STENTERELLO........
STENTERELLO. - Lo si dice comunemente la "maschera" fiorentina; ma in realtà è un carattere e non ha delle maschere della commedia dell'arte né il tipo pressoché immutabile, né i funambulismi. Anche lo spirito che anima St. è diverso da quello delle maschere: non colpisce solo le persone, ma anche le tendenze che rientrano in un determinato terreno politico. Il nome di St. non fu creato da Luigi Del Buono, ma dal pubblico fiorentino che, sintetizzando i nomi dei varî personaggi sostenuti dall'attore preferito, designò con questo appellativo, comune a Firenze, l'uomo mingherlino, come cresciuto a stento, quale era il Del Buono. La data di nascita di St. è segnata dal suo costume, che è una fantasia ricavata dal modo di vestire in uso alla fine del Settecento: zimarra (a giacchetta) di stoffa azzurra chiara, panciotto giallo-canarino, calzoni corti, neri (o con una gamba color verde), calze di cotone, una a tinta unita, l'altra a righe, scarpe basse con una gran fibbia di stagno, parrucca bianca col codino volto all'insù e fasciato di rosso, detto "alla prussiana", cappello a tricorno o a lucerna. Il costume, che ha poi subito qualche variante, è in opposizione ai nuovi costumi introdotti in Italia dai Francesi. St. è animato da un moderato spirito politico antifrancese e soprattutto nel 1799-1800 si affermò come "carattere". La truccatura del volto: biaccato, accentuato da bizzarri segni rossi, con sopracciglia folte e arcuate, segni forti agli angoli della bocca e agli occhi, un vuoto nella fila dei denti scuri, riproduce, esagerato, il volto di L. Del Buono, che divenne così la "maschera" del carattere da lui impersonato: Stenterello Porcacci. (Il cognome è giustificato, specie in seguito, dalle frasi sboccate e dai gesti audaci). St. è quasi sempre uomo del popolo: qualche volta un buon borghese. Rappresenta la bontà e il senso di giustizia: impulsivamente generoso, protettore dei deboli, sfida uomini e cose per raggiungere il buon fine, in comico contrasto con una invincibile tremarella. Di qui sgorga il suo umorismo, spesso politico. Prima antifrancese, poi antistraniero in genere: volto contro i principotti e a favore dell'unità e dell'indipendenza italiana. In breve il nuovo carattere si modificò ed entrò in varie compagnie per le farse e in determinate commedie a fondo comico. Tra i più noti attori che impersonarono St. sono: Vincenzo Fracanzani, che nel 1812 era a Milano in compagnia Marchionni; il Cappelletti, che qualcuno afferma abbia eclissato il Del Buono; il Cannelli, a torto accusato di grande volgarità; Amato Ricci, che lo "ravviava" troppo; Raffaello Landini, Zanobi Bartoli e Lodovico Corsini. Col figlio di questo, Alceste, St. perde la sua nota caratteristica e, se non scompare, si oscura e si apparta. Il repertorio di St., composto quasi interamente di riduzioni di commedie note, è dovuto a Del Buono, Ricci, Bartoli, Conti.
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