domenica 7 maggio 2017

         nessuno  tocchi   caino        
  no  alla  pena  di  morte                       




1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : IRAN: ALMENO 90 MINORENNI NEL BRACCIO DELLA MORTE 2.  NEWS FLASH: PUNTLAND: CINQUE MINORENNI GIUSTIZIATI PER TERRORISMO 3.  NEWS FLASH: TUNISIA: 18 CONDANNATI PER TERRORISMO 4.  NEWS FLASH: SINGAPORE: IMPICCATO PER TRAFFICO DI DROGA 5.  NEWS FLASH: EGITTO: SEI GIUSTIZIATI PER OMICIDIO 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : DEVOLVI IL 5X1000 A NESSUNO TOCCHI CAINO


IRAN: ALMENO 90 MINORENNI NEL BRACCIO DELLA MORTE 1° maggio 2017: Almeno 90 prigionieri del braccio della morte in Iran hanno meno di 18 anni, ha affermato un gruppo di esperti dell'ONU che chiede alle autorità di Teheran di porre fine immediatamente all'esecuzione di minorenni al momento della condanna.

Tre esperti delle Nazioni Unite - Asma Jahangir, relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica Islamica; Agnes Callamard, relatore speciale sulle esecuzioni extragiudiziarie, sommarie o arbitrarie; e Benyam Dawit Mezmur, presidente della Commissione per i diritti del Fanciullo, hanno avanzato la loro richiesta alla fine della settimana scorsa, dopo aver appreso che un uomo che aveva 15 anni al momento della condanna sarà impiccato la settimana prossima.
Peyman Barandah aveva appena 15 anni quando fu condannato a morte nel 2012 per aver accoltellato a morte un adolescente. La sua esecuzione è prevista per il 10 maggio.
L'annuncio della data è giunto dopo che un'altra esecuzione - quella di Mehdi Bohlouli che aveva 17 anni quando fu condannato a morte nel 2001, anche lui per aver mortalmente pugnalato un uomo - è stata fermata poche ore prima dell’orario previsto, il 19 aprile. Non è chiaro quando l'esecuzione di Bohloudi sarà praticata.
"Siamo sgomenti per l'aumento senza precedenti nel numero di casi di esecuzione di minori in Iran", hanno detto gli esperti in una dichiarazione. "La sofferenza psicologica inflitta agli adolescenti che passano anni in carcere con una condanna a morte è spaventosa, e rappresenta una tortura e un maltrattamento".
Chiedendo che entrambe le esecuzioni vengano "fermate immediatamente" e le sentenze di morte vengano annullate, i tre esperti hanno anche invitato l'Iran a "commutare senza indugio tutte le condanne inflitte ai minorenni".
Gli esperti hanno detto che i due casi portano a sei il numero di minori la cui esecuzione è stata fissata in Iran da gennaio, comprese due condanne a morte già eseguite. Hanno aggiunto che mentre nel 2016 il governo iraniano ha assicurato al Comitato delle Nazioni Unite per i diritti del Fanciullo che un emendamento del 2003 al codice penale che apre la possibilità per i minori condannati a morte di essere riprocessati sarebbe stato applicato sistematicamente a tutti i minori condannati a morte, "queste promesse non sono state mantenute".
Hanno osservato che, ratificando sia il Patto internazionale sui diritti civili e politici che la Convenzione sui diritti del fanciullo, l'Iran si è impegnato a tutelare e rispettare il diritto alla vita dei minorenni, nonché a mettere fuori legge la pena di morte per i minori di 18 anni.
"Qualunque ipotesi che una ragazza di nove anni o un ragazzo di età superiore ai 15 anni possa essere considerato abbastanza maturo per essere condannato a morte, infrange i principi fondamentali della giustizia minorile e viola entrambi i trattati", hanno detto. "Inoltre, qualsiasi condanna a morte emessa in violazione degli obblighi internazionali del governo, in particolare il suo dovere di istituire un sistema giudiziario minorile in linea con gli standard internazionali per i diritti umani, è illegale ed equivale ad un'esecuzione arbitraria".


---------------------------------------
NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

PUNTLAND: CINQUE MINORENNI GIUSTIZIATI PER TERRORISMO
2 maggio 2017: Cinque minorenni sono stati giustiziati nel Puntland dopo essere stati riconosciuti membri del gruppo terroristico Al-Shabaab.
I cinque ragazzi, di età compresa tra 14 e 17 anni, erano stati condannati a morte nella regione nordorientale somala del Puntland per il loro presunto ruolo nelle uccisioni di tre alti funzionari dell’amministrazione, avvenute lo scorso febbraio. Un tribunale militare ha eseguito le condanne a morte.
Sarebbero in programma le esecuzioni di altri due ragazzi, Muhamed Yasin Abdi (17 anni) e Daud Saied Sahal (15), anche loro per presunta adesione ad Al-Shabaab e per l'uccisione di funzionari governativi.
Amnesty International ha denunciato che i ragazzi sono stati giustiziati dopo un processo iniquo nel corso del quale sono stati torturati e costretti a confessare, gli sono stati negati l'accesso ad un avvocato e ulteriori protezioni accordate ai minori, inoltre sono stati processati da un tribunale militare.
"La vita degli altri due ragazzi deve essere risparmiata", ha dichiarato Michelle Kagari, vice direttore regionale di Amnesty International.
Kagari ha detto che le autorità dovrebbero bloccare le esecuzioni e riprocessare i ragazzi in modo equo in una corte civile minorile, senza ricorrere alla pena di morte.
"Le autorità del Puntland non devono avere altro sangue sulle loro mani".
Amnesty ha chiesto che i responsabili dell'assassinio dei tre funzionari dell'amministrazione siano identificati e portati davanti alla giustizia. "Torturare i giovani per confessare, sottoponendoli a un processo ingiusto e poi giustiziarli non garantisce tutto questo".
Secondo i membri delle famiglie, i ragazzi non erano membri di Al-Shabaab e sono stati sottoposti a scosse elettriche, ustioni con sigarette sui genitali, picchiati e violentati affinché ammettessero gli omicidi.


TUNISIA: 18 CONDANNATI PER TERRORISMO
3 maggio 2017: un tribunale tunisino ha condannato a morte due persone e altre 16 a pene detentive per atti di “terrorismo” commessi nel 2014, che costarono la vita di un agente della sicurezza.
Il portavoce della magistratura Sofiene Sliti ha detto alla AFP che nove degli imputati sono stati condannati in contumacia.
Le due condanne capitali sono state emesse in relazione all’uccisione dell’agente, avvenuta a Kebili, nel sud del Paese.
Gli altri 16 imputati sono stati condannati a pene detentive comprese tra quattro e 36 anni per “appartenenza a gruppo terroristico” e per degli scontri con le forze di sicurezza, vicino Tunisi.
La Tunisia osserva una moratoria sulle esecuzioni dal 1991.
Dalla rivoluzione del 2011, nel Paese si sono verificati attacchi jihadisti che hanno provocato la morte di decine di poliziotti e di 59 turisti stranieri.

SINGAPORE: IMPICCATO PER TRAFFICO DI DROGA
21 aprile 2017: Mohd Jeefrey bin Ismail è stato impiccato all’alba, almeno secondo quanto comunicato dalle autorità carcerarie di Singapore alla sua famiglia.
E’ stato giustiziato dopo che il pubblico ministero ha deciso che Jeefrey non avesse “aiutato in maniera sostanziale” l'Ufficio Centrale Narcotici (CNB) a "contrastare le attività di traffico di droga all'interno o all'esterno di Singapore".
Jeefrey, 52 anni, era un tossicodipendente e un trafficante, arrestato nel 2012 e successivamente condannato a morte per traffico di un quantitativo di diamorfina eccedente rispetto al limite fissato dalla legge.
Il procuratore pubblico avrebbe potuto, grazie ai poteri attribuitigli dalla legge, risparmiare la sua vita se avesse rilasciato a Jeefrey un Certificato di Cooperazione (COC).
Il COC avrebbe permesso a Jeefrey di rivolgersi ai tribunali nel tentativo di ottenere la commutazione della pena di morte in una pena all’ergastolo e alle frustate.

EGITTO: SEI GIUSTIZIATI PER OMICIDIO
3 maggio 2017: Le autorità carcerarie egiziane hanno giustiziato sei prigionieri, in relazione a due casi distinti.
Un uomo di 22 anni è stato giustiziato per aver violentato e ucciso una bambina di cinque anni nel governatorato di Minya nel marzo 2014.
Le indagini hanno appurato che il condannato ha rapito la vittima, prima di portarla in un edificio abbandonato nel villaggio di Maghaha e di stuprarla. Poi l’avrebbe uccisa colpendola alla testa.
La condanna capitale era stata approvata dalla Corte di Cassazione nel febbraio 2016.

Il dipartimento delle carceri di Minya ha inoltre giustiziato, tra ingenti misure di sicurezza, cinque persone condannate per omicidio a Qena e Gharbeya.

Nessun commento:

Posta un commento