no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : IRAN: APPELLO DI NESSUNO TOCCHI CAINO A FEDERICA MOGHERINI SU PENA
DI MORTE E DIRITTI UMANI 2. NEWS FLASH:
ANTIGUA: DUE RILASCIATI DAL BRACCIO DELLA MORTE 3. NEWS FLASH: SINGAPORE: LA COMMISSIONE
INTERNAZIONALE DEI GIURISTI CHIEDE L’INTRODUZIONE DI UNA MORATORIA 4. NEWS FLASH: VIETNAM: CONDANNA A MORTE
COMMUTATA PER TRAFFICANTE AUSTRALIANA 5.
NEWS FLASH: PAKISTAN: CINQUE CONDANNE ALL’IMPICCAGIONE PER L’UCCISIONE DELLA
COPPIA CRISTIANA 6. I SUGGERIMENTI DELLA
SETTIMANA : FIRENZE: PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO 2016 DI NESSUNO TOCCHI CAINO
‘LA PENA DI MORTE NEL MONDO’
IRAN: APPELLO DI NESSUNO TOCCHI CAINO A FEDERICA
MOGHERINI SU PENA DI MORTE E DIRITTI UMANI
21 novembre 2016: Nessuno tocchi Caino rivolge un appello
a Federica Mogherini, l’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione
europea, perché ponga “la questione della pena di morte e più in generale del
rispetto dei Diritti Umani al centro di incontri, relazioni, intese, piani di
aiuto e sviluppo, anche economici e commerciali, con la Repubblica Islamica
dell’Iran”.
L’appello, sostenuto da intellettuali come Liliana
Cavani, Erri De Luca, Roberta Mazzoni, Francesco Patierno, Marco Risi, Susanna
Tamaro, Sandro Veronesi e Marco Vichi, sarà presentato, insieme al nuovo
Rapporto sulla pena di morte in Iran, nel corso del seminario “Business
Italia-Iran: un’analisi costi benefici” patrocinato da United Against Nuclear
in Iran (UANI), che si svolge domani 22 novembre presso il Senato della
Repubblica, “Sala di S. Maria in Aquiro” h. 16.
“Se nei primi sei mesi del 2016, dopo l’entrata in vigore
a gennaio dell’accordo sul nucleare e la revoca delle sanzioni, la bilancia nei
rapporti commerciali fra Iran e Unione europea ha registrato un saldo positivo
con una crescita su base annua del 43% - si legge nell’appello - la bilancia
della giustizia e dei diritti umani nei rapporti tra regime dei Mullah e
cittadini iraniani continua a registrare un saldo negativo sotto molti
aspetti”.
Dal Rapporto di Nessuno tocchi Caino emerge infatti che
almeno 2.691 prigionieri sono stati giustiziati in Iran dall’inizio della
presidenza di Rouhani (tra il 1° luglio 2013 e il 13 novembre 2016).
Nel 2016, al 13 novembre, sono state effettuate almeno
477 esecuzioni, di cui 186 (circa il 40%) sono state riportate da fonti
ufficiali iraniane (siti web della magistratura, televisione nazionale, agenzie
di stampa e giornali statali), mentre 291 casi (circa il 60%) sono stati
segnalati da fonti non ufficiali (organizzazioni non governative per i diritti
umani o altre fonti interne iraniane). Questi dati appaiono significativamente
inferiori rispetto al numero di esecuzioni effettuate nello stesso periodo del
2015 (anno in cui vi sono state almeno 970 esecuzioni, numero tra i più alti
nella storia recente dell’Iran), ma sono sempre allarmanti, anche perché il
numero effettivo delle esecuzioni è probabilmente molto superiore ai dati
registrati da Nessuno tocchi Caino.
I reati che hanno motivato le condanne a morte eseguite
nel 2016 sono così suddivisi in termini di frequenza: traffico di droga (282
esecuzioni, di cui 72 riportate da fonti ufficiali iraniane); omicidio (118, di
cui 64 ufficiali); stupro (29, di cui 26 ufficiali); “terrorismo” (23, riportate
da fonti ufficiali); reati politici e non violenti (4, di cui 2 ufficiali);
moharebeh (fare guerra a Dio), rapina, estorsione e “corruzione in terra” (4,
di cui 3 ufficiali). In almeno 17 altri casi, non sono stati specificati i
reati per i quali i detenuti sono stati trovati colpevoli.
Le esecuzioni pubbliche sono continuate nel 2016 con
almeno 24 persone che sono state impiccate sulla pubblica piazza (21 riportate
da fonti ufficiali iraniane). Anche le esecuzioni di donne e minorenni sono
continuate nel 2016. Al 13 novembre, le donne giustiziate sono state almeno 10
(8 per droga e 2 per omicidio), ma solo nel caso di 3 di loro c’è stata la
conferma ufficiale delle autorità iraniane. Mentre le esecuzioni di minorenni
al momento del fatto sono state almeno 5 (2 per casi di omicidio, 2 per droga e
1 per sodomia). Nessun caso è stato riportato da fonti ufficiali iraniane.
Non c’è solo la pena di morte, secondo i dettami della
Sharia iraniana, ci sono anche torture, amputazioni degli arti, fustigazioni e
altre punizioni crudeli, disumane e degradanti. Sconvolgente la notizia,
riportata da fonti ufficiali, dell’8 novembre 2016, secondo la quale, in una
prigione vicino Teheran è stata eseguita una sentenza di accecamento.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
ANTIGUA: DUE RILASCIATI DAL BRACCIO DELLA MORTE
22 novembre 2016: Michael Lorriston Cornwall e Michael
Mason sono usciti dalla Prigione di Sua Maestà ad Antigua come uomini liberi,
dopo essere stati ri-sentenziati dall'Alta Corte.
Il giudice Darshan Ramdhani ha condannato l'ex detenuto
del braccio della morte Cornwall a 30 anni di prigione, per poi liberarlo
immediatamente. Ha condannato anche Mason a 30 anni e ha stabilito che le
autorità penitenziarie debbano calcolare il tempo finora scontato in carcere e
determinare la data della sua effettiva liberazione.
Dal momento che anche lui è stato dietro le sbarre per 30
anni - otto mesi equivalgono a un anno di prigione - è stato deciso che dovrà
essere rilasciato poiché il tempo trascorso in attesa di giudizio e la
detenzione dopo la condanna devono essere dedotti dalla sua pena.
Cornwall è stato incarcerato nel 1994 per aver ucciso la
sua ex partner dopo la loro separazione e le liti per la presunta infedeltà
della donna, che avrebbe anche respinto la sua proposta di matrimonio.
In seguito è stato riconosciuto colpevole e condannato a
morte – all’epoca condanna obbligatoria per un omicidio.
Tuttavia, poco prima dell’esecuzione, la condanna a morte
fu sospesa. Poi, nel 2002, il Privy Council, in una decisione storica, ha
stabilito che la pena di morte obbligatoria è incostituzionale e che ogni caso
deve essere riesaminato individualmente. Inoltre, fino a quel momento, Cornwall
aveva già trascorso più di cinque anni in attesa di esecuzione. Anche questo è
stato considerato crudele e disumano dal Privy Council.
Di conseguenza, si è resa necessaria una nuova sentenza
in tutte le giurisdizioni sotto il Privy Council, anche se ci sono voluti quasi
due decenni affinché Antigua e Barbuda affrontassero le incongruenze
costituzionali. Secondo il giudice, si tratta di un ritardo non scusabile. Fino
ad un recente rapporto giudiziario, ci si riferiva ai due uomini come
prigionieri del braccio della morte.
La corte ha detto che le violazioni dei diritti
costituzionali dei detenuti dovevano essere considerate in occasione della
nuova sentenza. Il giudice ha inoltre osservato che gli uomini non avevano
precedenti e che Cornwall ha mostrato autentico rimorso per le sue azioni ed è
stato descritto dalle autorità carcerarie come "sicuro per il
rilascio."
Il sovrintendente Albert Wade, che ha lavorato nel
carcere per quasi due anni, ha detto che Cornwall è stato riabilitato, è stato
molto utile al personale penitenziario e ad altri prigionieri, in particolare quelli
con disabilità, ed "è sempre sorridente".
Ogni uomo è stato anche valutato da uno psichiatra per
accertare il suo stato mentale, come previsto dalla nuova sentenza.
L'altro detenuto, Mason, è dietro le sbarre dal 1996 dopo
essere stato giudicato colpevole per l'omicidio nel 1995 della turista canadese
Wendy Newbiggin, alla quale Mason avrebbe sparato accidentalmente mentre
cercava di rubare la sua borsetta.
SINGAPORE: LA COMMISSIONE INTERNAZIONALE DEI GIURISTI
CHIEDE L’INTRODUZIONE DI UNA MORATORIA
21 novembre 2016: la Commissione Internazionale dei
Giuristi (ICJ) ha condannato le esecuzioni a Singapore di due persone, avvenute
il 18 novembre.
Il cittadino nigeriano Chijoke Stephen Obioha e il malese
Devendran A/L Supramaniam erano stati condannati per reati di droga: Chijoke
Stephen Obioha era stato condannato per possesso e traffico di droga il 30
dicembre 2008, mentre Devandran era stato condannato per l'importazione di
83,36 g di diamorfina a Singapore il 29 luglio 2014.
La ICJ ha notato con preoccupazione la mancanza di
trasparenza del governo di Singapore per quanto riguarda le esecuzioni.
L’esecutivo non aggiorna l'elenco dei nomi e il numero di condannati nel
braccio della morte e spesso non fornisce ai condannati a morte e alle loro
famiglie un adeguato preavviso rispetto alle esecuzioni.
"Il preavviso molto breve non permette ai condannati
a morte e alle loro famiglie di presentare appelli dell'ultimo minuto", ha
dichiarato Sam Zarifi, direttore del Programma Asia di ICJ. "Le autorità
di Singapore, affrettando le esecuzioni, ostacolano le misure che potrebbero
salvare la vita di chi sta nel braccio della morte, e inoltre cercano di
minimizzare la protesta pubblica per le esecuzioni".
La ICJ si oppone alla pena capitale in tutti i casi senza
eccezione, e ritiene che la pena di morte costituisca una violazione del
diritto alla vita e del diritto a non essere sottoposti a trattamenti crudeli,
inumani o degradanti.
La ICJ chiede al governo di Singapore di rendere pubblico
il numero dei detenuti nel braccio della morte in attesa di esecuzione e il
numero e nomi di detenuti che sono stati messi a morte nel 2016.
La ICJ invita inoltre il governo di Singapore a stabilire
immediatamente una moratoria sull'uso della pena di morte, in vista della sua
abolizione.
Nel 2011 Singapore aveva stabilito una moratoria
sull’applicazione della pena di morte, come parte del suo processo di revisione
della pena di morte obbligatoria. Tuttavia la moratoria si è conclusa dopo tre
anni con l’esecuzione di due condannati a morte, Tang Hai Liang, 36 anni, e
Foong Chee Peng, 48 anni, il 18 luglio 2014.
VIETNAM: CONDANNA A MORTE COMMUTATA PER TRAFFICANTE AUSTRALIANA
21 novembre 2016: una corte d'appello del Vietnam ha
commutato in ergastolo la condanna a morte di una cittadina australiana di 73
anni riconosciuta colpevole di traffico di eroina.
Il sito statale online VietNamNet ha riportato che Alta
Corte del Popolo di Ho Chi Minh City ha deciso la commutazione alla luce della
confessione sincera di Nguyen Thi Huong e della sua età avanzata.
Huong era stata condannata a morte lo scorso giugno dopo
essere stata riconosciuta responsabile del traffico di 3,5 kg di eroina.
Era stata arrestata nel dicembre 2014 al check-in per un
volo diretto in Australia, dopo che la sostanza fu trovata nascosta in 36
confezioni di sapone nel suo bagaglio.
PAKISTAN: CINQUE CONDANNE ALL’IMPICCAGIONE PER
L’UCCISIONE DELLA COPPIA CRISTIANA
23 novembre 2016: un tribunale anti-terrorismo pakistano
ha condannato cinque persone a morte per l'uccisione di una coppia cristiana
che venne linciata e bruciata in un forno dopo essere stata falsamente accusata
di blasfemia.
La morte di Shahzad Masih e Shama Bibi provocò
indignazione in Pakistan e spinse altre famiglie cristiane che vivevano vicino
alla loro casa nel Punjab a fuggire dall'area per paura.
La coppia di analfabeti era stata falsamente accusata di
aver messo pagine del Corano nella spazzatura, profanando il libro sacro dei
musulmani.
La bestemmia è legalmente punibile con la morte nel paese
musulmano profondamente conservatore, dove anche le accuse non dimostrate sono
in grado di suscitare violenza.
Secondo i critici, si tratta di una legge usata per
vendette personali, spesso contro i cristiani.
Secondo i testimoni, una folla inferocita di centinaia di
persone attaccò la coppia vicino alla città di Kot Radha Kishan nel Punjab nel
2014, gettando poi i loro corpi in una fornace di mattoni.
Non è chiaro se i due fossero ancora vivi quando furono
gettati nel forno.
Riaz Anjum, l'avvocato della famiglia della coppia, ha
detto che un totale di 103 persone sono state imputate nel caso, tuttavia il
tribunale della città orientale di Lahore ha assolto 90 imputati, compreso il
proprietario del forno, che era stato accusato di aver bloccato la coppia che
tentava di fuggire.
Oltre ai cinque condannati all’impiccagione, altri otto
sono stati condannati a due anni di reclusione.
"I cinque condannati a morte hanno trascinato,
picchiato e bruciato la coppia, mentre gli altri otto hanno svolto un ruolo di
aiuto", ha detto Anjum.
Non è chiaro quando le condanne a morte saranno applicate.
Dopo l'attacco è emerso che la coppia era stata
ingiustamente accusata.
Il padre di Shahzad, un guaritore che usava le pagine con
iscrizioni in varie lingue per il suo lavoro, era morto poco prima
dell'aggressione. La famiglia stava bruciando documenti appartenuti a lui.
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I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA
FIRENZE: PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO 2016 DI NESSUNO
TOCCHI CAINO ‘LA PENA DI MORTE NEL MONDO’
Mercoledì 30 novembre 2016
Palazzo Vecchio, Piazza della Signoria
Sala d’Arme
ore 16.00
Firenze
con
NICOLETTA MANTOVANI, assessore Cooperazione e relazioni
internazionali EUGENIO GIANI, Presidente del Consiglio Regionale della Toscana
ELISABETTA ZAMPARUTTI, curatrice del Rapporto e tesoriera di Nessuno Tocchi
Caino MARCO VICHI, scrittore FEDERICO MONECHI, giornalista e moderatore
Era il 30 Novembre del 1786 quando il granduca Pietro
Leopoldo abolì la pena di morte dalla Terra di Toscana e impose la demolizione
delle forche ovunque esse si trovassero. I semi lasciati cadere dal saggio dei
Delitti e delle Pene di Cesare Beccaria diedero il frutto più importante con
una decisione rimasta nella storia dell’umanità: per la prima volta, in un
tempo di monarchie assolute e di potere di vita o morte, un piccolo grande
Stato aboliva la pena di morte e la tortura. Accadeva 230 anni fa e oggi quel
gesto concreto è ancora più importante e simbolico in un tempo di democrazie e
trattati internazionali, di carta universale dei diritti umani perché, anche se
non si vede, sappiamo che una pena crudele e arcaica come la pena di morte è
ancora nelle leggi di molti Stati, anche di quelli che hanno scritto pagine
importanti per la democrazia e la libertà.
Di questo e di come si può abolire la pena capitale nel
mondo, attraverso una Moratoria universale delle esecuzioni capitali alle
Nazioni Unite, si parlerà nella presentazione del Rapporto 2016 sulla Pena di
Morte nel Mondo di Nessuno Tocchi Caino dedicato a Marco Pannella, scomparso
recentemente e che ha fatto della campagna contro la pena di morte, una delle
sue tante fondamentali battaglie per i diritti umani.
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