molto improbabile. L’ultima condanna a
morte venne emessa in Colorado nel giugno 2009, ed era quella contro Ray.
Nathan Dunlap, 46 anni, nero, venne condannato a morte il
17 maggio 1996 con l’accusa di aver ucciso, nella notte del 14 dicembre 1993, 4
dipendenti, due dei quali di 17 anni, di un fast-food dal quale era stato da
poco licenziato.
Sir Mario Owens e Robert Ray, entrambi 34 anni, neri,
erano stati condannati a morte rispettivamente nel 2008 e nel 2010 per
complicità nello stesso reato: erano accusati di aver organizzato l’omicidio di
Javad Marshall-Fields, che doveva testimoniare contro Ray per un altro
omicidio. Nell’agguato del 20 giugno 2005 era rimasta uccisa anche la fidanzata
di Marshall-Fields, Vivian Wolfe. Entrambe le vittime avevano 22 anni.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
CARCERI. NESSUNO TOCCHI CAINO, BENE MATTARELLA SU
DETENUTI COME PARTE DELLA COLLETTIVITA’
L’associazione Nessuno tocchi Caino-Spes contra spem
apprezza le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha
rivolto alle detenute e ai detenuti delle carceri del Nord Est.
Lo ringrazia per aver sottolineato che i detenuti fanno
parte delle collettività e per aver richiamato l’attenzione sul fatto che le
carceri versano in una situazione difficile per il sovraffollamento e che va
rispettata la loro dignità umana.
Gli esponenti dell’associazione Rita Bernardini, Sergio
D’Elia ed Elisabetta Zamparutti si augurano che il Governo ora si faccia
interprete di questo alto richiamo ed operi subito nel senso di un’adozione
immediata di misure volte a ridurre in maniera significativa il
sovraffollamento carcerario che, oltre ad essere già causa primaria di
violazioni dei diritti umani fondamentali, rischia di essere anche pericoloso
focolaio di contagio non solo per i detenuti ma anche per gli operatori penitenziari
e per l’intera collettività.
“Per noi, la principale misura da adottare deve essere
quella di una moratoria immediata dell'esecuzione penale volta a ridurre
drasticamente i numeri della popolazione carceraria con provvedimenti che
potrebbero riguardare ad esempio i casi di detenzione per brevi pene o residui
di pena da espiare, senza le attuali preclusioni previste dal decreto, anzi
allargando la platea a chi ha un residuo pena inferiore a quattro anni e
limitando al massimo la custodia cautelare in carcere.
Moratoria dell’esecuzione penale e provvedimenti come
amnistia ed indulto si confermano essere le uniche misure idonee a riportare le
carceri e la giustizia nell’alveo dello Stato di Diritto, unica alternativa a
tutte le emergenze” hanno concluso gli esponenti di Nessuno tocchi Caino-Spes
contra spem.
SIRIA: IL PRESIDENTE ASSAD CONCEDE L’AMNISTIA Il
presidente siriano Bashar Assad ha concesso un’amnistia e ha ridotto le
condanne per tutti i crimini commessi prima del 22 marzo 2020, offrendo allo
stesso tempo l'amnistia ai militari disertori a condizione che si presentino
nei prossimi mesi.
Amnistie simili sono state concesse nel Paese in diverse
occasioni, l'ultima a settembre dello scorso anno.
Il decreto non dice se la liberazione di prigionieri sia
parte di un tentativo di fermare la diffusione del nuovo coronavirus
all'interno delle carceri siriane. La Siria è l'unico Paese del Medio Oriente
che finora ha riferito di zero casi di coronavirus. Nel Paese dilaniato dalla
guerra sono state adottate misure rigorose per impedire la diffusione del
virus, inclusa la chiusura di ristoranti e caffè.
Il conflitto in Siria ha ucciso oltre 400.000 persone e
sfollato metà della popolazione. L’Opposizione sostiene che decine di migliaia
di attivisti antigovernativi siano detenuti nelle carceri di tutto il Paese.
Quest’ultimo decreto concede l'amnistia per diversi
crimini che non erano stati inclusi nelle precedenti amnistie.
Tuttavia, il provvedimento non indica esplicitamente a
quali reati si riferisca, ma li indica con il numero assegnato loro nel codice
penale siriano. Un consigliere del governo, Abdul-Qader Azouz, ha dichiarato
che l'amnistia riguarda i crimini commessi dall'inizio della guerra nel 2011,
come attività antigovernative online e alcuni atti di terrorismo.
In base al decreto, la pena di morte viene sostituita
dall’ergastolo con lavori forzati, mentre i condannati all'ergastolo
sconteranno 20 anni con lavori forzati. Verrà dimezzata la pena per i detenuti
minorenni.
I prigionieri che soffrono di malattie incurabili e
quelli di età superiore ai 70 anni al 22 marzo, saranno liberati.
I disertori dell'esercito all'interno del Paese
riceveranno l'amnistia se si arrenderanno entro tre mesi, mentre quelli al di
fuori del Paese hanno sei mesi per arrendersi, secondo il decreto.
L'amnistia non include i prigionieri condannati per
traffico di armi o spaccio di droga.
GIAPPONE: PRIMA DI ESSERE IMPICCATO, MEMBRO SETTA AUM
SHINRIKYO HA ESORTATO ASPIRANTI TERRORISTI A NON ESEGUIRE ATTENTATI Un ex alto
membro della setta Aum Shinrikyo ha scritto una lettera in inglese in cui ha
esortato gli aspiranti terroristi a non eseguire i loro attacchi pianificati,
prima di essere giustiziato nel 2018 per il suo coinvolgimento nell'attacco con
gas nervino sarin del 1995 nella metropolitana di Tokyo.
"Voglio che i "futuri terroristi" fermino
i loro attacchi di propria volontà prima di diventare “veri terroristi,"
ha scritto Tomomasa Nakagawa nel braccio della morte, nella lettera fatta avere
a Kyodo News dal suo avvocato nel marzo 2020.
"Sono molto sicuro che cadrebbero in una profonda
disperazione se vedessero il risultato del loro attentato", dice la
lettera, che non ha data o titolo.
Nakagawa ha espresso rimorso per il letale attacco col
sarin, dicendo: "Mi sono gradualmente reso conto che il nostro attacco è
stato estremamente dannoso per le vittime e le loro famiglie".
"Non è successo nulla di buono dopo l'attacco della
metropolitana", ha scritto Nakagawa, che partecipò alla produzione del gas
sarin.
Nakagawa ha trasmesso la lettera a Kyodo News attraverso
il suo avvocato, prima di essere impiccato insieme al fondatore di Aum
Shinrikyo, Shoko Asahara, il cui vero nome era Chizuo Matsumoto, e altri 11
membri del gruppo per l'attacco della metropolitana e altri crimini, incluso
l'omicidio dell'avvocato Tsutsumi Sakamoto e della sua famiglia nel 1989 e un
attacco col sarin a Matsumoto, nella prefettura di Nagano, nel 1994.
Nakagawa, che è stato il principale medico di Asahara, ha
anche implorato i potenziali terroristi di "immaginare cosa accadrà nel
mondo post-attacco mentre vivono nel mondo pre-attacco".
"Quello che ho scritto qui è troppo in ritardo per
me", dicono le parole finali della lettera.
Mentre era nel braccio della morte, Nakagawa ha
contribuito alla realizzazione del Rapporto di Richard Danzig, un ex segretario
della Marina degli Stati Uniti, che ha studiato lo sviluppo da parte dell’Aum
Shinrikyo di armi biochimiche come il gas sarin.
La lettera era stata pensata per Danzig, tuttavia non è
stato possibile raggiungerlo a causa di un disguido, secondo l'avvocato di
Nakagawa.
Nakagawa aveva anche incontrato regolarmente Anthony Tu,
professore emerito presso la Colorado State University e tossicologo autore di
Ricerche riguardanti gli attentati della setta.
Danzig e Tu "hanno condotto interviste con me per
prevenire futuro terrorismo", ha scritto Nakagawa nella lettera.
L'attentato nella metropolitana di Tokyo nel marzo 1995,
che prese di mira cinque vagoni durante un’ora di punta del mattino, causò la
morte di 14 persone e oltre 6.000 feriti.
IRAN: 70 PRIGIONIERI POLITICI A TEHERAN E KARAJ
PROTESTANO PER LA DIFFUSIONE DEL CORONAVIRUS Settanta prigionieri politici a
Teheran e Karaj stanno protestando per la diffusione del Coronavirus nelle
carceri, ha riferito Iran-HRM il 22 marzo 2020.
Quaranta prigionieri politici nel Penitenziario Maggiore
di Teheran il 16 marzo hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare
contro il rifiuto della magistratura di concedere licenze a prigionieri
politici e prigionieri di coscienza dopo la diffusione del Coronavirus nelle
carceri.
Tra i detenuti che stanno attuando la protesta ci sono
anche diversi arrestati durante le “proteste di novembre” 2019. I prigionieri
politici hanno annunciato lo sciopero della fame in una dichiarazione che
conteneva la notizia della morte di diversi detenuti in questa prigione a causa
della diffusione del Coronavirus. La dichiarazione, tra l’altro, dice: “Noi,
prigionieri politici e manifestanti di novembre (2019) abbiamo iniziato uno
sciopero della fame perché siamo stati sepolti vivi. Nessuno di noi ha commesso
alcun crimine. Il nostro unico crimine era protestare contro la condotta del
governo, la corruzione e le condizioni economiche. Abbiamo il diritto di
protestare. Il Governo, invece di rispondere alle nostre richieste, ci ha fatto
arrestare e torturare. Ora ci hanno seppelliti vivi. Un detenuto è morto di
Coronavirus nella cella vicino alla nostra. Le visite (dei parenti e degli
avvocati, ndt) sono interrotte, e non possiamo fare nulla. Rimangono in carcere
quelli che hanno protestato contro la
condotta del governo, mentre rimangono liberi i corrotti. Siamo imprigionati
per aver cercato giustizia. Aver scritto un articolo o aver partecipato a una
protesta è il nostro unico crimine. Diversi detenuti sono morti di Coronavirus
in questa prigione. Certamente il virus si diffonderà anche nel nostro reparto.
Inoltre, alcuni dei manifestanti di novembre 2019 sono stati trasferiti nel
Braccio 4, e hanno contratto malattie della pelle. Hanno il corpo è pieno di
lividi e si stanno spellando. Queste sono malattie contagiose. A tutti noi è
stato negato un processo pubblico, e siamo stati interrogati sotto tortura”. Le
prigioni sovraffollate dell'Iran sono a forte rischio di diffusione del
Coronavirus.
Anche trenta detenuti della prigione centrale di Karaj
hanno iniziato uno sciopero della fame dall'11 marzo in segno di protesta per
il rifiuto del regime di fornire un minimo di equipaggiamento igienico e
protettivo per contrastare la diffusione del Coronavirus.
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