Enews 653, lunedì 3 agosto
2020
Ieri è
finito il campionato di
calcio più strano degli ultimi anni.
Quando abbiamo combattuto per far ripartire la serie A in molti ci hanno attaccato: con
tutti i problemi che ci sono pensate al calcio?
Feci allora questa intervista.
Oggi possiamo dire di aver fatto
bene.
Lo sport
è trasmissione di valori, emozioni, passioni. Lo spiega questo video della Nike
che ha realizzato uno degli spot più belli di sempre.
E poi naturalmente c’è anche il profilo
economico, il business.
Per questo ho presentato un emendamento
per sbloccare i miliardi
di euro fermi per stadi
e centri sportivi
di società professionistiche che la burocrazia sta impedendo di utilizzare.
Lo sport
ovviamente è anche crescita caratteriale e personale.
L’ho pensato in queste ore, nelle quali - dopo 263 match diretti in serie A -
ha lasciato il fischietto il miglior arbitro italiano, che si chiama Gianluca Rocchi.
Con Gianluca
abbiamo iniziato insieme ad arbitrare ai
tempi della sezione AIA di Via Faenza a Firenze.
Una vita fa, ormai. E chi è passato dall'esperienza di trovarsi solo con 22 giocatori in campo
e tante polemiche
in tribuna,
anche se magari sugli spalti c’erano solo i genitori dei ragazzi, si rende
conto di quanto sia importante per la crescita di una persona assumere decisioni, saper
prendersi le proprie responsabilità.
Rocchi è
diventato un arbitro
internazionale di grandissimo livello. E gli invio un grande augurio per il futuro. Ma, quello che
ci dice la storia di Gianluca,
come i volti dello spot della Nike,
è che noi abbiamo bisogno dello sport.
Per essere noi stessi. Per essere migliori.
Chi pensa che lo sport
sia solo roba per addetti ai lavori non ha capito che noi siamo una comunità, non un
ammasso indistinto di gente.
Pensierino della sera.
Dopo il mio intervento sull'autorizzazione a procedere contro Salvini, sono stato
oggetto di attacchi e
insulti da parte di molte testate di destra. E, ovviamente, chi
qualche mese fa pubblicava copertine dicendo che io e Salvini eravamo la stessa cosa oggi tace,
provando a nascondersi dietro un pudico silenzio. Purtroppo, questo è il
destino di chi fa politica
senza curarsi di cercare il consenso. La vicenda Salvini esigeva
l’autorizzazione per le ragioni esposte in AULA. Questo Paese ha comunque bisogno di una cura garantista. Ma il
garantismo
non significa fuggire dai processi: il garantismo significa rispettare le regole.
Difficile spiegare la differenza a chi come la Lega è entrata in Parlamento
agitando il cappio giustizialista e oggi chiede semplicemente impunità.
Continuo a sperare che, prima o poi, tutte le forze politiche comprendano la
necessità di una seria discussione sul rapporto
tra magistratura e politica. Nel frattempo, mi prendo gli
insulti volanti e gli imbarazzati silenzi. Un anno fa, abbiamo tolto a Salvini
la possibilità di prendersi i “pieni
poteri”: quella scelta mi è costata tanto in termini di
consenso e di mal di stomaco. Ma è la scelta che consente all'Italia di stare tra i
paesi guida dell’Unione
Europea e di non seguire l’Ungheria in Europa e il Brasile sul Covid. Lo rifarei domattina.
Un sorriso,
P.S. Chi ha voglia di darci una mano:
• Per le elezioni
regionali, qui il link per sostenerci.
• Per la scuola di Castrocaro,
alla quale sono arrivate circa 1000
richieste di iscrizione, qui il link per aiutarci economicamente.
• Per rilanciare il contenuto del Piano
Shock, qui il link.
• Oggi che Genova
inaugura il nuovo
ponte, oggi più che mai, serve rilanciare la nostra battaglia per mandare in quarantena la burocrazia.
• Sul Coronavirus,
leggete questa bellissima intervista a Rino Rappuoli. L’Italia della ricerca
c’è e se la gioca come leader mondiale.
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