lunedì 27 luglio 2020

     NESSUNO    TOCCHI    CAINO             
      no   alla   pena   di    morte       

1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : CARCERE: CONSIGLIO DIRETTIVO DI NESSUNO TOCCHI CAINO DEDICATO AL 41-BIS, 'MONUMENTO SPECIALE DELLA LOTTA ALLA MAFIA, FOSSA COMUNE DI SEPOLTI VIVI'
2.  NEWS FLASH: BAHRAIN: APPELLO AL RE PER LA COMMUTAZIONE DI DUE CONDANNE CAPITALI 3.  NEWS FLASH: TAIWAN: ‘LE NUOVE LINEE GUIDA NON CAMBIANO UNA PRATICA BARBARA’
4.  NEWS FLASH: CALIFORNIA (USA): IL CORONAVIRUS HA CAUSATO 39 MORTI NELLE PRIGIONI DELLO STATO 5.  NEWS FLASH: CINA: ‘MALATO MENTALE’ GIUSTIZIATO PER L’OMICIDIO DI UN BAMBINO 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : SENATO: 28 LUGLIO CONFERENZA STAMPA SU EMBARGO VENDITA DI ARMI ALL’IRAN


CARCERE: CONSIGLIO DIRETTIVO DI NESSUNO TOCCHI CAINO DEDICATO AL 41-BIS, 'MONUMENTO SPECIALE DELLA LOTTA ALLA MAFIA, FOSSA COMUNE DI SEPOLTI VIVI'
Nessuno tocchi Caino-Spes contra Spem terrà un altro Consiglio Direttivo sabato, 25 luglio 2020, dalle 9:30 alle 19:00 (con una pausa dalle 13:30 alle 15:00), sulla piattaforma Zoom.

La riunione dal titolo “41-bis: monumento speciale della lotta alla mafia, fossa comune di sepolti vivi” prende spunto dall’uscita di un numero monografico sul “carcere duro” della rivista giuridica Giurisprudenza Penale. Insieme all’aspetto tecnico-giuridico (di cui il fascicolo prevalentemente tratta), verrà trattato quello umano del vissuto dei detenuti sottoposti al regime speciale che vige in Italia da quasi trent’anni e che “nessuno – afferma Nessuno tocchi Caino – pare voglia mettere in discussione”.
Prenderanno la parola ex detenuti al 41-bis, familiari, avvocati difensori, magistrati di sorveglianza, giuristi, giornalisti. Si parlerà della vicenda di Raffaele Cutolo, un uomo di quasi 80 anni “vissuti – afferma Nessuno tocchi Caino – in un tempo ‘equamente’ diviso fra tre generazioni: la prima in libertà, la seconda nel carcere normale, la terza al carcere duro”.
“Non sono pochi – continua l’Associazione radicale – i detenuti al 41-bis che, come Raffaele Cutolo, sono sottoposti al regime di isolamento totale, ininterrottamente, da quando è stato istituito nel 1992 e che rischiano di morire nelle mani di uno Stato che ha abolito la pena di morte, ma non la morte per pena e la pena fino alla morte.” “Il monumento simbolo della lotta alla mafia si erge su una fossa di sepolti vivi, uomini privati di sensi umani fondamentali come la vista e l’udito, di facoltà sociali minime come la parola.”
Secondo i dirigenti di Nessuno tocchi Caino Sergio D’Elia, Rita Bernardini ed Elisabetta Zamparutti, “il 41-bis è un regime di tortura, sempre più chiuso e ottuso, è la quintessenza del carcere, dell’isolamento, della privazione della libertà”. “Un giorno – che noi di Nessuno tocchi Caino, noi che siamo anche Spes contra Spem, faremo in modo non sia molto lontano – ci volgeremo indietro e guarderemo al carcere, sia nella sua versione ‘dura’ sia nella sua versione ‘morbida’, come si guarda a una rovina della storia, un resto archeologico dell’umanità.”
Il Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino sarà trasmesso in diretta da Radio Radicale, sul canale YouTube e sulla pagina Facebook dell’Associazione.


---------------------------------------
NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

BAHRAIN: APPELLO AL RE PER LA COMMUTAZIONE DI DUE CONDANNE CAPITALI Più di una decina di gruppi per i diritti umani hanno firmato una lettera aperta al re del Bahrain in un ultimo tentativo di far commutare le condanne a morte di due attivisti accusati di aver causato la morte di un poliziotto nel 2014, ha riportato Middle East Eye il 23 luglio 2020.
I firmatari includono Human Rights Watch e Reprieve, secondo cui Mohamed Ramadhan e Hussain Ali Moosa non hanno ricevuto un processo equo e sono stati accusati dopo che la polizia ha estorto loro confessioni mediante tortura.
"Noi, le organizzazioni sottoscritte, La esortiamo a commutare le condanne a morte di Mohamed Ramadhan e Hussain Ali Moosa, che hanno esaurito tutti i ricorsi legali a loro disposizione dopo che la Corte di Cassazione ha confermato le loro condanne a morte", è scritto nella lettera.
All'inizio di questo mese, una Corte del Bahrain ha confermato le condanne a morte dei due attivisti pro-democrazia.
Tutte le vie legali per i due uomini sono ormai esaurite e non resta ora che la ratifica del Re.
La lettera esorta il Re a ordinare un nuovo processo per i due uomini, chiede ine anche l'abooltre la liberazione di altri dieci detenuti in Bahrain che sono stati condannati a morte o rischiano l’esecuzione.
Si chiedlizione della pena di morte e di prendere almeno in considerazione l'istituzione di una moratoria sulle esecuzioni nel Paese.


TAIWAN: ‘LE NUOVE LINEE GUIDA NON CAMBIANO UNA PRATICA BARBARA’
Taiwan ha adottato nuove linee guida per l'esecuzione delle condanne a morte – incluso evitare che i condannati vedano il volto del boia - tuttavia gli attivisti per i diritti hanno dichiarato il 16 luglio 2020 che la novità non cambia una pratica barbara.
L'Isola ha praticato 35 esecuzioni da quando nel 2010 è stata revocata una moratoria sulla pena di morte, con l'ultima ad aprile quando è stato messo a morte un uomo di 53 anni che aveva ucciso i suoi genitori.
A Taiwan, la pena di morte viene eseguita con colpi di arma da fuoco.
"La pena di morte è un metodo brutale e disumano di punizione ... è assurdo discutere su come applicarla in modi più umani", ha dichiarato Chiu E-ling, direttore di Amnesty International Taiwan.
I media informano che ai condannati viene dato un potente sedativo prima di essere stesi a faccia in giù, poi gli viene sparato un colpo al cuore attraverso la schiena.
In base alle misure approvate dal gabinetto questa settimana, i condannati dovranno essere incappucciati durante la procedura di esecuzione.
Gli sarà anche permesso di svolgere rituali religiosi finali e di registrare un messaggio di addio per le loro famiglie.
Le esecuzioni sono attualmente praticate senza preavviso, una volta esauriti tutti i ricorsi.
I media locali hanno detto che le nuove regole sono state introdotte dal governo per rendere le esecuzioni "più umane".
Lin Hsin-yi, direttore esecutivo di Taiwan Alliance to End the Death Penalty, ha esortato il governo della presidente Tsai Ing-wen a mantenere la promessa di abolire la pena capitale.
"Non esiste un modo umano di eseguire la pena di morte. Non dovrebbe più essere eseguita", ha detto.


CALIFORNIA (USA): IL CORONAVIRUS HA CAUSATO 39 MORTI NELLE PRIGIONI DELLO STATO Il coronavirus ha causato 39 morti nelle prigioni della California, denuncia il giornale San Francisco Examiner il 19 luglio 2020.
L’articolo critica il governatore Gavin Newsom per il poco che sta facendo per affrontare l’epidemia di COVID-19 nelle carceri dello stato. L’articolo ricorda le parole con cui Newsom, nel marzo 2019 aveva firmato un ordine esecutivo che metteva in moratoria le esecuzioni nello stato: "Le condanne a morte sono applicate in modo diseguale e ingiusto a persone di colore, persone con disabilità mentali e persone che non possono permettersi costose rappresentanze legali. Fin che dura il mio mandato, non autorizzerò nessuna esecuzione".
Tuttavia, scrive il giornale, nel mezzo di una pandemia globale, la detenzione è diventata una condanna a morte crudele e applicata in modo casuale.
Al 17 luglio nelle carceri della California sono già morte 39 persone. Per fare un confronto, tra il 1978 e il 2006 nel braccio della morte dello stato sono state compiute 13 esecuzioni.
La California ha il sistema carcerario più popoloso del paese: 240.000 persone sono rinchiuse nelle carceri statali, locali, o nei centri di detenzione per immigrati.
È confermato che i casi di positività al Coronavirus sono almeno 6.000, cifra che nella realtà è probabilmente molto più alta, visto il basso numero di tamponi effettuati.
A San Quintino, dove tra l’altro è ospitato anche il braccio della morte, i detenuti positivi sono oltre 1.100, e 12 le morti accertate. La percentuale di positivi in carcere è 125 volte più alta rispetto alla popolazione “fuori”.
Da mesi, le associazioni per i diritti umani stanno chiedendo al governatore Newsom di ridurre drasticamente la popolazione carceraria della California.
Ma le scarcerazioni sono state troppo poche. Dopo 6 mesi di pandemia, il sistema carcerario opera ancora al 118% della sua capacità.
Il 10 luglio l’Amministrazione Penitenziaria ha annunciato che avrebbe scarcerato 8.000 persone dalle carceri più colpite da COVID-19. Tuttavia, tali scarcerazioni rappresentano meno del 5% della popolazione carceraria dello stato, molto al di sotto delle riduzioni raccomandate da Amend, un gruppo di consulenti sanitari per il sistema carcerario, e i requisiti fissati dall’Amministrazione per le scarcerazioni sono troppo severi, ed escludono troppo persone.
Tali gesti superficiali non possono rallentare un virus pandemico. Il governatore Newsom e l’Amministrazione Penitenziaria devono iniziare scarcerazioni di massa, senza precedenti, per proteggere coloro che possono ancora essere protetti, e porre fine a questa nuova crudele pena di morte. Agire in ritardo sarà comunque sempre meglio che non agire per niente, conclude l’articolo.


CINA: ‘MALATO MENTALE’ GIUSTIZIATO PER L’OMICIDIO DI UN BAMBINO Un padre cinese in via di guarigione dalla schizofrenia è stato giustiziato il 17 luglio 2020 per aver ucciso un compagno di classe di sua figlia in un gabinetto della scuola, a seguito di un litigio tra i due bambini.
Lin Jianxia, 37 anni, pugnalò a morte il bambino di nove anni nel 2018 per vendetta, dopo che il bambino aveva colpito sua figlia durante una lite.
L'omicidio avvenne nel pomeriggio del 21 settembre 2018, in una scuola elementare a Rui'an, nella città di Wenzhou, provincia di Zhejiang.
Sebbene l'avvocato di Lin avesse legato le azioni dell'uomo alla sua malattia mentale, un'alta corte locale stabilì che la sua schizofrenia fosse in remissione nel periodo del crimine. La corte stabilì che Lin fosse pienamente responsabile sotto il profilo penale, giudicandolo quindi colpevole di omicidio volontario.
I funzionari della Corte Intermedia del Popolo di Wenzhou hanno messo a morte Lin dopo aver ricevuto l’ordine di esecuzione da parte della Corte Suprema cinese.
La Corte Suprema ha anche respinto l'affermazione dell'avvocato di Li secondo cui l'uomo era mentalmente disturbato mentre commetteva l'omicidio, definendo la tesi "falsa".
Lin aveva presentato appello dopo essere stato condannato a morte il 1° marzo dell'anno scorso. In un secondo e ultimo processo lo scorso dicembre, l'Alta Corte del Popolo dello Zhejiang aveva confermato la precedente sentenza.
:

---------------------------------------
I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA


SENATO: 28 LUGLIO CONFERENZA STAMPA SU EMBARGO VENDITA DI ARMI ALL’IRAN La conferenza stampa sull’embargo alla vendita di armi all’Iran si svolgerà martedì 28 luglio 2020 alle ore 15 presso la sala stampa Nassirya del Senato della Repubblica. Per partecipare sono d’obbligo per gli uomini giacca e cravatta. Per l’accredito inviare email a info@nessunotocchicaino.it entro lunedì (27 luglio) sera con nome e cognome

Nessun commento:

Posta un commento