lunedì 16 marzo 2020


Enews 625, lunedì 16 marzo 2020   

Buongiorno a tutti.

Ore difficili, lo sappiamo.
Ma tutto il mondo è davanti alla sfida del Coronavirus.
E non sarà facile uscirne.

Dunque un passo alla volta, con calma, lucidità e buon senso.

Purtroppo i populisti non vanno in quarantena e continuano a vari livelli a diffondere il virus della polemica.
Noi dobbiamo replicare con un messaggio che sia il più chiaro e il più semplice di tutti.
Vi allego dieci messaggi super rapidi.

1. Gli italiani stanno dimostrando una forza d’animo incredibile. L’altra sera ho scritto un post che è girato molto e che trovate qui.
2. In questa fase non hanno senso le diatribe sui giornali o le divisioni fra partiti. Non faccio polemiche, non le raccolgo.
3. Gli errori commessi, a tutti i livelli, devono aiutarci a fare meglio. Per noi e per i Paesi stranieri che possono imparare da ciò che è accaduto in Italia.
4. Sostenere che il Coronavirus sia un complotto contro l’Italia è una buffonata che non fa ridere. Serve invece una risposta europea e mondiale.
5. Adesso va fermata la diffusione del contagio, per evitare il collasso delle terapie intensive. Anche aprendo strutture di emergenza (fiere, navi, hotel).
6. Altri Paesi come Corea del Sud e ora Israele stanno investendo sulla tecnologia tracciando i contagiati con i telefonini. È la strada giusta, anche per noi.
7. Abbiamo proposto Guido Bertolaso come commissario. Il Governo non lo ha voluto, la Lombardia sì. Nessuna polemica, giochiamo tutti con la stessa maglia.
8. Bisogna dare le mascherine giuste agli operatori e ai cittadini. E convertire per qualche settimana aziende della meccatronica a costruire respiratori.
9. Le misure che oggi il Governo approva sono un primo passo. Ma serve molto altro, a cominciare dallo sblocco dei cantieri con il Piano Shock.
10. Il vaccino arriverà perché la scienza vince sempre. Ma occorrono ancora settimane, forse mesi. E non si trovano più NoVax fortunatamente.

In questo scenario, lasciatemi dire un grazie gigantesco a chi lavora in corsia o sui mezzi di soccorso.
I nostri medici, i nostri infermieri, i nostri volontari, i nostri farmacisti sono meravigliosi.

Adesso in TV va di moda dire che “Renzi ha tagliato sulla sanità”.
L’ennesima BUGIA galattica.
Basterebbe prendere un bilancio e saperlo leggere per vedere come negli anni in cui noi siamo stati al Governo siamo passati da 106 a 113 miliardi di euro.
Casomai sarebbe interessante discutere di come questi soldi vengono spesi, di come funziona il rapporto Stato Regioni, di come utilizzare quella che in sede di riforma costituzionale avevamo chiamato “Clausola di supremazia”.
Ma alla fine penso che non valga la pena litigare su queste cose.
La verità, i numeri, i fatti sono a portata di mano per chiunque sia intellettualmente onesto.
Chi invece vuole credere alle fake news, lo farà comunque.
L’Italia è ferma, ci sono cose più importanti di cui occuparsi che non inseguire le bugie.

E tra le cose più importanti c’è la battaglia culturale.
Quando il Premier inglese Boris Johnson dice: “Abituatevi a perdere i vostri cari” siamo davanti a una immagine che nega la nostra stessa civiltà.
Noi non accettiamo che muoiano in tanti perché sono vecchi. Non ci abituiamo all’idea di perdere i nostri cari. Perché siamo concettualmente un’altra cosa.
E perché - come spiega bene il coach Mauro Berruto in questo post - noi siamo nati con Enea che si carica il vecchio padre Anchise sulle spalle per salvarlo. Lo porta con sé, non lo lascia morire da solo.
Roma nasce così, l’Italia nasce così, la civiltà per me nasce così: facendosi carico dei propri vecchi e non lasciandoli morire. I nostri nonni hanno combattuto al fronte per salvarci la vita, il futuro, il benessere.
A noi non viene chiesto di andare al fronte, ma di rinunciare all’aperitivo per qualche giorno per evitare che muoiano troppe persone.
Si può fare. Lo stiamo facendo.
Perché - non dimentichiamocelo mai - noi siamo l’Italia.




Pensierino della sera. Il 16 marzo di 42 anni fa la scorta di Aldo Moro fu trucidata in via Fani e lo statista DC fu rapito e poi ucciso. La memoria di quel tragico evento ci aiuti a vivere le difficoltà del presente. E a ricordare che l’Italia ha vinto sfide che sembravano impossibili. Succederà anche stavolta. Un pensiero alle famiglie di tutti i caduti durante il servizio al nostro Paese.

Un sorriso,
P.S. Questa foto del Papa in cammino per Roma è una foto potente. Triste e bellissima allo stesso tempo.






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