lunedì 2 febbraio 2015

Buddismo e Società n.107 - novembre dicembre 2004
L'apertura degli occhi /2
Le tre virtù di sovrano, maestro e genitore
Lezioni sul Gosho di Daisaku Ikeda


Foto: M. Mastrorillo
«Ci sono tre categorie di persone che tutti gli esseri umani dovrebbero rispettare: il sovrano, il maestro e il genitore. Ci sono tre tipi di dottrine che dovrebbero essere studiate: il Confucianesimo, il Brahmanesimo e il Buddismo1».

«Questi [insegnamenti esposti dai saggi e i santi della Cina] sono teorie formulate abilmente, ma ignorano del tutto sia il passato che il futuro. Mistero,2 come abbiamo visto, significa tenebre o oscurità, ed è per questa ragione che viene chiamato mistero. È una teoria che affronta le questioni solo dal punto di vista del presente3».

«Confucio dichiarò che non esistevano santi o saggi nel suo paese, ma che nella terra a occidente c'era un uomo chiamato Budda che era un saggio.4 Questo indica che i testi non buddisti [come quelli confuciani] devono essere considerati come un primo passo verso la dottrina buddista. Confucio insegnò per prima cosa l'etichetta e la musica5 cosicché, quando le scritture buddiste vennero introdotte in Cina, i concetti [buddisti] dei precetti, della meditazione e della saggezza6 poterono essere compresi più facilmente. Insegnò gli ideali di sovrano e ministro di modo che fosse chiara la distinzione tra superiore e subordinato, insegnò l'ideale di genitore di modo che potesse essere apprezzata l'importanza della pietà filiale, e spiegò l'ideale di maestro di modo che le persone imparassero a seguire7».

«Per capacità e profondità di comprensione [i sei maestri non buddisti dell'India8] superarono di gran lunga il Confucianesimo. Erano in grado di percepire due, tre o persino sette esistenze precedenti, [o] un periodo di ottomila kalpa9 nel passato, e allo stesso modo conoscevano quel che sarebbe successo per ottomila kalpa nel futuro. Come principio fondamentale della loro dottrina, alcune scuole insegnavano che le cause producono effetti, altre che le cause non producono effetti, altre ancora che le cause possono produrre o non produrre effetti. Tali erano i principi fondamentali di queste scuole non buddiste10».

«Ma neanche uno solo dei seguaci di questi novantacinque tipi11 di insegnamenti non buddisti superiori o inferiori potrà mai sfuggire al ciclo di nascita e morte. I seguaci dei maestri migliori cadranno nei cattivi sentieri dopo due o tre rinascite, quelli dei cattivi maestri vi cadranno già nella vita successiva.
E tuttavia il punto principale di questi insegnamenti non buddisti costituisce un'importante via d'accesso al Buddismo12».

«In terzo luogo [dopo il Confucianesimo e il Brahmanesimo], consideriamo il Buddismo. Bisogna sapere che l'Onorato dal mondo, il grande Illuminato [il Budda Shakyamuni] è una grande guida per tutti gli esseri viventi, è per loro un grande occhio, un grande ponte, un grande timoniere, un grande campo di buona fortuna. I quattro saggi13 e i tre asceti14 delle scritture e degli insegnamenti confuciani e brahmani sono considerati saggi, ma in realtà non sono altro che persone comuni che non sono ancora riuscite a sradicare le tre categorie di illusioni.15 Sono chiamati saggi, ma di fatto sono come bambini che non riescono a capire i principi di causa ed effetto. Con i loro insegnamenti come nave, potremmo mai attraversare il mare delle sofferenze di nascita e morte? Con i loro insegnamenti come ponte, potremmo mai sfuggire al labirinto dei sei sentieri?16 Ma il Budda, il nostro grande maestro, è andato al di là persino della trasmigrazione con cambiamento e progresso,17 per non parlare della trasmigrazione con differenze e limitazioni.18 Ha estirpato persino la radice dell'oscurità fondamentale, per non parlare delle illusioni del pensiero e del desiderio, che sono trascurabili come i rami e le foglie19».

Il vero sovrano, maestro e genitore e la vera causalità dell'ottenimento della Buddità
Il tema principale dell'Apertura degli occhi, che percorre tutto il trattato, è quello delle tre virtù di sovrano, maestro e genitore.20 Ciò è chiaramente indicato nelle righe di apertura: «Ci sono tre categorie di persone che tutti gli esseri umani dovrebbero rispettare: il sovrano, il maestro e il genitore. Ci sono tre tipi di dottrine che dovrebbero essere studiate: il Confucianesimo, il Brahmanesimo e il Buddismo»21. In questo modo Nichiren Daishonin definisce le tre virtù - la "virtù del sovrano", la "virtù del maestro" e la "virtù del genitore" - come le qualità che tutti dovrebbero rispettare.
Inoltre indica il Confucianesimo, il Brahmanesimo e il Buddismo come le dottrine filosofiche e religiose che tutte le persone dovrebbero studiare. In questo brano, parlando di Confucianesimo, Brahmanesimo e Buddismo Nichiren si riferisce ai vari insegnamenti della Cina, tra i quali il Confucianesimo e il Taoismo, ai vari insegnamenti non buddisti dell'India, tra cui il Brahmanesimo, e, ovviamente, ai vari insegnamenti buddisti. In tal modo specifica tutte le diverse correnti di pensiero che erano conosciute in Giappone ai suoi tempi.
Lo scopo essenziale dell'Apertura degli occhi - il cuore di questo trattato - è quello di valutare le principali scuole religiose e filosofiche allora conosciute e chiarire chi dovrebbe essere riverito da tutta l'umanità come sovrano, maestro e genitore.
Nichiren spiega che i vari dèi, Budda, bodhisattva, saggi e santi presenti nelle diverse filosofie e religioni possiedono una o due delle tre virtù, e sono perciò onorati da molte persone. Si chiede però chi sia la figura dotata di tutte e tre, perché solo chi possiede le virtù di sovrano, maestro e genitore può essere oggetto di universale venerazione e rispetto.
Nel Gosho Sulle preghiere Nichiren scrive: «Se un genitore è di umile rango, non può assumere il ruolo di sovrano. Se un sovrano non è anche genitore, ispirerà timore. E benché qualcuno possa essere sia genitore che sovrano, non può essere anche maestro.
I vari Budda [diversi da Shakyamuni] sono chiamati Onorati dal mondo e possono quindi essere considerati come sovrani. Tuttavia, poiché non fanno la loro apparizione in questo mondo di saha22, essi non sono maestri. Né hanno mai dichiarato che "gli esseri che vivono [nel triplice mondo23] sono tutti miei figli".24 Perciò soltanto Shakyamuni adempie le tre funzioni di sovrano, maestro e genitore»25.
In questo brano Nichiren dichiara che tra tutti i vari Budda di cui si parla nelle scritture buddiste solo Shakyamuni possiede le tre virtù di sovrano, maestro e genitore. Questa affermazione resta vera anche se la nostra indagine si estende agli insegnamenti al di fuori del Buddismo. 
Nella sua analisi delle filosofie e delle religioni dell'antica India e dell'antica Cina, Nichiren sottolinea la credenza secondo la quale le principali divinità [come gli dèi dell'Induismo Shiva e Vishnu], i governanti ideali, i saggi e i santi che avevano tramandato i diversi insegnamenti sono dotati di una o due delle virtù di sovrano, maestro e genitore. Ma nessuno le possiede tutte e tre. 
In alcuni casi possiedono tratti come la nobiltà, la dignità e la forza, che corrispondono alla virtù del sovrano, ma sono privi delle qualità di un genitore, come la compassione. In altri casi sono dotati di compassione ma mancano di nobiltà. Ci sono anche coloro che, pur essendo dotati contemporaneamente sia di nobiltà che di compassione, non possiedono la virtù del maestro perché non espongono un insegnamento che conduce le persone alla felicità. La maggior parte dei saggi e dei santi, quindi, possiede solo alcune delle tre virtù. 
Sviluppando la sua discussione sulle tre virtù in riferimento al Confucianesimo, al Brahmanesimo e al Buddismo, Nichiren Daishonin va avanti ad analizzare il contenuto dei rispettivi insegnamenti, la pratica e la condotta delle persone che si basano su di essi. 
Poiché le tre virtù sono qualità o funzioni manifestate dai Budda, dai bodhisattva e dai vari santi in rapporto agli esseri umani, è inutile dire che ciò che viene insegnato, e il tipo di pratica che le persone sono invitate a svolgere, diventano estremamente importanti per valutare chi veramente possiede queste tre virtù. 
Sulla base di questa analisi Nichiren Daishonin conclude che solo Shakyamuni incarna le tre virtù fungendo da sovrano, maestro e genitore di tutti gli esseri viventi. Al contrario, egli argomenta che i santi e i maestri del Confucianesimo in Cina e del Brahmanesimo in India ignoravano i principi di causa ed effetto e perciò non erano autenticamente dotati delle tre virtù di sovrano, maestro e genitore. 
Nell'Apertura degli occhi scrive: 
«Bisogna sapere che l'Onorato dal mondo, il grande Illuminato [il Budda Shakyamuni] è una grande guida per tutti gli esseri viventi, è per loro un grande occhio, un grande ponte, un grande timoniere, un grande campo di buona fortuna. I quattro saggi e i tre asceti delle scritture e degli insegnamenti confuciani e brahmani sono considerati saggi, ma in realtà non sono altro che persone comuni che non sono ancora riuscite a sradicare le tre categorie di illusioni. Sono chiamati saggi, ma di fatto sono come bambini che non riescono a capire i principi di causa ed effetto. Con i loro insegnamenti come nave, potremmo mai attraversare il mare delle sofferenze di nascita e morte? Con i loro insegnamenti come ponte, potremmo mai sfuggire al labirinto dei sei sentieri? Ma il Budda, il nostro grande maestro, è andato al di là persino della trasmigrazione con cambiamento e progresso, per non parlare della trasmigrazione con differenze e limitazioni. Ha estirpato persino la radice dell'oscurità fondamentale, per non parlare delle illusioni del pensiero e del desiderio, che sono trascurabili come i rami e le foglie»26
Con l'espressione «principi di causa ed effetto» Nichiren Daishonin si riferisce alla causalità della vita attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro, che determina la felicità umana. In seguito, sulla base delle cinque comparazioni,27 egli chiarisce la dottrina della "causa originale ed effetto originale",28 che è la vera causalità dell'ottenimento della Buddità. Questa dottrina è il vero mutuo possesso dei dieci mondi e il vero principio dei tremila regni in un singolo istante di vita nascosto nelle profondità del XVI capitolo del Sutra del Loto, Durata della vita del Tathagata
Nella prima metà dell'Apertura degli occhi Nichiren Daishonin conclude che, nei termini degli insegnamenti del Confucianesimo, del Brahmanesimo e del Buddismo trasmessi in Giappone fino ad allora solo Shakyamuni sembra possedere pienamente le tre virtù, fungendo da sovrano, maestro e genitore di tutti gli esseri viventi. E chiarisce anche che, nei termini dell'intero corpus degli insegnamenti esposti da Shakyamuni nel corso della sua vita, la dottrina dei "tremila regni in un singolo istante di vita nascosta nelle profondità del Sutra del Loto" è il vero insegnamento per ottenere la Buddità e la grande Legge che libera dalla sofferenza tutte le persone dell'Ultimo giorno. La ragione per cui Nichiren afferma che il Budda Shakyamuni incarna le tre virtù di sovrano, maestro e genitore è che lo stesso Shakyamuni si illuminò alla "causalità dell'ottenimento della Buddità", la manifestò nella sua vita e poi la espose nella forma del Sutra del Loto.

La pratica del devoto del Sutra del Loto incarna le funzioni di sovrano, maestro e genitoreNella seconda metà dell'Apertura degli occhi Nichiren elenca le sue battaglie come devoto del Sutra del Loto illuminato alla vera "causalità dell'ottenimento della Buddità", e i suoi sforzi per rendere questa Illuminazione accessibile a tutte le persone dell'Ultimo giorno.
Lui solo si era risvegliato alla grande Legge per ottenere la Buddità nascosta nelle profondità del Sutra del Loto, e lui solo aveva riconosciuto e deplorato la predominanza in tutto il paese di insegnamenti erronei che ostacolavano la propagazione di questa Legge. E scrive: «Io, Nichiren, sono l'unica persona in tutto il Giappone che capisce questo»29.
Tuttavia, non appena cominciò a esporre il corretto insegnamento, fu assalito da un'inimmaginabile tempesta di persecuzioni, senza precedenti. Descrivendo la propria situazione dice: «Come le montagne si sovrappongono alle montagne e le onde seguono le onde, così le persecuzioni si aggiungono alle persecuzioni e le critiche si aggiungono alle critiche»30.
Nonostante vivesse in un tempo di conflitti, in un'epoca impura, Nichiren superò persecuzioni intimidatorie come l'esilio e la tentata decapitazione e intraprese un'incessante lotta spirituale per l'Illuminazione di tutti gli esseri umani. Egli rivela la sua grande condizione vitale nel seguente brano: «Per quanto riguarda la comprensione del Sutra del Loto io ho solo una minima parte delle grandi capacità possedute da T'ien-t'ai e Dengyo, ma per la mia capacità di sopportare le persecuzioni e per la mia grande compassione credo che li farei vergognare»31.
Riservandomi di spiegare dettagliatamente questo brano in seguito, per ora mi limito a dire che qui Nichiren Daishonin dichiara a chiare lettere che in tutta la storia del Buddismo, fin dai tempi di Shakyamuni, nessuno ha mai superato la sua compassione e la sua capacità di sopportare persecuzioni nel corso della lotta per guidare tutte le persone all'Illuminazione.
La seconda metà dell'Apertura degli occhi ricerca le ragioni per le quali Nichiren, pur essendo il devoto del Sutra del Loto, non riceve la protezione degli dèi buddisti promessa nel sutra, e i motivi per cui coloro che lo stanno perseguitando non subiscono punizioni. Di fatto uno dei motivi per i quali Nichiren scrisse questo trattato fu proprio quello di chiarire questi punti estremamente importanti, che suscitavano dubbi e critiche. Tali questioni infatti stavano alla base non solo delle
Foto: M. Mastrorillo

ingiurie che la popolazione in generale riversava su Nichiren, ma anche delle critiche di ex seguaci che avevano abbandonato la fede e si erano rivoltati contro di lui.
Nel suo scritto Nichiren affronta direttamente questi argomenti e cerca di dissipare i dubbi delle persone. Afferma: «Questo dubbio è il punto essenziale di questo mio scritto [...] è la principale preoccupazione di tutta la mia vita»32. Man mano che Nichiren svolge le sue argomentazioni ciò che gradualmente diventa chiaro è la perfetta corrispondenza tra la descrizione, che fa il Sutra del Loto, della condotta del devoto nel propagare il sutra e delle conseguenti persecuzioni che avrebbe incontrato, e il comportamento di Nichiren, comprese le persecuzioni che lo stavano colpendo.
Come prova che Nichiren Daishonin è davvero il devoto del Sutra del Loto vengono citate specificamente tre argomentazioni: l'affidamento ai bodhisattva della propagazione del sutra dopo la sua morte e la descrizione delle nove azioni facili e delle sei azioni difficili33riportate nell'XI capitolo del Sutra del Loto, L'apparizione della torre preziosa; la dimostrazione che le persone comuni possono ottenere la Buddità (l'ottenimento della Buddità delle persone malvagie e delle donne) esposta nel XII capitolo, Devadatta; le violente persecuzioni che il devoto del Sutra del Loto dovrà subire da parte dei tre potenti nemici,34 descritte nel XIII capitolo, Esortazione alla devozione.
Il fatto che Nichiren sia il vero devoto del Sutra del Loto, colui che si è risvegliato alla grande Legge nascosta nella profondità del sutra e sta compiendo ogni sforzo per propagarla tra tutte le persone dell'Ultimo giorno, diviene sempre più indiscutibile via via che ci si rende conto che la sua condotta si accorda perfettamente con le parole del Sutra del Loto.
Dopo avere completato la minuziosa analisi della propria condotta, sulla base dei brani del Sutra del Loto, Nichiren pronuncia il suo grande voto di liberare le persone dalla sofferenza. È il potente ruggito del leone che comincia così: «Questo io affermo. Che gli dèi mi abbandonino. Che tutte le persecuzioni mi assalgano. Io continuerò a dare la mia vita per la Legge!»35.
Qui Nichiren, da un'insuperabile altezza spirituale, osserva con serenità le insignificanti manovre dei suoi persecutori in combutta con i suoi ex seguaci che gli si erano rivoltati contro. In questo brano immortale echeggia lo spirito puro e incontaminato di Nichiren Daishonin e la sua determinazione di continuare a combattere per vincere l'ignoranza, la miscredenza e le illusioni degli esseri umani.
Il suo stato di vita assomiglia al sole che illumina compassionevolmente ogni cosa, e ci esorta a far emergere nella nostra vita lo splendore della torre preziosa.
In questo trattato Nichiren spiega ancora una volta ai suoi discepoli che praticare il corretto insegnamento buddista per condurre tutte le persone all'Illuminazione è di per sé il sentiero diretto verso l'alleggerimento della propria retribuzione karmica36 e la conseguente trasformazione del proprio karma, il grande sentiero dell'ottenimento della Buddità in questa vita.
Infine Nichiren chiarisce che l'essenza di shakubuku, cioè della propagazione, è la compassione. Grazie all'immensa compassione che provava per tutti gli esseri umani fu in grado di combattere fermamente il male, di sopportare le persecuzioni e di diffondere la Legge.
Sulla base della sua compassione Nichiren dichiara inequivocabilmente di possedere egli stesso le tre virtù di sovrano, maestro e genitore nell'Ultimo giorno della Legge. Dice infatti: «Io, Nichiren, sono il sovrano, il maestro, il padre e la madre di tutto il popolo giapponese»37. Il Giappone dei tempi di Nichiren era un paese in cui la Legge era in procinto di scomparire. Se una persona può salvare la popolazione di un simile paese, allora può salvare tutta l'umanità. Questa affermazione di Nichiren Daishonin perciò non è altro che la dichiarazione del fatto che lui stesso rappresenta l'oggetto di devozione nei termini della persona in quanto incarna le funzioni di sovrano, maestro e genitore non solo del popolo giapponese ma di tutta l'umanità, per i diecimila anni e più dell'Ultimo giorno della Legge.
Riassumendo, la sezione di apertura di questo trattato ha per argomento principale le tre virtù di sovrano, maestro e genitore, mentre la parte conclusiva asserisce che Nichiren, in quanto devoto del Sutra del Loto, è la persona che le possiede.

Il sovrano, maestro e genitore del Buddismo della semina dell'Ultimo giornoFin qui ho delineato un profilo dell'Apertura degli occhi come trattato sulle tre virtù. Su questa base vorrei considerare ulteriormente le tre virtù di sovrano, maestro e genitore incarnate da Nichiren Daishonin - il sovrano, maestro e genitore del Buddismo della semina dell'Ultimo giorno della Legge.
Nichiren non si limitò a risvegliarsi a Myoho-renge-kyo, che è il seme per raggiungere la Buddità, ma sostenne risolutamente questa grande Legge considerando come sofferenze personali le sofferenze "differenti" e "condivise" di tutti gli esseri viventi dell'Ultimo giorno.38Nichiren espose e diffuse la Legge per il loro bene senza lesinare la sua vita. Nella sua dedizione altruistica possiamo cogliere le virtù di "sovrano, maestro e genitore del Buddismo della semina dell'Ultimo giorno", volte a risvegliare tutte le persone di quest'epoca malvagia e metterle in grado di conseguire la Buddità.
In primo luogo Myoho-renge-kyo è la Legge fondamentale dell'universo, e Nichiren non solo si risvegliò a essa ma perseverò nel sostenerla affrontando incessanti persecuzioni. La sua condotta dimostra che la sua vita fu una sola cosa con la Legge di Myoho-renge-kyo, e che lo stato di vita che egli manifestò era vasto come l'intero universo.
Possiamo considerare il suo nobile stato di vita come la virtù del sovrano. La virtù del sovrano riferita a Shakyamuni è espressa dalla frase «questo triplice mondo costituisce il mio dominio»39 che si trova nel terzo capitolo del Sutra del Loto, Parabola. La virtù del sovrano riferita a Nichiren potrebbe forse essere espressa così: «L'universo costituisce il mio dominio».
Negli incessanti sforzi di Nichiren per far progredire kosen-rufu - in accordo con il suo voto - facendo appello al coraggio di un leone e restando impassibile di fronte alle più terribili persecuzioni, possiamo percepire una grandezza e una dignità simili a quelle della gigantesca torre preziosa che nel Sutra del Loto si solleva maestosamente in aria.
In secondo luogo Nichiren sviluppò una forma di pratica per rendere accessibile a tutti la Legge di Myoho-renge-kyo che aveva manifestato concretamente nella sua vita. Guidò le persone sul sentiero della Buddità con il limpido specchio del Gohonzon e con il Daimoku della fede e della pratica.40 Ciò può essere visto come una manifestazione della virtù del maestro.
In terzo luogo, allo scopo di liberare gli esseri umani dalla sofferenza, Nichiren continuò instancabilmente a insegnare che le persone comuni dell'Ultimo giorno possono rivelare il mondo di Buddità nella loro vita. Allo stesso tempo mise in guardia contro i mali che sorgono da una mente calunniosa, caratterizzata dall'incredulità nell'esistenza della natura buddica in sé e negli altri, e denunciò gli insegnamenti che esercitavano un'influenza negativa sulle persone inducendole a offendere la Legge. E benché la denuncia dell'offesa alla Legge gli attirasse ondate di persecuzioni, Nichiren sopportò tutti gli attacchi. Ciò fu dovuto interamente al potere della sua compassione.
Sempre nel capitolo Parabola del Sutra del Loto si trova un brano che indica la virtù del genitore riferita a Shakyamuni: «Gli esseri che vivono [nel triplice mondo] sono tutti miei figli»41. Analogamente nel comportamento di Nichiren Daishonin, che diffuse l'insegnamento sopportando tutte le difficoltà, possiamo discernere la virtù del genitore, caratterizzata dallo spirito di preoccuparsi del benessere degli esseri umani dell'Ultimo giorno come se fossero i suoi figli.

Nichiren fu il pioniere e l'esempio del conseguimento della Buddità da parte delle persone comuniCome iniziatore e pioniere di kosen-rufu nell'Ultimo giorno Nichiren Daishonin diffuse la grande Legge per l'Illuminazione di tutte le persone e attraverso questa lotta arrivò a essere naturalmente dotato delle tre virtù di sovrano, maestro e genitore.
Dal punto di vista dei discepoli che seguirono le sue orme, la lotta pionieristica di Nichiren può essere considerata il modello e l'esempio del conseguimento della Buddità da parte di una persona comune dell'Ultimo giorno della Legge. In uno dei suoi scritti afferma: «Qui un singolo individuo viene usato come esempio, ma la stessa cosa si applica egualmente a tutti gli esseri viventi»42. Nichiren funge da nostro unico esempio di persona comune che consegue la Buddità, e per questo motivo lo consideriamo l'oggetto di devozione nei termini della Persona.
In relazione a questo punto ricordo che Tsunesaburo Makiguchi, il primo presidente della Soka Gakkai, tracciò una distinzione tra la condizione di un santo o di un saggio che scoprono la verità e la insegnano agli altri e quella di noi persone comuni che creiamo valore credendo in quella verità e praticandola. Makiguchi considerava del tutto ragionevole che solo un santo o un saggio potessero scoprire la verità fondamentale, e che gli altri avessero la missione di praticare quella verità e di provarne la validità. Spiegava così questo concetto: «Il processo di rivelazione dell'insegnamento (in altre parole, il sistema di insegnamento) per condurre le persone a credere in esso, adottato dal santo o saggio che ha stabilito quell'insegnamento, e il processo delle persone comuni che adottano quell'insegnamento nelle loro vite quotidiane - cioè il processo tramite il quale arriviamo a prendere fede in esso, a esserne guidati e a lottare per realizzare una vita di suprema felicità basata su di esso - sono necessariamente del tutto differenti».43
In altre parole Makiguchi sta dicendo che, dopo che un saggio o un santo appaiono e stabiliscono una verità fondamentale o un insegnamento in cui tutte le persone dovrebbero credere e che dovrebbero praticare, sta a noi persone comuni mettere in pratica la verità rivelata da quel saggio e sperimentare i risultati del suo insegnamento, acquisendo così una comprensione della verità con la nostra vita. Egli nota, tuttavia, che alcuni cercano di trasmettere l'insegnamento di un santo o di un saggio pretendendo che le persone compiano lo stesso processo tramite il quale il santo o il saggio hanno raggiunto le loro conclusioni. E dichiara che questo è un "grande errore", una "inutile perdita di tempo", e critica tali persone perché pensano erroneamente che la verità e il valore siano la stessa cosa.44
Il presidente Makiguchi considerava la realizzazione della felicità propria e degli altri come il fine ultimo della vita umana. Perciò, secondo lui, eliminare concretamente la sofferenza e creare la felicità era il fine, mentre la teoria non era altro che un mezzo per raggiungerlo. Inoltre considerava auspicabile che fossero le persone comuni a fungere da modello in questi sforzi.
In altre parole, anche se una persona diventa un «modello che offre il più alto esempio concreto», se essa è «completa e perfetta» coloro che cercano di emularne l'esempio lo considereranno come «uno scopo che ispira reverenza ma che è personalmente inavvicinabile e irraggiungibile». Il presidente Makiguchi considerava invece una persona di «insuperato carattere» quella che porta avanti «la benefica pratica di piantare i semi [dell'Illuminazione]» rimanendo una persona comune «della più bassa posizione sociale».45
Più di tutti è degna di rispetto una persona che può servire da modello per coloro le cui vite sono immerse nella sofferenza. Nichiren nacque come persona comune in un'epoca piena di sofferenza e dedicò la sua vita alla pratica umanistica di mettere in grado le persone comuni di far emergere la loro intrinseca Buddità. In conseguenza incontrò tutti i tipi di persecuzioni. Attraverso queste dure prove lesse il Sutra del Loto con la sua vita testimoniando così la validità dei suoi insegnamenti, e mostrò attraverso il proprio esempio l'incredibile forza e il potenziale che tutti gli esseri umani possiedono.
Il presidente Makiguchi disse riguardo a ciò: «Se esso [il Buddismo di Shakyamuni e il Sutra del Loto in particolare] acquista rilevanza per il mondo reale come risultato dell'apparizione di Nichiren Daishonin, e se il principio universale di causalità è dimostrato dalle persecuzioni che per amore della Legge Nichiren subì nel corso della sua vita, allora non diventeranno forse una realtà nella nostra vita gli astratti ideali del Sutra del Loto?»46 E continuò: «Questo non riguarda solo Nichiren Daishonin. Come indica lo stesso Nichiren quando dice che ciò si applica a tutte le persone, noi che portiamo avanti la fede e la pratica per noi stessi e per gli altri possiamo facilmente provarlo»47. Makiguchi sottolineò così che Nichiren Daishonin, che propagò l'insegnamento sopportando immense difficoltà e persecuzioni, è il Budda dell'Ultimo giorno della Legge che noi dovremmo considerare come nostro modello.
I significativi commenti del presidente Makiguchi mostrano che egli considerò sempre il Buddismo dal punto di vista di un uomo di fede che porta avanti in prima persona la pratica religiosa. Rivelano anche il suo spirito umanistico, che lo portava a vedere tutte le persone come individui egualmente preziosi e degni di rispetto.

Una nuova e rivoluzionaria visione della religioneInfine vorrei dire qualcosa sulla visione rivoluzionaria che aveva Nichiren della religione, che possiamo individuare nella sua concezione delle tre virtù di sovrano, maestro e genitore.
Nel
 

Foto: M. Mastrorillo
Gosho La vera entità della vita48 scrive: 
«Un comune mortale è un'entità dei tre corpi, e un vero Budda. Un Budda [come Shakyamuni o Molti tesori] è una funzione dei tre corpi, e un Budda transitorio. Perciò, benché si ritenga che il Budda Shakyamuni possieda le tre virtù di sovrano, maestro e genitore per la salvezza di tutti noi esseri viventi, non è così. Al contrario, sono i comuni mortali ad averlo dotato delle tre virtù»49.
Secondo il pensiero tradizionale Shakyamuni era un grande Budda che possedeva le tre virtù di sovrano, maestro e genitore per il bene degli esseri viventi; ma questa visione in realtà non è corretta. È a causa del fatto che le persone comuni possiedono la natura buddica e sono dotati del potenziale per manifestare la Buddità che il Budda Shakyamuni può mostrare le virtù di sovrano, maestro e genitore per tutti gli esseri viventi. Per questa ragione Nichiren proclama che sono gli esseri viventi a dotare Shakyamuni delle tre virtù.
Questo è un approccio rivoluzionario alle tre virtù e alla natura stessa della religione. Nella visione convenzionale i sovrani governano e regnano sui loro sudditi, i maestri istruiscono ed educano i loro allievi e i genitori danno la vita ai figli e vengono onorati da loro. Considerati strettamente nei termini di queste relazioni, il sovrano, il maestro e il genitore sono ruoli di autorità. Perciò quando il Budda viene paragonato al sovrano, al maestro e al genitore sulla base di questo modello, ne consegue inevitabilmente un Buddismo autoritario.
Ma i veri sovrani sono quelli che aiutano i loro sudditi a diventare felici, i veri maestri sono quelli che mettono in grado i propri discepoli di crescere e di svilupparsi, e i veri genitori sono quelli che allevano i figli aiutandoli a diventare adulti eccellenti. Sulla base di questo secondo modello i sovrani possono manifestare il loro potere di sovrani solo perché i loro sudditi hanno la potenzialità di diventare felici, i maestri possono svolgere la loro funzione di insegnanti solo perché i loro discepoli hanno il potenziale per un meraviglioso sviluppo e i genitori possono adempiere il proprio ruolo di genitori solo perché i loro figli possono diventare uomini e donne capaci.
Lo stesso principio si applica al Buddismo. I Budda possono essere dotati delle tre virtù di sovrano, maestro e genitore solo perché gli esseri viventi hanno il potenziale per conseguire la Buddità.
Questa affermazione di Nichiren indica un drastico spostamento da una religione autoritaria, caratterizzata dal culto obbediente dei Budda e degli dèi e dalla dipendenza dall'intercessione dei preti, a una religione umanistica centrata sull'individuo e finalizzata alla felicità di tutti gli esseri umani.



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