Gallo/Fecondazione: dalla relazione al Parlamento
sulla legge 40 mancano i dati sulla diagnosi preimpianto
Dichiarazione Filomena Gallo,
segretario Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca
scientifica, soggetto costituente il Partito Radicale
L'ultima relazione al Parlamento sulla
Legge40 del 2004, che riporta i dati sulle tecniche di
fecondazione applicate e i risultati del 2014, evidenzia che dopo 12 anni
di battaglie legali per affermare i diritti delle persone, oggi abbiamo i
primi risultati anche in termini di nascite, ma nella relazione mancano
dei dati importanti quali quelli sulla diagnosi preimpianto.
La novità principale rispetto agli scorsi anni è sicuramente la
ricomparsa dei dati relativi ai trattamenti con donazione di gameti (tecniche eterologhe- cfr.
relazione pag. 60).
Nonostante il numero di cicli risulti ridotto, poiché di fatto ancora non
sono fruibili su tutto il territorio nelle strutture pubbliche, i
risultati sembrano incoraggianti e sarà interessante vedere come si
evolveranno nei prossimi anni.
Dal documento emerge che i bambini italiani nati grazie alla riproduzione
assistita da tecniche di II e III livello, sono oggi 10.976, il 2,5%
del totale dei nati in Italia nel 2014 (numero in aumento rispetto allo
0,66 del 2005).
Gli esperti ci segnalano che:
- E’ ragionevole ipotizzare
che l’utilizzo di queste tecniche aumenterà ulteriormente, visto che
l’età media delle pazienti continua a crescere, attestandosi a poco meno
di 37 anni.
- Il calo significativo del
numero di coppie trattate e del numero di cicli eseguiti, che interessa
soprattutto i trattamenti di I livello che sempre più frequentemente
vengono bypassati in favore di tecniche più complesse che però, in
presenza di età femminile avanzata e di altri fattori di infertilità,
garantiscono percentuali di successo più elevate.
- Malgrado il calo nel numero
dei cicli eseguiti, si registra un aumento delle gravidanze e del numero
dei nati, indice dell’efficacia delle tecniche sia a fresco che di
scongelamento.
- In particolare, dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2009 si è
assistito ad un incremento esponenziale dei trasferimenti da embrioni
crioconservati (attualmente più del 17% di tutti i trasferimenti
eseguiti), mentre è diminuito il ricorso agli ovociti crioconservati per
via delle performance inferiori di questi ultimi. L’utilizzo di embrioni
crioconservati garantisce percentuali di successo sovrapponibili a quelle
dei cicli freschi e favorisce la ripetizione dei trattamenti senza dover
sottoporre le pazienti ai rischi e al disconfort di ripetute stimolazioni
e prelievi di ovociti, pertanto si può prevedere che il ricorso a questa
procedura continuerà ad aumentare.
Questo conferma inoltre come la Legge 40 fosse coercitiva e lontana dai
principi della buona pratica medica.
Nella relazione che il Ministro ha presentato al Parlamento,
mancano i dati sulla diagnosi preimpianto per le coppie infertili.
La diagnosi preimpianto dal 2009 grazie alla cancellazione del limite dei
tre embrioni producibili è divenuta tecnicamente applicabile.
Visto che i dati ufficiali si riferiscono al 2014 e che ci risulta dai
centri di PMA che tali informazioni sono stati raccolte dagli organi
competenti, chiediamo al Ministro perchè questi dati non sono presenti
nella Relazione.
Chiediamo anche se è prevista la raccolta dati alla luce della
sentenza n.96 del 2015 della Corte Costituzionale che ha previsto
l’accesso alla PMA anche per le coppie fertili portatrici di patologie
genetiche ai sensi della stessa sentenza.
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