NESSUNO TOCCHI CAINO
no alla pena di morte nel mondo........
ARABIA SAUDITA: 11 PRIGIONIERI DECAPITATI
8 maggio 2015: l’Arabia Saudita ha decapitato 11
prigionieri negli ultimi dieci giorni, portando a 79 le esecuzioni finora
praticate nel 2015.
Il 28 aprile, il saudita Faris al-Qahtani è stato
decapitato nella Provincia di Abha per aver ucciso un connazionale, Hadi
al-Yami, dopo averlo derubato dei suoi soldi e dell’auto.
Il 30 aprile, le autorità hanno giustiziato Fayez al-Atwi
a Riad, cittadino saudita, per aver ucciso a colpi d’arma da fuoco un uomo
della sicurezza mentre era in servizio.
Lo stesso giorno, Abdullah al-Balawi, saudita, è stato
decapitato per aver accoltellato a morte il padre, mentre Abdullah al-Ruwaili,
sempre saudita, è stato giustiziato per "contrabbando di una grande
quantità di pillole di anfetamina”. Entrambi sono stati giustiziati nella città
di Tabuk.
Il 1° maggio è stato decapitato un cittadino pakistano
per traffico di droga. Shirin Khan, che è stato giustiziato nella provincia di
Riad, avrebbe trafficato ovuli di eroina che aveva ingoiato, ha detto il
ministero degli interni saudita.
Cinque prigionieri sono stati giustiziati il 4 maggio a
Gedda, dopo essere stati riconosciuti colpevoli di omicidio e rapina. Si tratta
di due yemeniti, un cittadino del Chad, un eritreo e un sudanese, ha precisato
l’agenzia Saudi Press.
Sono stati identificati come Khaled Fetini e Ibrahim
Nasser (dello Yemen), Hassan Omar (Chad), Salem Idriss (Eritrea) e Abdel Wahhab
Abdel Maeen (Sudan).
Erano stati accusati di aver ucciso una guardia indiana e
portato via denaro da una cassaforte.
Il 6 maggio l'Arabia Saudita ha effettuato una
decapitazione nella regione nord-occidentale di Tabuk, ha riferito l’agenzia
AFP.
Hussein al-Omairi, cittadino saudita, è stato giustiziato
per aver trafficato anfetamine, secondo un comunicato del Ministero degli
Interni.
Il presidente francese François Hollande il 5 maggio ha
chiesto l’eliminazione della pena di morte.
Hollande si trovava nella capitale saudita Riyadh per il
vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo, dove ha incontrato diversi
leader dell’organismo, tra cui il re saudita Salman.
"La Francia sta conducendo una campagna in tutto il
mondo per abolire la pena di morte. La pena di morte dovrebbe essere
vietata", ha detto Hollande ai giornalisti dopo aver incontrato gli altri
leader, incluso il Re saudita.
(Fonti: Agence France-Presse, 28/04/2015; 01/05/2015;
Daily Pakistan, 01/05/2015; nigerianheadlines.com, 04/05/2015; ibtimes.co.uk,
06/05/2015) Per saperne di piu' :
AFGHANISTAN: QUATTRO CONDANNE A MORTE PER IL LINCIAGGIO
DI FARKHUNDA
6 maggio 2015: il tribunale di Kabul ha emesso quattro
condanne a morte in relazione al linciaggio in piazza di Farkhunda, la donna di
27 anni picchiata a morte il 19 marzo nella capitale afghana da una folla
inferocita che la accusava di aver profanato copie del Corano e che ha dato
alle fiamme il suo corpo, fuori da una moschea sotto lo sguardo inerte dei
poliziotti. Lo riferisce l’agenzia di stampa Pajhwok.
La pena capitale è stata inflitta a Zain-ul-Abedin figlio
di Gulabuddin, Mohammad Yaqoob figlio di Mohammad Yasin, Mohammad Sharif figlio
di Sharafuddin e Abdul Bashir figlio di Abdul Shakoor. I quattro possono
presentare appello.
L’accusa nei confronti della vittima era quella di aver
bruciato copie del Corano, ma la commissione d’inchiesta incaricata dal
presidente afghano Ashraf Ghani di far luce sulla vicenda non ha trovato prove
che dimostrassero la profanazione del libro sacro all’Islam e il 2 aprile ha
dichiarato la donna «innocente».
Il processo a carico di 49 imputati, tra cui poliziotti
accusati di negligenza, era iniziato sabato (2 maggio) a Kabul. La prima
udienza è stata trasmessa in diretta televisiva.
L’omicidio di Farkhunda ha innescato una serie di
proteste di piazza a Kabul, Herat e Mazar-i-Sharif contro le forze della
sicurezza afghana accusate di non aver fatto nulla per impedire l’uccisione
della ragazza. Tredici funzionari sono stati sospesi per «negligenza» dal
ministero dell’Interno, compreso il portavoce della polizia di Kabul,
Hashmatullah Stanikzai. Anche i Talebani afghani avevano condannato l’uccisione
di Farkhunda minacciando «punizioni severe» per i responsabili dell’omicidio.
Oltre ai quattro condannati a morte per impiccagione, ad
altri otto imputati sono stati inflitti 16 anni di carcere, mentre 18 sono
stati rilasciati per assenza di prove, come riferisce l’emittente al-Jazeera.
Il giudice Safiullah Mujaddedi del tribunale di Kabul ha aggiornato il processo
a sabato (9 maggio), quando verrà emessa la sentenza per altri 19 imputati.
I genitori di Farkhunda erano presenti alla lettura del
verdetto. Il padre di Farkhunda ha detto: “Voglio che questi criminali siano
puniti. Deve essere una lezione per la gente affinché in futuro non si ripetano
questi atti”
.
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