NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : EGITTO: PRESENTATO IL PROGETTO ‘CONTENERE LA PENA DI MORTE IN TEMPO
DI GUERRA AL TERRORISMO’
2. NEWS FLASH:
GERMANIA: I CITTADINI TURCHI NON POTRANNO VOTARE AL REFERENDUM SU PENA DI MORTE
3. NEWS FLASH: RDC: JOSHUA FRENCH LIBERATO
DAL BRACCIO DELLA MORTE PER ‘MOTIVI UMANITARI’
4. NEWS FLASH:
MALESIA: CONDANNATO A MORTE PER TRAFFICO DI CANNABIS 5. NEWS FLASH: BANGLADESH: 23 CONDANNATI A MORTE
PER OMICIDI POLITICI 6. I SUGGERIMENTI
DELLA SETTIMANA : CONFERENZA STAMPA SUGLI ESITI DELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN
IRAN
EGITTO: PRESENTATO IL PROGETTO ‘CONTENERE LA PENA DI
MORTE IN TEMPO DI GUERRA AL TERRORISMO’
16 maggio 2017: Si è concluso al Cairo in Egitto il
seminario di due giorni (15/16 maggio) di presentazione del progetto
"Contenere la pena di morte in tempo di guerra al terrore"
dell'associazione Nessuno tocchi Caino e finanziato dalla Commissione UE.
L'incontro co-promosso dall'Organizzazione araba per i
diritti umani è stato aperto dal segretario Ala Sahalaby in una solenne
sessione che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del presidente del
Consiglio Nazionale per i Diritti Umani Mohammed Fayek per il quale sicurezza e
diritti umani sono istanze complementari e del Presidente del Comitato
parlamentare per i diritti umani Alaa Abed che ha parlato di un Paese che ha
bisogno di riconciliazione da costruire nel confronto.
I lavori del 15 maggio prevedevano tre sessioni: la
riforma costituzionale e penale, obblighi e direzioni; garanzie e procedure; la
pena di morte nella legislazione egiziana: analisi e orientamenti.
Il giorno seguente si è parlato delle sfide legate al
terrorismo sul piano legislativo e giudiziario e del conteso socio_economico e
psicologico.
Nel documento conclusivo si riconosce la necessità di contenere
l'uso della pena di morte a partire da una riduzione del numero (quasi cento)
dei reati capitali.
Si riconosce la necessità di un grande dibattito pubblico
sul tema sotto vari profili, religioso, sociale, economico ed emotivo a partire
da dati analitici sull'uso della pena di morte e le condizioni di detenzione.
Si riconosce inoltre che le misure emergenziali adottate
in Egitto confliggono sotto vari profili con la Costituzione del 2014 e che le
riforme legali in corso devono assicurare il rispetto dei principi
costituzionali e degli standard internazionali.
L'evento si è svolto all'hotel Steigenberger in un
momento cruciale per l'Egitto che sta riformando la Costituzione, il codice
penale e di procedura penale. Elisabetta Zamparutti, tesoriera di Nessuno
tocchi Caino, con Laura Harth, del Global Committee for the Rule of Law hanno
dichiarato: "L'obiettivo è di sostenere chi opera in Egitto per recepire i
principi dello Stato di Diritto a partire da quelli che possono portare ad un
contenimento della pratica della pena di morte." Il progetto durerà tre
anni, riguarderà oltre l'Egitto, la Somalia e la Tunisia con azioni di
sensibilizzazione, formazione e difesa legale pro bono di casi capitali”.
"Sottoporremo le conclusioni del seminario alla
firma del Consiglio Nazionale diritti umani e al Comitato parlamentare per i
diritti umani – hanno continuato Zamparutti e Harth. Vogliamo in questo modo
avviare una collaborazione al più alto livello istituzionale per una riduzione
del ricorso alla pena di morte come passo verso la transizione allo Stato di
Diritto".
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
GERMANIA: I CITTADINI TURCHI NON POTRANNO VOTARE AL
REFERENDUM SU PENA DI MORTE
9 maggio 2017: La cancelliera tedesca Angela Merkel ha
detto che i turchi che vivono in Germania non potranno votare in un possibile
referendum sul ripristino della pena di morte in Turchia.
Il presidente turco Recep Erdogan, che recentemente ha
visto un significativo aumento dei suoi poteri dopo una vittoria referendaria,
ha dichiarato di essere favorevole al ripristino della pena capitale, se il
provvedimento passasse in parlamento o tramite un referendum.
Tuttavia, la pena di morte è vietata in tutti gli Stati
dell'Unione europea, il che significa che l'iniziativa potrebbe porre fine alle
prospettive di adesione della Turchia all'UE.
"Di solito non rispondiamo a domande ipotetiche ma
questa domanda purtroppo non è così ipotetica dal momento che se ne sta
discutendo in Turchia", ha dichiarato la Merkel in un'intervista
all'emittente tedesca WDR .
"Non daremo il permesso per qualcosa che non siamo
obbligati a fare e il cui contenuto respingiamo, ad esempio, la pena di
morte", ha aggiunto.
Nel mese di aprile quasi 1.4 milioni di elettori turchi
residenti in Germania hanno partecipato al controverso referendum che ha
ampliato i poteri di Erdogan.
"Facciamo quello che consideriamo la cosa giusta da
fare. La Turchia è un partner della NATO ed è molto importante per noi in
materia di sicurezza. Ma la decisione del referendum e gli sviluppi politici
sono di grande preoccupazione, ovviamente ", ha commentato anche il
ministro dell'Interno tedesco Thomas de Maiziere, riportato dalla Reuters.
RDC: JOSHUA FRENCH LIBERATO DAL BRACCIO DELLA MORTE PER
‘MOTIVI UMANITARI’
18 maggio 2017: Joshua French, un cittadino
britannico-norvegese che ha trascorso otto anni nel braccio della morte della
Repubblica Democratica del Congo (RDC), è stato liberato dalla prigione per
motivi umanitari ed è tornato in Norvegia.
Joshua French e il suo amico Tjostolv Moland erano stati
condannati a morte due volte nel 2009 e 2010 da un tribunale militare della RDC
a Kinshasa per aver commesso numerosi reati, tra cui omicidio e spionaggio,
accuse che entrambi i prigionieri negavano.
Nel 2014 Moland fu trovato morto nella cella che
condivideva con French e malgrado un esame post-mortem stabilisse il suicidio
come causa di morte, French fu riconosciuto colpevole dell’omicidio di Moland.
La salute di French è peggiorata significativamente dopo la morte di Moland e
dopo il lungo periodo trascorso nel braccio della morte.
Il “Death Penalty Project” (DPP) ha fornito a French assistenza
legale pro-bono dal 2009 e ha lavorato a stretto contatto con il team consolare
presso il Foreign and Commonwealth Office del Regno Unito nel tentativo di
risolvere il caso.
Le autorità congolesi hanno deciso di liberare French per
"motivi umanitari", dopo che è stato raggiunto un accordo con la
Norvegia.
MALESIA: CONDANNATO A MORTE PER TRAFFICO DI CANNABIS
14 maggio 2017: un uomo è stato condannato a morte
dall’Alta Corte di Muar, in Malesia, dopo essere stato riconosciuto colpevole
del traffico di cannabis, avvenuto il 3 marzo dello scorso anno.
La condanna capitale è stata pronunciata dal giudice
Muhammad Jamil Hussin nei confronti del 36enne Hairul Fazli Mokhtar, ai sensi
della Sezione 39B (1) (a) e 39B (2) della Legge sulle Sostanze Pericolose del
1952, che prevede la pena di morte obbligatoria.
“Non c’è possibilità ragionevole di sostenere che la
cannabis non appartenesse all’imputato”, ha detto il giudice.
La pubblica accusa è stata svolta dal vice procuratore
Muhammad Shukri Hussain, mentre l’imputato è stato difeso dall’avvocato Lydiana
Mansor.
BANGLADESH: 23 CONDANNATI A MORTE PER OMICIDI POLITICI
17 maggio 2017: Ventitre persone, incluso un leader del
Bangladesh Nationalist Party (BNP), sono state condannate a morte mediante
impiccagione dopo essere state riconosciute colpevoli degli omicidi di quattro
attivisti politici, commessi nel 2002.
Le condanne capitali sono state emesse da Kamrunnahar,
giudice distrettuale di Narayanganj, presso la capitale del Paese Dacca.
Le quattro vittime uccise appartenevano alla Awami League
e alla sua sezione studentesca Bangladesh Chhatra League del sottodistretto di
Araihazar.
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