lunedì 27 luglio 2020
Bergoglio - Impara a ingannare i fedeli in una lezione.
COSA ACCADE NEL MONDO CATTOLICO ?
Si mormora che una organizzazione della destra cattolica stia operando per far dimettere l'attuale Papa Francesco.
Si narra che questa organizzazione sia appoggiata dal presidente USA Trump e che in Italia sia sostenuta dalla Meloni e da Salvini.
Il Web è inondato da post, filmati ove in modo esplicito si accusa Bergoglio di essere un'apostata che diffonde eresie ed addirittura essere l'incarnazione dell'ANTICRISTO.
Se l'argomento vi interessa guardate il filmato che si trova YouTube.
guido michi
NESSUNO TOCCHI CAINO
no alla pena di morte
SENATO: 28 LUGLIO CONFERENZA STAMPA SU EMBARGO VENDITA
DI ARMI ALL’IRAN La conferenza stampa sull’embargo alla vendita di armi
all’Iran si svolgerà martedì 28 luglio 2020 alle ore 15 presso la sala stampa
Nassirya del Senato della Repubblica. Per partecipare sono d’obbligo per gli
uomini giacca e cravatta. Per l’accredito inviare email a info@nessunotocchicaino.it entro
lunedì (27 luglio) sera con nome e cognome
no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : CARCERE: CONSIGLIO DIRETTIVO DI NESSUNO TOCCHI CAINO DEDICATO AL
41-BIS, 'MONUMENTO SPECIALE DELLA LOTTA ALLA MAFIA, FOSSA COMUNE DI SEPOLTI
VIVI'
2. NEWS FLASH:
BAHRAIN: APPELLO AL RE PER LA COMMUTAZIONE DI DUE CONDANNE CAPITALI 3. NEWS FLASH: TAIWAN: ‘LE NUOVE LINEE GUIDA NON
CAMBIANO UNA PRATICA BARBARA’
4. NEWS FLASH:
CALIFORNIA (USA): IL CORONAVIRUS HA CAUSATO 39 MORTI NELLE PRIGIONI DELLO STATO
5. NEWS FLASH: CINA: ‘MALATO MENTALE’
GIUSTIZIATO PER L’OMICIDIO DI UN BAMBINO 6.
I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA : SENATO: 28 LUGLIO CONFERENZA STAMPA SU
EMBARGO VENDITA DI ARMI ALL’IRAN
CARCERE: CONSIGLIO DIRETTIVO DI NESSUNO TOCCHI CAINO
DEDICATO AL 41-BIS, 'MONUMENTO SPECIALE DELLA LOTTA ALLA MAFIA, FOSSA COMUNE DI
SEPOLTI VIVI'
Nessuno tocchi Caino-Spes contra Spem terrà un altro
Consiglio Direttivo sabato, 25 luglio 2020, dalle 9:30 alle 19:00 (con una
pausa dalle 13:30 alle 15:00), sulla piattaforma Zoom.
La riunione dal titolo “41-bis: monumento speciale della
lotta alla mafia, fossa comune di sepolti vivi” prende spunto dall’uscita di un
numero monografico sul “carcere duro” della rivista giuridica Giurisprudenza
Penale. Insieme all’aspetto tecnico-giuridico (di cui il fascicolo
prevalentemente tratta), verrà trattato quello umano del vissuto dei detenuti
sottoposti al regime speciale che vige in Italia da quasi trent’anni e che
“nessuno – afferma Nessuno tocchi Caino – pare voglia mettere in discussione”.
Prenderanno la parola ex detenuti al 41-bis, familiari,
avvocati difensori, magistrati di sorveglianza, giuristi, giornalisti. Si
parlerà della vicenda di Raffaele Cutolo, un uomo di quasi 80 anni “vissuti –
afferma Nessuno tocchi Caino – in un tempo ‘equamente’ diviso fra tre
generazioni: la prima in libertà, la seconda nel carcere normale, la terza al
carcere duro”.
“Non sono pochi – continua l’Associazione radicale – i
detenuti al 41-bis che, come Raffaele Cutolo, sono sottoposti al regime di
isolamento totale, ininterrottamente, da quando è stato istituito nel 1992 e
che rischiano di morire nelle mani di uno Stato che ha abolito la pena di
morte, ma non la morte per pena e la pena fino alla morte.” “Il monumento
simbolo della lotta alla mafia si erge su una fossa di sepolti vivi, uomini
privati di sensi umani fondamentali come la vista e l’udito, di facoltà sociali
minime come la parola.”
Secondo i dirigenti di Nessuno tocchi Caino Sergio
D’Elia, Rita Bernardini ed Elisabetta Zamparutti, “il 41-bis è un regime di
tortura, sempre più chiuso e ottuso, è la quintessenza del carcere,
dell’isolamento, della privazione della libertà”. “Un giorno – che noi di
Nessuno tocchi Caino, noi che siamo anche Spes contra Spem, faremo in modo non
sia molto lontano – ci volgeremo indietro e guarderemo al carcere, sia nella
sua versione ‘dura’ sia nella sua versione ‘morbida’, come si guarda a una
rovina della storia, un resto archeologico dell’umanità.”
Il Consiglio Direttivo di Nessuno tocchi Caino sarà
trasmesso in diretta da Radio Radicale, sul canale YouTube e sulla pagina
Facebook dell’Associazione.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
BAHRAIN: APPELLO AL RE PER LA COMMUTAZIONE DI DUE
CONDANNE CAPITALI Più di una decina di gruppi per i diritti umani hanno firmato
una lettera aperta al re del Bahrain in un ultimo tentativo di far commutare le
condanne a morte di due attivisti accusati di aver causato la morte di un
poliziotto nel 2014, ha riportato Middle East Eye il 23 luglio 2020.
I firmatari includono Human Rights Watch e Reprieve,
secondo cui Mohamed Ramadhan e Hussain Ali Moosa non hanno ricevuto un processo
equo e sono stati accusati dopo che la polizia ha estorto loro confessioni
mediante tortura.
"Noi, le organizzazioni sottoscritte, La esortiamo a
commutare le condanne a morte di Mohamed Ramadhan e Hussain Ali Moosa, che
hanno esaurito tutti i ricorsi legali a loro disposizione dopo che la Corte di
Cassazione ha confermato le loro condanne a morte", è scritto nella
lettera.
All'inizio di questo mese, una Corte del Bahrain ha
confermato le condanne a morte dei due attivisti pro-democrazia.
Tutte le vie legali per i due uomini sono ormai esaurite
e non resta ora che la ratifica del Re.
La lettera esorta il Re a ordinare un nuovo processo per
i due uomini, chiede ine anche l'abooltre la liberazione di altri dieci
detenuti in Bahrain che sono stati condannati a morte o rischiano l’esecuzione.
Si chiedlizione della pena di morte e di prendere almeno
in considerazione l'istituzione di una moratoria sulle esecuzioni nel Paese.
TAIWAN: ‘LE NUOVE LINEE GUIDA NON CAMBIANO UNA PRATICA
BARBARA’
Taiwan ha adottato nuove linee guida per l'esecuzione
delle condanne a morte – incluso evitare che i condannati vedano il volto del
boia - tuttavia gli attivisti per i diritti hanno dichiarato il 16 luglio 2020
che la novità non cambia una pratica barbara.
L'Isola ha praticato 35 esecuzioni da quando nel 2010 è
stata revocata una moratoria sulla pena di morte, con l'ultima ad aprile quando
è stato messo a morte un uomo di 53 anni che aveva ucciso i suoi genitori.
A Taiwan, la pena di morte viene eseguita con colpi di
arma da fuoco.
"La pena di morte è un metodo brutale e disumano di
punizione ... è assurdo discutere su come applicarla in modi più umani",
ha dichiarato Chiu E-ling, direttore di Amnesty International Taiwan.
I media informano che ai condannati viene dato un potente
sedativo prima di essere stesi a faccia in giù, poi gli viene sparato un colpo
al cuore attraverso la schiena.
In base alle misure approvate dal gabinetto questa
settimana, i condannati dovranno essere incappucciati durante la procedura di
esecuzione.
Gli sarà anche permesso di svolgere rituali religiosi
finali e di registrare un messaggio di addio per le loro famiglie.
Le esecuzioni sono attualmente praticate senza preavviso,
una volta esauriti tutti i ricorsi.
I media locali hanno detto che le nuove regole sono state
introdotte dal governo per rendere le esecuzioni "più umane".
Lin Hsin-yi, direttore esecutivo di Taiwan Alliance to
End the Death Penalty, ha esortato il governo della presidente Tsai Ing-wen a
mantenere la promessa di abolire la pena capitale.
"Non esiste un modo umano di eseguire la pena di
morte. Non dovrebbe più essere eseguita", ha detto.
CALIFORNIA (USA): IL CORONAVIRUS HA CAUSATO 39 MORTI
NELLE PRIGIONI DELLO STATO Il coronavirus ha causato 39 morti nelle prigioni
della California, denuncia il giornale San Francisco Examiner il 19 luglio
2020.
L’articolo critica il governatore Gavin Newsom per il
poco che sta facendo per affrontare l’epidemia di COVID-19 nelle carceri dello
stato. L’articolo ricorda le parole con cui Newsom, nel marzo 2019 aveva
firmato un ordine esecutivo che metteva in moratoria le esecuzioni nello stato:
"Le condanne a morte sono applicate in modo diseguale e ingiusto a persone
di colore, persone con disabilità mentali e persone che non possono permettersi
costose rappresentanze legali. Fin che dura il mio mandato, non autorizzerò
nessuna esecuzione".
Tuttavia, scrive il giornale, nel mezzo di una pandemia
globale, la detenzione è diventata una condanna a morte crudele e applicata in
modo casuale.
Al 17 luglio nelle carceri della California sono già
morte 39 persone. Per fare un confronto, tra il 1978 e il 2006 nel braccio
della morte dello stato sono state compiute 13 esecuzioni.
La California ha il sistema carcerario più popoloso del
paese: 240.000 persone sono rinchiuse nelle carceri statali, locali, o nei
centri di detenzione per immigrati.
È confermato che i casi di positività al Coronavirus sono
almeno 6.000, cifra che nella realtà è probabilmente molto più alta, visto il
basso numero di tamponi effettuati.
A San Quintino, dove tra l’altro è ospitato anche il
braccio della morte, i detenuti positivi sono oltre 1.100, e 12 le morti
accertate. La percentuale di positivi in carcere è 125 volte più alta rispetto
alla popolazione “fuori”.
Da mesi, le associazioni per i diritti umani stanno
chiedendo al governatore Newsom di ridurre drasticamente la popolazione
carceraria della California.
Ma le scarcerazioni sono state troppo poche. Dopo 6 mesi
di pandemia, il sistema carcerario opera ancora al 118% della sua capacità.
Il 10 luglio l’Amministrazione Penitenziaria ha
annunciato che avrebbe scarcerato 8.000 persone dalle carceri più colpite da
COVID-19. Tuttavia, tali scarcerazioni rappresentano meno del 5% della
popolazione carceraria dello stato, molto al di sotto delle riduzioni
raccomandate da Amend, un gruppo di consulenti sanitari per il sistema
carcerario, e i requisiti fissati dall’Amministrazione per le scarcerazioni
sono troppo severi, ed escludono troppo persone.
Tali gesti superficiali non possono rallentare un virus
pandemico. Il governatore Newsom e l’Amministrazione Penitenziaria devono
iniziare scarcerazioni di massa, senza precedenti, per proteggere coloro che
possono ancora essere protetti, e porre fine a questa nuova crudele pena di
morte. Agire in ritardo sarà comunque sempre meglio che non agire per niente,
conclude l’articolo.
CINA: ‘MALATO MENTALE’ GIUSTIZIATO PER L’OMICIDIO DI UN
BAMBINO Un padre cinese in via di guarigione dalla schizofrenia è stato
giustiziato il 17 luglio 2020 per aver ucciso un compagno di classe di sua
figlia in un gabinetto della scuola, a seguito di un litigio tra i due bambini.
Lin Jianxia, 37 anni, pugnalò a morte il bambino di nove
anni nel 2018 per vendetta, dopo che il bambino aveva colpito sua figlia
durante una lite.
L'omicidio avvenne nel pomeriggio del 21 settembre 2018,
in una scuola elementare a Rui'an, nella città di Wenzhou, provincia di
Zhejiang.
Sebbene l'avvocato di Lin avesse legato le azioni
dell'uomo alla sua malattia mentale, un'alta corte locale stabilì che la sua
schizofrenia fosse in remissione nel periodo del crimine. La corte stabilì che
Lin fosse pienamente responsabile sotto il profilo penale, giudicandolo quindi
colpevole di omicidio volontario.
I funzionari della Corte Intermedia del Popolo di Wenzhou
hanno messo a morte Lin dopo aver ricevuto l’ordine di esecuzione da parte
della Corte Suprema cinese.
La Corte Suprema ha anche respinto l'affermazione
dell'avvocato di Li secondo cui l'uomo era mentalmente disturbato mentre
commetteva l'omicidio, definendo la tesi "falsa".
Lin aveva presentato appello dopo essere stato condannato
a morte il 1° marzo dell'anno scorso. In un secondo e ultimo processo lo scorso
dicembre, l'Alta Corte del Popolo dello Zhejiang aveva confermato la precedente
sentenza.
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I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA
lunedì 20 luglio 2020
Storia degli Uffizi
L’edificio, commissionato da Cosimo I de’ Medici, primo Granduca di Toscana, fu concepito per ospitare gli “uffizi”, ovvero gli uffici amministrativi e giudiziari di Firenze. Cosimo affidò l’impresa al suo artista di fiducia, Giorgio Vasari, che progettò un edificio con portico a colonne doriche e dall’aspetto insieme elegante e severo, fondato “in sul fiume e quasi in aria”.
La costruzione a partire dal 1560 dell’edificio delle Magistrature, originaria denominazione del complesso, comportò demolizioni e il risanamento del rione di Baldracca, quartiere in cui sorgeva l’omonima, malfamata taverna.
Gli sventramenti risparmiarono l’antica chiesa romanica di San Pier Scheraggio, già sede delle assemblee del libero Comune prima della costruzione del Palazzo della Signoria. L’edificio sacro, inglobato nella fabbrica vasariana, conservò la destinazione al culto fino al ‘700.
Vasari risolse brillantemente i problemi imposti dallo spazio limitato adottando soluzioni di grande impatto scenografico. La serliana sull’Arno, elemento architettonico composto dal grande arco centrale e dalle due aperture contigue, inquadrava il piazzale porticato, nuovo foro economico e politico, e l’antico spazio civico per eccellenza, Piazza della Signoria.
Al piano terreno del complesso furono trasferite le 13 Magistrature che governavano la produzione e il commercio fiorentini. Al primo piano sopra il loggiato erano ubicati uffici amministrativi e gli opifici granducali, laboratori dediti alla fattura di oggetti di particolare pregio. L’edificio fu coronato da una loggia, originariamente aperta.
Cosimo I richiese l’edificazione di un cavalcavia, tuttora percorribile, teso tra il nuovo edificio e Palazzo Vecchio. Nel marzo 1565, in occasione delle nozze di Francesco I e Giovanna d'Austria, fu realizzato inoltre un passaggio che univa gli Uffizi alla residenza di Palazzo Pitti, l'attuale Corridoio Vasariano. Questa “via aerea”, riservata alla corte per tre secoli, fu aperta al pubblico nel 1865.
Alla morte del Vasari (1574) i lavori proseguirono sotto la direzione di Alfonso Parigi e Bernardo Buontalenti cui spetta il completamento dell’edificio, raccordato alla Loggia dei Lanzi nel 1580.
Si deve a Francesco I, Granduca dal 1574 al 1587, il primo allestimento museografico della Galleria posta all’ultimo piano del complesso. Il braccio di levante della loggia ospitava una serie di statue antiche e busti. Lungo il corridoio si apriva la Tribuna, ambiente ottagonale progettato dal Buontalenti, destinato ad accogliere i tesori delle raccolte medicee.
I soffitti della Galleria furono decorati con motivi a “grottesca”, secondo un gusto diffuso da Raffaello ed allievi, che traeva ispirazione dalle pitture della Domus Aurea, dimora dell’imperatore Nerone scoperta in quegli anni.
Francesco richiese al Buontalenti la costruzione, nell’ala orientale del palazzo, del Teatro Mediceo, inaugurato nel 1588. Dell’antica struttura resta oggi solo il Vestibolo al primo piano. Il Teatro, sede del Senato negli anni in cui Firenze fu capitale del Regno d'Italia (1865-1871), fu sezionato in due volumi nel 1889 per ricavarne ambienti espositivi.
Ferdinando I, fratello e successore di Francesco dal 1587, dispose il trasferimento in Galleria della serie gioviana, una collezione di ritratti di uomini illustri precedentemente collocati, per volere di Cosimo I, in Palazzo Vecchio. I ritratti, opera di Cristofano dell’Altissimo, erano copie di originali raccolti dall’umanista Paolo Giovio in una villa sul lago di Como. La teoria degli uomini illustri è intervallata dalla Serie Aulica, sequenza di ritratti dei principali esponenti della famiglia Medici iniziata da Francesco I de' Medici. I dipinti della Serie Gioviana e della serie Aulica, collocati lungo i tre corridoi della Galleria compongono una delle più ampie e complete raccolte di ritratti al mondo.
Ferdinando diede anche impulso alla realizzazione di nuovi ambienti della Galleria: in una saletta attigua alla Tribuna fu allestito lo “Stanzino delle Matematiche”, e una Terrazza accolse le carte geografiche dipinte da Ludovico Buti su disegni del cartografo Stefano Bonsignori. Nelle salette collocate oltre la Tribuna, decorate da Buti nel 1588, fu esibita l’Armeria, una selezione di pregevoli armature e armi custodite nella Guardaroba privata del granduca.
Al tempo di Ferdinando II, tra il 1658 e il 1679, furono affrescati i soffitti del corridoio di ponente. Tra il 1696 e il 1699 il Granduca Cosimo III ordinò la decorazione del corridoio che si affaccia sull’Arno con affreschi di soggetto religioso. Nelle sale all’inizio del braccio di ponente era collocata la Fonderia, farmacia granducale nonché luogo di esposizione di curiosità naturali. Cosimo III prese anche l’iniziativa di trasferire a Firenze alcuni dei più celebri esemplari della statuaria antica conservati in Villa Medici a Roma: la Venere dei Medici, i Lottatori e l’Arrotino, che trovarono posto nella Tribuna buontalentiana.
Nel 1737, la morte senza eredi del Granduca Gian Gastone sancì il tramonto del principato mediceo. Il consesso delle potenze europee aveva disposto con gli accordi preliminari di Vienna del 1735 la cessione del Granducato di Toscana a Francesco Stefano di Lorena, consorte dell’erede al trono imperiale, Maria Teresa d’Asburgo. Con la Convenzione del 1737 Anna Maria, sorella di Gian Gastone, legava le collezioni d'arte medicee alla città di Firenze decretandone l’inalienabilità.
Il successore di Francesco Stefano, il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, aprì nel 1769 la Galleria al pubblico ed affidò a Zanobi del Rosso l’allestimento del nuovo ingresso al Museum Mediceum. Seguì il riordino secondo criteri razionali e pedagogici delle collezioni della Galleria a cura di Giuseppe Pelli Bencivenni e Luigi Lanzi. Nel 1779 fu realizzata, su progetto di Gaspare Maria Paoletti, la neoclassica Sala della Niobe, destinata ad accogliere il gruppo scultoreo antico raffigurante Niobe e i suoi figli, proveniente da Villa Medici a Roma. Tra il 1842 e il 1856, Leopoldo II ordinò la realizzazione di 28 statue per le nicchie dei pilastri sul piazzale, raffiguranti personaggi toscani illustri dal Medioevo all'Ottocento.
Enews 651, lunedì 20 luglio 2020
Buongiorno.EUROPA. EPPUR SI MUOVE.
Importante accordo in via di definizione a Bruxelles.
Non è ciò che speravamo ma è un buon passo in avanti.
L’Italia avrà più risorse ma dovrà gestire un progetto di riforme serie. Per capirsi: più Jobs Act, meno Quota 100.
Gli olandesi, o chi per loro - tuttavia - non potranno avere diritto di veto, cosa che sarebbe stata folle.
Occorre la maggioranza qualificata, nessuno può avere il diritto di veto.
Adesso la sfida è a casa nostra: spendere bene i soldi che abbiamo già stanziato, quelli che stiamo stanziando, quelli che arriveranno dall'Europa.
Nessun Governo ha mai avuto tanti soldi da spendere tutti insieme.
E a breve, ovviamente, arriveranno anche i miliardi del MES.
Cerchiamo di farlo puntando al lavoro e non all'assistenzialismo, alle infrastrutture più che ai sussidi.
COVID: SÌ PRUDENZA, NO TERRORE.
Leggo molti allarmi di assessori regionali e presunti esperti della materia sui pericoli legati al Coronavirus.
Come è noto, sono stato tra i primi a chiedere una zona rossa europea e non ho video o aperitivi da farmi perdonare.
Dunque ho le carte in regola per dire che dobbiamo affrontare la realtà, non il terrore.
In Italia, ci sono meno di 50 persone in terapia intensiva per il Covid.
Il virus circola ancora, ma la sua capacità di far male è molto indebolita rispetto a quattro mesi fa.
Sul vaccino, ci sono almeno tre quattro gruppi di ricerca che sono ormai pronti, a cominciare dai ragazzi di Pomezia guidati da Di Lorenzo, ma dobbiamo aspettare test e sperimentazioni.
Sulla cura, stanno correndo in tanti a cominciare dal gruppo senese di Rappuoli.
Essere prudenti va bene, è giusto, è doveroso. Vivere nel terrore no.
Per questo noi pensiamo che lo stato d’emergenza riguardi l’occupazione, non la sanità.
E che non servano le interviste terrorizzanti che presunti esperti stanno facendo sull'argomento.
Il virus circola ancora, fa meno danno, bisogna essere prudenti ma bisogna anche vivere.
Altrimenti nessuno morirà di Covid, ma molti moriranno di fame.
Tre pensierini della sera.
1. In Puglia, un bambino è stato abbandonato dai genitori in una culla termica di una parrocchia. Abbandonare un bimbo deve essere drammatico, ma lasciarlo in buone mani significa garantirgli una vita. Il piccolo Luigi vivrà e questa è la notizia più bella. Sull'istituzione delle culle c’era stata molta polemica, che ben ricordo perché anche a Firenze la mia amministrazione sostenne il progetto. Ma un bambino che viene salvato vale più di mille polemiche ideologiche. È la vita che non si ferma. Bellissimo.
2. Aurora Ramazzotti, figlia del cantante Eros e di Michelle Hunziker, ha pubblicato questo post. Ci vuole grande coraggio per apparire come si è - senza nascondere piccoli difetti che tali in realtà non sono - nella società dell’immagine e delle polemiche. Penso che dovremmo tutti essere grati a questa ragazza per il coraggio che ha mostrato e che mostra. Giù il cappello.
3. Polemica contro il direttore degli Uffizi per aver ospitato Chiara Ferragni. Chi le fa non si rende conto che stiamo parlando di una icona della comunicazione social, di un potente brand mondiale, di una risorsa incredibile per avvicinare i giovani all'arte e alla cultura. Se la comunicazione della Ferragni raggiungerà i sedicenni invitandoli a studiare l’arte o a emozionarsi davanti alla bellezza del Rinascimento e non solo del fashion, sarà un successo straordinario, di cui potremo solo ringraziare lei e il direttore degli Uffizi. Sbaglio? Scrivetemi, ditemi cosa ne pensate, a questo indirizzo: matteo@matteorenzi.it.
A proposito di ragazzi. Qui la pagina con il form per iscriversi a Castrocaro 2020. Aspettiamo 250 ragazzi nati fra il 1990 e il 2004, per vivere insieme un momento di formazione politica, tra il 26 e il 28 agosto. La formazione e l’educazione alla cosa pubblica rimangono per me elementi decisivi, che non mi stancherò mai di evidenziare come fondamentali per Italia Viva e per me personalmente.
A proposito di Italia Viva. Siamo pronti per le regionali:
• IN LIGURIA, il Partito Democratico ha scelto di stare insieme ai Cinque Stelle candidando un giornalista del "Fatto Quotidiano" che ha insultato tutta la classe dirigente del Pd ligure e nazionale per anni. Quella coalizione è una resa incondizionata dei riformisti liguri e italiani al populismo giustizialista. Noi andremo da soli. Come faremo in Puglia, dove il populismo viene rappresentato dalla leadership di Michele Emiliano. E dove Ivan Scalfarotto ha iniziato una battaglia difficile ma coraggiosa. E doverosa.
• Chi vuol dare una mano a Italia Viva, può sostenerci attraverso questo link, ricordando che anche piccole donazioni di 5 o 10 euro possono fare la differenza, e indicando il codice C46, nel momento in cui si compila la propria dichiarazione dei redditi.
• Chi vuole contribuire per la scuola di formazione di Castrocaro, può utilizzare questo link.
Oggi, per "La mossa del cavallo" - qui il link Amazon e qui il link IBS per acquistare una copia autografata - siamo a Trento, Garda e Castenedolo (Brescia).
Domani, visiterò alcune aziende di Brescia, per dare un segnale di vicinanza a un territorio che ha sofferto molto, ma che vuole ripartire.
Intanto, un sorriso e buona settimana,
NESSUNO TOCCHI CAINO
no alla pena di morte
no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : 41-BIS: MONUMENTO SPECIALE DELLA LOTTA ALLA MAFIA, FOSSA COMUNE DI
SEPOLTI VIVI 2. NEWS FLASH: PENA DI
MORTE: NESSUNO TOCCHI CAINO, TRUMP RIPORTA INDIETRO L’AMERICA 3. NEWS FLASH: USA: DANIEL LEWIS LEE E WESLEY
IRA PURKEY GIUSTIZIATI NEL PENITENZIARIO FEDERALE DI TERRE HAUTE IN INDIANA
4. NEWS FLASH: SUDAN: ABOLITA PENA DI
MORTE PER SESSO GAY E APOSTASIA 5. NEWS
FLASH: IRAN: GIUSTIZIATO A MASHHAD PER AVER BEVUTO ALCOLICI 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
41-BIS: MONUMENTO SPECIALE DELLA LOTTA ALLA MAFIA, FOSSA
COMUNE DI SEPOLTI VIVI CONSIGLIO DIRETTIVO sabato 25 luglio 2020, ore 9:30 –
18:30 (pausa dalle 13:30 alle 15:00), in diretta su Radio Radicale, su YouTube
e Facebook di Nessuno tocchi Caino
Nessuno tocchi Caino-Spes contra Spem terrà un altro
Consiglio Direttivo sabato, 25 luglio 2020, dalle 9:30 alle 18:30 (con una
pausa pranzo dalle 13:30 alle 15:00), sempre sulla piattaforma Zoom. Il
Consiglio Direttivo sarà trasmesso in diretta da Radio Radicale, sul canale
YouTube e sulla pagina Facebook di Nessuno tocchi Caino.
Come annunciato nella riunione del 20 giugno scorso, lo
dedicheremo al 41-bis e lo faremo a partire da un fascicolo della rivista
giuridica Giurisprudenza Penale, curato dagli avvocati Lucilla Amerio, Veronica
Manca e Guido Stampanoni Bassi e interamente dedicato al “carcere duro”.
Nella riunione, cercheremo di tenere insieme l’aspetto
tecnico-giuridico (di cui il fascicolo prevalentemente tratta) e quello umano
del vissuto delle vittime di questo regime speciale che vige in Italia da quasi
trent’anni e che nessuno pare voglia mettere in discussione. Prenderanno la
parola ex detenuti al 41-bis, avvocati difensori, magistrati di sorveglianza,
giuristi. Ritorneremo sulla vicenda di Vincenzo Stranieri, di cui la figlia
Anna ha raccontato in modo straziante nella ultima riunione. Parleremo della
storia di Raffaele Cutolo, un uomo di quasi 80 anni vissuti in un tempo
“equamente” diviso fra tre generazioni: la prima in libertà, la seconda nel
carcere “normale”, la terza al “carcere duro”. Entrambi rischiano di morire
nelle mani di uno Stato che ha abolito la pena di morte, ma non la morte per
pena e la pena fino alla morte.
Il monumento simbolo della lotta alla mafia si erge su
una fossa di sepolti vivi, uomini privati di sensi umani fondamentali come la
vista e l’udito, di facoltà sociali minime come la parola.
Da regime speciale introdotto per tagliare le
comunicazioni mafiose tra l’interno e l’esterno del carcere, il 41-bis si è nel
tempo involuto fino ad attorcigliarsi su se stesso, si è incattivito fino ad
accanirsi anche contro se stesso, con norme, disposizioni, circolari assurde
che, al confronto, quelle in vigore a Guantanamo o nei campi di rieducazione
cinesi appaiono regole libertarie.
La mania securitaria ha spinto, ad esempio, il
Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a percorrere tutti i gradi di
ricorso fino alla Suprema Corte di Cassazione per ripristinare la sanzione
disciplinare, che il Magistrato di Sorveglianza di Sassari aveva cancellato,
nei confronti di due detenuti che da una cella all’altra, prima di cena, si
erano scambiati un “buon appetito”.
Se il “diritto penale del nemico” ha stravolto le regole
basilari del giusto processo nelle aule di tribunale dove si trattano reati di
mafia, il “codice penitenziario del nemico” applicato ai detenuti per mafia
(anche a quelli in attesa di giudizio, quindi innocenti fino a prova contraria)
ha travolto le regole minime del buon senso. Dire a quello della cella di
fronte “buonanotte” prima di dormire o “buon appetito” prima di mangiare,
costituisce grave minaccia all’ordine democratico e alla sicurezza pubblica,
ordine e sicurezza non solo interni al carcere, anche esterni e, forse, anche
internazionali. La Corte di Cassazione ha seppellito il ricorso del DAP con una
risata. Ma c’è poco da ridere.
Il 41-bis è un regime di tortura, un dominio dell’uomo
sull’uomo pieno e incontrollato, sempre più chiuso e ottuso. È la quintessenza
del carcere, dell’isolamento, della privazione della libertà.
Un giorno – che noi di Nessuno tocchi Caino, noi che
siamo anche Spes contra Spem, faremo in modo non sia molto lontano – ci
volgeremo indietro e guarderemo al carcere, nella sua versione “dura” e nella
sua versione “morbida”, come si guarda a una rovina della storia, un resto
archeologico dell’umanità. Ci volgeremo indietro e diremo a noi stessi: cosa
abbiamo fatto? Siamo arrivati a giudicare, punire e chiudere le persone in una
cella! A tenerle fuori dal tempo e fuori dal mondo. A volte senza pane e acqua,
a volte con pane e acqua, interdette all’uso stesso della parola, all’usanza
civile del dire “buon appetito”, alla buona maniera del dirsi “buongiorno” o
“buonanotte”.
ISCRIZIONE A NESSUNO TOCCHI CAINO (almeno 100 euro) ·
Bollettino postale: intestato a Nessuno tocchi Caino, C/C n. 95530002 ·
Bonifico bancario: intestato a Nessuno tocchi Caino, IBAN
IT22L0832703221000000003012 · PayPal: attraverso il sito www.nessunotocchicaino.it · Con
carta di credito telefonando al 335 8000577
N. B. I contributi a Nessuno tocchi Caino sono deducibili
dalle tasse in base al D.P.R. 917/86
5x1000 A NESSUNO TOCCHI CAINO
· Firma nel riquadro “Sostegno alle organizzazioni non
lucrative, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni
riconosciute che operano nei settori di cui all’art. 10 c. 1, lett d, del D.
Lgs. N. 460 del 1997 e delle fondazioni nazionali di carattere culturale”
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
PENA DI MORTE: NESSUNO TOCCHI CAINO, TRUMP RIPORTA
INDIETRO L’AMERICA L’associazione Nessuno tocchi Caino – Spes contra spem ha
così commentato la notizia della ripresa delle esecuzioni federali in America.
“Con la ripresa delle esecuzioni capitali a livello
federale, Donald Trump realizza l’unico successo del programma elettorale per
la sua rielezione. In questo modo Trump manifesta la sua “straordinaria”
visione del futuro dell’America, cioè quella di un ritorno al passato e alla
logica arcaica dell’occhio per occhio. Trump ottiene la ripresa delle
esecuzioni quando in tutto il mondo e negli stessi Stati Uniti di cui è lui
Presidente la tendenza è quella di dismettere questo ferro vecchio della
storia.
Sono infatti 165 gli Stati a diverso titolo abolizionisti
(106 completamente abolizionisti, 8 per crimini ordinari, 6 in moratoria legale
delle esecuzioni e 45 di fatto abolizionisti) e solo 33 sono mantenitori, di
cui solo 20 nell’ultimo anno. Mentre negli USA, 33 Stati sui 50 della
federazione, o hanno abolito la pena di morte (21) o non effettuano più
esecuzioni da oltre 10 anni (12, di cui 4 con una moratoria legale in atto).
Delle altre 3 giurisdizioni, il Distretto di Columbia ha abolito la pena di
morte, mentre il Governo Federale l’ha ripresa e l’Amministrazione Militare non
la pratica da almeno 10 anni.
Le dichiarazioni del Ministro della Giustizia Barr come
di Trump di aver così fatto giustizia in nome delle vittime, sono un esercizio
abusivo, cinico e volgare del dolore altrui. E’ una logica aberrante quella per
la quale per difendere Abele, lo Stato diventa Caino. La giustizia
autenticamente dalla parte delle vittime è una giustizia che ripara, non è
quella che alimenta l’eterna catena della violenza e del dolore.”
USA: DANIEL LEWIS LEE E WESLEY IRA PURKEY GIUSTIZIATI NEL
PENITENZIARIO FEDERALE DI TERRE HAUTE IN INDIANA Due detenuti sono stati
giustiziati in questi ultimi giorni nel penitenziario federale di Terre Haute,
in Indiana.
Il 47enne bianco Daniel Lewis Lee, che era stato
condannato a morte nel 2002, è stato giustiziato il 14 luglio 2020 per aver
ucciso, nel gennaio 1996, in Arkansas, William Mueller, la moglie Nancy
Mueller, e la figlia Sarah Powell, di 8 anni.
Lee, un “suprematista bianco” assieme ad un complice, il
coetaneo, Chevie O'Brien Kehoe, aveva rapinato il proprietario di un negozio di
armi in Arkansas, William Mueller, ebreo, e per farsi dire dove, oltre alle
armi, Mueller nascondesse anche denaro e gioielli, l’intera famiglia venne
torturata a morte e poi gettata in un lago, da dove venne ripescata circa sei
mesi dopo.
Il furto di molte armi, e il fatto che tali armi sembra
fossero destinate alla “Repubblica del Popolo Ariano”, un gruppo neonazista fondato
da Kehoe, hanno dato origine ad un processo federale invece che a un “normale”
processo per triplice omicidio.
Per altro, Kehoe, considerato non solo il capo del
gruppo, ma anche colui che aveva materialmente sparato alla bambina dopo che
Lee si era rifiutato di farlo, non è stato condannato a morte, ma a tre
ergastoli senza condizionale. Secondo gli osservatori del processo dell’epoca,
la disparità di trattamento derivava in parte dal fatto che Kehoe avesse un
“aspetto migliore” rispetto al coimputato Lee, che aveva perso un occhio in una
lite, e aveva il simbolo delle SS e una croce runica tatuati sul collo. Anche
il giudice federale G. Thomas Eisele, che aveva presieduto il processo di Lee,
aveva dichiarato pubblicamente di essersi trovato a disagio nell’emettere la
condanna a morte di Lee, perché era evidente che non fosse lui il leader della
coppia criminale.
Il 16 luglio 2020 è stato giustiziato Wesley Ira Purkey,
68 anni, bianco.
Purkey era stato condannato a morte per lo stupro e
omicidio della 16enne Jennifer Long a Kansas City, Missouri, nel gennaio 1998.
Inoltre stava scontando una condanna all’ergastolo per
l’omicidio, confessato, di Mary Ruth Bales, 80 anni, compiuto in Kansas
nell’ottobre 1998.
Per l’omicidio della Long Purkey, che aveva confessato,
venne processato da una corte federale perché la pubblica accusa aveva
collegato il reato a un contesto di criminalità organizzata, contesto che fa
scattare il processo federale.
Inoltre si era trattato di un rapimento che partendo da
uno stato si era concluso in un altro stato, e siccome il trasporto della
vittima era avvenuto su strade “federali”, anche questo aspetto configurava il
reato federale.
Purkey venne condannato a morte nel 2003 da una giuria
popolare, sentenza formalizzata da un giudice nel gennaio 2004. Gli avvocati
degli ultimi ricorsi hanno insistito sulla "straziante storia di traumi
giovanili sia a casa che a scuola", compresi gli abusi sessuali di un
prete cattolico.
Con queste due ultime esecuzioni diventano 9 le persone
messe a morte quest’anno negli Stati Uniti, 1.521 da quando gli USA hanno
ripreso le esecuzioni nel 1977, e 5 messe a morte dal Governo Federale.
SUDAN: ABOLITA PENA DI MORTE PER SESSO GAY E APOSTASIA Il
Consiglio Sovrano del Sudan, organo di governo transitorio del Paese, il 9
luglio 2020 ha approvato una serie di nuove leggi, oltre a un pacchetto di
modifiche a quelle esistenti. Secondo le autorità questi emendamenti intendono
riformare il sistema giudiziario del Sudan. In particolare, il pacchetto di
emendamenti elimina: 1) la pena di morte per l’apostasia, 2) reati relativi
alla libertà religiosa e di pensiero, 3) la pratica del pentimento per gli
apostati, 4) il potere della Sicurezza Nazionale di convocare e ispezionare, 5)
la pena di morte contro i minori e le persone di età superiore a 70 anni, 6)
articoli che minano la dignità delle donne; questo include il bando delle mutilazioni
genitali femminili e il riconoscimento del diritto delle donne ad accompagnare
i propri figli mentre viaggiano fuori dal Sudan senza chiedere il permesso dei
loro padri".
Nell'ambito di tali riforme, l'articolo 148 del codice
penale del 1991 (la Legge sulla Sodomia) è stato modificato eliminando la pena
di morte e le frustate per il sesso gay.
In base alle modifiche, la punizione delle cento frustate
per il sesso gay è stata completamente rimossa, così come il riferimento alla
pena di morte nel terzo paragrafo.
L'articolo ora stabilisce per il sesso gay delle pene
detentive.
Secondo la legge emendata, una persona può essere
condannata fino a cinque anni di prigione per aver fatto sesso gay, nel caso
abbia commesso il "reato" per la prima volta.
Se una persona viene condannata una seconda volta, la
pena detentiva può arrivare fino a sette anni, mentre una terza volta può
comportare l’ergastolo.
IRAN: GIUSTIZIATO A MASHHAD PER AVER BEVUTO ALCOLICI Un
uomo non identificato è stato giustiziato nella prigione centrale di Mashhad il
9 luglio 2020 per aver bevuto alcolici. Mahmood Amiry-Moghaddam, direttore di
Iran Human Rights, ha dichiarato: "con questa esecuzione, il sistema
giudiziario della Repubblica islamica ha dimostrato ancora una volta che i suoi
punti di vista non sono diversi da quelli dell'ISIS".
Secondo l'IHR, il prigioniero condannato a morte per
"aver bevuto alcolici per la sesta volta" è stato giustiziato nella
prigione centrale di Mashhad, anche detta prigione di Vakilabad, all'alba del 9
luglio. Hossein Habibi Shahri, avvocato del detenuto, ha detto a IHR: "Il
mio cliente è stato arrestato nel 2016 o 17. È stato condannato per aver bevuto
alcolici per la sesta volta. Naturalmente, c'era anche l’imputazione di guida
senza patente e di possesso di alcol".
Al momento della pubblicazione di questo articolo,
l'esecuzione non è stata annunciata dai media locali o da fonti ufficiali. Ai
sensi dell'articolo 179 del codice penale islamico: "Se una persona
consuma più volte sostanze tossiche e riceve ogni volta la punizione prevista,
la terza volta sarà condannata alla pena di morte". Secondo la sharia, il
consumo di alcolici è un crimine “contro Dio”, e deve essere punito secondo
quanto scritto nel Corano, ossia con la morte. Questa è una delle poche
esecuzioni registrate per consumo di alcolici. A causa della mancanza di
trasparenza nella magistratura della Repubblica islamica, la maggior parte
delle esecuzioni in Iran non sono dichiarate ufficialmente dalle autorità.
giovedì 16 luglio 2020
Enews 650, giovedì 16 luglio 2020
1. Il Governo ha annunciato
di aver chiuso il dossier Autostrade.
Non ci sarà nessuna revoca - come era ovvio dal primo giorno a chi legge le
carte e non solo i sondaggi - ma un accordo tra Governo e famiglia Benetton,
siglato telefonicamente dal Premier, nella notte. Cassa Depositi e Prestiti
acquista Autostrade per
l’Italia (ASPI): i privati dunque non vengono “cacciati”, ma
vengono pagati. È la soluzione giusta? Difficile dirlo senza conoscere i
termini, a cominciare dal prezzo. E, del resto, si entra in riflessioni di
carattere tecnico non facili da argomentare in poche righe. Io avrei preferito
intervenire a monte, su ATLANTIA.
Se avessimo fatto l’operazione di CDP su Atlantia, avremmo speso meno per
controllare meglio un insieme di business più ampi. Adesso che tutti cantano
vittoria, spero che si possa dedicare la stessa attenzione dedicata agli
azionisti anche ai pedaggi,
alle manutenzioni,
ai cantieri da sbloccare.
Tutte le volte che leggo ciò che sta accadendo nelle code in Liguria - scandalo spaventoso - mi domando perché
non salti la poltrona di un dirigente del MIT o di un responsabile del
concessionario. Il no
alla revoca che abbiamo detto in splendida solitudine in questi
mesi - consapevoli del fatto che, per chi non è addetto ai lavori, la revoca è
la cosa più facile da comunicare - è un impegno che abbiamo mantenuto e che
segna la tenuta dello stato di diritto.2. In Parlamento abbiamo chiesto di attivare subito il MES. Peccato per il voto contrario di PD e Cinque Stelle: questo continuo slittamento del PD sulle posizioni grilline va rispettato, ma un po’ dispiace. E, del resto, in Liguria, PD e Cinque Stelle hanno scelto di appoggiare insieme come candidato un giornalista del "Fatto Quotidiano". Tutto si tiene. Per chi vuole continuare a credere in un’idea riformista della società italiana, il 20 e 21 settembre c’è una sola possibilità: votare Italia Viva. E, da qui alle elezioni regionali, darci una mano. Con un’email, con un piccolo sostegno economico, perché anche 5 o 10 euro possono fare la differenza, con l'indicazione del codice "C46" nella destinazione del 2x1000 sulla dichiarazione dei redditi, con un’idea da condividere. Il riformismo non può andare a traino del populismo: per questo c’è Italia Viva.
3. Continuo a ricevere le email più disparate sulla cassa integrazione. Molti lamentano i continui ritardi. Mi scrivete per raccontarmi come sta andando a chi tra voi ha diritto alla cassa integrazione? L’email è sempre la solita: matteo@matteorenzi.it. Vi leggo volentieri. E più vi leggo, più mi domando cosa aspetti il Governo a chiedere le dimissioni del presidente dell’INPS.
Pensierino della sera. Una donna, Margherita Cassano, è stata eletta presidente aggiunto della Cassazione, in pratica è la numero 2. Bene. Un altro passo in avanti nel mondo del diritto, dopo l’elezione di Marta Cartabia alla Corte Costituzionale. Ma, per la parità di genere ancora molto è da fare, non solo nel mondo della giustizia. Intanto, nei prossimi giorni, il CSM dovrà decidere che cosa fare del caso Palamara. Quasi tutti i media stanno dando poco spazio a questa vicenda, ma credo che sia davvero una delle più incredibili vicissitudini della magistratura italiana. Staremo a vedere. Intanto, festeggiamo la fine dell’incubo giudiziario per Sandro Gozi, nostro prezioso deputato europeo, finito nel tritacarne mediatico un anno fa e riconosciuto estraneo ai fatti, e per Pietro Vignali, già sindaco di Parma, costretto alle dimissioni dieci anni fa. Oggi, i media registrano con trafiletti la sua assoluzione con formula piena. Nel frattempo, lui si è dimesso e il comune di Parma ha cambiato colore politico. Molto su cui riflettere, amici.
Un sorriso,
P.S. C’è un’accelerazione sulla legge elettorale. PD e Cinque Stelle vogliono chiuderla in tre giorni. Noi non facciamo le barricate, perché le priorità del Paese oggi sono i posti di lavoro, non i posti in Parlamento. Tuttavia, rimaniamo fermi sulla nostra idea di sempre: ci vuole la legge elettorale dei sindaci. Sapere la sera chi ha vinto, non consentire trattative lunghe cinque anni e governi che cambiano colore ogni anno. Noi vogliamo il sindaco d’Italia. Se altri preferiscono la palude di adesso, lo faranno senza il nostro voto.
Prossime cinque presentazioni de "La mossa del cavallo" (qui il link Amazon e qui il link IBS per acquistare il libro). Oggi, alle 18, a Pontedera; alle 21, a San Lazzaro di Savena. Lunedì 20 luglio, alle 15, a Trento; alle 18.30, a Garda (Verona); alle 21, a Castenedolo (Brescia).
Per chi vuole iscriversi a CASTROCARO per la scuola "MERITARE l’EUROPA", questo è il modulo. 250 giovani tutti insieme a parlare di politica: la formazione ci salverà dal populismo e dalla mediocrità.
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