sabato 20 maggio 2017

         nessuno  tocchi   CAINO        
  NO  ALLA  PENA  DI  MORTE   


1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : EGITTO: PRESENTATO IL PROGETTO ‘CONTENERE LA PENA DI MORTE IN TEMPO DI GUERRA AL TERRORISMO’
2.  NEWS FLASH: GERMANIA: I CITTADINI TURCHI NON POTRANNO VOTARE AL REFERENDUM SU PENA DI MORTE 3.  NEWS FLASH: RDC: JOSHUA FRENCH LIBERATO DAL BRACCIO DELLA MORTE PER ‘MOTIVI UMANITARI’
4.  NEWS FLASH: MALESIA: CONDANNATO A MORTE PER TRAFFICO DI CANNABIS 5.  NEWS FLASH: BANGLADESH: 23 CONDANNATI A MORTE PER OMICIDI POLITICI 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : CONFERENZA STAMPA SUGLI ESITI DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN IRAN


EGITTO: PRESENTATO IL PROGETTO ‘CONTENERE LA PENA DI MORTE IN TEMPO DI GUERRA AL TERRORISMO’
16 maggio 2017: Si è concluso al Cairo in Egitto il seminario di due giorni (15/16 maggio) di presentazione del progetto "Contenere la pena di morte in tempo di guerra al terrore" dell'associazione Nessuno tocchi Caino e finanziato dalla Commissione UE.

L'incontro co-promosso dall'Organizzazione araba per i diritti umani è stato aperto dal segretario Ala Sahalaby in una solenne sessione che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del presidente del Consiglio Nazionale per i Diritti Umani Mohammed Fayek per il quale sicurezza e diritti umani sono istanze complementari e del Presidente del Comitato parlamentare per i diritti umani Alaa Abed che ha parlato di un Paese che ha bisogno di riconciliazione da costruire nel confronto.
I lavori del 15 maggio prevedevano tre sessioni: la riforma costituzionale e penale, obblighi e direzioni; garanzie e procedure; la pena di morte nella legislazione egiziana: analisi e orientamenti.
Il giorno seguente si è parlato delle sfide legate al terrorismo sul piano legislativo e giudiziario e del conteso socio_economico e psicologico.
Nel documento conclusivo si riconosce la necessità di contenere l'uso della pena di morte a partire da una riduzione del numero (quasi cento) dei reati capitali.
Si riconosce la necessità di un grande dibattito pubblico sul tema sotto vari profili, religioso, sociale, economico ed emotivo a partire da dati analitici sull'uso della pena di morte e le condizioni di detenzione.
Si riconosce inoltre che le misure emergenziali adottate in Egitto confliggono sotto vari profili con la Costituzione del 2014 e che le riforme legali in corso devono assicurare il rispetto dei principi costituzionali e degli standard internazionali.
L'evento si è svolto all'hotel Steigenberger in un momento cruciale per l'Egitto che sta riformando la Costituzione, il codice penale e di procedura penale. Elisabetta Zamparutti, tesoriera di Nessuno tocchi Caino, con Laura Harth, del Global Committee for the Rule of Law hanno dichiarato: "L'obiettivo è di sostenere chi opera in Egitto per recepire i principi dello Stato di Diritto a partire da quelli che possono portare ad un contenimento della pratica della pena di morte." Il progetto durerà tre anni, riguarderà oltre l'Egitto, la Somalia e la Tunisia con azioni di sensibilizzazione, formazione e difesa legale pro bono di casi capitali”.
"Sottoporremo le conclusioni del seminario alla firma del Consiglio Nazionale diritti umani e al Comitato parlamentare per i diritti umani – hanno continuato Zamparutti e Harth. Vogliamo in questo modo avviare una collaborazione al più alto livello istituzionale per una riduzione del ricorso alla pena di morte come passo verso la transizione allo Stato di Diritto".


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

GERMANIA: I CITTADINI TURCHI NON POTRANNO VOTARE AL REFERENDUM SU PENA DI MORTE
9 maggio 2017: La cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto che i turchi che vivono in Germania non potranno votare in un possibile referendum sul ripristino della pena di morte in Turchia.
Il presidente turco Recep Erdogan, che recentemente ha visto un significativo aumento dei suoi poteri dopo una vittoria referendaria, ha dichiarato di essere favorevole al ripristino della pena capitale, se il provvedimento passasse in parlamento o tramite un referendum.
Tuttavia, la pena di morte è vietata in tutti gli Stati dell'Unione europea, il che significa che l'iniziativa potrebbe porre fine alle prospettive di adesione della Turchia all'UE.
"Di solito non rispondiamo a domande ipotetiche ma questa domanda purtroppo non è così ipotetica dal momento che se ne sta discutendo in Turchia", ha dichiarato la Merkel in un'intervista all'emittente tedesca WDR .
"Non daremo il permesso per qualcosa che non siamo obbligati a fare e il cui contenuto respingiamo, ad esempio, la pena di morte", ha aggiunto.
Nel mese di aprile quasi 1.4 milioni di elettori turchi residenti in Germania hanno partecipato al controverso referendum che ha ampliato i poteri di Erdogan.
"Facciamo quello che consideriamo la cosa giusta da fare. La Turchia è un partner della NATO ed è molto importante per noi in materia di sicurezza. Ma la decisione del referendum e gli sviluppi politici sono di grande preoccupazione, ovviamente ", ha commentato anche il ministro dell'Interno tedesco Thomas de Maiziere, riportato dalla Reuters.


RDC: JOSHUA FRENCH LIBERATO DAL BRACCIO DELLA MORTE PER ‘MOTIVI UMANITARI’
18 maggio 2017: Joshua French, un cittadino britannico-norvegese che ha trascorso otto anni nel braccio della morte della Repubblica Democratica del Congo (RDC), è stato liberato dalla prigione per motivi umanitari ed è tornato in Norvegia.
Joshua French e il suo amico Tjostolv Moland erano stati condannati a morte due volte nel 2009 e 2010 da un tribunale militare della RDC a Kinshasa per aver commesso numerosi reati, tra cui omicidio e spionaggio, accuse che entrambi i prigionieri negavano.
Nel 2014 Moland fu trovato morto nella cella che condivideva con French e malgrado un esame post-mortem stabilisse il suicidio come causa di morte, French fu riconosciuto colpevole dell’omicidio di Moland. La salute di French è peggiorata significativamente dopo la morte di Moland e dopo il lungo periodo trascorso nel braccio della morte.
Il “Death Penalty Project” (DPP) ha fornito a French assistenza legale pro-bono dal 2009 e ha lavorato a stretto contatto con il team consolare presso il Foreign and Commonwealth Office del Regno Unito nel tentativo di risolvere il caso.
Le autorità congolesi hanno deciso di liberare French per "motivi umanitari", dopo che è stato raggiunto un accordo con la Norvegia.


MALESIA: CONDANNATO A MORTE PER TRAFFICO DI CANNABIS
14 maggio 2017: un uomo è stato condannato a morte dall’Alta Corte di Muar, in Malesia, dopo essere stato riconosciuto colpevole del traffico di cannabis, avvenuto il 3 marzo dello scorso anno.
La condanna capitale è stata pronunciata dal giudice Muhammad Jamil Hussin nei confronti del 36enne Hairul Fazli Mokhtar, ai sensi della Sezione 39B (1) (a) e 39B (2) della Legge sulle Sostanze Pericolose del 1952, che prevede la pena di morte obbligatoria.
“Non c’è possibilità ragionevole di sostenere che la cannabis non appartenesse all’imputato”, ha detto il giudice.
La pubblica accusa è stata svolta dal vice procuratore Muhammad Shukri Hussain, mentre l’imputato è stato difeso dall’avvocato Lydiana Mansor.


BANGLADESH: 23 CONDANNATI A MORTE PER OMICIDI POLITICI
17 maggio 2017: Ventitre persone, incluso un leader del Bangladesh Nationalist Party (BNP), sono state condannate a morte mediante impiccagione dopo essere state riconosciute colpevoli degli omicidi di quattro attivisti politici, commessi nel 2002.
Le condanne capitali sono state emesse da Kamrunnahar, giudice distrettuale di Narayanganj, presso la capitale del Paese Dacca.

Le quattro vittime uccise appartenevano alla Awami League e alla sua sezione studentesca Bangladesh Chhatra League del sottodistretto di Araihazar.

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