venerdì 14 agosto 2020

    PIERO DEL POLLAIOLO - la Fede - Galleria degli Uffizi - firenze 



La Fede è un dipinto a olio su tavola (167x88 cm) di Piero del Pollaiolo, databile al 1470 e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze

Storia

Sette Virtù vennero commissionate con un contratto datato 18 agosto 1469 al Pollaiolo dal Tribunale della Mercanzia (l'organo che soprintendeva alle corporazioni di arti e mestieri di Firenze) per decorare le spalliere degli stalli nella sala delle Udienze della sede in piazza della Signoria. Un probabile ritardo nella consegna portò a riallogare l'opera al Botticelli, che dipinse la Fortezza, ma le energiche proteste dei due fratelli del Pollaiolo portò a una seconda delibera che confermò l'incarico, al quale dovette partecipare, ma non sappiamo esattamente in quale misura, anche il fratello di Piero, Antonio.

La bottega del Pollaiolo eseguì sei dei sette dipinti previsti.

Molto controversa è l'attribuzione a Piero o Antonio, con questioni che peraltro riguardano quasi l'intero catalogo dei dipinti dei due fratelli. Se alcuni (come Billi, Albertini e Cruttwell) basandosi sui documenti attribuiscono l'intero ciclo a Piero, altri (come Ullman) li riferiscono ad Antonio, sulla base di confronti stilistici con le poche opere firmate da lui (come alcune incisioni); altri infine riferiscono il disegno dei cartoni ad Antonio e l'esecuzione pittorica a Piero.

Le tavole, dopo lo spostamento della magistratura nell'edifciio degli Uffizi, vennero esposte in Galleria dal 1717 dopo la soppressione dell'istituzione. Nel XIX secolo però versavano in uno stato di conservazione poco soddisfacente, tanto che delle sette solo la Prudenza veniva esposta.

L'opera è stata restaurata nel 1999: in quell'occasione si scoprì l'originalissima tecnica pittorica usata, che prevedeva la pittura della tavola direttamente sulla superficie del legno, senza preparazione in tela e gesso, sfruttando il colore della tavola per le parti scure del modellato.

Descrizione e stile

Le Virtù erano collocate in posizione piuttosto alta (come cerca anche di ricreare l'attuale disposizione nella sala del museo) per questo le figure sono deformate per ottimizzare una visione dal basso, con le gambe e la parte inferiore possente e la testa e le spalle più esili, in modo da far sembrare le figure più slanciate e imponenti. Ciò è particolarmente evidente nella Fede, la cui testa è particolarmente piccola e scorciata.

La Fede ha gli attributi religiosi del calice e del crocifisso e lo sguardo rivolto verso l'alto, cioè a Dio. Il panneggio sulle gambe, rispetto ad altre Virtù della serie, è qui estremamente monumentale e scultoreo, soprattutto grazie anche al colore chiaro che sembra voler competere con il vero marmo, sbalzato da un profondo chiaroscuro con pieghe ampie e morbide, che rendono la consistenza della stoffa. Il trono è inquadrato da transenne ed è rappresentato secondo una prospettiva "a grandangolo", cioè estremamente scorciata in profondità, permettendo di mostrare al contempo sia i lati inferiori che superiori del trono come se esso fosse di dimensioni enormi. Ciò è evidente ad esempio nel calice, del quale si vede il bordo inferiore, o nei lacunari dell'arco superiore, mentre in basso il gradino è interamente rappresentato secondo una visione dall'alto.

L'attenzione ai dettagli decorativi, come il pavimento che imita un tappeto orientale o la preziosità di dettaglio come il crocifisso, tempestato di perle e pietre preziose, denotano la lezione della pittura fiamminga, che in quegli anni a Firenze si faceva più che mai viva grazie all'arrivo diretto di opere dalle Fiandre e dal nord-Europa.

Preghiera del Legionario





Questa merda fascista viene propagandata da canali Cattolici tradizionalisti che definiscono l'attuale papa un apostata, antipapa e seminatore di eresie.

 

Enews 654, martedì 11 agosto 2020         

Buongiorno a tutti, buone vacanze.  

Oggi ho fatto questa intervista al "Corriere della Sera". Al netto delle questioni politiche che trovate qui sotto, segnalo il punto fondamentale: se davvero arriveremo al vaccino contro il Covid questo vaccino dovrà essere OBBLIGATORIO per tutti. Obbligatorio, non facoltativo. Obbligatorio! Per questo, la nostra deputata Lisa Noja e altri amici hanno lanciato una raccolta di firme affinché più persone possibili facciano pressione sul Governo perché non ci sia nessun passo indietro per strizzare l’occhio ai NoVax. Siamo stati chiusi in casa per mesi e se arriva il vaccino lasciamo libertà di scelta? Non scherziamo! Qui trovate il link per aderire alla raccolta firme.

Oggi è l’11 agosto: un anno fa, con una intervista al "Corriere" abbiamo lanciato la mossa del cavallo contro Salvini. Qui l’intervista di oggi. Anche sui furbetti del bonus partite Iva.

Ma l’11 agosto, a Firenze, è innanzitutto la festa della liberazione della città. Un pensiero a Silvano Sarti che non è più con noi, ricordando i tanti 11 agosto passati insieme in corteo e in Palazzo Vecchio. E a tutti i caduti per la libertà.



Pensierino del mattino. Ho provato una forte emozione, in questi giorni, andando con la mia famiglia a Monaco di Baviera, nei luoghi dei ragazzi della Rosa Bianca, giovani studenti universitari contro il nazismo. Sophie e i suoi compagni, a cominciare dal fratello Hans, sono un esempio luminoso di forza, fede e coraggio. Sono stato felice di parlare con i miei figli di questa pagina poco conosciuta della storia del Novecento. E ho voglia di riprendere il ragionamento sulla Rosa Bianca con i ragazzi a Castrocaro durante la scuola di formazione che faremo dal 26 al 28 agosto. In tempi di populismo imperante, la formazione politica non è un’opzione: è un dovere civile e morale.

 

Buone vacanze e un sorriso grande,


 



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lunedì 10 agosto 2020

      BASILICA DI  SAN LORENZO - firenze  -




 La basilica di San Lorenzo è uno dei principali luoghi di culto cattolici di Firenze, situata nell'omonima piazza nel centro storico della città. È una delle chiese che si contendono il titolo di più antica della città ed ha la dignità di basilica minore. Nei pressi della chiesa si tiene il turistico mercato di San Lorenzo.

Storia

La basilica di San Lorenzo nel Codice Rustici (XV secolo)

Origini

Fu fondata, secondo la tradizione, nel corso del IV secolo su un'altura nei pressi del corso (poi deviato) del Mugnone, grazie alla donazione di Giuliana, matrona di origine ebraica. Già nel 393 veniva consacrata come cattedrale cittadina al martire Lorenzo, alla presenza di sant'Ambrogio e di san Zanobi. La zona all'epoca era appena fuori dalle mura, come la maggior parte dei siti delle primitive basiliche cristiane nelle città romane.

Il monticulus Sancti Laurentii oggi è occultato dalla gradinata che risale, nella sua sistemazione attuale, al 1912-1913. Della chiesa primitiva non resta pressoché niente. Tracce archeologiche frammentarie, non collegabili organicamente, sono venute alla luce qua e là sotto il pavimento della chiesa, nel corso di scavi negli anni sessanta e settanta del Novecento. Resti di abitazioni e botteghe costruiti a ridosso della chiesa furono rinvenuti nei lavori del 1912-1913.

Il Medioevo

Per trecento anni San Lorenzo fu la cattedrale di Firenze, prima di cedere lo status a Santa Reparata, quando vennero solennemente traslate le spoglie del vescovo di Firenze, san Zanobi.

Nei pressi di San Lorenzo sembra avesse la residenza Matilde di Canossa (morta nel 1115), duchessa di Toscana, che da qui riuscì a garantire una certa concordia tra i partiti cittadini dell'epoca.

La chiesa fu ampliata e riconsacrata una prima volta nel 1059, per iniziativa del vescovo Gherardo di Borgogna, quando divenne papa col nome di Niccolò II; in quell'occasione, fu dotata anche di un capitolo di canonici, che diede impulso alla costruzione di alcuni ambienti, come il chiostro a lato della chiesa[2].

La fase medicea

Fu deliberato dai canonici un nuovo ampliamento all'inizio del XV secolo, ma i lavori procedettero inizialmente molto a rilento. Nel 1418 il priore Matteo Dolfini ottenne dalla Signoria il permesso per abbattere alcune case per ingrandire il transetto della chiesa e il 10 agosto 1421 egli celebrò una solenne cerimonia per benedire l'inizio dei lavori. Tra i finanziatori c'era il ricchissimo banchiere Giovanni di Bicci de' Medici, che abitava nel quartiere, e che fece probabilmente il nome dell'architetto che già stava lavorando alla sua cappella, l'odierna Sagrestia Vecchia, cioè Filippo Brunelleschi. La ricostruzione dell'intera chiesa fu un progetto che dovette maturare in un secondo momento, probabilmente dopo il 1421, quando morì il Dolfini. L'inizio dell'intervento brunelleschiano viene generalmente collocato in quell'anno.

Mentre la sagrestia veniva terminata nel 1428 (e nel 1429 vi si celebrarono le esequie solenni di Giovanni de' Medici), i lavori alla chiesa erano invece andati poco avanti ed erano pressoché bloccati. Dopo il 1441 si prese l'onere quasi per intero della ricostruzione Cosimo de' Medici, figlio di Giovanni, ma i progressi continuarono ad essere lenti, segnati da incertezze e interruzioni. In questa seconda fase la direzione dei lavori passò probabilmente a Michelozzo, architetto del vicino palazzo Medici ed erede di numerosi cantieri avviati da Brunelleschi, ormai anziano e concentrato su altre opere.

Dal 1457 fu alla direzione del cantiere Antonio Manetti Ciaccheri e nel 1461, a lavori pressoché ultimati, venne consacrato l'altare maggiore[2]. Tre anni dopo Cosimo de' Medici moriva e veniva sepolto in una cripta sotterranea, posta in un pilastro esattamente al di sotto dell'altare centrale.

Da allora San Lorenzo divenne il luogo di sepoltura dei componenti della famiglia Medici, tradizione proseguita, salvo alcune eccezioni, fino ai granduchi e all'estinzione della casata. Tale usanza venne anche ripresa, per analogia, dai successivi membri della dinastia Lorena, usando i sotterranei della basilica per le proprie sepolture.

La facciata su piazza San Lorenzo

La facciata della chiesa era rimasta incompiuta: papa Leone XMedici, dopo un concorso a cui parteciparono grandissimi artisti come Raffaello e Giuliano da Sangallo, diede a Michelangelo il compito di progettarne una nel 1518[2]. L'artista fece un modello ligneo di una facciata classica e proporzionata, ma l'opera non fu ugualmente portata a termine, per problemi tecnici e finanziari insorti già dall'approvvigionamento dei materiali. Pochi anni dopo, il progetto michelangiolesco per San Lorenzo venne utilizzato nella realizzazione della facciata della basilica di San Bernardino all'Aquila ad opera di Cola dell'Amatrice.

Sempre Leone X commissionò la Sagrestia Nuova al grande artista, per conservare i sepolcri dei due rampolli di casa Medici, Lorenzo duca d'Urbino e Giuliano Duca di Nemours, che erano morti entrambi sui trent'anni con grande costernazione del papa che tanto si era adoperato per la loro affermazione. L'opera fu realizzata a più riprese, includendo anche le tombe di Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano, ma con grande lentezza e un graduale ridimensionamento dei progetti, finché, messo alle strette per il suo appoggio antimediceo alla Repubblica fiorentina, Michelangelo barattò un salvacondotto con una conclusione parziale dell'opera.

Clemente VII, l'altro papa Medici, non mancò pure di arricchire il complesso di San Lorenzo, incaricando Michelangelo di realizzare la Biblioteca Medicea Laurenziana, mentre dentro la chiesa fece costruire su progetto dello stesso artista il balcone nella controfacciata per l'esposizione delle reliquie.

La vasta cappella dei Principi, separata, dietro l'altare maggiore, fu un'impresa grandiosa avviata al tempo di Ferdinando I; i Medici la stavano ancora pagando quando l'ultimo membro, Anna Maria Luisa de' Medici, morì nel 1743.

Il piccolo campanile risale invece al 1740, opera di Ferdinando Ruggieri.

L'ultima della dinastia Anna Maria Ludovica commissionò l'ultima opera importante nella basilica: la decorazione della cupola con la Gloria dei santi fiorentini ad opera del pittore Vincenzo Meucci (1742), una magra compensazione però in confronto alla distruzione degli affreschi di Pontormo nel coro, perpetrata in quegli stessi anni.

Periodo moderno

Con la soppressione ottocentesca degli enti religiosi, la biblioteca fu separata giuridicamente dal resto del complesso e venne creato il Museo delle Cappelle Medicee, di proprietà statale. Nel 1907 fu istituita l'Opera medicea laurenziana per la gestione e la salvaguardia della basilica. Dal 1º marzo 2001 per accedere alla chiesa è richiesto il pagamento di un biglietto che va all'Opera Laurenziana[3]. Per le conseguenze della storia negli ultimi due secoli, il complesso laurenziano, uno dei più importanti di tutta Firenze, si presenta oggi con un'immagine frammentaria, corrispondente ai diversi usi degli ambienti: religioso, turistico, museale, bibliotecario. Per visitare il complesso, fatti salvi il chiostro principale, a ingresso gratuito, e le zone riservate ai religiosi (non accessibili), si devono oggi staccare tre biglietti diversi, fruibili con orari di visita differenti: uno per la basilica, la Sagrestia Vecchia e la cripta, uno per la cappella dei Principi e la Sagrestia Nuova, uno infine per gli ambienti monumentali della Biblioteca Medicea Laurenziana, aperti per lo più solo in occasione delle regolari mostre temporanee.


      NESSUNO    TOCCHI     CAINO           

       no     alla    pena    di      morte         


LA STORIA DELLA SETTIMANA : IRAN: NESSUNO TOCCHI CAINO, IMPICCAGIONE DEL MANIFESTANTE MOSTAFA SALEHI È UNA VERGOGNA PER IL MONDO COSIDDETTO DEMOCRATICO 2.  NEWS FLASH: IRAN: DETENUTO POLITICO MOSTAFA SALEHI IMPICCATO NELLA PRIGIONE DI ISFAHAN 3.  NEWS FLASH: USA: CORTE D’APPELLO ANNULLA CONDANNA A MORTE FEDERALE DI DZHOKHAR TSARNAEV 4.  NEWS FLASH: CINA: QUARTO CANADESE CONDANNATO A MORTE PER DROGA 5.  NEWS FLASH: FILIPPINE: POSSIBILI SANZIONI INTERNAZIONALI IN CASO DI REINTRODUZIONE DELLA PENA DI MORTE 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :

 

 

IRAN: NESSUNO TOCCHI CAINO, IMPICCAGIONE DEL MANIFESTANTE MOSTAFA SALEHI È UNA VERGOGNA PER IL MONDO COSIDDETTO DEMOCRATICO Nessuno tocchi Caino considera di estrema gravità l’esecuzione per impiccagione di Mostafa Salehi, uno dei detenuti per le manifestazioni anti regime avvenute tra dicembre 2017 e gennaio 2018, avvenuta ieri nel carcere di Dastgerd a Isfahan.

 

L’associazione chiede alle Nazioni Unite di condannare l’accaduto e di condurre una visita nelle carceri iraniane. Salehi, 30 anni, era stato arrestato nel Kahrizsang, a Isfahan, e condannato a morte per aver guidato le rivolte del Kahrizsang a Najafabad.

“La sua impiccagione ieri è un atto di intimidazione nei confronti di chiunque voglia manifestare il proprio dissenso nei confronti del regime. Un regime sempre più aggressivo verso l’esterno e verso l’interno che proprio per questo necessita di un contenimento che può venire dalle Nazioni Unite attraverso una indagine di ciò che avviene nei penitenziari iraniani. La Comunità internazionale non può rimanere indifferente di fronte a fatti come l’esecuzione di Salehi, così come deve far emergere la verità sul massacro di 30.000 oppositori politici compiuto nel 1988. Quella della soppressione fisica dei dissidenti è una storia che si ripete, che dura da tempo e che deve farci vergognare, noi Paesi cosiddetti democratici e accondiscendenti nei confronti del regime dei Mullah, per non averla ancora voluta affrontare.”


 

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

 

IRAN: DETENUTO POLITICO MOSTAFA SALEHI IMPICCATO NELLA PRIGIONE DI ISFAHAN Il detenuto politico Mostafa Salehi è stato impiccato all’alba del 5 agosto 2020 nella prigione di Isfahan. Salehi era uno dei manifestanti arrestati durante le proteste del 2017-18 nella città di Kahrizsang, nella provincia di Isfahan. La notizia è stata data da Mizan e ISNA, due agenzie di stampa governative.

Era stato accusato di aver ucciso un membro delle Guardie Rivoluzionarie, Sajad Shahsanayi, usando un fucile da caccia.

"Mostafa (o Mustafa) Salehi è stato giustiziato questa mattina su richiesta della famiglia della vittima", hanno scritto le agenzie.

Salehi aveva sempre negato le accuse. Un suo parente ha raccontato che l’uomo, un operaio edile di 30 anni, “era stato processato un anno dopo l’arresto, ed era stato assolto. Dopo forti pressioni dell'intelligence dell'IRGC, il caso è stato riaperto e Salehi è stato condannato a morte".

“Era innocente, era stato costretto a confessare davanti alla telecamera, ma in tribunale si era dichiarato innocente, contro di lui non c’erano prove, solo le pressioni dell’Intelligence", ha aggiunto la fonte. I disordini della fine del 2017 e dell'inizio del 2018 sono iniziati come manifestazioni contro le difficoltà economiche che si sono diffuse in tutto il Paese, innescando disordini repressi dalle forze dell’ordine arrestando migliaia di persone, e uccidendone 21.

La signora Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (NCRI), ha condannato fermamente l'impiccagione di Salehi e ha dichiarato: Riluttante, costretto ad astenersi dal giustiziare altri otto manifestanti detenuti, a seguito delle milioni di adesioni alla campagna social per fermare le mesecuzioni, il fascismo religioso al potere ha praticato questa esecuzione per rappresaglia e per terrorizzare la gente e contrastare l’accendersi di qualsiasi rivolta.

La signora Rajavi ha esortato le Nazioni Unite e i suoi Stati membri, nonché le organizzazioni e le istituzioni internazionali a condannare immediatamente questa esecuzione criminale. Ha sottolineato che più di ogni altra volta, è indispensabile inviare una missione internazionale di accertamento dei fatti, per visitare le carceri iraniane e incontrare i prigionieri.


 

USA: CORTE D’APPELLO ANNULLA CONDANNA A MORTE FEDERALE DI DZHOKHAR TSARNAEV La Corte d’Appello del 1° Circuito il 31 luglio 2020 ha annullato la condanna a morte federale di Dzhokhar Tsarnaev.

Tsarnaev, oggi 27 anni, bianco, originario della Cecenia, era stato condannato a morte 6 volte il 24 giugno 2015 con l’accusa, da lui ammessa, di aver partecipato alla strage alla Maratona di Boston del 15 aprile 2013 che causò tre morti e 260 feriti.

“Mente” dell’attentato era stato il fratello maggiore di Dzhokhar, Tamerlan Tsarnaev, 26 anni, ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia quattro giorni dopo l’attentato, il 19 aprile 2013.

La difesa di Tsarnaev sei mesi fa aveva sostenuto davanti alla Corte d’Appello federale che il clamore mediatico sul caso aveva compromesso l’imparzialità della giuria popolare. Oggi la Corte d’Appello, composta da tre giudici, ha dato ragione alla difesa, ed ha annullato la condanna a morte, disponendo che venga ripetuta quella parte del processo in cui, una volta stabilita la colpevolezza, si deve decidere l’entità della pena.

Uno dei tre giudici, Ojetta Rogeriee Thompson, nel motivare la sentenza ha scritto che il giudice del processo "non è riuscito" a condurre la procedura di selezione della giuria e a vagliare i giurati per possibili parzialità a seguito della pubblicità preliminare al processo. Gli avvocati di Tsarnaev avevano sostenuto che l'intensa copertura mediatica ha reso impossibile per lui un processo equo a Boston. Hanno anche citato post sui social media di due giurati che avevano espresso forti opinioni sul caso prima che il processo fosse avviato nel 2015.

Gli avvocati di Tsarnaev hanno affermato che uno dei giurati, che sarebbe poi diventato il portavoce della giuria, aveva pubblicato dozzine di tweet subito dopo l'attentato, definendo Tsarnaev un "pezzo di immondizia".

Tsarnaev è detenuto in una prigione federale di massima sicurezza in Colorado, denominata ADX Florence.


 

CINA: QUARTO CANADESE CONDANNATO A MORTE PER DROGA La Cina ha condannato a morte un quarto cittadino canadese per accuse di droga in meno di due anni, a seguito della crisi tra i due Paesi per l'arresto in Canada di una dirigente del gigante tecnologico cinese Huawei.

Ye Jianhui è stato condannato a morte il 7 agosto 2020 dal Tribunale Intermedio Municipale di Foshan, nella provincia meridionale del Guangdong. Ye è stato giudicato colpevole di produzione e trasporto di droghe illegali, ha detto il Tribunale in una breve dichiarazione.

Anche un altro imputato nel caso è stato condannato a morte, mentre altri quattro sono stati condannati a pene comprese tra sette anni e l'ergastolo.

Le condanne a morte in Cina vengono automaticamente sottoposte alla più alta corte del Paese per la revisione.

Il Tribunale non ha fornito dettagli sulle accuse contro Ye e gli altri. Tuttavia, il sito web del giornale Yangcheng Evening News, con sede nella vicina metropoli di Guangzhou, ha reso noto che Ye e il co-imputato Lu Hanchang avevano cospirato con altri per produrre e trasportare droghe tra maggio 2015 e gennaio 2016.

La polizia avrebbe sequestrato circa 218 kg di cristalli bianchi infusi con il MDMA (Ecstasy) in una stanza usata dai due, trovando altri 9,84 g di sostanza in sacchetti, all’interno di residenze usate da Lu e gli altri, ha detto il giornale.

I rapporti tra Canada e Cina si sono deteriorati a seguito dell'arresto da parte del Canada alla fine del 2018 di Meng Wanzhou, dirigente dell'azienda e figlia del fondatore di Huawei, all'aeroporto di Vancouver su richiesta degli Stati Uniti, che vogliono la sua estradizione poiché accusata di frode nei rapporti della società con l'Iran.

Il suo arresto ha fatto infuriare Pechino, che parla di mossa politica volta a frenare l'ascesa della Cina come potenza tecnologica globale.

La condanna di Ye è arrivata il giorno dopo che il connazionale canadese Xu Weihong è stato condannato a morte dal Tribunale Intermedio Municipale di Guangzhou, sempre nella provincia di Guandong. Il canadese Robert Schellenberg è stato condannato a morte per traffico di droga in un nuovo improvviso processo, poco dopo l'arresto di Meng, infine un cittadino canadese identificato come Fan Wei è stato condannato a morte nell'aprile 2019 per il ruolo svolto in un caso di traffico internazionale di droga.


 

FILIPPINE: POSSIBILI SANZIONI INTERNAZIONALI IN CASO DI REINTRODUZIONE DELLA PENA DI MORTE Una rappresentante della Commissione per i Diritti Umani (CHR) filippina ha avvertito il governo di Manila di possibili sanzioni da parte della comunità internazionale in caso di ripristino della pena capitale nel Paese.

Reintrodurre la pena di morte costituirebbe una violazione del diritto internazionale poiché le Filippine sono firmatarie di un trattato internazionale che prevede l'abolizione della pena capitale, ha detto la commissaria del CHR Karen Gomez-Dumpit nel corso della trasmissione "The Chiefs" su One News/TV 5, il 29 luglio 2020.

Dumpit ha dichiarato che non vi è alcuna possibilità di escludere condizioni del Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, ratificato dalle Filippine nel 2007.

Il Trattato riconosce che l'abolizione della pena di morte contribuisce al rafforzamento della dignità umana e al progressivo sviluppo dei diritti umani. I suoi firmatari assumono l’impegno che nessuna persona venga giustiziata sotto la sua giurisdizione.

"Ovviamente possiamo sempre contestarlo, ma dovremmo prepararci alle conseguenze perché sarebbe in gioco la credibilità di uno stato che stipula accordi", ha affermato Dumpit.

"Tutto dipende dagli impegni. Si tratta di essere credibili come Stato parte in grado di rispettare e non sottrarsi a tali impegni", ha aggiunto.

Dumpit ha avvertito che le Filippine potrebbero subire conseguenze, come la rimozione dall'elenco dei Paesi che beneficiano di tariffe più basse nell'Unione Europea.

Anche restringendo il campo di applicazione della pena di morte a determinati reati di droga si violerebbe il diritto internazionale e il diritto umano fondamentale alla vita, ha aggiunto.

Ha sostenuto che il ripristino della pena di morte non sarebbe un deterrente per la criminalità, ricordando che gli studi dimostrano l'inefficacia della pena capitale nel contenere i crimini.

“La severità della punizione non sarà mai un deterrente. In realtà ci vuole un rigoroso lavoro di polizia, di intelligence e una corretta applicazione delle leggi ", ha detto Dumpit.

"È una falsa promessa affermare che la pena di morte sarebbe un deterrente per la criminalità, specialmente per i crimini più atroci. Questa è semplicemente una falsa promessa", ha aggiunto.


venerdì 7 agosto 2020

       CUPOLA DEL BRUNELLESCHI - DUOMO DI FIRENZE - INIZIATA 7 agosto 1420     




"Chi mai sì duro o sì invido non lodasse Pippo architetto vedendo qui struttura sì grande, erta sopra e' cieli, ampla da coprire con sua ombra tutti e' popoli toscani, fatta sanza alcuno aiuto di travamenti o di copia di legname, quale artificio certo, se io ben iudico, come a questi tempi era incredibile potersi, così forse appresso gli antichi fu non saputo né conosciuto?"
(Leon Battista Alberti, De Pictura, Prologo)

 

Costituita da due calotte di forma ogivale tra loro collegate, la Cupola ottagonale fu voltata dal 1418 al 1434 secondo il progetto di Filippo Brunelleschi, presentato ad un concorso nel 1418 ed accettato dopo molti contrasti nel 1420.

Un capolavoro capace di resistere ai fulmini, ai terremoti, al passare dei secoli, che oggi incanta chiunque lo osservi da lontano, la Cupola ha un diametro di 45,5 metri.

Nel 1418 l'Opera di Santa Maria del Fiore bandisce il concorso che Brunelleschi vince, ma solo due anni dopo i lavori avranno inizio e dureranno fino al 1434.

Il 25 marzo del 1436 la Cattedrale fiorentina viene consacrata da Papa Eugenio IV.

 

Enews 653, lunedì 3 agosto 2020         

Ieri è finito il campionato di calcio più strano degli ultimi anni.  
Quando abbiamo combattuto per far ripartire la serie A in molti ci hanno attaccato: con tutti i problemi che ci sono pensate al calcio?
Feci allora questa intervista.
Oggi possiamo dire di aver fatto bene.
Lo sport è trasmissione di valori, emozioni, passioni. Lo spiega questo video della Nike che ha realizzato uno degli spot più belli di sempre.
E poi naturalmente c’è anche il profilo economico, il business.
Per questo ho presentato un emendamento per sbloccare i miliardi di euro fermi per stadi e centri sportivi di società professionistiche che la burocrazia sta impedendo di utilizzare.
Lo sport ovviamente è anche crescita caratteriale e personale.
L’ho pensato in queste ore, nelle quali - dopo 263 match diretti in serie A - ha lasciato il fischietto il miglior arbitro italiano, che si chiama Gianluca Rocchi.
Con Gianluca abbiamo iniziato insieme ad arbitrare ai tempi della sezione AIA di Via Faenza a Firenze.
Una vita fa, ormai. E chi è passato dall'esperienza di trovarsi solo con 22 giocatori in campo e tante polemiche in tribuna, anche se magari sugli spalti c’erano solo i genitori dei ragazzi, si rende conto di quanto sia importante per la crescita di una persona assumere decisioni, saper prendersi le proprie responsabilità.
Rocchi è diventato un arbitro internazionale di grandissimo livello. E gli invio un grande augurio per il futuro. Ma, quello che ci dice la storia di Gianluca, come i volti dello spot della Nike, è che noi abbiamo bisogno dello sport. Per essere noi stessi. Per essere migliori.
Chi pensa che lo sport sia solo roba per addetti ai lavori non ha capito che noi siamo una comunità, non un ammasso indistinto di gente.



Pensierino della sera. Dopo il mio intervento sull'autorizzazione a procedere contro Salvini, sono stato oggetto di attacchi e insulti da parte di molte testate di destra. E, ovviamente, chi qualche mese fa pubblicava copertine dicendo che io e Salvini eravamo la stessa cosa oggi tace, provando a nascondersi dietro un pudico silenzio. Purtroppo, questo è il destino di chi fa politica senza curarsi di cercare il consenso. La vicenda Salvini esigeva l’autorizzazione per le ragioni esposte in AULA. Questo Paese ha comunque bisogno di una cura garantista. Ma il garantismo non significa fuggire dai processi: il garantismo significa rispettare le regole. Difficile spiegare la differenza a chi come la Lega è entrata in Parlamento agitando il cappio giustizialista e oggi chiede semplicemente impunità. Continuo a sperare che, prima o poi, tutte le forze politiche comprendano la necessità di una seria discussione sul rapporto tra magistratura e politica. Nel frattempo, mi prendo gli insulti volanti e gli imbarazzati silenzi. Un anno fa, abbiamo tolto a Salvini la possibilità di prendersi i “pieni poteri”: quella scelta mi è costata tanto in termini di consenso e di mal di stomaco. Ma è la scelta che consente all'Italia di stare tra i paesi guida dell’Unione Europea e di non seguire l’Ungheria in Europa e il Brasile sul Covid. Lo rifarei domattina.

 

Un sorriso,


P.S.
Chi ha voglia di darci una mano:
• Per le elezioni regionali, qui il link per sostenerci.
• Per la scuola di Castrocaro, alla quale sono arrivate circa 1000 richieste di iscrizione, qui il link per aiutarci economicamente.
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• Oggi che Genova inaugura il nuovo ponte, oggi più che mai, serve rilanciare la nostra battaglia per mandare in quarantena la burocrazia.
• Sul Coronavirus, leggete questa bellissima intervista a Rino Rappuoli. L’Italia della ricerca c’è e se la gioca come leader mondiale.


 

sabato 1 agosto 2020


Breve oggetto della Newsletter
                                            

Riaperture al Complesso Monumentale di Piazza del Duomo - Luglio e Agosto 2020

Dal 10 luglio si è ampliata la nostra offerta di apertura ai nostri monumenti! Oltre al sabato, la domenica e il lunedì, è possibile accedere anche il venerdì alla salita sulla Cupola del Brunelleschi e all’esclusiva visita alle Terrazze che girano dall’esterno intorno alla Cattedrale! Si ricorda che questo si aggiunge alle aperture per i giorni di sabato, domenica e lunedì alla Cattedrale, al Campanile di Giotto, al Battistero e al Museo dell’Opera del Duomo. E da agosto la visita alle terrazze, al Campanile e alla Cupola sarà possibile ogni giorno della settimana!
La Passeggiata sulle Terrazze della Cattedrale: un’esperienza da non perdere!
Questa passeggiata accompagnata dalle nostre guide vi porterà alla visita panoramica delle Terrazze esterne del Duomo, ad oltre trenta metri di altezza, dove si può ammirare da un punto di vista mozzafiato Firenze in tutto il suo splendore e godere della presenza ravvicinata della Cupola del Brunelleschi, del Battistero di San Giovanni e del Campanile di Giotto.
Il dispositivo che rende sicura la visita ai Monumenti!
L'Opera di Santa Maria del Fiore è stata la prima istituzione in ambito museale a garantire la distanza tra i visitatori con l’introduzione dei dispositivi Tag EGOpro Social Distancing realizzato dalla società italiana AME (Advanced Microwave Engineering), con sede a Firenze.
Controlla in tempo reale lo stato delle prenotazioni e gli orari di apertura ai Monumenti
Ti invitiamo a programmare la tua visita scegliendo tra i monumenti che vorrai visitare, tenendo conto di orari e capienza ed evitando eventuali sovrapposizioni di orario nel caso volessi visitarne più di uno. Scegli i monumenti, il giorno della visita, l'orario preferito e segui le indicazioni, avendo cura di registrarti con una email valida. Terminato il processo ed effettuato il pagamento, riceverai una email con i biglietti e le indicazioni. Stampali e portali con te: ti verranno richiesti all'entrata. Buona visita!
La conferenza “Questioni Raffaellesche” del Prof. Antonio Natali è disponibile online
Potete vedere sui nostri canali la registrazione integrale della conferenza del Prof. Antonio Natali “Questioni Raffaellesche” all’interno del ciclo annuale 2020, dedicato al V centenario dalla morte di Raffaello e ai seicento anni dall’avvio dei lavori alla Cupola del Brunelleschi.
Accessi e Visite in Sicurezza
All’ingresso di ciascun monumento saranno predisposti dispenser di gel disinfettante e verrà controllata la temperatura corporea attraverso il sistema di rilevamento presente nella scocca dei metal detector o con termometro laser a pistola, ove non presente.
Il numero dei visitatori sarà contingentato al fine di tutelare le disposizioni in materia di sicurezza, garantendo un numero limitato di persone per fasce orarie (slot) così da garantire il distanziamento. In alcuni percorsi verrà consegnato un dispositivo con tag sanificato per garantire la distanza di sicurezza durante la visita. Il dispositivo dovrà essere riconsegnato a fine visita.
A seconda delle caratteristiche di ogni monumento sono stati predisposti percorsi, accessi e uscite specifiche, con le relative indicazioni per il visitatore.
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