NESSUNO TOCCHI CAINO...................
no alla pena di morte!
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : GHANA: PRESIDENTE LIBERA 900 PRIGIONIERI E COMMUTA 14 CONDANNE
CAPITALI 2. NEWS FLASH: NESSUNO TOCCHI
CAINO, CORTE SUPREMA USA GIUDICHI COSTITUZIONALITA’ DELLA PENA DIMORTE IN SE’
3. NEWS FLASH:
IRAN: LE ESECUZIONI AUMENTANO E I FINANZIAMENTI EUROPEI CONTINUANO 4. NEWS FLASH: MISSISSIPPI (USA): MICHELLE BYROM
LIBERA, AVEVA RISCHIATO L’ESECUZIONE 5.
NEWS FLASH: TANZANIA: QUATTRO CONDANNATI A MORTE PER L’OMICIDIO DI UN
RAGAZZO ALBINO 6. I SUGGERIMENTI DELLA
SETTIMANA :
GHANA: PRESIDENTE LIBERA 900 PRIGIONIERI E COMMUTA 14
CONDANNE CAPITALI
30 giugno 2015: il presidente del Ghana John Mahama ha
liberato circa 900 prigionieri alla vigilia della Giornata della Repubblica.
Domani si celebra infatti il 55° anniversario della
proclamazione della Repubblica dopo il dominio coloniale britannico.
Dei 900 detenuti liberati, 883 sono quelli che erano
finiti in carcere per la prima volta e che hanno tenuto una buona condotta.
Anche 14 prigionieri del braccio della morte hanno ottenuto la commutazione
della pena in ergastolo.
Un comunicato diffuso dal Ministero degli Interni fa
sapere che il Presidente si aspetta ora un comportamento retto da parte dei
detenuti liberati.
L’amnistia è una prerogativa esercitata annualmente dal
Presidente.
Nel 2013 sono stati liberati circa 900 prigionieri,
mentre quelli liberati nel 2014 sono stati circa 1104.
Il potere di concessione dell’amnistia è previsto dalla
Prerogativa sulla Grazia nell’art. 72 della Costituzione della Repubblica del
Ghana del 1992.
(Fonti: kasapafmonline.com, 30/06/2015)
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
NESSUNO TOCCHI CAINO, CORTE SUPREMA USA GIUDICHI
COSTITUZIONALITA’ DELLA PENA DIMORTE IN SE’
29 giugno 2015: In merito alla notizia del rigetto 5/4 da
parte della Corte Suprema americana dei ricorsi in merito alla costituzionalità
di un farmaco dell’iniezione letale, Elisabetta Zamparutti, Tesoriera di
Nessuno tocchi Caino ha dichiarato:
“Il nodo che deve sciogliere la Corte Suprema, non è la
costituzionalità di un metodo di esecuzione ma della pena di morte in sé. Una
pena anacronistica che va superata per realizzare pienamente quello Stato di
diritto, sogno dei padri fondatori della democrazia più antica del mondo.
Per questo – ha continuato la Zamparutti – l’opinione di
maggioranza scritta dal giudice Alito, per il quale i tre condannati a morte
ricorrenti non sono riusciti a dimostrare che esiste un metodo alternativo meno
doloroso, esprime una diabolica inversione dell’onere della prova.
Ha ragione invece il liberale giudice Stephen Breyer,
estensore dell’opinione di minoranza, per il quale la Corte deve valutare se la
pena di morte non sia ormai divenuta di per sé una punizione crudele e
inusuale, non solo rispetto ai valori fondamentali della storia americana ma
anche rispetto alla sensibilità attuale dell’opinione pubblica che la vede come
un ferro vecchio del passato di cui liberarsi.” (Fonti: NtC, 29/06/2015) Per
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IRAN: LE ESECUZIONI AUMENTANO E I FINANZIAMENTI EUROPEI
CONTINUANO
2 luglio 2015: una nuova analisi pubblicata dalla ONG
Iran Human Rights mostra che più dei due terzi delle 570 persone giustiziate
finora quest’anno in Iran erano state condannate per reati legati alla droga.
Queste esecuzioni possono essere collegate ai finanziamenti per i programmi di
lotta al narcotraffico stanziati tramite l'Ufficio delle Nazioni Unite contro
la Droga e il Crimine (UNODC) e finanziati dai Paesi europei, inclusi Francia e
Germania.
La ricerca della ong per i diritti umani Reprieve mostra
che la Francia ha fornito più di 1 milione di euro alla Polizia Anti Narcotici
dell'Iran (ANP) negli ultimi anni; mentre la Germania ha contribuito ad un
progetto da 5 milioni di euro dell’UNODC che ha fornito alla ANP formazione
e attrezzature.
I progetti dell’UNODC mirano ad incrementare il numero
delle persone arrestate e condannate per droga, ma non impongono condizioni
efficaci per garantire che il sostegno finanziario non contribuisca ad
incrementare il numero di impiccagioni. Con l'Iran che attualmente pratica
esecuzioni ad un ritmo così elevato e con il 69% delle esecuzioni legate a
reati di droga, Reprieve invita l'UNODC ed i suoi finanziatori ad agire con
urgenza per introdurre condizioni sul sostegno che essi forniscono.
Un certo numero di altri Stati europei, tra cui Regno
Unito, Danimarca e Irlanda, hanno già ritirato i finanziamenti ad analoghi
programmi UNODC in Iran, con il governo danese che ha riconosciuto come questi
“portino ad esecuzioni". Tuttavia Francia e Germania si sono rifiutate di
assumere impegni analoghi, e non hanno escluso di contribuire ad un nuovo
stanziamento riservato di fondi Onu per l'ANP iraniana.
L'UNODC sta attualmente negoziando questo accordo della
durata di cinque anni, e il capo dell'UNODC Yury Fedotov si è recato in Iran
nel febbraio di quest'anno promettendo che un accordo sarebbe stato finalizzato
"nei prossimi due mesi". Ha aggiunto che "nessun Paese può
competere con l'Iran per quanto riguarda la quantità di stupefacenti scoperti e
sequestrati."
La ricerca di Reprieve ha scoperto che almeno 15 milioni
di euro del sostegno europeo possono essere direttamente collegati ad arresti e
impiccagioni di migliaia di persone - tra cui donne, minori e un certo numero
di cittadini europei. In un caso del 2014, un ragazzo 15enne afgano, Jannat
Mir, è stato impiccato con l'accusa di traffico di eroina attraverso il confine
tra Afghanistan e Iran, nel periodo in cui l'UNODC sovrintendeva ad
un'operazione sul confine da 5 milioni di euro.
Le linee guida sui diritti umani dell’UNODC prevedono che
se le esecuzioni per reati legati alla droga continuano, l’organismo dovrebbe
"assumere un blocco temporaneo o il ritiro del sostegno".
Maya Foa, responsabile del team sulla pena di morte di
Reprieve, ha dichiarato:
"Anche se in Iran il tasso di esecuzioni arriva alle
stelle, i Paesi europei come Francia e Germania continuano a finanziare le
incursioni brutali da parte della polizia iraniana che inviano regolarmente
persone nel braccio della morte per reati non violenti. In Iran 7 impiccati su
10 quest'anno sono stati catturati in questo tipo di operazioni, ma i
finanziatori europei e l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il
Crimine continuano a chiudere un occhio, e stanno anche considerando un nuovo
finanziamento.
"E' un’ipocrisia insostenibile per i paesi europei e
per l’UNODC quella di rivendicare opposizione alla pena di morte in tutte le
circostanze pur permettendola e incoraggiandola all'estero. Se i loro impegni
in materia di pena di morte valgono qualcosa, dovrebbero imporre condizioni
efficaci e trasparenti per garantire che il loro aiuto non porti a
esecuzioni." (Fonti: Reprieve, July 2, 2015) Per saperne di piu' :
MISSISSIPPI (USA): MICHELLE BYROM LIBERA, AVEVA RISCHIATO
L’ESECUZIONE
26 giugno 2015: Michelle Byrom, 58 anni, bianca, è stata
scarcerata. Era stata condannata a morte nel 2000 con l’accusa di aver
commissionato a suo figlio e ad un amico del ragazzo l’uccisione del marito,
Edward Byrom, avvenuta il 4 giugno 1999.
Nel marzo 2014 una serie di articoli del Clarion-Ledger e
di altre testate rivelarono che la giuria popolare non aveva mai saputo che in
diverse lettere scritte dal carcere e in un colloquio con uno psicologo, il
figlio della coppia, Edward Byrom Jr. aveva detto di aver ucciso il padre “per
vendicarsi dei maltrattamenti subiti”, ed inoltre aveva fornito alcuni dettagli
che non poteva aver appreso dai media. Con questi nuovi elementi, il 31 marzo
2014 la Corte Suprema di stato aveva annullato il verdetto di colpevolezza. La
stessa Corte pochi giorni prima aveva ricevuto dal Procuratore Generale la
richiesta di ratifica della data di esecuzione che avrebbe dovuto essere, nelle
intenzione dell’Attorney General, il 28 marzo.
Edward Byrom Jr. al processo contro la madre aveva
testimoniato che la madre aveva promesso a Joey Gillis, un suo amico, 10.000 o
15.000 dollari per uccidere il padre, cifra che gli avrebbe dato appena
incassata l’assicurazione sulla vita dell’uomo.
Processato per quel reato particolare del codice Usa che
è il “progettato omicidio”, venne condannato a 30 anni, e scarcerato
nell’agosto 2013 per buona condotta.
L’altro imputato, Joey Gillis, grazie ad un accordo con
la pubblica accusa, si era dichiarato colpevole di “progettato omicidio”, ed è
stato scarcerato nel 2009. Inizialmente la donna aveva confessato, ma in
seguito ha detto di averlo fatto mentre era in un grave stato confusionale
indotto da molti farmaci, e di averlo fatto soprattutto nell’intento di
proteggere il figlio.
Oggi la Byrom si è dichiarata colpevole anche lei di
“progettato omicidio” e il giudice Paul Funderburk della Tishomingo County
Circuit Court l’ha condannata a 20 anni, 16 dei quali già scontati (14 nel
braccio della morte) e sospendendo la pena per i 4 anni mancanti. La Byrom è
uscita direttamente dal tribunale.
(Fonti: Clarion-Ledger, 26/06/2015)
Per saperne di piu' :
TANZANIA: QUATTRO CONDANNATI A MORTE PER L’OMICIDIO DI UN
RAGAZZO ALBINO
1 luglio 2015: quattro uomini, tra cui uno stregone, sono
stati condannati a morte dall'Alta Corte di Mbeya, nel sud della Tanzania, dopo
essere stati giudicati colpevoli del sequestro, uccisione e smembramento di un
ragazzo albino 17enne.
I quattro avrebbero pianificato l’omicidio per vendere
gli organi della vittima, utilizzati nella stregoneria. Un quinto imputato è
stato rilasciato perché non vi erano prove sufficienti per collegarlo
all'omicidio.
Lo stregone, Adangalwisye Kayuni, è stato trovato in
possesso di un intestino umano il cui DNA corrispondeva a quello della vittima,
e un altro imputato è stato trovato in possesso di quattro dita e 10 ossa che
il test del DNA ha collegato alla vittima.
Il ragazzo, Henry Mwakajila, era scomparso nella regione
di Mbeya in una notte nel 2008, ha detto l’accusa.
Dal 2008 la Corte ha condannato a morte 15 persone per
gli omicidi di persone albine, e secondo le Nazioni Unite sono almeno 75 gli
albini uccisi in Tanzania dal 2000.
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