domenica 8 febbraio 2015

NESSUNO TOCCHI CAINO...............

1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : CAMPAGNA DI AUTOFINANZIAMENTO “PER UN NUOVO DIRITTO UMANO: IL DIRITTO ALLA CONOSCENZA” LANCIATA DA PR, NTC E NPSG 2.  NEWS FLASH: ARABIA SAUDITA: NOVE UOMINI DECAPITATI IN QUATTRO DIVERSE CITTÀ 3.  NEWS FLASH: GIAPPONE: CORTE SUPREMA CONFERMA ANNULLAMENTO DI DUE CONDANNE A MORTE EMESSE DA GIUDICI NON TOGATI 4.  NEWS FLASH: GIORDANIA: DUE TERRORISTI GIUSTIZIATI IN RAPPRESAGLIA PER L'UCCISIONE DI UN PILOTA DA PARTE DELLO STATO ISLAMICO 5.  NEWS FLASH: PAKISTAN: ALTRI DUE TERRORISTI IMPICCATI A KARACHI 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


CAMPAGNA DI AUTOFINANZIAMENTO “PER UN NUOVO DIRITTO UMANO: IL DIRITTO ALLA CONOSCENZA” LANCIATA DA PR, NTC E NPSG
5 febbraio 2015: il “Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito”, “Nessuno tocchi Caino” e “Non c’è Pace senza Giustizia” hanno lanciato una Campagna di autofinanziamento per convocare la Seconda Conferenza Internazionale sul tema “Stato di Diritto contro Ragion di Stato” che si terrà a Bruxelles presso il Parlamento Europeo, a Marzo-Aprile 2015.

L'incontro radunerà relatori ed esperti nel campo dei diritti umani e delle relazioni internazionali, i quali analizzeranno gli strumenti internazionali disponibili e quelli da realizzare al fine di affermare e codificare il diritto umano universale alla conoscenza, ossia il diritto di conoscere in che modo e perché i governi a vari livelli prendano determinate decisioni che influiscono sui diritti umani e libertà civili, soprattutto per quanto riguarda questioni di “sicurezza nazionale.”
Come è noto, anche riguardo alla pena capitale, molti Paesi, per lo più autoritari, come la Cina e l’Iran, non forniscono statistiche ufficiali sulla sua applicazione, per cui il numero delle esecuzioni potrebbe essere molto più alto di quello reso pubblico o stimato.
Vi sono, però, anche Paesi considerati “democratici”, come Giappone e gli stessi Stati Uniti, dove il sistema della pena capitale è per molti aspetti coperto da un velo di segretezza. In particolare, negli Stati Uniti, la segretezza sul processo di iniezione letale è divenuta una questione sempre più all’ordine del giorno dopo una serie di esecuzioni “malriuscite” effettuate nel 2014.
Dei 32 Stati americani che utilizzano ancora l’iniezione letale, nove prevedono leggi statali sulla segretezza (Secrecy Laws) e altri cinque norme amministrative che impediscono al pubblico o ai detenuti di conoscere la fonte e la qualità dei farmaci di esecuzione.
Per aderire e contribuire alla campagna “Per un nuovo diritto umano: il diritto alla conoscenza”, vai su http://www.radicalparty.org/it/nuovo-diritto-umano-diritto-alla-conoscenza

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

ARABIA SAUDITA: NOVE UOMINI DECAPITATI IN QUATTRO DIVERSE CITTÀ Tra il 1° e il 5 febbraio 2015, l'Arabia Saudita ha decapitato nove uomini in quattro diverse città, ha reso noto il Ministero degli Interni con diversi comunicati ripresi dalla Saudi Press Agency.
Le loro decapitazioni portano a 25 il numero di persone giustiziate nel Regno di quest'anno, secondo un conteggio tenuto dall'agenzia AFP. L’Arabia Saudita ha giustiziato 87 persone nel 2014, rispetto alle 78 del 2013.
Il 1° febbraio, un cittadino saudita, Abdelrahman al-Jahni, è stato decapitato nella città di Medina per un omicidio commesso con arma da fuoco nel corso di una lite.
Il 3 febbraio, un trafficante di droga giordano, Mohammed Salamah Fareeh al-Azazma, è stato giustiziato nella regione di Jawf per “contrabbando di una grande quantità di anfetamine”.
Il 4 febbraio, sono stati giustiziati tre sauditi, due per stupro e uno per omicidio. Abdul Kareem bin Abdul Sattar Meezi e Hashim bin Abdo Mahragi erano stati condannati per aver rapito e stuprato una ragazza e sono stati giustiziati nella città santa della Mecca. Separatamente, Mohammed bin Ouda bin Naji al-Inzi è stato decapitato nella regione di Jawf per un omicidio commesso a colpi d’arma di fuoco.
Il 5 febbraio 2015, quattro uomini sauditi condannati per rapina e omicidio sono stati giustiziati nella città di Qatif. Avevano attirato la loro vittima travestiti in abiti da donna per poi derubarla e ucciderla.
Un esperto ONU ha chiesto in settembre una moratoria immediata delle esecuzioni in Arabia Saudita. "Nonostante i numerosi inviti da parte di organismi per i diritti umani, l'Arabia Saudita continua a giustiziare con una regolarità spaventosa e in flagrante violazione delle norme di diritto internazionale", ha dichiarato Christof Heyns, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie.
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GIAPPONE: CORTE SUPREMA CONFERMA ANNULLAMENTO DI DUE CONDANNE A MORTE EMESSE DA GIUDICI NON TOGATI Il 3 febbraio 2015, la Corte Suprema del Giappone ha confermato due sentenze delle Alte Corti che avevano ribaltato le condanne a morte emesse da giurie miste di giudici onorari e togati nei confronti di due uomini accusati di rapina e omicidio.
Le Alte Corti avevano commutato in ergastolo le condanne dei due uomini, ritenendo la pena capitale eccessiva.
E’ la prima volta che la pena di morte emessa da una giuria composta anche da giudici non togati è stata annullata dalla Corte Suprema da quando il sistema misto di giudici onorari e togati è stato introdotto in Giappone nel maggio 2009 per riflettere il "senso comune" nei processi penali, che sono stati spesso criticati in quanto poco comprensibili e lontani dal sentimento popolare.
Nella sua decisione, la Corte Suprema ha detto che una sentenza di morte è "una punizione ultimativa che prende la vita dell'imputato" e i giudici "devono considerarla con attenzione e presentare prove concrete" che tale pena non può essere scampata.
"Non ha senso confrontare nel dettaglio (i casi) con i precedenti penali, ma dobbiamo considerarli adeguatamente sicché non siano trattati ingiustamente", ha detto la Corte Suprema, aggiungendo che vi è la necessità di un equilibrio nel giudicare tra giudici di carriera e semplici cittadini.
I due casi riguardavano l'omicidio di un uomo di 74 anni in un appartamento nel quartiere di Minamiaoyama a Tokyo nel novembre 2009 e l'omicidio di una studentessa universitaria di 21 anni nella sua casa nella Prefettura di Chiba nell'ottobre 2009.
I tribunali distrettuali di Tokyo e Chiba avevano condannato a morte i due uomini nel 2011, in processi separati condotti da giurie miste. Ma le sentenze sono state rovesciate nel 2013 dall'Alta Corte di Tokyo, dove i casi sono stati esaminati soltanto da giudici togati.
Un totale di 22 condanne a morte sono state finora emesse da collegi composti da tre giudici togati e sei comuni cittadini.
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GIORDANIA: DUE TERRORISTI GIUSTIZIATI IN RAPPRESAGLIA PER L'UCCISIONE DI UN PILOTA DA PARTE DELLO STATO ISLAMICO Il 4 febbraio 2015, la Giordania ha impiccato due prigionieri di Al-Qaeda in rappresaglia per l'uccisione di un pilota giordano da parte dello Stato Islamico.
Il luogotenente di 26 anni Muath Al-Kaseasbeh è stato bruciato vivo da militanti dello Stato Islamico a giudicare da un video pubblicato il 3 febbraio. Nel video di 20 minuti che mostra la sua uccisione, il pilota indossa una tuta arancione e si trova in una gabbia all'aperto mentre un uomo col volto coperto da fuoco al combustibile di cui è stato cosparso. Al-Kaseasbeh era caduto nelle mani degli estremisti islamici a dicembre quando il suo F-16 si è schiantato in Siria nei pressi di Raqqa, mentre stava compiendo una missione nel quadro della campagna aerea USA contro lo Stato Islamico.
In una prima risposta all'uccisione del pilota, la Giordania ha impiccato due iracheni legati ad Al-Qaeda: una donna aspirante suicida, Sajida al-Rishawi, e Ziad al-Karbouly. Le esecuzioni hanno avuto luogo nel carcere di Swaqa, a circa 50 miglia dalla capitale Amman.
In precedenza, la Giordania aveva offerto uno scambio tra la donna e il pilota, ma la trattativa è fallita perché non era riuscita a ottenere alcuna prova che il pilota fosse ancora in vita. La TV giordana ha detto che il pilota era già stato ucciso il 3 gennaio.
Al-Rishawi era stata condannata a morte per il ruolo svolto nell’attentato suicida del 2005 orchestrato da Al-Qaeda in un albergo di Amman che ha ucciso 60 persone. Al-Karbouly era stato condannato morte nel 2008 per aver pianificato attacchi terroristici nei confronti di cittadini giordani in Iraq.
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PAKISTAN: ALTRI DUE TERRORISTI IMPICCATI A KARACHI Il 3 febbraio 2015, altri due terroristi affiliati al gruppo Lashkar-i-Jhangvi sono stati impiccati nella prigione centrale di Karachi.
Attaullah alias Qasim e Mohammad Azam alias Sharif sono stati condannati a morte per aver ucciso Ali Raza Peerani nella zona del Soldier Bazaar a Karachi nel giugno 2001.
Rigorose misure di sicurezza sono state adottate all'interno e intorno alla prigione. Tutte le strade che portano al carcere sono state bloccate e contingenti pesanti delle forze dell'ordine sono stati schierati per evitare qualsiasi incidente.
Un tribunale anti-terrorismo aveva dichiarato entrambi colpevoli dell'omicidio nel luglio 2004.
Gli appelli dei detenuti contro la pena di morte erano stati respinti dall'Alta Corte di Sindh e poi dalla Corte Suprema del Pakistan. Il Presidente Mamnoon Hussain aveva rigettato le loro richieste di grazia.
Gli ordini di esecuzione dei due condannati sono stati emessi il 24 gennaio su richiesta delle autorità carcerarie. Il giudice aveva chiesto ai funzionari della prigione di effettuare l'impiccagione sotto la supervisione di un magistrato.
I detenuti hanno incontrato per l’ultima volta le loro famiglie prima dell’esecuzione.
Ventidue prigionieri sono già stati impiccati da quando il 17 dicembre scorso il Governo Federale ha revocato la moratoria sulla pena di morte a seguito dell'attacco alla scuola di Peshawar, nel quale 150 persone, tra cui 134 bambini, sono state uccise.

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