no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : IRAN: ALMENO 90 MINORENNI NEL BRACCIO DELLA MORTE 2. NEWS FLASH: PUNTLAND: CINQUE MINORENNI
GIUSTIZIATI PER TERRORISMO 3. NEWS
FLASH: TUNISIA: 18 CONDANNATI PER TERRORISMO 4.
NEWS FLASH: SINGAPORE: IMPICCATO PER TRAFFICO DI DROGA 5. NEWS FLASH: EGITTO: SEI GIUSTIZIATI PER
OMICIDIO 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA
: DEVOLVI IL 5X1000 A NESSUNO TOCCHI CAINO
IRAN: ALMENO 90 MINORENNI NEL BRACCIO DELLA MORTE 1°
maggio 2017: Almeno 90 prigionieri del braccio della morte in Iran hanno meno
di 18 anni, ha affermato un gruppo di esperti dell'ONU che chiede alle autorità
di Teheran di porre fine immediatamente all'esecuzione di minorenni al momento
della condanna.
Tre esperti delle Nazioni Unite - Asma Jahangir, relatore
speciale sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica Islamica; Agnes
Callamard, relatore speciale sulle esecuzioni extragiudiziarie, sommarie o
arbitrarie; e Benyam Dawit Mezmur, presidente della Commissione per i diritti
del Fanciullo, hanno avanzato la loro richiesta alla fine della settimana
scorsa, dopo aver appreso che un uomo che aveva 15 anni al momento della
condanna sarà impiccato la settimana prossima.
Peyman Barandah aveva appena 15 anni quando fu condannato
a morte nel 2012 per aver accoltellato a morte un adolescente. La sua
esecuzione è prevista per il 10 maggio.
L'annuncio della data è giunto dopo che un'altra
esecuzione - quella di Mehdi Bohlouli che aveva 17 anni quando fu condannato a
morte nel 2001, anche lui per aver mortalmente pugnalato un uomo - è stata
fermata poche ore prima dell’orario previsto, il 19 aprile. Non è chiaro quando
l'esecuzione di Bohloudi sarà praticata.
"Siamo sgomenti per l'aumento senza precedenti nel
numero di casi di esecuzione di minori in Iran", hanno detto gli esperti
in una dichiarazione. "La sofferenza psicologica inflitta agli adolescenti
che passano anni in carcere con una condanna a morte è spaventosa, e
rappresenta una tortura e un maltrattamento".
Chiedendo che entrambe le esecuzioni vengano
"fermate immediatamente" e le sentenze di morte vengano annullate, i
tre esperti hanno anche invitato l'Iran a "commutare senza indugio tutte
le condanne inflitte ai minorenni".
Gli esperti hanno detto che i due casi portano a sei il
numero di minori la cui esecuzione è stata fissata in Iran da gennaio, comprese
due condanne a morte già eseguite. Hanno aggiunto che mentre nel 2016 il
governo iraniano ha assicurato al Comitato delle Nazioni Unite per i diritti
del Fanciullo che un emendamento del 2003 al codice penale che apre la
possibilità per i minori condannati a morte di essere riprocessati sarebbe stato
applicato sistematicamente a tutti i minori condannati a morte, "queste
promesse non sono state mantenute".
Hanno osservato che, ratificando sia il Patto
internazionale sui diritti civili e politici che la Convenzione sui diritti del
fanciullo, l'Iran si è impegnato a tutelare e rispettare il diritto alla vita
dei minorenni, nonché a mettere fuori legge la pena di morte per i minori di 18
anni.
"Qualunque ipotesi che una ragazza di nove anni o un
ragazzo di età superiore ai 15 anni possa essere considerato abbastanza maturo
per essere condannato a morte, infrange i principi fondamentali della giustizia
minorile e viola entrambi i trattati", hanno detto. "Inoltre,
qualsiasi condanna a morte emessa in violazione degli obblighi internazionali
del governo, in particolare il suo dovere di istituire un sistema giudiziario
minorile in linea con gli standard internazionali per i diritti umani, è
illegale ed equivale ad un'esecuzione arbitraria".
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
PUNTLAND: CINQUE MINORENNI GIUSTIZIATI PER TERRORISMO
2 maggio 2017: Cinque minorenni sono stati giustiziati
nel Puntland dopo essere stati riconosciuti membri del gruppo terroristico Al-Shabaab.
I cinque ragazzi, di età compresa tra 14 e 17 anni, erano
stati condannati a morte nella regione nordorientale somala del Puntland per il
loro presunto ruolo nelle uccisioni di tre alti funzionari
dell’amministrazione, avvenute lo scorso febbraio. Un tribunale militare ha
eseguito le condanne a morte.
Sarebbero in programma le esecuzioni di altri due
ragazzi, Muhamed Yasin Abdi (17 anni) e Daud Saied Sahal (15), anche loro per
presunta adesione ad Al-Shabaab e per l'uccisione di funzionari governativi.
Amnesty International ha denunciato che i ragazzi sono
stati giustiziati dopo un processo iniquo nel corso del quale sono stati
torturati e costretti a confessare, gli sono stati negati l'accesso ad un
avvocato e ulteriori protezioni accordate ai minori, inoltre sono stati
processati da un tribunale militare.
"La vita degli altri due ragazzi deve essere
risparmiata", ha dichiarato Michelle Kagari, vice direttore regionale di
Amnesty International.
Kagari ha detto che le autorità dovrebbero bloccare le
esecuzioni e riprocessare i ragazzi in modo equo in una corte civile minorile,
senza ricorrere alla pena di morte.
"Le autorità del Puntland non devono avere altro
sangue sulle loro mani".
Amnesty ha chiesto che i responsabili dell'assassinio dei
tre funzionari dell'amministrazione siano identificati e portati davanti alla
giustizia. "Torturare i giovani per confessare, sottoponendoli a un
processo ingiusto e poi giustiziarli non garantisce tutto questo".
Secondo i membri delle famiglie, i ragazzi non erano
membri di Al-Shabaab e sono stati sottoposti a scosse elettriche, ustioni con
sigarette sui genitali, picchiati e violentati affinché ammettessero gli
omicidi.
TUNISIA: 18 CONDANNATI PER TERRORISMO
3 maggio 2017: un tribunale tunisino ha condannato a
morte due persone e altre 16 a pene detentive per atti di “terrorismo” commessi
nel 2014, che costarono la vita di un agente della sicurezza.
Il portavoce della magistratura Sofiene Sliti ha detto
alla AFP che nove degli imputati sono stati condannati in contumacia.
Le due condanne capitali sono state emesse in relazione
all’uccisione dell’agente, avvenuta a Kebili, nel sud del Paese.
Gli altri 16 imputati sono stati condannati a pene
detentive comprese tra quattro e 36 anni per “appartenenza a gruppo
terroristico” e per degli scontri con le forze di sicurezza, vicino Tunisi.
La Tunisia osserva una moratoria sulle esecuzioni dal
1991.
Dalla rivoluzione del 2011, nel Paese si sono verificati
attacchi jihadisti che hanno provocato la morte di decine di poliziotti e di 59
turisti stranieri.
SINGAPORE: IMPICCATO PER TRAFFICO DI DROGA
21 aprile 2017: Mohd Jeefrey bin Ismail è stato impiccato
all’alba, almeno secondo quanto comunicato dalle autorità carcerarie di
Singapore alla sua famiglia.
E’ stato giustiziato dopo che il pubblico ministero ha
deciso che Jeefrey non avesse “aiutato in maniera sostanziale” l'Ufficio
Centrale Narcotici (CNB) a "contrastare le attività di traffico di droga
all'interno o all'esterno di Singapore".
Jeefrey, 52 anni, era un tossicodipendente e un
trafficante, arrestato nel 2012 e successivamente condannato a morte per
traffico di un quantitativo di diamorfina eccedente rispetto al limite fissato
dalla legge.
Il procuratore pubblico avrebbe potuto, grazie ai poteri
attribuitigli dalla legge, risparmiare la sua vita se avesse rilasciato a
Jeefrey un Certificato di Cooperazione (COC).
Il COC avrebbe permesso a Jeefrey di rivolgersi ai
tribunali nel tentativo di ottenere la commutazione della pena di morte in una
pena all’ergastolo e alle frustate.
EGITTO: SEI GIUSTIZIATI PER OMICIDIO
3 maggio 2017: Le autorità carcerarie egiziane hanno
giustiziato sei prigionieri, in relazione a due casi distinti.
Un uomo di 22 anni è stato giustiziato per aver
violentato e ucciso una bambina di cinque anni nel governatorato di Minya nel
marzo 2014.
Le indagini hanno appurato che il condannato ha rapito la
vittima, prima di portarla in un edificio abbandonato nel villaggio di Maghaha
e di stuprarla. Poi l’avrebbe uccisa colpendola alla testa.
La condanna capitale era stata approvata dalla Corte di
Cassazione nel febbraio 2016.
Il dipartimento delle carceri di Minya ha inoltre
giustiziato, tra ingenti misure di sicurezza, cinque persone condannate per
omicidio a Qena e Gharbeya.
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