lunedì 10 agosto 2020

      BASILICA DI  SAN LORENZO - firenze  -




 La basilica di San Lorenzo è uno dei principali luoghi di culto cattolici di Firenze, situata nell'omonima piazza nel centro storico della città. È una delle chiese che si contendono il titolo di più antica della città ed ha la dignità di basilica minore. Nei pressi della chiesa si tiene il turistico mercato di San Lorenzo.

Storia

La basilica di San Lorenzo nel Codice Rustici (XV secolo)

Origini

Fu fondata, secondo la tradizione, nel corso del IV secolo su un'altura nei pressi del corso (poi deviato) del Mugnone, grazie alla donazione di Giuliana, matrona di origine ebraica. Già nel 393 veniva consacrata come cattedrale cittadina al martire Lorenzo, alla presenza di sant'Ambrogio e di san Zanobi. La zona all'epoca era appena fuori dalle mura, come la maggior parte dei siti delle primitive basiliche cristiane nelle città romane.

Il monticulus Sancti Laurentii oggi è occultato dalla gradinata che risale, nella sua sistemazione attuale, al 1912-1913. Della chiesa primitiva non resta pressoché niente. Tracce archeologiche frammentarie, non collegabili organicamente, sono venute alla luce qua e là sotto il pavimento della chiesa, nel corso di scavi negli anni sessanta e settanta del Novecento. Resti di abitazioni e botteghe costruiti a ridosso della chiesa furono rinvenuti nei lavori del 1912-1913.

Il Medioevo

Per trecento anni San Lorenzo fu la cattedrale di Firenze, prima di cedere lo status a Santa Reparata, quando vennero solennemente traslate le spoglie del vescovo di Firenze, san Zanobi.

Nei pressi di San Lorenzo sembra avesse la residenza Matilde di Canossa (morta nel 1115), duchessa di Toscana, che da qui riuscì a garantire una certa concordia tra i partiti cittadini dell'epoca.

La chiesa fu ampliata e riconsacrata una prima volta nel 1059, per iniziativa del vescovo Gherardo di Borgogna, quando divenne papa col nome di Niccolò II; in quell'occasione, fu dotata anche di un capitolo di canonici, che diede impulso alla costruzione di alcuni ambienti, come il chiostro a lato della chiesa[2].

La fase medicea

Fu deliberato dai canonici un nuovo ampliamento all'inizio del XV secolo, ma i lavori procedettero inizialmente molto a rilento. Nel 1418 il priore Matteo Dolfini ottenne dalla Signoria il permesso per abbattere alcune case per ingrandire il transetto della chiesa e il 10 agosto 1421 egli celebrò una solenne cerimonia per benedire l'inizio dei lavori. Tra i finanziatori c'era il ricchissimo banchiere Giovanni di Bicci de' Medici, che abitava nel quartiere, e che fece probabilmente il nome dell'architetto che già stava lavorando alla sua cappella, l'odierna Sagrestia Vecchia, cioè Filippo Brunelleschi. La ricostruzione dell'intera chiesa fu un progetto che dovette maturare in un secondo momento, probabilmente dopo il 1421, quando morì il Dolfini. L'inizio dell'intervento brunelleschiano viene generalmente collocato in quell'anno.

Mentre la sagrestia veniva terminata nel 1428 (e nel 1429 vi si celebrarono le esequie solenni di Giovanni de' Medici), i lavori alla chiesa erano invece andati poco avanti ed erano pressoché bloccati. Dopo il 1441 si prese l'onere quasi per intero della ricostruzione Cosimo de' Medici, figlio di Giovanni, ma i progressi continuarono ad essere lenti, segnati da incertezze e interruzioni. In questa seconda fase la direzione dei lavori passò probabilmente a Michelozzo, architetto del vicino palazzo Medici ed erede di numerosi cantieri avviati da Brunelleschi, ormai anziano e concentrato su altre opere.

Dal 1457 fu alla direzione del cantiere Antonio Manetti Ciaccheri e nel 1461, a lavori pressoché ultimati, venne consacrato l'altare maggiore[2]. Tre anni dopo Cosimo de' Medici moriva e veniva sepolto in una cripta sotterranea, posta in un pilastro esattamente al di sotto dell'altare centrale.

Da allora San Lorenzo divenne il luogo di sepoltura dei componenti della famiglia Medici, tradizione proseguita, salvo alcune eccezioni, fino ai granduchi e all'estinzione della casata. Tale usanza venne anche ripresa, per analogia, dai successivi membri della dinastia Lorena, usando i sotterranei della basilica per le proprie sepolture.

La facciata su piazza San Lorenzo

La facciata della chiesa era rimasta incompiuta: papa Leone XMedici, dopo un concorso a cui parteciparono grandissimi artisti come Raffaello e Giuliano da Sangallo, diede a Michelangelo il compito di progettarne una nel 1518[2]. L'artista fece un modello ligneo di una facciata classica e proporzionata, ma l'opera non fu ugualmente portata a termine, per problemi tecnici e finanziari insorti già dall'approvvigionamento dei materiali. Pochi anni dopo, il progetto michelangiolesco per San Lorenzo venne utilizzato nella realizzazione della facciata della basilica di San Bernardino all'Aquila ad opera di Cola dell'Amatrice.

Sempre Leone X commissionò la Sagrestia Nuova al grande artista, per conservare i sepolcri dei due rampolli di casa Medici, Lorenzo duca d'Urbino e Giuliano Duca di Nemours, che erano morti entrambi sui trent'anni con grande costernazione del papa che tanto si era adoperato per la loro affermazione. L'opera fu realizzata a più riprese, includendo anche le tombe di Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano, ma con grande lentezza e un graduale ridimensionamento dei progetti, finché, messo alle strette per il suo appoggio antimediceo alla Repubblica fiorentina, Michelangelo barattò un salvacondotto con una conclusione parziale dell'opera.

Clemente VII, l'altro papa Medici, non mancò pure di arricchire il complesso di San Lorenzo, incaricando Michelangelo di realizzare la Biblioteca Medicea Laurenziana, mentre dentro la chiesa fece costruire su progetto dello stesso artista il balcone nella controfacciata per l'esposizione delle reliquie.

La vasta cappella dei Principi, separata, dietro l'altare maggiore, fu un'impresa grandiosa avviata al tempo di Ferdinando I; i Medici la stavano ancora pagando quando l'ultimo membro, Anna Maria Luisa de' Medici, morì nel 1743.

Il piccolo campanile risale invece al 1740, opera di Ferdinando Ruggieri.

L'ultima della dinastia Anna Maria Ludovica commissionò l'ultima opera importante nella basilica: la decorazione della cupola con la Gloria dei santi fiorentini ad opera del pittore Vincenzo Meucci (1742), una magra compensazione però in confronto alla distruzione degli affreschi di Pontormo nel coro, perpetrata in quegli stessi anni.

Periodo moderno

Con la soppressione ottocentesca degli enti religiosi, la biblioteca fu separata giuridicamente dal resto del complesso e venne creato il Museo delle Cappelle Medicee, di proprietà statale. Nel 1907 fu istituita l'Opera medicea laurenziana per la gestione e la salvaguardia della basilica. Dal 1º marzo 2001 per accedere alla chiesa è richiesto il pagamento di un biglietto che va all'Opera Laurenziana[3]. Per le conseguenze della storia negli ultimi due secoli, il complesso laurenziano, uno dei più importanti di tutta Firenze, si presenta oggi con un'immagine frammentaria, corrispondente ai diversi usi degli ambienti: religioso, turistico, museale, bibliotecario. Per visitare il complesso, fatti salvi il chiostro principale, a ingresso gratuito, e le zone riservate ai religiosi (non accessibili), si devono oggi staccare tre biglietti diversi, fruibili con orari di visita differenti: uno per la basilica, la Sagrestia Vecchia e la cripta, uno per la cappella dei Principi e la Sagrestia Nuova, uno infine per gli ambienti monumentali della Biblioteca Medicea Laurenziana, aperti per lo più solo in occasione delle regolari mostre temporanee.


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