NESSUNO TOCCHI CAINO..........
No alla pena di morte !!!!!!!!!!
1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : USA: DUE ESECUZIONI IN GEORGIA E VIRGINIA, SOSPESA IN OKLAHOMA
L’ESECUZIONE DI GLOSSIP 2. NEWS FLASH:
ONU: CONSIGLIO DIRITTI UMANI CONSEGNA SUE RACCOMANDAZIONI AGLI USA 3. NEWS FLASH: EGITTO: 16 JIHADISTI CONDANNATI A
MORTE PER UCCISIONE DI POLIZIOTTI 4.
NEWS FLASH: INDIA: CINQUE CONDANNE A MORTE PER LE BOMBE SUI TRENI DI
MUMBAI DEL 2006 5. NEWS FLASH: IRAN:
CONDANNA A MORTE COMMUTATA IN DUE ANNI DI STUDI TEOLOGICI 6. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
USA: DUE ESECUZIONI IN GEORGIA E VIRGINIA, SOSPESA IN
OKLAHOMA L’ESECUZIONE DI GLOSSIP
2 ottobre 2015: due detenuti sono stati giustiziati negli
Stati Uniti in questi ultimi giorni, mentre l’esecuzione di un terzo prigioniero
è stata sospesa all’ultimo momento.
Il 30 settembre Kelly Renee Gissendaner, 47 anni, Bianca,
è stata giustiziata in Georgia.
È la prima donna giustiziata nello Stato in 70 anni.
Gissendaner era stata condannata a morte nel 1998 con
l’accusa di aver fatto uccidere, il 7 febbraio 1997, il marito per incassarne
l’assicurazione sulla vita.
Gregory Owen, amante della donna, confessò l’omicidio di
Douglas Gissendaner, testimoniò contro la donna, ed in cambio ha ottenuto una
condanna all’ergastolo.
Nel 2022 Owen potrebbe ottenere la libertà condizionale.
È la prima volta da quando la pena di morte è stata
reintrodotto nello stato nel 1976 che una persona viene giustiziata per
complicità in omicidio, e non per averlo compiuto direttamente.
Gissendaner diventa la 3° persona giustiziata quest’anno
in Georgia, la 58° da quando lo stato ha ripreso le esecuzioni nel 1983.
Sempre il 30 settembre, pochi minuti prima della prevista
esecuzione, la governatrice dell’Oklahoma Mary Fallin ha concesso una sospensione
di 37 giorni al prigioniero Richard Glossip.
Il 1° ottobre il Procuratore Generale Scott Pruitt ha
chiesto alla Corte d'Appello dell’Oklahoma di sospendere a tempo indeterminato
tutte le esecuzioni dello Stato. Pruitt ha detto inoltre che il suo ufficio sta
avviando un’indagine sulle circostanze relative alla prevista esecuzione di
Glossip.
Glossip, 51 anni, bianco, secondo l’accusa avrebbe
incaricato Justin Sneed, 19 anni, di uccidere il suo datore di lavoro, Barry
Van Treese, che fu picchiato a morte il 7 gennaio 1997.
Sneed ha raggiunto un accordo con la pubblica accusa, ha
confessato, e testimoniato contro Glossip. Entrambi gli uomini sono stati
condannati per omicidio di primo grado nel 1998, ma in cambio della
collaborazione Sneed ha ottenuto una condanna all’ergastolo senza condizionale.
I difensori di Glossip sostengono di essere entrati in
possesso recentemente di testimonianze giurate di ex detenuti che asseriscono
di aver raccolto le confidenza di Sneed, confidenze nelle quali l’uomo
ammetterebbe di aver “incastrato” Glossip.
L’attenzione attorno all’esecuzione di Glossip aveva
iniziato a cresce nei mesi scorsi, quando del caso hanno iniziato ad
occuparsene, tra gli altri, la nota attrice Susan Sarandon e Suor Helen
Prejean.
A favore di Glossip era intervenuto anche il Vaticano. In
una lettera scritta a nome di Papa Francesco dal Nunzio Apostolico negli Usa,
l’arcivescovo Vigano, veniva chiesto alla Governatrice un gesto di clemenza che
“darebbe una forte testimonianza del valore e della dignità della vita di ogni
persona”.
Apparentemente la governatrice Fallin non ha voluto dare
soddisfazione ai sostenitori di Glossip sul tema della sua innocenza. La
governatrice ha infatti concesso il rinvio “fino al 6 novembre” perché lo stato
deve valutare meglio il previsto uso di un nuovo farmaco letale, l’acetato di
potassio.
Alfredo Prieto, 49 anni, ispanico, è stato giustiziato il
1° ottobre in Virginia.
Prieto era ritenuto un serial killer che tra il 1988 e il
1990 avrebbe ucciso 9 persone.
In Virginia era accusato di aver ucciso, il 4 dicembre
1988, Rachael A. Raver e Warren H. Fulton, due fidanzati di 22 anni. La ragazza
venne anche violentata.
Prieto diventa il 1° detenuto giustiziato quest’anno in
Virginia, il 111° da quando la Virginia ha ripreso le esecuzioni nel 1982, il
22° dell’anno negli Usa, e il n° 1416 da quando gli Usa hanno ripreso le
esecuzioni nel 1977.
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
ONU: CONSIGLIO DIRITTI UMANI CONSEGNA SUE RACCOMANDAZIONI
AGLI USA
28 settembre 2015: il Consiglio per i Diritti Umani delle
Nazioni Unite ha consegnato agli Stati Uniti 343 “raccomandazioni”.
Nell’ambito degli aggiornamenti periodici che riguardano
tutti i paesi membri, l’UNHRC ha mosso critiche agli Usa per le disparità
razziali nel sistema penale, per l’uso eccessivo della forza da parte della
polizia, e per l’uso della pena di morte.
Delle 343 raccomandazioni formulate dal Consiglio dei
diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, gli Stati Uniti ne hanno accettato
44 aventi a tema l’eliminazione delle discriminazioni razziali, l’uso eccessivo
della forza da parte della polizia e la presenza di pregiudizi razziali nella
pena di morte.
Inoltre, gli Stati Uniti hanno “accettato parzialmente”
altre 20 raccomandazioni, e ne hanno respinta 1, che chiedeva l’istituzione di
una commissione indipendente per perseguire i reati di matrice razzista.
Durante il processo di revisione tra pari – al quale
partecipano 117 paesi membri dell'ONU e al quale ogni paese deve sottostare
ogni quattro anni - la comunità internazionale è stata in grado di valutare e
fornire commenti e raccomandare modifiche. La commissione ha invitato gli Stati
Uniti – paese che spesso si caratterizza come un faro dei diritti umani e
critica altre nazioni sul loro rispetto dei diritti umani - ad abolire la pena
di morte, porre fine omicidi extragiudiziali (quelli commessi dalla polizia), e
proteggere i diritti umani dei popoli indigeni e immigrati.
Il Consiglio ha inoltre esortato gli Stati Uniti a
perseguire i responsabili di torture e chiudere la sua struttura di detenzione
di Guantanamo Bay a Cuba.
La delegazione francese ha raccomandato agli Stati Uniti
di "prendere le misure necessarie per combattere le pratiche
discriminatorie della polizia basate sull'origine etnica". Nel frattempo,
la Malesia ha suggerito gli Stati Uniti di "raddoppiare i propri sforzi
nella lotta contro la violenza e l'uso eccessivo della forza da parte delle
forze dell'ordine sulla base di profiling razziale attraverso la formazione, la
sensibilizzazione e la sensibilizzazione della comunità, oltre ad assicurare
adeguate indagini e perseguimento degli illeciti quando si verificano".
Gli Stati Uniti hanno accettato queste raccomandazioni
inter pares, ma hanno anche voluto spiegare i criteri con cui le hanno
accettate. “Alcune raccomandazioni ci chiedono di realizzare un ideale, ad
esempio, porre fine alle discriminazioni, o alla brutalità della polizia. Altre
richiedono un intervento che non è del tutto all’interno dei nostri poteri di
Ramo Esecutivo Federale, ad esempio, adottare leggi, ratificare trattati, o
agire a livello dei singoli stati che compongono gli Usa" gli Stati Uniti
scritto in una risposta ufficiale al processo di revisione. "Accettiamo, o
accettiamo parzialmente le raccomandazioni quando ne condividiamo gli ideali, e
facciamo seri sforzi per raggiungere gli obiettivi richiesti, e intendiamo
continuare a farlo. Tuttavia, riconosciamo, realisticamente, che gli Stati
Uniti potrebbero non riuscire mai a realizzare completamente quanto è richiesto
nelle raccomandazioni, almeno non se le si intende prese alla lettera".
Gli Stati Uniti ha aggiu
nto: "Noi
accettiamo quelle raccomandazioni nei settori nei quali abbiamo già preso
iniziative, stiamo prendendo iniziative, e intendiamo continuare a prendere
iniziative. Senza che questo però implichi in alcun modo che i nostri sforzi
attuali o precedenti non abbiano avuto successo, o che queste azioni siano
necessariamente richieste dalla legge. Per quanto riguarda le proposte
modifiche al sistema giudiziario, facciamo notare che non possiamo prendere
impegni precisi perché non abbiamo il controllo dell'esito dei procedimenti
giudiziari ".
Le raccomandazioni hanno definito “molto permissive” le
leggi in vigore che riguardano l’uso della forza da parte della polizia.
Citando un rapporto pubblicato nel giugno 2015 da Amnesty International
("Deadly Force: Police Use of Lethal Force In The United States")
sembra che tutti i 50 stati, e il Distretto di Colombia non rispettino le leggi
e gli standard internazionali sull’uso letale della forza da parte delle forze
dell’ordine. Inoltre 9 stati, più il Distretto di Colombia (Washington) non
hanno nei codici nessuna legge che regoli l’uso letale della forza da parte
della polizia, mentre 13 stati hanno leggi che non rispettano nemmeno al
livello più basso quanto previsto dalla legge costituzionale degli Stati Uniti.
Alcuni stati prevedono che l’uso letale della forza possa essere utilizzato
“per vincere la resistenza all’arresto”, per fermare qualcuno “sospettato di
reato”, per sedare “una rivolta o un ammutinamento, per prevenire un’evasione
dal carcere, o per prevenire
reati anche di
basso livello come il furto. Alcuni stati autorizzano anche i privati cittadini
che collaborano volontariamente con le forze dell’ordine all’uso della forza
letale. Negli ultimi anni, l'uccisione di persone di colore disarmate da parte
della polizia ha ricevuto l'attenzione nazionale e internazionale, e ha
stimolato la crescita di un movimento nero contro la violenza della polizia.
Secondo The Counted, un database gestito dalla testata The Guardian, 861
persone sono state uccise dalla polizia negli Stati Uniti nel corso del 2015. I
Neri vengono uccisi dalle forze dell'ordine a un tasso di 5,1 per milione,
rispetto a 2,08 per i Bianchi e 2,27 per gli Ispanici. Il Consiglio per i
diritti umani delle Nazioni Unite è un organismo delle Nazioni Unite (UNHRC, in
inglese United Nations Human Rights Council), con sede a Ginevra; organo
sussidiario dell'Assemblea generale, lavora a stretto contatto con l'Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. (Fon
te: Atlanta Black
Star, 28/09/2015)
EGITTO: 16 JIHADISTI CONDANNATI A MORTE PER UCCISIONE DI
POLIZIOTTI
1 ottobre 2015: un tribunale egiziano ha condannato a
morte 16 jihadisti nella ripetizione di un processo con l'accusa di aver ucciso
25 poliziotti nella penisola del Sinai, due anni fa, ha reso noto un
funzionario del tribunale.
Membri del gruppo erano stati riconosciuti colpevoli alla
fine dello scorso anno e condannati a morte o a lunghe pene detentive, tuttavia
la Corte di Cassazione ha annullato le condanne e ordinato un nuovo processo.
Quest’ultimo verdetto verrà inviato al mufti d'Egitto, la
più alta autorità religiosa islamica del Paese, per un giudizio non vincolante.
I verdetti finali saranno annunciati il 14 novembre,
momento in cui le condanne a morte saranno confermate o commutate in pene
detentive.
Il caso riguarda l’attacco dell’agosto 2013 con razzi su
due minibus che trasportavano poliziotti nel nord del Sinai.
I militanti islamici hanno ucciso centinaia di soldati e
poliziotti da quando l'esercito ha rovesciato il presidente islamista Mohamed
Morsi nel 2013, effettuando un giro di vite contro i suoi sostenitori.
La maggior parte degli attacchi sono avvenuti nello
scarsamente popolato nord del Sinai, che confina con la Striscia di Gaza e
Israele.
L'anno scorso, i militanti jihadisti nel Sinai hanno
stretto un patto di fedeltà con lo Stato Islamico.
(Fonti: Agence France-Presse, 01/10/2015) Per saperne di
piu' :
INDIA: CINQUE CONDANNE A MORTE PER LE BOMBE SUI TRENI DI
MUMBAI DEL 2006
30 settembre 2015: un tribunale di Mumbai ha condannato a
morte cinque persone e altre sette all’ergastolo in relazione agli attentati
esplosivi del 2006 contro dei treni locali, in cui morirono 188 persone e più
di 700 restarono ferite. Il giudice Yatin Shinde, del tribunale per il
Controllo del Crimine Organizzato dello stato di Maharashtra (MCOCA), ha emesso
condanne capitali nei confronti di Faisal Sheikh, Asif Khan, Kamal Ansari,
Ehtesham Sidduqui e Naveed Khan, per aver piazzato le bombe sui treni.
Mohammed Sajid Ansari, che si occupò dei circuiti
elettrici delle bombe, Mohammed Ali, che mise a disposizione casa sua per la
fabbricazione delle bombe, Tanveer Ansari, Majid Shafi, Muzzammil Shaikh,
Sohail Shaikh e Zamir Shaikh sono i condannati all’ergastolo.
Il collegio difensivo ha annunciato che presenterà
appello presso l’Alta Corte di Mumbai, sostenendo che siano stati puniti degli
innocenti. Le sette esplosioni dell’11 luglio 2006 avvennero tutte in un arco
di 11 minuti, dalle 18:24 alle 18:35.:
IRAN: CONDANNA A MORTE COMMUTATA IN DUE ANNI DI STUDI TEOLOGICI
30 settembre 2015: la condanna a morte di un cittadino
iraniano riconosciuto colpevole di aver insultato il profeta Maometto è stata
commutata: in base alla nuova sentenza dovrà leggere 13 libri di religione e
studiare teologia per due anni.
Soheil Arabi, 31 anni, era stato arrestato dai membri
delle Guardie Rivoluzionarie iraniane nel novembre 2013 in relazione a dei post
su Facebook che la magistratura ha ritenuto offensivi per il fondatore
dell'Islam. Era stato riconosciuto colpevole di blasfemia e condannato a morte.
Questa settimana si è appreso che un tribunale di grado
superiore ha annullato la condanna a morte ed emesso una nuova sentenza, che
stabilisce una carcerazione di 90 giorni.
Arabi comunque non uscirà dalla prigione in tempi brevi dal
momento che sta scontando anche una condanna a sette anni e mezzo per aver
insultato il leader supremo, l'ayatollah Ali Khamenei, e altre accuse simili.
La commutazione della condanna a morte di Arabi è la
prima decisione del genere assunta da un tribunale iraniano.
Il giornale statale Jamejam ha riportato che Arabi
dovrà preparare un sommario di 5-10 pagine per
ciascuno dei 13 libri religiosi che leggerà. Dovrà anche scrivere un
articolo sulla religione con riferimenti a quei libri. Dovrà infine studiare
teologia per due anni e ogni tre mesi rendere conto alle autorità dei suoi
progressi.
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