IL COLOSSO DELL’APPENNINO - LA GIGANTESCA SCULTURA DEL 1500 DEL GIAMBOLOGNA CUSTODITA NELLA VILLA DEMIDOFF, A POCHI KM DA FIRENZE - MEZZO UOMO, MEZZO MONTAGNA, IL DIO DELL’APPENNINO È ALTO 14 METRI, SPRUZZA ACQUA E FUMO DALLE NARICI, E NEL VENTRE OSPITA GROTTE E STANZE MISTERIOSE
Al centro del parco di Pratolino, questa statua gigante è simbolo delle aspre montagne appenniniche in Italia. Ricoperto di alghe, fontane e concrezioni calcaree a suggerire che fosse uscito fuori dall’acqua del laghetto, al suo interno il ventre dell’Appennino ospita incredibili segreti…
COLOSSO DELL APPENNINO
Siamo alla fine del Cinquecento, a pochi chilometri da Firenze. Qui Francesco I de’ Medici fece realizzare una vera e propria oasi verde delle meraviglie, chiamata il Parco di Pratolino e in seguito Villa Demidoff. Acquistata nel 1800 da una famiglia russa e diventata nel 2013 patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco, è uno dei parchi più grandi della Toscana tra i suoi boschi, laghetti, labirinti, cascate, grotte. Purtroppo, oggi, molte delle sue meraviglie sono state trasferite o sono andate perdute.
Siamo alla fine del Cinquecento, a pochi chilometri da Firenze. Qui Francesco I de’ Medici fece realizzare una vera e propria oasi verde delle meraviglie, chiamata il Parco di Pratolino e in seguito Villa Demidoff. Acquistata nel 1800 da una famiglia russa e diventata nel 2013 patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco, è uno dei parchi più grandi della Toscana tra i suoi boschi, laghetti, labirinti, cascate, grotte. Purtroppo, oggi, molte delle sue meraviglie sono state trasferite o sono andate perdute.
Ma, forse, proprio la più incredibile è rimasta, custodita dalla natura. Al centro del parco, sorge il Colosso dell’Appennino, mezzo uomo, mezza montagna. Opera di Giambologna alla fine del ‘500, questa statua gigante è simbolo delle aspre montagne appenniniche in Italia. Un dio della montagna, altro 14 metri e ricoperto di alghe, fontane e concrezioni calcaree a suggerire che fosse uscito fuori dall’acqua del laghetto.
Al suo interno il ventre dell’Appennino ospita incredibili segreti. Grotte e stanze, che un tempo dovevano essere molte di più. In testa, era stato progettato un camino che, una volta accesso, avrebbe soffiato il fumo fuori dalle narici del gigante.
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