trinità........SANTA MARIA NOVELLA
Firenze
In questo affresco realizzato nella chiesa di S. Maria Novella, Massaccio dà una dimostrazione perfetta della nuova concezione pittorica che egli andava sperimentando in quegli anni, e che sarà alla base della futura arte rinascimentale. In questo affresco convivono mirabilmente il senso volumetrico e il senso dello spazio, tutto unificato da un unico punto di vista che coincide con il punto in cui realmente gli osservatori guardano la scena affrescata. L’effetto è quello che normalmente viene chiamato «trompe l’oeil», ossia creare l’illusione ottica che oltre la parete ci siano altri spazi in realtà inesistenti. In pratica chi guarda questo affresco ha l’illusione che il muro sia sfondato da un vano, coperto con una volta a cassettoni, nel quale sono collocati il crocefisso, con la Madonna e san Giovanni alla base e con Dio posto su un rialzo superiore a sostenere il braccio orizzontale della croce.
Questo effetto illusionistico è stato creato soprattutto grazie ad un espediente: il punto di vista è posto in basso, circa ad un metro e mezzo da terra, non nel centro geometrico dell’immagine (da ricordare che l’altezza complessiva di questo affresco è di ben 6,67 metri). Lo sviluppo dello spazio architettonico è congruente con questo punto di vista, ma lo devono essere anche le figure inserite in questo spazio, le quali devo essere rappresentate di scorcio, cioè da sotto in su. Anche in questo Masaccio si mostra un grande innovatore, in quando, dopo i tentativi trecenteschi di Giotto, è probabilmente il primo pittore a capire l’importanza dello scorcio, e a tentare una rappresentazione della figura umana da altri punti di vista che non sia sempre quello canonico del guardare le persone alla loro stessa altezza.
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