martedì 3 novembre 2015

ALLUVIONE DI FIRENZE 4 NOVEMBRE 1966




Domani ricorre il quarantanovesimo anniversario di quell'immane catastrofe che fu l'alluvione di Firenze. Vista la mia età io c'ero ed ho vissuto a pieno quei brutti ma allo stesso tempo esaltanti avvenimenti. A quei tempi abitavo al Pignone in via Ponte Sospeso e nella mia strada l'acqua, se ben ricordo, arrivò sulla tardissima mattinata. Mi ero alzato tardi perchè il 4 novembre era giornata festiva. In casa però c'era un certo trambusto ed io non capivo il perchè, poi affacciandomi ad una finestra  che dava sulla strada compresi il motivo di tanta agitazione. Le acque compresse nel fognone  facevano sollevare i coperchi di ghisa dei tombini, una cosa assolutamente impressionante, poi con mio padre andammo a vedere cosa stava realmente succedendo dal ponte alla Vittoria, fummo colpiti da uno spettacolo impressionante. L'Arno stava tracimando dalle spallette e le sue acque limacciose  invadevano la città, fu allora che decidemmo di prendere le nostre macchine e salvarle dall'imminente ondata  portandole verso monte Oliveto. Alla fine anche da noi arrivò l'onda di acqua, fango, idrocarburi e liquami vari.

 Vicino a casa c'era una grande cabina elettrica e quando l'acqua raggiunse i trasformatori ci fu una fiammata con una grande esplosione ed anche la corrente se ne andò.....a proposito non avevamo più né acqua né tanto meno il gas.......ho parlato di momenti brutti ed allo stesso tempo esaltanti. Or bene, a quei tempi non esisteva praticamente nulla non esisteva la protezione civile, nonostante queste deficienze, questo MERAVIGLIOSO POPOLO CHE SIAMO NOI FIORENTINI, senza piangersi addosso, senza lamentarsi, senza accusare nessuno il giorno dopo appena le acque avevano iniziato a ritirarsi eravamo tutti a lavoro con mezzi di assoluta fortuna a spalare fango e cacca.....sì anche la cacca e a tirare fuori le prime barzellette sull'alluvione. Questo a dimostrare che se anche avevamo perso tutto quello che non avevamo perso era la nostra tradizionale ironia. Dovevamo rimettere in piedi una città che certamente non era un borgo e salvare al contempo il nostro immenso patrimonio culturale ed  artistico. Poi arrivarono anche gli angeli del fango....ma questa è un'altra pagina di questa straordinaria epopea. Tanti piagnoni di oggi dovrebbero imparare da ciò che facemmo noi a quei tempi e cioè a lamentarsi  di meno e darsi da fare di più.

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