no alla pena di morte
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : MAROCCO: RE MOHAMMED VI CONCEDE LA GRAZIA A 1.446 CONDANNATI 2. NEWS FLASH: EGITTO: 7 GIUSTIZIATI PER
L’OMICIDIO DI UN POLIZIOTTO 3. NEWS
FLASH: SUD SUDAN: MINORENNE AL MOMENTO DEL CRIMINE ESCE DAL BRACCIO DELLA MORTE
4. NEWS FLASH: IRAN: CONFERME SULLE
CONDANNE A MORTE ‘DEFINITIVE’ DI CINQUE PARTECIPANTI A DISORDINI 5. NEWS FLASH: VIETNAM: CINQUE CONDANNATI A
MORTE PER PRODUZIONE E TRAFFICO DI DROGHE 6.
I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
MAROCCO: RE MOHAMMED VI CONCEDE LA GRAZIA A 1.446
CONDANNATI Re Mohammed VI del Marocco ha concesso la grazia a 1.446 condannati
alla vigilia della Giornata del Trono, che avrà luogo il 30 luglio 2020.
Un comunicato stampa del ministero della Giustizia ha
reso noto il 29 luglio che l'elenco dei beneficiari della grazia reale
comprende persone sia detenute che in libertà provvisoria.
La lista include 323 detenuti che hanno ricevuto la
grazia per il periodo di detenzione rimanente.
Per effetto del provvedimento reale, 940 prigionieri
hanno avuto la pena ridotta.
Inoltre, due condanne capitali sono state commutate in
ergastolo, mentre due ergastoli sono stati commutati in pene detentive minori.
Tra i beneficiari ci sono anche condannati
"liberi".
Circa 39 prigionieri hanno beneficiato della grazia per i
periodi di detenzione rimanenti durante la libertà provvisoria.
Otto prigionieri hanno beneficiato della grazia per le
loro pene detentive mentre le loro multe sono state mantenute.
Circa 120 prigionieri hanno visto le loro multe
annullate, mentre 10 detenuti hanno beneficiato della grazia sia per la pena
detentiva che per la cancellazione della multa.
Infine, due detenuti hanno beneficiato del provvedimento
per il periodo di detenzione restante e per le multe.
In Marocco la concessione della grazia reale è un atto
frequente in occasione di celebrazioni religiose e nazionali e la Giornata del
Trono non fa eccezione.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
EGITTO: 7 GIUSTIZIATI PER L’OMICIDIO DI UN POLIZIOTTO
L'Egitto il 28 luglio 2020 ha giustiziato sette persone per l'omicidio di un
ufficiale di polizia, avvenuto nella città nord-orientale di Ismailiya nel
2013, ha detto un funzionario della sicurezza. "Il servizio penitenziario
il 28 luglio ha eseguito le condanne a morte mediante impiccagione di sette
persone riconosciute colpevoli di aver ucciso il capitano Ahmad Abu
Douma", ha detto alla AFP il funzionario.
I loro corpi sono stati consegnati alle rispettive
famiglie, ha aggiunto.
Abu Douma era di pattuglia a Ismailiya, vicino al canale
di Suez, quando venne attaccato da uomini armati non identificati su una
motocicletta e su un'auto, che si impossessarono della sua arma.
Nel novembre 2018 una corte d'appello aveva respinto un
ricorso contro le condanne a morte.
In Egitto si verificano disordini e scontri dal
rovesciamento nel 2011 del presidente Hosni Mubarak.
Gruppi jihadisti particolarmente attivi nella penisola
del Sinai hanno compiuto attacchi in tutto il Paese, molti dei quali contro
polizia e forze di sicurezza.
SUD SUDAN: MINORENNE AL MOMENTO DEL CRIMINE ESCE DAL
BRACCIO DELLA MORTE Un ragazzo è stato fatto uscire dal braccio della morte del
Sud Sudan il 29 luglio 2020, dopo che il 14 luglio la Corte d’Appello ha
annullato la sua condanna a morte in quanto minorenne all’epoca del crimine.
La condanna capitale di Magai Matiop Ngong era stata
emessa nel 2017, quando il ragazzo aveva appena 15 anni.
La Corte d’Appello ha ora rimandato il caso a un
tribunale di grado inferiore per un nuovo processo, che non potrà terminare con
una nuova condanna a morte.
Nella sua decisione, la Corte d’Appello ha ricordato che
il diritto internazionale vieta l’applicazione della pena di morte nei
confronti di minorenni al momento del reato. Peraltro, quel divieto è previsto
anche dalla Costituzione sud-sudanese.
Magai era stato condannato a morte per aver ucciso
accidentalmente suo cugino con la pistola del padre, mentre la vittima era
intervenuta per fermare una rissa tra lo stesso Magai e un vicino.
(Fonti: Pressenza, Amnesty International, 29/07/2020) Per
saperne di piu' :
IRAN: CONFERME SULLE CONDANNE A MORTE ‘DEFINITIVE’ DI
CINQUE PARTECIPANTI A DISORDINI La Corte Suprema iraniana ha approvato le
condanne a morte di cinque partecipanti a disordini di piazza, ha confermato
Iran Human Rights il 26 luglio 2020.
Nessuno tocchi Caino il 26 giugno aveva riportato la
notizia che Mohammadreza Habibi, il principale giudice della provincia di
Isfahan, durante il sermone della Preghiera del Venerdì aveva detto che la
Corte Suprema aveva confermato le condanne a morte di otto “ribelli e teppisti”
arrestati nel corso degli “ultimi tre anni”.
Oggi IHR è in grado di fornire i nomi di cinque dei
condannati, e informazioni più precise sui loro capi d’accusa. I condannati
sono Mehdi Salehi Ghaleh Shahrokhi, Mohammad Bastami, Majid Nazari Kondari,
Hadi Kiani e Abbas Mohammadi.
I cinque manifestanti erano stati arrestati durante le
manifestazioni del dicembre 2017/gennaio 2018 a Khomeini Shahr, nella regione
di Isfahan.
Facendo riferimento alla storia delle Corti
rivoluzionarie islamiche che violano il principio dell’equo processo
riconoscendo la validità di informazioni ottenute sotto tortura, Iran Human
Rights condanna fermamente l'emissione e l'approvazione di queste sentenze da
parte delle Corti Rivoluzionarie e della Corte Suprema. Confermando la notizia,
uno degli avvocati degli imputati ha affermato che le condanne erano state
emesse a febbraio dalla 2° Sezione del Tribunale Rivoluzionario di Isfahan.
Secondo la sentenza ottenuta da IHR, la Corte Suprema ha confermato le condanne
a morte dei cinque manifestanti con accuse tra cui "baghy"
(ribellione), "moharebeh" (fare guerra a Dio) attraverso l'uso di
armi da fuoco e l'intenzione di privare la comunità della sicurezza e sparare
ai funzionari, "Ifsad-fil-arz" (corruzione sulla terra) attraverso
l'interruzione della sicurezza e dell’ordine pubblico.
Inoltre, sono stati anche condannati per altre accuse
meno gravi tra cui il possesso di droga. Durante il processo gli imputati hanno
detto chiaramente di essere stati torturati al fine di ottenere da loro false
confessioni. IHR fornirà ulteriori dettagli appena verificate alcune
informazioni in suo possesso. È possibile/probabile che gli altri tre casi di
condanna a morte (per arrivare alle otto indicate dal giudice Habibi) siano
quelle di Saeed Tamjidi, Mohammad Rajabi e Amirhossein Moradi.
VIETNAM: CINQUE CONDANNATI A MORTE PER PRODUZIONE E
TRAFFICO DI DROGHE Il Tribunale del Popolo di HCM City il 27 luglio 2020 ha
emesso cinque condanne a morte e quattro ergastoli nei confronti di imputati
coinvolti nel più importante caso di produzione di droga venuto alla luce in
Vietnam nel 2017.
Nato nel 1980, il capo dell’organizzazione Van Kinh Duong
è stato condannato a morte per produzione e traffico illecito di droga, truffa,
evasione dalla prigione e contraffazione di sigilli e documenti di istituzioni e
agenzie.
La pena di morte è stata inoltre inflitta a Nguyen Duc Ky
Nam, che ha diretto la produzione delle droghe, Le Van Mang, Pham Bao Quan e Le
Huong Giang, per il loro ruolo di supporto a Duong.
Nguyen Ba Thanh, Nguyen Thu Huyen, Pham Thu Huyen e
Nguyen Dac Huy sono stati condannati all'ergastolo.
Vu Hoang Anh Ngoc, fidanzata di Duong, è stata condannata
a 16 anni di prigione per possesso illegale di sostanze stupefacenti.
Il tribunale ha stabilito che le azioni degli imputati
siano state estremamente pericolose per la società.
In precedenza Duong era stato condannato a cinque anni di
prigione per rapina dal tribunale del distretto Hoan Kiem di Hanoi nel 2008.
Mentre stava scontando la pena, era stato scoperto l'11 ottobre dello stesso
anno che stoccava droga ed era stato condannato ad altri sette anni.
Mentre era imprigionato nella provincia di Thanh Hoa, lui
e altri quattro detenuti fuggirono dal carcere nel novembre 2010 recandosi a
HCM City, dove Duong affittò un appartamento in una zona residenziale, usando
il nome Tran Ngoc Hieu.
Nel giugno 2016, conobbe una persona di nome Tom in un
bar, e decisero in seguito di produrre metanfetamine.
Duong ordinò quindi ai suoi complici di affittare una
villa e acquistare prodotti chimici per produrre metanfetamine di tipo
“cristallo”.
La banda cambiò costantemente sede della propria
produzione per evitare di essere scoperta, trasferendosi da HCM City alla città
di Nha Trang e quindi nella provincia di Dong Nai.
La polizia di HCM City arrestò la banda a seguito di una
soffiata nel 2017.
Le indagini hanno rivelato che Duong e i suoi complici
hanno prodotto 124 kg di droghe. Circa 84 kg furono dati a Tom e il resto fu
usato per produrre circa 500.000 pasticche di ecstasy, per un peso complessivo
di 120 kg, che furono nascoste in sacchi di caffè.
Prima dell’arresto, la banda aveva venduto 18 kg di
metanfetamina nella città di Hai Phong
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