Enews 652, venerdì 31 luglio 2020
1. Sulla vicenda SALVINI sono
intervenuto in Senato. Trovate qui il video
del mio discorso. Chi dice che dovevamo salvare Salvini in nome
del GARANTISMO
non si rende conto che il garantismo non significa evitare i processi, ma
significa seguire le regole: in caso di reato ministeriale bisogna seguire
l’articolo 96 della Costituzione, non le proprie impressioni. E, come ho detto
in Aula, se domani fosse richiesta l’autorizzazione a procedere per lo stesso
reato contro l’altro ex ministro interessato, Toninelli, non avrei dubbi a
votare nello stesso identico modo. Noi abbiamo
studiato le carte, fino in fondo, per bene. Non si va per
simpatia, su queste cose: si studia. I populisti pensano che sia tutto un
tweet: si, no, certo. Le persone serie invece approfondiscono: per salvare
Salvini avremmo dovuto dire che tenere
200 persone ostaggio in mezzo al mare era una scelta che
rispondeva a un interesse costituzionalmente tutelato. Secondo me, invece,
Salvini lo faceva per strumentalizzare
il tema immigrazione, per esigenze di visibilità personali e di
partito. Perché, se blocchi un barcone per qualche giorno, non stai diminuendo
il numero degli sbarchi, stai solo aumentando il numero dei tuoi followers.Intervenendo dopo di me, Salvini mi ha attaccato pesantemente sul piano personale. Temo che, viste le recenti esternazioni su MES e su Covid, più che dai giudici il Senatore Salvini dovrebbe essere salvato da se stesso. Io credo che esista un grande tema giustizia - e chi sente l’intervento ascolterà parole molto dure su questo punto, dalle intercettazioni alla vicenda Berlusconi, dalle correnti della magistratura al finanziamento alla politica - ma che vada affrontato in modo serio, organico. Sia ieri che il 12 dicembre scorso, io mi sono alzato in Parlamento per ribadire questo concetto nella sede più alta e più idonea. Noi ci abbiamo messo la faccia, come sempre. Siamo gli unici che parlano di intercettazioni illegali, di utilizzo venezuelano dei Trojan, di invasione di campo tra magistratura e politica. E siamo gli unici che si chiedono pubblicamente, in Parlamento, se oggi un magistrato bravo non iscritto a una corrente può fare carriera al pari di chi è sostenuto dalla propria corrente. E continueremo a farlo. Vi prego di ascoltare l’intervento e di dirmi cosa ne pensate: matteo@matteorenzi.it.
2. Martedì scadono gli emendamenti al decreto semplificazioni, il testo voluto dal Governo che recupera parte del nostro Piano Shock. Ci sono miliardi fermi e mezzo milione di posti di lavoro che sono saltati negli ultimi mesi: bisogna correre davvero. Tra i vari emendamenti che saranno presentati, di uno sono il primo firmatario: si parla di stadio e impianti sportivi. In molti casi, infatti, alcune sovrintendenze bloccano l’ammodernamento degli stadi, creando non solo un problema alle società di calcio ma soprattutto un danno economico al territorio. La mia tesi è semplice: se c’è via libera del comune, gli impianti delle società professionistiche non hanno bisogno di essere autorizzati anche dalle sovrintendenze. Ho fatto questa intervista a "la Nazione". Voglio vedere chi, in Parlamento, voterà contro questa proposta semplice, una vera e propria mossa del cavallo per uscire dalla palude dei ritardi. Per gli amici di Firenze: questa non è una norma soltanto per la Fiorentina o per il Campo di Marte o per il centro sportivo di Bagno a Ripoli. È una norma che serve all'Italia.
3. Ultime ore per iscriversi alla scuola di formazione politica di CASTROCARO. Sono sorpreso dalla incredibile risposta di ragazzi giovanissimi. Non è vero che questa generazione è priva di ideali e di sogni, non è vero per niente: i ragazzi di oggi sono fantastici, diamo loro fiducia. Per realizzarla, è importantissimo un contributo economico, anche piccolo, di tutti: qui la pagina per fare una donazione.
Un sorriso e buone vacanze a chi è in
partenza,
P.S. A proposito di discorsi in Senato, qui c’è quello di ieri. Ma, qualche giorno fa, sono intervenuto anche in occasione del dibattito sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio sul Recovery Fund, lo trovate qui. Sarò vecchio stile, ma mi piace pensare che il Parlamento sia il luogo nel quale fare politica e non semplicemente una sorta di teatro in cui applaudire. Fare politica significa discutere, non mettere like o fare standing ovation.
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