1. LA STORIA DELLA
SETTIMANA : DONA IL 5 X 1000 A NESSUNO TOCCHI CAINO 2. NEWS FLASH: CASO LO PORTO: SERGIO D’ELIA,
SEGRETARIO DI NESSUNO TOCCHI CAINO, SU USO DRONI ARMATI 3. NEWS FLASH: NIGER: PRESIDENTE MAHAMADOU
ISSOUFOU EMETTE PROVVEDIMENTO DI CLEMENZA 4.
NEWS FLASH: MASSACHUSETTS (USA): VITTIME MARATONA DI BOSTON DIVISE SULLA
PENA DI MORTE 5. NEWS FLASH: INDIA: PENA
DI MORTE COMMUTATA IN ERGASTOLO 6. I
SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :
DONA IL 5 X 1000 A NESSUNO TOCCHI CAINO
Vuoi partecipare concretamente alla campagna per
l’abolizione della pena di morte nel mondo?
Dona il tuo 5 x 1000 della dichiarazione dei redditi a
Nessuno tocchi Caino e chiedi anche al tuo commercialista se ha clienti che
hanno a cuore questo obiettivo. Un gesto che si trasforma subito in un grande
aiuto!
L’Associazione Nessuno tocchi Caino quest’anno conta su
di te… e sul tuo commercialista! Per porre fine all’aberrazione di uno Stato
che per difendere la vita pratica la morte.
Per devolvere il 5 x 1000 della tua dichiarazione dei
redditi e, quindi, contribuire senza alcun costo a Nessuno tocchi Caino, è
semplice:
firma nel riquadro “Sostegno alle organizzazioni non
lucrative, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni
riconosciute che operano nei settori di cui all’art. 10 c. 1, lett d, del D.
Lgs. N. 460 del 1997 e delle fondazioni nazionali di carattere culturale” e
riporta il codice fiscale di Nessuno tocchi Caino 96267720587.
Per saperne di piu' : http://www.nessunotocchicaino.it/
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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH
CASO LO PORTO: SERGIO D’ELIA, SEGRETARIO DI NESSUNO
TOCCHI CAINO, SU USO DRONI ARMATI
23 aprile 2015: Sulla notizia della morte del cooperante
italiano Giovanni Lo Porto rimasto vittima lo scorso gennaio, insieme ad altri
due cittadini americani - uno ostaggio, come Lo Porto e l’altro leader di Al
Qaeda - di un drone CIA, Sergio d’Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino ha
dichiarato:
“Non si può considerare l’accaduto come mero effetto
collaterale e inevitabile di una causa giusta. Né si può accettare che, nel
nome della guerra mondiale al terrorismo, il Presidente di una democrazia tra
le più antiche al mondo possa, per decreto, dichiarare qualcuno colpevole al
termine di un processo segreto anche per il solo sospetto che abbia
l’intenzione di commettere in futuro un crimine. In questo modo, i cittadini
americani all’estero possono essere uccisi per il mero sospetto di attività
anti-americane, quando invece in patria avrebbero diritto ad un processo con
tutte le garanzie possibili, anche quelle previste dal sistema arcaico della
pena capitale. Diffidiamo dunque dall’uso dei droni armati – ha concluso d’Elia
- perché come ogni altra arma, oltre che alla legge interna, i droni dovrebbero
sottostare al diritto internazionale, inclusa la legge umanitaria
internazionale, che ne regolamenti l’uso”. (Fonti: NtC, 23/04/2015) Per saperne
di piu' : http://www.washingtonpost.com/politics/hostage-deaths-a-reminder-of-risk-of-deadly-mistakes/2015/04/24/ed8b8fb6-ea51-11e4-8581-633c536add4b_story.html
NIGER: PRESIDENTE MAHAMADOU ISSOUFOU EMETTE PROVVEDIMENTO
DI CLEMENZA
22 aprile 2015: il Presidente del Niger Mahamadou
Issoufou ha emesso un nuovo provvedimento di clemenza, in occasione del quarto
anniversario della sua investitura. Secondo il decreto presidenziale, tutti i
detenuti condannati a morte hanno avuto la loro pena commutata in ergastolo,
mentre i detenuti condannati a vita hanno avuto la loro condanna ridotta a 30
anni di reclusione.
Il 23 ottobre 2014, il Governo del Niger ha approvato un
disegno di legge per l'adesione al Secondo Protocollo Opzionale al Patto
Internazionale sui Diritti Civili e Politici, che mira ad abolire la pena di
morte. Il disegno di legge è stato inviato all'Assemblea Nazionale per
l'adozione definitiva.
Il 20 e 21 novembre 2014, Nessuno Tocchi Caino e il
Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito hanno compiuo una
missione in Niger, con l’obiettivo di trovare sostegni alla Risoluzione ONU per
la moratoria delle esecuzioni.
Il 18 dicembre 2014, il Niger ha per la prima volta
votato a favore della Risoluzione per una moratoria delle esecuzioni capitali
all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In precedenza si era sempre
astenuto sulla Risoluzione.
(Fonti: NtC, tamtaminfo.com, 22/04/2015) Per saperne di
piu' :
MASSACHUSETTS (USA): VITTIME MARATONA DI BOSTON DIVISE
SULLA PENA DI MORTE
21 aprile 2015: Le vittime della strage della Maratona di
Boston prendono posizioni diverse sulla pena di morte. Un editoriale del New
York Times riporta i pareri di alcune vittime o familiari della vittime nel
giorno in cui si apre la seconda fase del processo, quella in cui verrà
determinata la pena. Contrari alla condanna a morte si sono dichiarati, con un
editoriale pubblicato in prima pagina sul Boston Globe, Bill e Denise Richard,
il cui figlio di 8 anni, Martin, è rimasto ucciso nella strage, e la cui figlia
Jane ha perso una gamba.
I signori Richard non hanno insistito tanto su una
questione di principio, ma sulla necessità di chiudere il processo in tempi
brevi, senza dover poi affrontare continue riaperture del caso, e il riaffiorare
di ricordi dolorosi, come invece accadrebbe con i molti ricorsi disponibili per
i condannati a morte.
Dopo la dichiarazione dei signori Richard, anche Jessica
Kensky e Patrick Downes hanno preso una posizione pubblica contro la pena di
morte per Tsarnaev. I due, sposati da poco, in passato avevano corso la
maratona di Boston. Nell’esplosione del 2013 entrambi hanno perso una gamba. In
una intervista al Boston Globe hanno detto: “All’inizio ci auguravamo che anche
l’imputato provasse il dolore che abbiamo provato noi e le altre vittime. Ma
ora ci basta sapere che non potrà mai più nuocere a nessuno, e ci auguriamo che
il processo si concluda rapidamente e definitivamente, e l’imputato sparisca al
più presto possibile dalla coscienza collettiva. Dobbiamo superare l’impulso di
vendetta”.
Il 13 aprile Jennifer Lemmerman, sorella di Sean Collier,
l’agente della security del Massachusetts Institute of Technology rimasto
ucciso in un conflitto a fuoco con i 2 fratelli Tsarnaev il 19 aprile 2013, in
una lettera al Boston Globe si è detta anche lei contraria alla condanna a
morte per Dzhokhar Tsarnaev. “Quando qualcuno si dichiara contrario alla pena
di morte, gli si dice sempre di immaginare come si sentirebbe se fosse il
parente di una delle vittime. A me è stato dato questo orribile punto di vista,
e posso dire che la mia posizione contro la pena di morte si è solo
rafforzata”. Ha poi proseguito: “Non riesco a immaginare che uccidere in
risposta ad un’uccisione possa darmi pace o giustizia… ho scelto di ricordare
Sean per la luce che mi ha portato. Non voglio più buio”.
A favore della “condanna massima” si è invece dichiarata
Liz Norden, i cui 2 figli hanno entrambi perso una gamba nell’esplosione.
Queste prese di posizione in teoria non dovrebbero influenzare i giurati
popolari, che hanno avuto disposizione di tenersi lontani dai notiziari e, come
ulteriore precauzione, sono stati invitati a non partecipare alla nuova
edizione della Maratona di Boston che si è corsa ieri.
Lo scorso 8 aprile a Boston una giuria popolare federale
ha riconosciuto Dzhokhar Tsarnaev, 21 anni, bianco, colpevole di tutti i 30
capi di imputazione relativi alla strage della Maratona di Boston del 2013. 16
di questi capi di imputazione sono passibili di pena capitale. La pubblica
accusa, rappresentata da Carmen Ortiz, è intenzionata a farlo. I difensori
sosterranno invece che l’imputato, seppure certamente colpevole, ha però agito
sotto la fortissima influenza psicologica ed affettiva del fratello maggiore,
Tamerlan Tsarnaev.
Il 15 aprile 2013, nei pressi dell’arrivo della
tradizionale Maratona di Boston, i due fratelli di origine cecena Tamerlan e
Dzhokhar Tsarnaev furono ripresi dalle telecamere di sorveglianza mentre
collocavano due bombe artigianali che, esplodendo poco dopo, causarono la morte
di 3 persone e oltre 260 feriti. I morti furono Martin Richard, 8 anni, Krystle
Campbell, 29 anni, e Lu Lingzi, 23 anni. Una quarta vittima, Sean Collier, un
agente della security del Massachusetts Institute of Technology, rimase ucciso
in un conflitto a fuoco con i 2 fratelli il 19 aprile.
Lo stesso giorno Tamerlan, 26 anni, rimase ucciso in un
conflitto a fuoco con la polizia. Dzhokhar, che allora aveva 19 anni, venne
arrestato il 24 aprile. Il giudice George A. O'Toole Jr. ha stimato che la fase
di sentenza, iniziata oggi, dovrebbe durare circa 4 settimane. Statisticamente
i dati sono favorevoli a Tsarnaev: da quando la pena di morte federale è stata
reintrodotta nel 1988, i procuratori federali la hanno chiesta in 230 casi, ma
è stata respinta dalla giurie popolari in 2/3 dei casi, e le esecuzioni, nello
stesso periodo, sono state solo 3. Nel sistema penale federale, una condanna a
morte può essere emessa solo all’unanimità.
(Fonti: New York Times, 21/04/2015)
Per saperne di piu' :
INDIA: PENA DI MORTE COMMUTATA IN ERGASTOLO
21 aprile 2015: l’alta corte del Punjab e Haryana ha
commutato in ergastolo la condanna a morte di un uomo identificato come
Dharampal per il lungo tempo impiegato dal governo nel decidere sulla sua
domanda di grazia.
Dharampal, originario del distretto di Sonipat e
riconosciuto colpevole di stupro, nel 1993 uccise cinque familiari della
vittima del suo stupro, mentre era in libertà condizionata. Per gli omicidi
Dharampal avrebbe dovuto essere impiccato il 15 aprile 2014 nel carcere di
Ambala, tuttavia l’esecuzione fu sospesa dall’alta corte a seguito della
petizione presentata dal condannato.
L’alta corte ha commutato la condanna a morte in
ergastolo dal momento che il governo ha impiegato circa 13 anni per decidere
sulla richiesta di grazia. Trattando il caso, l’avvocato di Dharampal ha citato
l’importante verdetto del 21 gennaio 2014 della Corte Suprema, secondo cui la
condanna a morte di un detenuto può essere commutata in ergastolo se c’è
ritardo da parte del governo nel decidere sulla richiesta di grazia.
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