lunedì 23 settembre 2019


      NESSUNO     TOCCHI     CAINO          
     NO     ALLA    PENA    DI      MORTE  



1.  LA STORIA DELLA SETTIMANA : ARABIA SAUDITA: GIUSTIZIATE FINORA QUEST’ANNO 134 PERSONE 2.  NEWS FLASH: SIRIA: AMNISTIA CONCESSA DAL PRESIDENTE BASHAR AL-ASSAD 3.  NEWS FLASH: SINGAPORE: COPPIA SOTTO INCHIESTA PER AVER INDOSSATO MAGLIETTE ANTI-PENA DI MORTE 4.  NEWS FLASH: VIETNAM: DONNA CONDANNATA A MORTE PER TRAFFICO DI EROINA 5.  NEWS FLASH: CINA: INTELLETTUALE UIGURO RISCHIA ESECUZIONE 6.  I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


ARABIA SAUDITA: GIUSTIZIATE FINORA QUEST’ANNO 134 PERSONE L'Arabia Saudita ha giustiziato 134 persone finora nel 2019, inclusi sei minorenni all’epoca dell’arresto, secondo un rapporto presentato dal The Death Penalty Project al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite a Ginevra il 16 settembre 2019.

I giustiziati sono stati torturati e uccisi con metodi brutali, tra cui la crocifissione e la decapitazione, secondo l’organizzazione per i diritti umani.
L'"aumento allarmante" delle esecuzioni nel Paese arriva nonostante l'impegno del principe ereditario Mohammed bin Salman nel ridurre l'uso della pena di morte.
Nel rapporto, The Death Penalty Project ha denunciato che altre 24 persone sono a "rischio imminente" di esecuzione.
Sono compresi tre minori, importanti oppositori politici del principe ereditario, religiosi e attivisti per i diritti umani.
Almeno sei adolescenti sono stati giustiziati quest'anno dopo essere stati arrestati per presunti "crimini" quando erano minori, secondo il rapporto.
Tra i giustiziati di quest'anno ci sono tre donne e altre 51 persone con accuse di droga che sarebbero considerati reati minori in altre parti del mondo.
Almeno 58 dei giustiziati erano cittadini stranieri e per la maggior parte erano stati accusati di diffondere l'Islam sciita - un crimine nello stato arabo sunnita.
C'erano 21 pakistani, 15 yemeniti, cinque dalla Siria e quattro dall'Egitto.
Figurano anche due giordani, due nigeriani, un somalo e due di nazioni non identificate.


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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

SIRIA: AMNISTIA CONCESSA DAL PRESIDENTE BASHAR AL-ASSAD Il presidente siriano Bashar al-Assad il 15 settembre 2019 ha emanato un decreto per rilasciare o ridurre la pena di vari prigionieri, inclusi alcuni detenuti ai sensi della "legge sul terrorismo" del Paese.
La cosiddetta "amnistia generale" è l'ultimo di una serie di decreti, tra cui uno nel 2014 che ha visto il rilascio di migliaia di detenuti.
Quest’ultimo decreto prevede la liberazione di alcuni prigionieri detenuti ai sensi di una "legge sul terrorismo" del 2012, usando un termine generico per attivisti antigovernativi, ribelli e jihadisti.
Le persone incarcerate ai sensi della legge del 2012 per "cospirazione" o che non hanno informato le autorità di un atto di "terrorismo" devono essere rilasciate, secondo il decreto.
L'amnistia non si estende però a chi è stato condannato per aver ucciso qualcuno o per averlo reso paralitico.
Eccezioni a parte, i prigionieri condannati a morte dovranno invece scontare l’ergastolo con lavori forzati.
Quelli che sono stati condannati all’ergastolo con lavori forzati dovranno invece lavorare per 20 anni, e quelli che hanno ricevuto una condanna all'ergastolo dovranno passare in carcere 20 anni.
Anche i prigionieri con malattie incurabili di età superiore ai 75 anni saranno rilasciati.
I disertori che si consegnano entro tre mesi in Siria o entro sei mesi fuori dal Paese sono esentati dalla punizione.
Lo stesso vale per i sequestratori che rilasciano i loro ostaggi sani e salvi entro il prossimo mese.


SINGAPORE: COPPIA SOTTO INCHIESTA PER AVER INDOSSATO MAGLIETTE ANTI-PENA DI MORTE Una coppia di Singapore che ha indossato magliette anti-pena di morte nel corso di un evento è sotto inchiesta per aver violato le severe leggi contro le proteste pubbliche, ha comunicato la polizia il 18 settembre 2019.
Le leggi della città-stato contro il dissenso e le manifestazioni di strada rendono illegale persino la protesta di una singola persona senza il permesso della polizia.
Nafiz Kamarudin, 38 anni, e sua moglie trentenne il 15 settembre hanno indossato le magliette in una corsa organizzata dal gruppo locale The Yellow Ribbon Project con lo scopo di esprimere sostegno agli ex-criminali e ai loro sforzi per reintegrarsi nella società.
Portavano le parole "SECONDA POSSIBILITA’ SIGNIFICA NON UCCIDERLI" sul davanti e "#ANTIDEATHPENALTY" sul retro.
Kamarudin, co-fondatore di una ONG locale, ha detto all'AFP che lui e sua moglie sono indagati per "aver indossato magliette con un messaggio di compassione".
"Dimmi come si può promuovere l'idea di dare una seconda possibilità agli ex criminali se mandiamo le persone a morte?"
Il Yellow Ribbon Project sostiene la seconda possibilità per gli ex prigionieri.
La polizia ha dichiarato che due persone sono indagate per reati ai sensi della legge sull'ordine pubblico, punibili con una multa di 3.000 dollari di Singapore (2.200 dollari Usa). Il recidivo può essere multato per 5.000 dollari di Singapore.
Il servizio penitenziario, che supporta la corsa, ha dichiarato che gli organizzatori dell'evento sono stati informati una settimana prima che un partecipante aveva pianificato di indossare una maglietta con un messaggio anti- pena di morte.
Gli organizzatori hanno contattato l'uomo e gli hanno consigliato di non utilizzare l'evento come occasione per difendere una causa, ma Kamarudin e sua moglie si sono presentati indossando le magliette, hanno detto.
Non potendo unirsi al gruppo principale con la maglietta addosso, Kamarudin ha corso separatamente su una strada lungo il percorso ufficiale. Sua moglie non ha preso parte alla corsa.


VIETNAM: DONNA CONDANNATA A MORTE PER TRAFFICO DI EROINA Una donna vietnamita il 17 settembre 2019 è stata condannata a morte per il traffico di 22 panetti di eroina del peso complessivo di 7,73 kg dal Laos al Vietnam.
La condanna capitale è stata emessa dalla Corte Superiore del Popolo della città centrale di Da Nang nei confronti di Phan Thi Dao, 39enne residente nella provincia settentrionale di Bac Kan.
La donna era stata precedentemente processata dal Tribunale del Popolo di Dak Lak, che l’aveva condannata all'ergastolo.
Dopo il primo processo, La Procura Provinciale del Popolo ha ritenuto che l’ergastolo dato a Dao fosse una pena troppo mite, per cui il caso è stato trasferito ad una corte di grado superiore, la Corte Superiore del Popolo di Da Nang, per un secondo procedimento.


CINA: INTELLETTUALE UIGURO RISCHIA ESECUZIONE L'intellettuale uiguro Tashpolat Tiyip potrebbe essere giustiziato a breve dal governo cinese dopo due anni di detenzione segreta, secondo quanto riferito da Amnesty International il 9 settembre 2019.
Tiyip era il presidente dell'Università dello Xinjiang e stava partendo per la Germania con gli studenti per una conferenza nel 2017, quando fu arrestato, uno dei centinaia di uiguri di spicco che sono scomparsi mentre le autorità cinesi hanno trasferito milioni di questi cittadini musulmani nei campi di concentramento nell'ovest del Paese.
Tiyip è stato sottoposto a un processo segreto e "gravemente iniquo" in cui è stato riconosciuto colpevole di "separatismo" e condannato a una "pena di morte sospesa" - in cui il detenuto è idoneo alla commutazione dopo due anni, purché non abbia commesso altri crimini – nel settembre di due anni fa, secondo Amnesty International. Il gruppo per i diritti riferisce che l’uomo viene detenuto in condizioni non note e che la sua esecuzione potrebbe essere imminente, poiché il periodo di sospensione di due anni termina questo mese.


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