NO ALLA PENA DI MORTE
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : MOZIONE GENERALE DEL 40ESIMO CONGRESSO STRAORDINARIO DEL PARTITO
RADICALE NONVIOLENTO, TRANSNAZIONALE E TRANSPARTITO 2. NEWS FLASH: BANGLADESH: LEADER ISLAMISTA IMPICCATO
PER CRIMINI DI GUERRA 3. NEWS FLASH:
GHANA: SONO 137 I PRIGIONIERI NEL BRACCIO DELLA MORTE 4. NEWS FLASH: CAMERUN: 109 CONDANNATI A MORTE
PER TERRORISMO 5. NEWS FLASH: COREA DEL
NORD: FUNZIONARI GIUSTIZIATI CON LA CONTRAEREA 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
MOZIONE GENERALE DEL 40ESIMO CONGRESSO STRAORDINARIO DEL
PARTITO RADICALE NONVIOLENTO, TRANSNAZIONALE E TRANSPARTITO
Il 40esimo Congresso Straordinario del Partito Radicale
Nonviolento, Transnazionale e Transpartito riunito a Roma nel carcere di
Rebibbia dall’1 al 3 settembre 2016, si riconosce nella visione e nel vissuto
di Marco Pannella, nel modo in cui - nella durata - è riuscito a concepire e a
dar corpo a idee, lotte ed obiettivi che costituiscono un inestimabile
patrimonio politico e umano, da continuare a far vivere.
Ringrazia il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, il
Presidente del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo,
il Direttore Mauro Mariani, il Comandante Massimo Cardilli, il Cappellano Don
Sandro Spriano, tutti gli operatori e i detenuti del carcere di Rebibbia NC,
per aver consentito la tenuta e partecipato ai lavori del congresso.
Udita la relazione del Tesoriere la approva.
Riafferma principi e prassi, le regole fondamentali e i
connotati essenziali costitutivi del Partito Radicale che hanno rappresentato e
rappresentano la sua alterità rispetto a ogni altro partito:
- il principio dell’adesione individuale diretta;
- la regola senza eccezioni per cui si può iscrivere
chiunque e nessuno può essere espulso per alcun motivo;
- il connotato nonviolento secondo il Preambolo allo
Statuto;
- il connotato transnazionale o universale per vocazione,
dimensione e finalità dell’agire politico organizzato;
- il connotato transpartitico secondo il principio della
libertà di associazione e la prassi della doppia tessera.
Saluta la creazione del Global Committee for the Rule of
Lawvoluto da Marco Pannella e fondato con l’Ambasciatore Giulio Terzi di
Sant'Agata, già Ministro degli Esteri, e Matteo Angioli. Il Comitato è un
ulteriore, nuovo strumento per la lotta radicale, al quale hanno aderito
personalità di tutto il mondo e che dovrà contribuire allo sviluppo e
avanzamento della campagna per la transizione verso lo stato di diritto
attraverso l'affermazione in sede ONU del diritto alla conoscenza.
Affida agli iscritti la prosecuzione della battaglia
storica di Marco Pannella per l’amnistia e l’indulto quale riforma obbligata
per l’immediato rientro dello Stato nella legalità costituzionale italiana ed
europea, premessa indispensabile per una Giustizia giusta improntata al diritto
penale minimo, che sia resa in tempi equi e ragionevoli, da giudici terzi
edimparziali, equidistanti tra accusa e difesa.
A tal fine, decide fin da ora una mobilitazione
nonviolenta straordinaria che avrà il suo culmine in una marcia da Regina Coeli
a Piazza San Pietro il 6 novembre 2016, giornata del Giubileo dei carcerati.
Alla marcia per l’amnistia, intitolata a Marco Pannella e Papa Francesco, il
Congresso invita i cittadini, la comunità penitenziaria, i parenti dei detenuti,
le associazioni e le personalità impegnate nella promozione dei diritti umani e
civili.
Sostiene le iniziative in corso, anche in sede
giurisdizionale, volte al superamento di trattamenti crudeli e anacronistici
come il regime di cui all’articolo 41 bis e il sistema dell’ergastolo, a
partire da quello ostativo, tema sul quale il regista Ambrogio Crespi ha
realizzato il docufilm “Spes contra Spem”, evento speciale della 73ma Mostra
del Cinema di Venezia.
Il Congresso ribadisce la scelta federalista e per gli
Stati Uniti d'Europa, unica alternativa ai nazionalismi antifederalisti e alla
deriva burocratica dell'Unione Europea.
Il Congresso del Partito Radicale denuncia nuovamente -
dopo quanto affermato dal congresso di Budapest del 1989 - la gravissima opera
di quanti continuano a far credere che il Partito voglia liberamente scegliere
la propria dissoluzione. Il Partito Radicale ha da tempo e con sempre maggiore
puntualità e precisione, rigore e vigore, documentato la situazione
fallimentare, cui ostracismi, mistificazioni, uso antidemocratico dei poteri
statali e privati, compresi quelli dell’informazione, ha ridotto il Partito
stesso, sul piano delle risorse, umane e di mezzi.
Pertanto il Congresso del Partito Radicale prendendo atto
che condizione minima, tecnica e politica, per l’esistenza e l’attività del
partito è il rientro dal debito, pone l’obiettivo del raggiungimento di 3000
iscritti nel 2017 e altrettanti nell’anno successivo.
Per il raggiungimento di questo obiettivo, decide di
affidare alla Presidenza del 40esimo Congresso Straordinario, con il
coordinamento di Rita Bernardini, Antonella Casu, SergioD’Elia e Maurizio
Turco, la responsabilità di assumere tutte le iniziative necessarie. Maurizio
Turco assume la rappresentanza legale del Partito Radicale nell’esercizio della
quale ha espressa facoltà di proporre ogni azione giudiziaria per la tutela dei
diritti e degli interessi del Partito, di nominare avvocati e procuratori,
assumendo altresì la rappresentanza processuale del Partito, nonché quella di
rappresentante legale in tutte le attività economico finanziarie.
Il Congresso stabilisce che la quota minima di iscrizione
è di 200 euro e quella consigliata di 500 euro.
Delibera di sospendere gli organi di cui all’articolo 2
dello Statuto, eccezion fatta per il Congresso ordinario biennale e di affidare
la revisione contabile a un revisore legale esterno.
Il Congresso delibera che ove non si realizzino le
condizioni minime richieste, siano attivate tutte le procedure atte alla
liquidazione dell'attività del partito.
Qualora tali condizioni si realizzino, delibera di
convocare il Congresso ordinario entro 90 giorni dal raggiungimento
dell'obiettivo.
BANGLADESH: LEADER ISLAMISTA IMPICCATO PER CRIMINI DI
GUERRA
3 settembre 2016: un leader e sostenitore finanziario del
più grande partito islamista del Bangladesh è stato giustiziato per crimini di
guerra commessi durante la guerra di indipendenza dal Pakistan nel 1971.
Il magnate dei media Mir Quasem Ali, 63 anni, del partito
Jamaat-e-Islami, era stato condannato a morte due anni fa per una serie di
crimini, inclusi omicidio e tortura.
Il magnate è stato impiccato in un carcere di massima
sicurezza fuori Dacca in serata.
Era stato arrestato nel 2010 e condannato nel 2014. Ha
rifiutato di chiedere la grazia presidenziale, considerandola una ammissione di
colpa.
Una operazione di sicurezza enorme è stata attuata prima
e dopo la sua esecuzione, per impedire dimostrazioni.
Al suo processo, Ali era stato accusato di coinvolgimento
nel "regno del terrore" istituito nella città di Chittagong.
Era stato riconosciuto colpevole di otto delle 14 accuse,
tra cui il rapimento e uccisione di un adolescente che sosteneva la creazione
di uno stato indipendente dal Pakistan.
Sono sei i leader dell'opposizione giustiziati per
crimini di guerra da quando il primo ministro, Sheikh Hasina, ha istituito un
tribunale per i crimini di guerra nel 2010. Cinque erano alti dirigenti del
partito Jamaat.
Il Tribunale per i Crimini Internazionali ha finora
condannato 24 persone a morte e 18 al carcere con l’accusa di genocidio e
crimini contro l'umanità.
GHANA: SONO 137 I PRIGIONIERI NEL BRACCIO DELLA MORTE
1 settembre 2016: il direttore di Amnesty International
Ghana, Lawrence Amesu, ha reso noto essere circa 137 (incluse tre donne) i
prigionieri attualmente rinchiusi nel braccio della morte del Paese.
Intervenendo al lancio di “Advocacy Toolkit for Abolition
of Death Penalty in West Africa” (Strumenti a Sostegno dell’Abolizione della
pena capitale in Africa occidentale), Amesu ha detto che la sua organizzazione
sta lavorando duro per l’abolizione della pena di morte in Ghana.
Nel Paese la pena di morte è presente nei codici sin
dall'introduzione della common law inglese nel 1874, ed è prevista tuttora per
omicidio, tradimento e rapina a mano armata.
Nel Ghana non ci sono esecuzioni dal luglio 1993 quando
sono stati fucilati 12 prigionieri condannati per rapina e omicidio. Nonostante
la moratoria di fatto delle esecuzioni in atto dal 1993, condanne capitali
continuano a essere comminate.
Il 18 dicembre 2014, il Ghana si è astenuto come nel
2010, 2008 e 2007 mentre nel 2012 si era assente al momento del voto sulla
Risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali all’Assemblea Generale
delle Nazioni Unite.
(Fonti yen.com.gh, 01/09/2016)
Per saperne di piu' :
CAMERUN: 109 CONDANNATI A MORTE PER TERRORISMO
25 agosto 2016: il Camerun ha condannato 109 persone a
morte per legami con il gruppo terroristico Boko Haram, inoltre sono 800 le
persone detenute nel Paese dagli agenti di sicurezza con l'accusa di
coinvolgimento nel terrorismo.
Queste notizie sono state diffuse via Twitter dal
giornalista investigativo camerunese Bisong Etahoben.
"Delle circa 800 persone detenute in Camerun col
sospetto di collegamenti a Boko Haram, 109 sono state finora condannate a morte
e sono in attesa di esecuzione", ha scritto.
"Yerima Abba Yusufa, un principe, è stato arrestato
dai gendarmi a Mora con l'accusa di legami con Boko Haram", ha aggiunto.
Il tribunale militare del Camerun nel marzo 2016 ha
condannato a morte 89 membri del gruppo per aver partecipato a una serie di
attacchi terroristici nella regione settentrionale del Paese.
Nel dicembre 2014 il Camerun ha adottato una controversa
legge anti-terrorismo che consente la pena di morte per i responsabili o
complici di atti terroristici.
COREA DEL NORD: FUNZIONARI GIUSTIZIATI CON LA CONTRAEREA
30 agosto 2016: il leader nordcoreano Kim Jong-un avrebbe
fatto giustiziare in pubblico, a inizio mese e con l'ausilio del fuoco della
contraerea, due alti funzionari del regime, colpevoli di aver disubbidito agli
ordini impartiti.
Secondo il quotidiano sudcoreano JoongAng Ilbo, che cita
fonti anonime, la duplice esecuzione, è avvenuta in un'accademia militare di
Pyongyang e sotto la supervisione del "giovane generale".
Uno dei giustiziati è stato individuato in Hwang Min, ex
ministro dell'Agricoltura, forse a causa delle "proposte di riforma da lui
sostenute, viste come sfida diretta alla leadership di Kim Jong-un". Hwang
era stato rimpiazzato nel giugno scorso da Ko In-ho nel corso di una sessione
dell'Assemblea Suprema.
Ri Yong-jin, alto funzionario del dicastero
dell'Educazione, sarebbe stato invece arrestato per essersi "appisolato
durante un meeting presieduto da Kim". Durante l'interrogatorio gli
sarebbero stati contestati altri "capi d'accusa come la corruzione" e
sarebbe stato emesso il verdetto di condanna a morte.
Le fonti ufficiali di Pyongyang tacciono e l’informazione
non è confermata da fonti indipendenti.
Sarebbero almeno 70 le esecuzioni ordinate da Kim da
quando ha preso il potere nel 2011, tuttavia Bloomberg sottolinea una
differenza con il caso di Ri e Hwang: per la prima volta sarebbero stati messi
a morte elementi non appartenenti all’esercito o al Partito.
Nessun commento:
Posta un commento